giovedì
17 Luglio 2025

«Una discarica di rottami vicino ai nuovi uffici comunali di Ravenna»

Interrogazione di Ancisi (LpRa) al sindaco

A quasi due anni di distanza dal primo ingresso degli uffici comunali nel nuovo polo di via Berlinguer, a Ravenna, la cui travagliata realizzazione ebbe inizio nel lontano 2015, «resta ancora in vista uno spettacolo disdicevole sul suo lato ovest, all’altezza della rotonda Romania – denuncia il consigliere comunale di opposizione Alvaro Ancisi -: laddove la ditta appaltatrice dei lavori aveva insediato un deposito di attrezzature e mezzi, giace da molti mesi una discarica inammissibile e pericolosa di rottami, rimasugli e materiali vari avanzati dalla costruzione».

In mezzo all’erba, giacciono, scrive Ancisi di Lista per Ravenna: «Un serbatoio di gasolio, forse con del contenuto, e il suo bacino di contenimento, forse sporco di residui oleosi; la parte superiore di una piattaforma area di lavoro; pile di pannelli di polistirolo esposti al vento e alla luce solare, soggetti quindi a frantumarsi in mille pezzi infiammabili; grossi sacchi di polipropilene pieni di materiali sconosciuti. Su un lato, barre di tubazioni e curve prefabbricate coibentate. Ed altre brutture. La recinzione, che separa l’area degli edifici comunali da via Marconi e dalla pista ciclopedonale lungo lo scolo Lama, che la fiancheggia a sud, era  stata abbattuta molto tempo fa dal vento senza essere sistemata, lasciando libero accesso a bambini e cani, che avrebbero potuto farsi male, o a malintenzionati per prelevare materiale o dargli fuoco. È stata ripristinata solo la settimana scorsa, anche se facilmente valicabile da adulti».

Ancisi in un’interrogazione chiede quindi al sindaco se, «risalendo alla proprietà di quanto abbandonato in quel luogo pubblico come discarica di rifiuti, possa attribuirsene la responsabilità, così da ordinarne la rimozione e la corretta destinazione, applicando le dovute sanzioni per alterazione del decoro urbano e illecita occupazione di suolo pubblico, a rischio anche dell’igiene e sicurezza pubblica. Lo invito, in ogni caso, a disporre che quell’area sia urgentemente ripulita e risanata».

I capanni balneari dei lidi ravennati vanno rimossi. La rabbia dei proprietari

Novanta giorni per la demolizione di quelli senza concessione, che non viene rinnovata da vent’anni

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Una foto dei capanni pubblicata sul gruppo Facebook dell’associazione Capannisti Balneari

Alcuni sono già stati smantellati in questi giorni, un’altra settantina è a rischio. Un pezzo di storia del litorale ravennate potrebbe scomparire. Si tratta dei capanni balneari in legno presenti tra le dune e gli stabilimenti balneari dei lidi ravennati, talmente caratteristici che in questi anni sono stati riproposti in versione invernale per il villaggio natalizio di piazza del Popolo.

Ora un’ordinanza impone ai proprietari non in regola con il titolo concessorio di liberare lo spazio demaniale sul quale però continuano a pagare regolarmente il canone. Un paradosso raccontato in un articolo pubblicato sul Corriere Romagna in edicola oggi, 19 febbraio.

Di fatto, una comunicazione giunta ai capannisti lo scorso 9 febbraio li impone a consegnare copia della «documentazione demaniale legittimante l’occupazione di pubblico demanio marittimo» e chi non ha le carte in regola ha ora 90 giorni di tempo per rimuovere i manufatti. Il paradosso – come scrive il Corriere – è che da vent’anni nessuna concessione è stata più rinnovata, mentre controlli avviati negli anni scorsi hanno rilevato presunti abusi edilizi, dando vita a sanzioni e contestazioni. Arrivando al punto che – come scrivono i capannisti nel gruppo social della loro associazione – l’alternativa alla rimozione dei capanni è un pagamento di sanzioni che arriva anche a 10mila euro a testa.

Nel gruppo Facebook dell’associazione Capannisti Balneari si dà appuntamento al 26 febbraio per parlarne nel corso di un’assemblea dei soci ma c’è già chi invita a scendere in piazza per sensibilizzare i cittadini più attenti alle tradizioni locali.

Una petizione con un centinaio di firme fa l’elenco dei problemi in centro storico

Tra i firmatari diversi imprenditori. Timori anche per la desertificazione dovuta allo spostamento di uffici comunali

1404 Giardini Speyer

«Solo un occhio esterno riesce a capire e vedere una città come Ravenna, i suoi limiti e contraddizioni». È con questa idea che Maurizio Masotti – responsabile dell’associazione Tracce Migranti che si occupa di questioni di diritti, cittadinanza e gestione partecipata del fenomeno migratorio – ha inviato a novembre 2023 una lettera aperta al Comune che mette in luce gli aspetti più critici del degrado del centro storico. A distanza di tre mesi le firme (selezionate e convalidate) di una petizione sono diventate un centinaio, ma dalle istituzioni non è ancora arrivata risposta.

Il passaggio di mezzi pesanti nella zona di Sant’Apollinare Nuovo è una delle segnalazioni: «Autobus pesanti, obsoleti e spesso deserti fanno tremare il terreno – dice Masotti – provocando crepe e dissesti in un monumento patrimonio Unesco, impedendo il passaggio ai turisti e provocando inquinamento ambientale e acustico». La stessa zona presenta inoltre una viabilità perdonale compromessa, a causa degli stretti marciapiedi che non consentono il passaggio di carrozzine (per bambini o portatori di handicap) o gruppi di persone.

Tra gli altri aspetti citati nel testo, la lotta alla desertificazione urbana e alla ghettizzazione: «C’è necessità di ripensare gli spazi urbani: sia le zone monumentali, che meritano di essere valorizzate e rese fruibili al meglio, sia le aree del centro che, svuotate di uffici comunali e servizi per il cittadino, vengono poi abbandonate o rioccupate senza controlli dai migranti, arrivando a prendere le sembianze di ghetti cittadini, nocivi per l’integrazione, come nel caso della zona adiacente ai giardini Speyer».

Dito puntato anche contro il consumo di suolo in favore di supermercati ai margini della città che fanno scomparire piccole botteghe e artigiani del centro. Piace invece l’idea delle “città 30”, ormai sempre più diffuse in Europa, e alla pedonalizzazione del centro con l’introduzione di ampi parcheggi scambiatori dove è possibile servirsi di bus o biciclette a noleggio. «Il Comune ha acquistato autobus elettrici, ma in giro non si vedono. A gennaio sono stati destinati 7 milioni alla riqualificazione di via Zalamella, ma non per il centro storico. Richiederemo un incontro formale con la giunta, in modo tale che tutti i punti esposti nella lettera siano affrontati allo stesso tempo – commentano Masotti e Walter Costa dello spazio cultura Tiratura in via di Roma –. Combattiamo da anni contro il degrado del centro e poi scopriamo che via Mazzini sarà presto ribattezzata “via della Bellezza”. Lascio a voi ogni commento».

Tra i firmatari della petizione diversi imprenditori del centro: Rita Mazzillo (Ca’ de Ven), Francesco Palumbo (Caffè Palumbo), il poeta Nevio Spadoni, Raffaele Calisesi (Galletti Abbiosi) e Luca Barberini (Koko Mosaico).

È possibile firmare scrivendo una mail all’indirizzo letteraperta.centrostorico.ra@gmail.com.

La capolista Ravenna perde in casa e ora il Carpi fa paura a -3

Grande equilibrio nel girone D, con sei squadre in soli sei punti a 11 giornate dalla fine

Foto Di Filippo Venturi
Foto di repertorio di Filippo Venturi

Brutta sconfitta del Ravenna Fc, in casa, contro il Lentigione (1-2, con gol di Diallo). I giallorossi restano in testa alla classifica del girone D del campionato nazionale di calcio di serie D, ma ora sono tallonati a 3 punti di distanza dal Carpi, probabilmente la squadra sulla carta più accreditata dagli addetti ai lavori per il ritorno tra i professionisti.

Sconfitto anche il Victor San Marino, raggiunto in terza posizione (a 4 punti dal Ravenna) dal Corticella e soprattutto dal Forlì (altra squadra pronosticata tra le favorite), che ha battuto l’Imolese.

Considerato che il Lentigione vincendo oggi al Benelli dista solo sei lunghezze dal primo posto, a 11 giornate dalla fine ci sono ben sei squadre in testa nel giro di soli 6 punti.

Gli scontri diretti saranno probabilmente decisivi. Il prossimo, per il Ravenna, è al Benelli il 3 marzo contro il San Marino. Domenica prossima, invece, trasferta comunque molto insidiosa contro il Sangiuliano City, ottavo.

Al Polo delle Arti di Ravenna i disegni dei bambini per un omaggio a Corrado Ricci

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Lunedì 19 febbraio alle 11 al “Polo delle arti” di piazza Kennedy, in centro a Ravenna, inaugura la mostra “L’arte dei bambini da Corrado Ricci ad oggi”, un progetto partito dalla ristampa de L’arte dei bambini di Corrado Ricci.

In mostra (aperta dal 19 febbraio al 2 marzo, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16 e il sabato dalle 10 alle 12.30) i lavori realizzati dai bambini, circa duecento, delle scuole del territorio partecipanti al progetto.

Sempre il 19 febbraio, ma alle 17 alla casa Matha di piazza Costa, un incontro culturale aperto alla città e di formazione rivolto agli insegnanti con interventi tra gli altri dello storico Cesare Albertano, della pedagogista Marco Dallari e della psicoterapeuta per bambini Francesca Siboni.

Si tratta di un progetto – ideato e curato dall’associazione Dis-Ordine e sostenuto dal Lions Club Ravenna Host, da Unicef Ravenna, associazione “Il Jazz va a scuola” e Accademia di Belle Arti – che ha offerto l’opportunità di riproporre all’interno della scuola dell’infanzia e primaria la ricerca fatta da Corrado Ricci oltre un secolo fa.

Vendeva “oggetti da taglio” senza autorizzazione: sequestrati 24 coltelli da cucina

Controlli al mercato ambulante di piazza Sighinolfi

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La Polizia Locale di Ravenna nel corso di alcuni controlli al mercato ambulante di piazza Sighinolfi ha sequestrato 24 coltelli da cucina a un commerciante con regolare licenza, ma solo per la vendita di abbigliamento.

Oltre ai vestiti, l’ambulante, un 30enne, è stato però sorpreso a vendere anche i coltelli, pur essendo sprovvisto della licenza del questore per gli “oggetti da punta e da taglio”.

Il rifiuto del cibo e il ricovero a 16 anni. I genitori: «Era diventata un’altra»

«L’anoressia le ha tolto la luce dagli occhi. Ora sta bene, ma non sappiamo quando potrà tornare a casa»

Anoressia Bilancia

«È una ragazza dolcissima, sensibilissima e fragilissima. Questa sensibilità le è stata fatale». Mamma Sara (nome di fantasia) descrive così sua figlia minore, 17 anni, ricoverata da sei mesi in un centro per la cura dei disturbi alimentari in Emilia.

È venuta al nostro appuntamento accompagnata dal marito, carica di un’emozione dichiarata anche a voce. Ha acconsentito a raccontarci la lotta di sua figlia contro l’anoressia nervosa, «una malattia che sottrae la luce dagli occhi» e cambia all’improvviso la personalità degli individui, rendendo figlie e figli estranei alle loro stesse madri.

L’esordio della malattia è in realtà fra i più comuni: «Era l’estate del 2022, Rachele (nome di fantasia, ndr) aveva quindici anni e mezzo. Ha iniziato a fare ginnastica e a mangiare sano. Come genitori l’abbiamo lasciata fare, a quell’età non li controlli più costantemente, e poi pensavamo che fosse un comportamento normale e diffuso tra le ragazze della sua età. C’era qualcosa di strano, però». Una stranezza notata dalla sorella maggiore, che infatti avvisa subito i genitori del fatto che Rachele sta perdendo peso molto velocemente. La madre decide allora di prendere in mano la situazione e affrontare la figlia. «Per allacciare il discorso le dissi che sarebbe piaciuto anche a me fare un po’ di dieta, ma che bisognava rivolgersi a un esperto perché altrimenti il rischio era quello di calare troppo e di avere delle conseguenze, come la perdita del ciclo. Lei mi rispose che non le venivano le mestruazioni da due mesi». A questo punto Sara, forte del campanello d’allarme che sente dentro di lei, decide di rivolgersi al medico di base, che indirizza lei e sua figlia al centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare della Ausl. «Non abbiamo mai pensato che fosse un capriccio», ci assicura. «Anzi, mi dava molto fastidio quando, confidandomi con le altre persone, queste sminuivano la cosa attribuendola a una fase adolescenziale».

È settembre, la scuola ricomincia. Rachele frequenta il liceo, non riesce a integrarsi e a trovare il suo spazio nella classe.

Nel frattempo, inizia il suo percorso all’ambulatorio Dca, ma non riesce più a trattenersi dal non mangiare. E anche il suo umore cambia. «Quando si sedeva a tavola si trasformava, si vedeva che era in difficoltà. Finiva di mangiare e aveva delle crisi di pianto. La tavola era diventata un campo di battaglia. Tutta la nostra vita familiare girava intorno al cibo». Da sola non ce la fa a risalire, per cui si rende necessario il ricovero nel reparto di Pediatria di Ravenna. È il 3 dicembre 2022 e Rachele pesa 36 kg per 163 cm di altezza. Da quel momento, entrerà e uscirà per tre volte dall’ospedale.

Dal momento che rifiuta di mangiare, si rende necessario applicarle il sondino nasogastrico per nutrirla. «È arrivata a quello, lei che prima aveva paura anche della sua ombra».

Nelle settimane passate in Pediatria, l’unico conforto che Rachele trova è nelle attività di laboratorio creativo organizzate dall’Associazione “Sulle ali delle menti”, di cui i suoi genitori fanno parte. «Era felice di essere riuscita di nuovo a colorare». Lo spiraglio di luce, però, dura poco. «Una volta tornati a casa ha ripreso a non mangiare. Aveva maturato un meccanismo per cui in ospedale obbediva solo per poter uscire e fare come voleva. Per tutto il tempo io ero con lei, ma capivo di non essere più con mia figlia, ero con un’altra persona. Sapevo quando potevo parlare con Rachele e quando invece davanti a me non c’era lei».

Arriva l’estate 2023. Nonostante i ripetuti tentativi di ricovero, Rachele non riesce a risalire la gola profonda in cui è caduta, e i medici valutano una soluzione alternativa. «A luglio siamo andati a Bologna a fare una consulenza, ci hanno detto che forse era ora di valutare un ricovero in residenza. Nel frattempo, il primario della Ausl mi aveva insegnato a mettere il sondino a mia figlia, così che lei potesse stare a casa e recarsi in ospedale di giorno per i pasti assistiti. Siamo andati avanti così fino al 22 agosto, il giorno del ricovero. Cosa abbia significato per noi lasciare Rachele lì, lo si può solo immaginare».

Da quel momento sono passati sei mesi. Oggi Rachele sta bene, vive in uno spazio sicuro, con regole rigide ma necessarie alla sua guarigione. Ha stretto amicizia con gli altri pazienti della residenza, ha trovato il suo posto all’interno di un gruppo («a loro non serve parlare – dice la madre – si guardano negli occhi e si capiscono nel loro dolore»).

Il percorso è duro e altalenante. A volte Rachele si arrabbia e allora non si riesce a parlare con lei. Altre volte sorride, scherza, è di nuovo serena. « Il pensiero del cibo è sempre lì. Rachele va avanti pur non essendone convinta, ha un conflitto interiore che rende questo percorso molto doloroso e difficile. Però adesso è consapevole di quello che le sta accadendo».

I genitori continuano a supportarla a distanza e in presenza, durante le visite settimanali, e grazie agli altri genitori dell’associazione hanno scoperto di non essere soli nel buio del tunnel. «Siamo in tanti, tutti sullo stesso fronte. Parliamo la stessa lingua, ci capiamo e ci supportiamo».

La strada è ancora lunga, ma nelle parole dei genitori c’è la voglia di continuare a lottare. «Stiamo facendo questo percorso insieme, e ogni tanto dico che è come se stessi rimettendo al mondo mia figlia una seconda volta. Non sappiamo quando tornerà a casa, ma sappiamo che quando lo farà sarà una Rachele diversa. Magari non ancora guarita, ma forte».

Incendio nella notte alla clinica veterinaria di Russi: l’ambulanza in fiamme

Vigili del fuoco al lavoro per un’ora e mezza. Il mezzo è andato distrutto

Incendio ambulanza clinica veterinaria di RussiIncendio nella notte tra sabato e domenica alla clinica veterinaria di Russi, dove è andata a fuoco l’ambulanza utilizzata per il trasporto degli animali, andata distrutta.

I vigili del fuoco hanno lavorato per circa un’ora e mezza, fino alle 3 di notte, per spegnere l’incendio e mettere in sicurezza l’area. Sul posto anche i carabinieri, che stanno cercando di ricostruire la dinamica e capire cosa abbia scatenato le fiamme.

Sui social, la clinica si dice ovviamente costretta a sospendere il servizio ribattezzato “AmbuPet”. «Ancora non sappiamo le cause, siamo dispiaciuti soprattutto per il legame affettivo che si crea con un mezzo di soccorso con il quale ogni giorno cerchiamo di essere vicini a chi ne ha più bisogno».

Incendio ambulanza clinica veterinaria di Russi

Foto di Massimo Argnani.

A San Bartolo è nato un centro didattico e ricreativo, con una piccola biblioteca

Inaugurato Labadabadu, con un’aulta per lezioni di musica e una sala per eventi

A San Bartolo, frazione a sud di Ravenna, è stata inaugurato il punto prestito e lettura per bambini e bambine, ragazzi e ragazze “L’Albero di Gio”, in collaborazione con l’Istituzione Biblioteca Classense.

Insieme al punto lettura sono state presentate alla comunità anche le prime aree del centro didattico ricreativo Labadabadu, in particolare l’aula dove si svolgono le lezioni di musica e la sala eventi. Entro l’anno sarà aperta una nuova area (una seconda sala eventi con cucina e una sala insonorizzata per prove musicali) e sarà accessibile il parco alberato di circa 2.000 metri quadrati.

I proprietari, i ravennati Michele Guerra e Chiara Torelli, hanno accolto con emozione le tante persone presenti spiegando i motivi che hanno spinto loro a portare avanti questo progetto, ideato per offrire a bambini, ragazzi e adulti «uno spazio socio-
educativo e un supporto in attività didattiche, ludico-ricreative e ludico-espressive».

«Questo centro – commenta Michele Guerra, insegnante di musica nelle scuole dell’infanzia e primarie di Ravenna e dintorni – nasce dall’idea maturata in periodo di pandemia. La voglia di ripartire era tanta e la voglia di riportare i bambini, i giovani e anche gli adulti a condividere spazi ed esperienze era anche di più. La mia passione nel campo della musica e dell’insegnamento musicale, per i quali ho lasciato il lavoro da informatico qualche anno fa, mi ha convinto a cercare una location adatta per creare una piccola scuola di musica, volutamente in periferia. Quando abbiamo visto questa struttura ce ne siamo innamorati e il progetto si è completato in maniera spontanea, come se questi spazi fossero da sempre progettati per questo scopo».

Al taglio del nastro è intervenuto l’assessore Fabio Sbaraglia: «Il Comune di Ravenna è un comune molto ampio e molto particolare: il 40% dei cittadini ravennati vive in circa 90 frazioni fuori dalla cintura urbana e la scarsa possibilità di accesso ai servizi di natura scolastica, sanitaria e culturale crea una disparità sul territorio che preoccupa e che ci vede impegnati faticosamente a ridurre. Vedere che dal territorio nascono progetti come questo che si pongono l’obiettivo di avvicinare i servizi alle comunità è esattamente ciò che cerchiamo di stimolare».

L’avvocato Francesco Barone ufficializza la propria candidatura a sindaco di Lugo

Con la lista civica “Cambiamo Lugo”, che riceverà l’appoggio del centrodestra

Francesco Barone Cambiamo LugoL’avvocato penalista 36enne Francesco Barone sarà il principale avversario della candidata sindaca del centrosinistra, Elena Zannoni, alle elezioni amministrative di giugno di Lugo, il comune più grande al voto in provincia.

Barone ha ufficializzato la propria candidatura a sindaco sabato 17 febbraio, sostenuto dalla lista civica Cambiamo Lugo, in attesa di ricevere il supporto ufficiale anche di Fratelli d’Italia e Forza Italia, con la Lega che ancora non pare invece aver sciolto le riserve.

«Penso che la politica sia un mondo strano – commenta Barone sui social -, dove negli ultimi decenni si è persa quella voglia di guardare al miglioramento della condizione della comunità, focalizzandosi esclusivamente sul miglioramento del proprio status personale-lavorativo, motivo per cui ho sempre scelto di starne fuori, anche perché il mio percorso mi ha portato a svolgere una professione che amo e che lascerei con estremo dispiacere, ma quando le cose non solo non funzionano, ma da ogni parte si guardi, non c’è una minima presa di coscienza, ecco che mi sacrifico volentieri perché essendo nato e cresciuto a Lugo, non ho più voglia di subire e lamentarmi di dinamiche che se analizzate con oggettiva ragione, da cittadino, mi portano a sentirmi solo preso in giro».

«Da cittadino non ho pretese di presentarmi a queste elezioni come ennesima espressione del frazionamento partitico che ad oggi ha solo avvantaggiato alcune parti politiche – continua – quindi, se avrò modo di formare e mettere d’accordo una coalizione che come me abbia a cuore le sorti dei cittadini, senza personalismi, sarò lieto di accoglierle e di percorrere la strada che ci porterà assieme all’8 e 9 giugno».

Il cervese Cesare Casadei in Premier League contro Liverpool e Manchester City

Il centrocampista 21enne ha fatto le sue prime due presenze in campionato con la maglia del Chelsea

Cesare Casadei Manchester City
Cesare Casadei contro il Manchester City in una foto pubblicata dal giovane cervese su Instagram

Nel giro di neanche 20 giorni è sceso in campo contro due delle squadre di calcio più forti del mondo. È l’esperienza da sogno di Cesare Casadei, giovane cervese che ha compiuto il 10 gennaio scorso 21 anni e che veste la prestigiosa maglia del Chelsea, dove è tornato durante la finestra di mercato invernale dopo aver giocato in prestito la prima parte della stagione nella serie B inglese con il Leicester (mettendo a referto 25 presenze e 2 reti).

Casadei ha debuttato in Premier League – quello che viene oggi considerato come il campionato più bello e difficile al mondo – lo scorso 31 gennaio ad Anfield, uno degli stadi più iconici della storia del calcio, entrando nel finale nella sconfitta (4-1) contro il Liverpool. Il 17 febbraio la seconda presenza in un altro stadio da far tremare i polsi, quello del Manchester City, campione d’Europa in carica. La partita in questo caso è finita 1-1, con il pareggio del City arrivato pochi secondi dopo l’ingresso di Casadei, all’83esimo minuto. Nel mezzo, le panchine contro il Wolverhampton e il Crystal Palace.

Barche, teatro, bar e anche house boat sul Candiano: un progetto per la Darsena

Presentato da Gabetti, che punta sullo sviluppo di Ravenna nei prossimi cinque anni

House Boat Rimini
Una “house boat” in un resort di Rimini

Darsena Boat Show. È stato chiamato così un progetto ideato dal gruppo Gabetti e in particolare dal titolare dell’agenzia ravennate Fabrizio Savorani, a margine della presentazione della riqualificazione urbanistica di via Mingaiola, a Ravenna.

Si tratta di un progetto – per cui si cercano investitori – che potrà beneficiare di una concessione demaniale di 30 anni sul canale Candiano con uno spazio per una sorta di showroom per nuove imbarcazioni del comparto nautico e pontili che potranno ospitare un piccolo teatro, bar, un ristorante e l’attracco di house boat. Uno sviluppo direttamente sull’acqua della darsena di Ravenna, per cercare di cambiarne volto.

L’interesse di Gabetti sulla città di Ravenna è spinto anche da alcune analisi di mercato a cura del gruppo. «Attualmente la città di Ravenna conta 33.213 edifici residenziali – si legge nella nota inviata dalla stessa Gabetti -: il 76% dei ravennati vive in una casa di proprietà, mentre il 15% in affitto. In città, il 59% degli edifici è stato costruito prima del 1970, il che significa che Ravenna necessità di un tempestivo piano di riqualificazione degli edifici, che possa renderli conformi alle più recenti normative europee in fatto di efficientamento energetico. Analizzando il numero di compravendite, il periodo 2013-2022 (i dati 2023 saranno disponibili solo nel mese di marzo), presenta una media pari a 2.304 transazioni, con una fase di netta crescita negli ultimi 10 anni. Nel 2022 le compravendite sono state 3.238, leggermente in calo rispetto all’anno precedente (-0,1%). Analizzando le classi dimensionali delle unità residenziali, a Ravenna si nota inoltre come la maggioranza degli immobili compravenduti sia di taglio compreso tra i 50 e gli 85 mq (42,3%) e gli 85 e i 115 mq (21,8%)».

Secondo quanto analizzato dall’ufficio studi Gabetti, la città di Ravenna nei prossimi 5 anni «potrebbe cambiare volto sia grazie a una serie di interventi voluti dall’amministrazione comunale, sia grazie a un nuovo spirito imprenditoriale e alle buone prospettive offerte dal mercato».

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