domenica
06 Luglio 2025

Il cervese Cesare Casadei “pallone d’oro” e capocannoniere del Mondiale Under 20

Due premi individuali per il centrocampista del Chelsea. L’Italia (anche dei ravennati Prati e Giovane) sconfitta in finale dall’Uruguay

Cesare Casadei Pallone Oro Mondiale Under 20Cesare Casadei, centrocampista cervese classe 2003 di proprietà del Chelsea, è stato premiato con il Pallone d’Oro della Fifa come miglior giocatore del Mondiale Under 20 di calcio, terminato domenica 11 giugno con gli azzurri sconfitti in finale dall’Uruguay.

Con 7 gol realizzati in 7 partite, Casadei ha ricevuto anche La Scarpa d’Oro per il titolo di capocannoniere della manifestazione.

Il giovane cervese è stato il volto di copertina di un Mondiale storico per la nazionale azzurra, che non era mai riuscita ad arrivare in finale nella categoria Under 20. Tra i protagonisti con la maglia dell’Italia anche i ravennati Prati e Giovane, cresciuti insieme allo stesso Casadei nelle giovanili del Cesena, prima di vedere dividersi le proprie strade con il fallimento del club romagnolo nel 2018.

Morte Berlusconi: venne a Ravenna nel 2020. Ancarani: «C’è solo un Presidente»

Il capogruppo di Forza Italia: «Un brutto giorno»

Berlusconi Meloni Salvini
Gli esponenti del centrodestra a Ravenna alla fine della campagna elettorale per le Regionali

È morto Silvio Berlusconi, un pezzo di storia italiana.

Poche le sue visite in provincia di Ravenna, l’ultima in occasione delle elezioni regionali del 2020, quando salì sul palco allestito in piazza del Popolo per sostenere Lucia Borgonzoni nella sua corsa alla Presidenza dell’Emilia-Romagna.

Ancarani Berlusconi
Ancarani con Berlusconi

Nel Ravennate è attivo anche quello che è stato uno dei suoi più fedeli seguaci, Alberto Ancarani, al momento capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia. «Se hai passato tutta la vita nello stesso partito – commenta sui social -, con un unico leader, sempre lo stesso, credendo nello stesso ideale, oggi è un brutto giorno. C’è, e sempre ci sarà, solo un Presidente».

Il “Cavaliere” con il record da Presidente del Consiglio

L’eclettico Silvio Berlusconi, “il Cavaliere”, nato a Milano il 29 settembre 1936, è una figura emblematica e divisiva, imprenditore di successo (nel 1975 ha costituito la società finanziaria Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset) ed eletto quattro volte alla carica di Presidente del Consiglio.

È difficile ignorare l’impatto che Berlusconi ha avuto sulla politica italiana, un’influenza che si è estesa ben oltre il suo record di 3.339 giorni alla guida del governo italiano – il più lungo termine di un premier nella storia della Repubblica, seconda solo alle epoche di Mussolini e Giolitti. La sua ascesa politica, avvenuta nell’ottobre del 1993, è stata tanto rapida quanto impressionante: a gennaio del 1994 fondò Forza Italia, diventando Presidente del Consiglio pochi mesi dopo.

Nonostante le innumerevoli controversie e conflitti di interesse che hanno segnato la sua carriera, Berlusconi rimane una figura di rilievo nella memoria collettiva italiana, un personaggio che ha diviso l’opinione pubblica come pochi altri, dando origine a un fenomeno culturale chiamato “berlusconismo” che ha influenzato profondamente la cultura italiana e mondiale.

Fondamentale anche il suo contributo nel mondo sportivo e del calcio in particolare, con l’epopea del Milan, che ha portato per cinque volte a vincere la Champions League, e l’ultima scommessa vinta con il Monza.

A Bagnacavallo inaugura la nuova osteria di piazza Nuova

A rilevare il locale sono stati i titolari del Chiribilli. L’orgoglio del sindaco

Nuova Osteria Romagna Bagnacavallo

L’apertura del nuovo locale Osteria di Romagna in Piazza Nuova è stato presentato dai soci del Chiribilli Mise en Place Bistrò insieme al socio Aron Giacomoni.

A Bagnacavallo riapre il ristorante di piazza Nuova, rilevato dall’imprenditore Aron Giacomoni insieme ai soci del Chiribilli, altro storico locale del territorio.

L’inaugurazione di Piazza Nova – Osteria di Romagna (così è stato ribattezzato il locale) è in programma domani, martedì 13 giugno, con apertura al pubblico dalle 18.30. Il ristorante sarà operativo da mercoledì 14 giugno tutte le sere dal martedì al sabato dalle 18.30 a mezzanotte e sabato a pranzo dalle 12 alle 15. L’orario estivo prevederà le giornate di chiusura domenica e lunedì.

«Di fronte al tragico evento dell’alluvione che ha colpito la Bassa Romagna – ha dichiarato durante la presentazione alla stampa uno dei soci, Daniele Bavagnoli -, riaprire questo locale vuole dare nuovo impulso al nostro paese e alle attività del territorio. Questa piazza è il gioiello di Bagnacavallo e vado orgoglioso di poter avere un’attività nel mio paese».

«Motivo di orgoglio per noi – sono state invece le parole del sindaco di Bagnacavallo, Eleonora Proni – è avere giovani così competenti e professionali e faccio il mio in bocca al lupo per questa nuova partenza».

La nuova gestione si pone come obiettivo quello di valorizzare uno dei luoghi più suggestivi di Bagnacavallo attraverso un’accurata selezione di prodotti ed eccellenze locali.

I titolari intanto annunciano un concerto di beneficenza in programma il 6 luglio in piazza della Libertà, mentre altri eventi saranno programmati in piazza Nuova.

La Mille Miglia passa da Lugo e fa tappa a Cervia: oltre quattrocento auto in gara

Martedì 13 giugno, con arrivo in serata della carovana partita da Brescia

600 1000 Miglia 2019 1

La Mille Miglia torna a Cervia. Il passaggio delle auto d’epoca si terrà martedì 13 giugno, nel corso della prima giornata di gara che, una volta partita da Brescia, virerà in direzione lago di Garda e poi Verona e Ferrara prima dell’arrivo in Romagna a Lugo, Imola e Forlì.

Intorno alle 21.30 sarà Cervia, come detto, a ospitare l’arrivo della prima tappa di gara. Attraverso Via Fantini e Ponte San Giorgio, il convoglio giungerà nei pressi del cuore della città del Sale.

Le auto del Ferrari Tribute percorreranno via Ospedale per effettuare l’ultimo Controllo Orario di giornata in Piazza Garibaldi, dalla quale proseguiranno poi con un trasferimento libero verso Rimini. L’arrivo delle prime vetture del Cavallino è previsto indicativamente a partire dalle 20.15 per un transito di circa un’ora. Il Museo Viaggiante della 1000 Miglia tornerà invece in Piazza Andrea Costa dove, come da tradizione, gli equipaggi sfileranno per la presentazione alla città cervese ai piedi della Torre San Michele dopo il Controllo Orario. Le prime auto storiche giungeranno in piazza a partire dalle 21.15 per proseguire sino a tarda sera.

Terminate le attività in gara, tutti gli equipaggi di 1000 Miglia sosteranno per la notte nelle strutture alberghiere di Cervia, pronti per la ripartenza di buon mattino del giorno seguente.

La seconda tappa di gara prenderà il via dall’aeroporto di Pisignano, luogo iconico dell’Aeronautica Militare Italiana che celebra quest’anno i cento anni di fondazione. Da qui le vetture di 1000 Miglia Green e 1000 Miglia partiranno alla volta della Repubblica di San Marino con il via alle auto elettriche previsto per le 6.40 mentre l’auto storica numero uno partirà alle 6.50.

Da San Marino le auto proseguiranno verso la Capitale per il consueto giro di boa.

Sono 405 le vetture storiche partecipanti che si sfideranno lungo un percorso dall’inedita lunghezza di oltre 2000 km, che passerà anche dal Piemonte come nel biennio 47-48. I finali di tappa saranno a Cervia-Milano Marittima, Roma, Parma e Milano.

Quando il lavoro diventa tutta la vita: «Bisogna cercare di capire cosa ci dà senso»

I filosofi e scrittori Maura Gancitano e Andrea Colamedici sui limiti e i pericoli della società della performance

Gancitano Colamedici Cavezzali
Gancitano e Colamedici a Lugo con Cavezzali

Siamo una società malata di lavoro. Gli americani, che di questo ne sanno più di noi, hanno persino coniato un termine a riguardo: workaholism, che significa letteralmente “ubriacatura da lavoro”. Subentra quando viviamo per lavorare, quando, cioè, ciò che facciamo per mantenerci non è più un mezzo, ma diventa un fine, anzi: il fine. Il problema è che questo stile di vita non è sostenibile, o almeno non lo è per tutti. Così, oltre a essere una società malata di lavoro, stiamo diventando una società sempre più infelice. Bisogna correre ai ripari.

Tutto ciò emerge dal saggio intitolato Ma chi me lo fa fare? Come il lavoro ci ha illuso, la fine dell’incantesimo (Harper Collins, 2023) di Maura Gancitano e Andrea Colamedici. Filosofi e scrittori attenti ai temi sociali e culturali del nostro tempo, sono principalmente noti per aver fondato la casa editrice Tlon. Giovedì 8 maggio, ospiti di ScrittuRa Festival, hanno dialogato con il direttore Matteo Cavezzali nella cornice del Pavaglione di Lugo, nuovamente praticabile dopo che l’alluvione delle scorse settimane lo aveva sommerso.

Al centro della riflessione vi è l’idea che la vita degli esseri umani contemporanei – che Andrea Colamedici chiama ironicamente “i benestanchi” – sia risucchiata in un vortice di incombenze e responsabilità che lasciano ben poco tempo a tutto ciò che non concerne strettamente la vita lavorativa. Da un lato non si ha tempo per pensare, dall’altro si evita di farlo riempiendo le proprie giornate con il lavoro. «L’Occidente consiste in una serie di tentativi di dimenticarsi che si muore» fa notare Andrea Colamedici. E infatti, «tentiamo di sfuggire a questa consapevolezza producendo senso attraverso il lavoro», illudendoci così di conferire un significato a chi siamo e a ciò che facciamo.

Proprio i recenti disastri in Romagna e l’operosità dei suoi abitanti, però, hanno dimostrato che il senso è da ricercare altrove, in altri campi. Quanto accaduto ha infatti costretto migliaia di persone impossibilitate a lavorare ad interrompere il consueto flusso delle loro giornate: «Ho seguito delle persone di Faenza che prima dell’alluvione lavoravano tanto e hanno dovuto sospendere quello che facevano» afferma Maura Gancitano. «È una sensazione di shock che però ti fa riconsiderare tutte le cose che fai nel tempo normale. Noi siamo devastati dal tempo normale», e lo siamo dal momento che abbiamo perso di vista ciò che arricchisce la nostra vita al di fuori del lavoro: le relazioni con gli altri, l’agire politicamente come cittadini, la contemplazione… «Non ci capita spesso di vedere un movimento simile di solidarietà» continua Gancitano. «È un movimento che ricuce e che fa sentire di appartenere a uno stesso tessuto sociale. Il problema è che in genere non è così: ognuno ha le sue cose da fare che sono sempre di più e quell’ambito della relazione umana sparisce».

Viviamo in una società che venera il lavoro e denigra l’ozio e la pigrizia, che ci spinge a ricercare il successo ad ogni costo e ad accumulare denaro in quantità. Figli e nipoti del capitalismo più sfrenato, siamo abituati a pensare che tutto ciò che vogliamo sia a portata di mano e che basti impegnarsi per ottenerlo. I social, poi, contribuiscono a nutrire questa narrazione annullando la distanza tra il singolo e il suo prossimo, per cui tutto quello che le persone desiderano appare loro vicino, a portata di mano, si convincono di poterlo avere e se non riescono ad ottenerlo è perché non si sono impegnate abbastanza, non hanno guadagnato abbastanza, non sono abbastanza.

«Ma è falso», avverte Maura Gancitano. «Dai Millennials in poi ci sono delle generazioni che fanno più fatica a comprare casa, ad avere un senso di stabilità, a pensare di avere dei figli. Tante persone in Italia vorrebbero avere dei figli ma non possono permetterselo. Non ci sono prospettive per il futuro, ma se dall’esterno ti viene detto che quelle prospettive per il futuro che tu non hai o pensi di non avere sono solo una questione di mindset – della serie “se puoi sognarlo, puoi farlo” – si crea un contrasto tremendo fatto di senso di inadeguatezza e frustrazione». Un circolo vizioso che ha portato al fenomeno della cosiddetta great resignation: moltissime persone, soprattutto giovani, hanno deciso di lasciare il proprio posto di lavoro per migliorare la qualità della propria vita. «Il lavoro ti costringe a pensare che l’ottenimento di senso sia solo nella creazione di qualcosa e che sia solo lì, totalmente a scapito della cura, della manutenzione, della messa in sesto. Qual è il senso dell’essere umano?» si chiede Colamedici. La risposta è che «abbiamo senso come manutentori, come persone curiose, che sanno scegliere una porzione del mondo e se ne prendo cura. Prendersi cura è oggi la rivoluzione».

Alla domanda di Matteo Cavezzali se questo meccanismo di spinta alla performatività e al successo sia sradicabile individualmente o collettivamente, i due autori rispondono affermativamente, ma con delle riserve. Anzitutto, Andrea Colamedici fa notare che il cambiamento climatico in atto è già di per sé un segnale evidente dell’insostenibilità dello stile di vita sinora adottato dall’uomo; Gancitano, d’altra parte, rileva come alcuni cambiamenti di approccio al lavoro ci siano stati, ma a livello individuale e soprattutto in maniera poco evidente. «Quello che manca è la dimensione collettiva», cioè una coscienza diffusa del “problema lavoro” e di quali siano le soluzioni che le persone possono adottare per riconsiderare il senso delle loro vite. «La risposta a un lavoro asfissiante non è smettere di fare qualsiasi cosa», osserva Maura Gancitano. «La risposta è cercare di capire cosa ti dà senso. Ma perché il lavoro funziona così tanto? Perché spesso questa è una domanda scomoda, e non tutti hanno gli strumenti per rispondere. Allora il lavoro, a volte, può diventare una giustificazione. Pe trovare il proprio senso bisogna chiedersi: Cosa farei se da domani non dovessi più lavorare e ricevessi tutto quello che mi serve per vivere? Come impiegherei il mio tempo? Probabilmente – conclude Gancitano – anche alla luce di quello che è successo qui in Romagna in queste settimane trovare una risposta è un po’ più facile».

Torna il festival dedicato al fumetto della Coconino Press

Al Mar una grande mostra con anche le tavole di Pazienza. Il programma

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Come programmato, la seconda edizione di Coconino Fest e la grande mostra “Love Comics” si terranno dal 15 al 18 giugno a Ravenna negli spazi del Mar, dove l’esposizione resterà poi aperta fino al 30 luglio.

Nonostante il momento difficile e l’emergenza dopo l’alluvione e le devastazioni che hanno colpito la città e il territorio dell’Emilia-Romagna, l’Amministrazione Comunale, il Museo d’Arte e la casa editrice Coconino Press hanno deciso di comune accordo di non rinunciare alla manifestazione.

Per dare un segnale concreto e un contributo alla ricostruzione, Coconino Press ha deciso di devolvere l’incasso delle vendite che verranno effettuate al bookshop della mostra “Love Comics” nei giorni del festival per favorire il ripristino di attività culturali e dare sostegno a soggetti produttori di cultura sul territorio che hanno subito danni a causa dell’alluvione.

Molte sono le novità di questa edizione, a partire dalla sede della manifestazione: sarà il Mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna la “casa” del festival.

Il Museo ospiterà sotto il titolo collettivo “Love Comics” cinque ampie mostre di tavole originali di alcuni tra i più grandi nomi della scena internazionale del fumetto: due maestri scomparsi la cui opera continua ad affascinare le nuove generazioni, Andrea Pazienza e il giapponese Kazuo Kamimura, due fumettisti tra i più amati e premiati della scena contemporanea, Manuele Fior e Paolo Bacilieri, e un’esposizione che rende omaggio al talento di Tuono Pettinato nel secondo anniversario della morte dell’autore.

Una sesta mostra collettiva accenderà i riflettori sui lavori di giovani esordienti scoperti e lanciati da Coconino Press: BeneDì (Benedetta D’Incau), Silvia Righetti e Rambo Pavone, a testimonianza della vivacità e pluralità di stili e storie narrate da una nuova generazione di autori che si è appena affacciata sulla scena.

Dopo l’inaugurazione di giovedì 15 giugno, le mostre saranno aperte al pubblico fino al 30 luglio (orari: dal martedì al sabato 9- 18; domenica e festivi: 10- 19; chiuso il lunedì).

Accanto alle esposizioni, il Mar e altri spazi di Ravenna saranno teatro di un ricco programma di eventi. Il calendario, in corso di definizione, prevede tra l’altro: uno speciale omaggio ad Andrea Pazienza nel trentacinquesimo anniversario della morte con il reading Gli ultimi giorni di Pompeo dello scrittore, cantante e musicista Emidio Clementi, leader dei Massimo Volume (venerdì 16 giugno); un incontro-dibattito per ricordare Tuono Pettinato, il geniale e amatissimo fumettista scomparso due anni fa (giovedì 15 giugno); vari incontri con autrici e autori che presenteranno i loro romanzi a fumetti; Krazy for Football. Il Real Zigan, la squadra di ragazzi rom nata per iniziativa di Gipi e allenata da Enrico Zanchini, sfida in una partita di calcio a 5 la Nazionale Fumettisti. In apertura Gipi e Davide Reviati dialogano con gli atleti (sabato 17 giugno Stadio Mattei, Villaggio Anic, via Mattei 4); la proiezione del film “gotico italiano” Pantafa (produzione Fandango-Rai Cinema, diretto da Emanuele Scaringi e interpretato da Kasia Smutniak) che ha ispirato il graphic novel Malanotte di Marco Taddei e La Came (domenica 18 giugno).

E come l’anno scorso, non mancherà un “Krazy Party” serale sulla spiaggia dell’Hana Bi di Marina di Ravenna, in programma sabato 17 giugno con fumetti, musica dal vivo, dj set e performance di live painting dei disegnatori di casa Coconino Press.

Eventi e incontri con gli autori: il programma giorno per giorno (Tutti gli eventi si svolgono negli spazi del MAR, salvo dove diversamente indicato)

GIOVEDÌ 15 GIUGNO

Ore 18:00

Inaugurazione del festival e della mostra Love Comics alla presenza delle autrici e degli autori.

Ore 19:30

Corpicino. Il capolavoro nero di Tuono Pettinato. Con Ratigher, Matteo Stefanelli, Emilio Varrà, Lia Remorini.

Ore 22:00

Turbetto in concerto. Claudio e Juta, duo pop della Repubblica di San Marino, presentano il nuovo album Conigli.

VENERDÌ 16 GIUGNO

Ore 18:00

Esordire con Coconino. Silvia Righetti, BeneDì, Rambo Pavone raccontano la loro opera prima con il mago Fulvio Risuleo e gli editor Giovanni Ferrara e Ratigher.

Ore 19:00

So disegnare tutto: l’arte di Andrea Pazienza, con Marina Comandini Pazienza, Simone Angelini, BeneDì, Antonio Pronostico, Maicol & Mirco. Modera Giovanni Ferrara.

Ore 21:30

Gli ultimi giorni di Pompeo. Reading di Emidio Clementi, scrittore e musicista  leader della band Massimo Volume, dal graphic novel cult di Andrea Pazienza.

SABATO 17 GIUGNO

Ore 17:00

Basta a ciascun giorno la sua pena. La Milano di Piero Manzoni. L’autore Paolo Bacilieri ne parla con Roberto Cantagalli, Direttore del MAR Museo d’Arte della Città di Ravenna.

Ore 18:00

Love di Kamimura Kazuo. Paolo La Marca e Livio Tallini, curatori dei manga Coconino Press, raccontano il maestro del fumetto giapponese insieme al giornalista Luca Valtorta, caporedattore di Robinson – La Repubblica.

Ore 19.30

Partita di calcio: Nazionale Fumettisti vs. Real Zigán (la squadra di ragazzi rom nata per iniziativa di Gipi). In apertura dialogano Gipi e Davide Reviati. (Allo Stadio Mattei, Villaggio Anic, via Mattei 4).

Ore 22:00

Coconino Krazy Party all’Hana-Bi Spiaggia 72 di Marina di Ravenna, con concerto live Cacao / live painting Rambo Pavone, Silvia Righetti, Alice Milani / Dj set.

DOMENICA 18 GIUGNO

Ore 18:00

Sofia Kovalevskaja. Vita e rivoluzioni di una matematica geniale. L’autrice Alice Milani dialoga con Elettra Stamboulis.

Ore 19:00

Hypericon. Una certa idea di futuro. L’autore Manuele Fior dialoga con Pippo Civati e Ilaria Bonaccorsi.

Ore 21:30

Pantafa. Proiezione del film di Emanuele Scaringi alla Rocca Brancaleone. In apertura il regista dialoga con Marco Taddei e La Came, autori del graphic novel Malanotte. Intervengono l’attrice Kasia Smutniak e il produttore Domenico Procacci (Fandango).

Tornano le serate “Di martedì” con musica, giochi, mercatini e cibo

L’iniziativa partirà il 13 giugno con gli Auguaplano Duo. Proposta una raccolta fondi per la popolazione colpita dall’alluvione

Bagnacavallo Di Martedì

Torna l’iniziativa Di martedì, a Bagnacavallo tre serate di condivisione e ripartenza a partire dal 13 giugno. Ci saranno mercatini, giochi, animazioni, musica, street food e negozi aperti nel centro storico e verrà proposta una raccolta fondi per le persone che hanno subìto danni a causa dell’alluvione che ha colpito il territorio.

La prima serata, martedì 13 giugno, vedrà protagonisti sul palco di piazza della Libertà, alle 21, gli Aguaplano Duo, con Vittorio Bonetti al piano e voce e Jader Nonni alle percussioni.

Martedì 20, sempre alle 21, si esibirà la Groovemates Band, mentre chiuderà la manifestazione, martedì 27, il Nicolas Varietà Show.

In via Matteotti ci si potrà divertire a ogni appuntamento con giochi di legno e d’ingegno di vario tipo e in piazza del Carmine sarà allestito il mercatino dei ragazzi a cura della Pro Loco (per informazioni e adesioni contattare Ilaria al numero 338 8025307).

Per tutte le serate via Mazzini e via Matteotti ospiteranno i mercatini creativi. I punti ristoro saranno a cura di A la mi Manira food truck, Chiribilli Bistrò, Macelleria dell’Arco, Osteria Malabocca, Piazza Nova Osteria e Tiffany Kitchen.

Ci sarà, inoltre, Bagnacavallo a spasso, una visita guidata per le vie del centro tra arte-storia, personaggi illustri e aneddoti (per informazioni e prenotazioni contattare Elisabetta Borda, guida turistica, al numero 388 9036147).

Durante le serate l’associazione Officina proporrà, nel cortile di Palazzo Vecchio alle 21.15, Pittoresse, tre incontri con l’arte dedicati alle donne pittrici più importanti, che in epoche diverse e con stili e temperamenti diversi sono state accomunate dalla passione per l’arte e la pittura.

Inoltre, martedì 20 giugno, alle 20.30, si terrà la premiazione dei lavori realizzati dai ragazzi della scuola secondaria di Bagnacavallo per il concorso internazionale Un poster per la pace, a cura del Lions Club e per il concorso La mia Europa 2023.

I sindacati contro il Governo per gli esami semplificati: «Intempestivo»

La Cgil: «Scuole costrette a riorganizzarsi in pochissimi giorni»

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La Cgil attacca il Governo dopo il decreto che ha annullato le prove scritte degli esami di Maturità e di Terza Media per i comuni alluvionati.

«Un provvedimento che avrebbe potuto agevolare gli studenti con un segnale di attenzione – commenta la Flc Cgil di Ravenna e Forlì-Cesena in una nota congiunta – e che invece risulta essere intempestivo, forzato, dalla dubbia efficacia e che costringe le scuole a rimettere in discussione quanto già definito e riorganizzarsi in pochissimi giorni, con immenso spreco di energie a fronte di carichi di lavoro, per il personale docente e Ata sempre crescenti».

«Ancora una volta – continua la nota dei sindacati – si interviene in modo burocratico, a tempo già scaduto, dopo il termine delle lezioni, a scrutini già svolti, senza considerazione per il lavoro delle scuole e di chi le frequenta. La scuola è un’istituzione complessa, i cui problemi non devono essere affrontati con estemporaneità e merita quel rispetto che anche in questa occasione è venuto mancare».

Wu Ming sull’alluvione: «Politica incapace e cemento: serve un argine al profitto»

Parla il membro ravennate del collettivo “militante” di scrittori: «Ambientalisti capro espiatorio: una reazione così puerile è indice di scarsa lucidità e della debolezza cronica di una classe dirigente incapace di focalizzarsi sui problemi reali del territorio»

Boncellino (foto Marco Parollo)
Foto Marco Parollo

«Non solo non si è adeguata la gestione territoriale all’aumento dei rischi dovuti al surriscaldamento climatico, ma si è pensato di poter costruire strade ed edifici praticamente ovunque, in una regione fragile come la nostra, che esiste perché è stata strappata alle acque nel corso dei secoli. Perdendo questa consapevolezza, siamo diventati i volenterosi carnefici del territorio in cui viviamo. E adesso ne paghiamo le conseguenze».

Sono parole del membro ravennate (anche se vive da sempre a Bologna) del noto collettivo anonimo di scrittori Wu Ming, che spesso ha provato a leggere gli eventi di attualità con uno sguardo distante dalle narrazioni dominanti. Nella provincia ravennate è sparsa la sua famiglia: «Lugo, Bagnacavallo e Solarolo, dove due miei zii sono stati alluvionati».

A Wu Ming 4 (così come è noto il membro ravennate) abbiamo rivolto alcune domande per approfondire una lunga analisi pubblicata il 29 maggio sul sito del collettivo con il titolo “Fanghi velenosi e narrazioni tossiche”.

Cominciamo da una questione pratica: nella stesura della vostra riflessione quali fonti avete consultato perché considerate più attendibili?
«Le nostre prime fonti sono gli stessi atti amministrativi della Giunta regionale. Vale a dire la legge 24 del 2017 sul consumo di suolo che, grazie a come è formulata e a come è stata attuata, ha ottenuto l’effetto opposto a quello che teoricamente si prefiggeva. E la delibera 1919 del 2019 sulla manutenzione dei boschi ripariali sugli argini dei fiumi. Dopodiché ci siamo avvalsi dei pareri di docenti di urbanistica e storici del territorio. Questi accademici hanno il vantaggio di non essere ingaggiati direttamente nelle amministrazioni, quindi di non dover mediare con il potere politico che regge la Regione. Infatti le loro critiche sono puntuali e inattaccabili».

La classe dirigente ravennate e regionale dopo l’alluvione ha avviato “la caccia all’ambientalista”. Perché?
«Per non dover dare ragione a chi denuncia da decenni i rischi per il nostro territorio si cerca di rivoltare la frittata, additando proprio gli ambientalisti come capro espiatorio. Una reazione così puerile è indice di scarsa lucidità e della debolezza cronica di una classe dirigente incapace di focalizzarsi sui problemi reali del territorio. È lo stesso atteggiamento assunto dal governo nazionale, che parla di “ecologismo ideologico”, mentre si accinge a sbloccare ancora grandi opere infrastrutturali nel paese più infrastrutturato d’Europa, cioè ancora una marea di cemento e asfalto».

Nel 2019 due esponenti della giunta di Ravenna piantavano alberi insieme al movimento Fridays for future. Appoggio a Fff e critiche agli ambientalisti possono coesistere?
«L’atteggiamento schizofrenico deriva dall’ipocrisia. Non basta piantare qualche albero insieme agli ambientalisti per verniciarsi di verde la coscienza, se poi si praticano politiche urbanistiche per cui la provincia di Ravenna ha realizzato il record nazionale di consumo di suolo, e in gran parte suolo alluvionale».

Della maggioranza che appoggia la giunta comunale di Ravenna fa parte la lista Coraggiosa che dovrebbe essere la parte della classe dirigente più attenta all’ecologia. Sorprende il suo silenzio in difesa delle riflessioni ambientaliste?
«Non sorprende, purtroppo. Queste liste pseudo-ambientaliste pensano che si tratti di aggiustare il tiro dello sviluppo, della crescita, che sia possibile rendere compatibili le logiche dello sfruttamento intensivo del suolo con le istanze ecologiste. Il fatto è che il pianeta intero, non solo il nostro territorio, sta raggiungendo un punto di non ritorno, e la questione epocale che ci troviamo davanti non è quella della compatibilità, bensì dell’incompatibilità tra un modello di sviluppo ecocida e la nostra sopravvivenza. Bisogna invertire la rotta che ci sta portando verso il baratro. Servono scelte politiche opposte a quelle fatte finora, non compensazioni che assecondino l’andazzo».

Un passaggio della vostra riflessione dice che “la maggior parte della gente non ha la minima contezza del rischio idraulico in questa o quella zona”. A cosa è dovuta questa ignoranza diffusa?
«Il sapere è andato perduto perché è stato sopravanzato dagli interessi economici e da uno stile di vita indotto per fare profitti. E il profitto non guarda in faccia a nessuno se non trova un argine politico e culturale. Ecco, nella nostra regione quell’argine è crollato da un pezzo. Bisogna ripristinarlo. O verremo sommersi, un’esondazione stagionale dopo l’altra».

Criticate l’accostamento dell’alluvione 2023 in Romagna al terremoto del 2012 in Emilia. Qualche punto in comune c’è?
«Sì, i rischi della ricostruzione, che in questo caso però sono tanto più grandi. La ricostruzione dopo una catastrofe può diventare un grande affare per il capitale, lecito e illecito, anziché l’occasione di ripensare le politiche urbanistiche degli ultimi decenni. C’è sempre qualcuno che davanti a un cataclisma stappa lo spumante».

Chi sarebbero le figure più adatte per la gestione della ripresa post alluvione?
«Dovrebbero essere quegli urbanisti, ambientalisti, storici del territorio che da tempo segnalano i rischi che corriamo. La discussione sul che fare dovrebbe coinvolgere la popolazione, quella che ha subito le conseguenze della mala gestione del territorio. Non basta risarcire i danni, bisogna che questa gente possa esprimersi sul destino dei luoghi in cui vive, e non con una consultazione di facciata, come si è visto spesso, quella che solitamente serve a indorare la pillola di cemento. Dal canto loro gli emiliano-romagnoli dovrebbero pretendere tutto questo, e smettere di firmare cambiali in bianco alla propria classe dirigente».

Quali linee di azione vi aspettereste da una classe dirigente oculata nella fase di ripresa?
«Servirebbero scelte strategiche radicali. Non solo ampliare i bacini di contenimento, ripiantare la vegetazione ripariale che è stata sconsideratamente abbattuta, rinforzare gli argini dei fiumi e pregare che alla prossima piena reggano. Serve molto di più. Occorre smetterla di realizzare infrastrutture per il trasporto privato su gomma, di costruire palazzine nell’alveo dei fiumi o sulle coste delle colline, di abbattere boschi pensando che basti ripiantare gli alberi altrove per andare a pari, come se il territorio fosse fatto di mattoncini dei Lego interscambiabili. Occorre decementificare e liberare il suolo. Questo però significherebbe andare contro interessi economici molto forti, cioè il governo reale della regione e del Paese».

Siete un collettivo di scrittori, secondo voi nella narrazione più istituzionale dei fatti quali sono state le parole “tossiche” che non vorreste più sentire?
«Paradossalmente tutte le parole della gestione territoriale sono diventate tossiche, perché sono state svuotate di significato e vengono enunciate come mera retorica di governo. Andrebbero riempite nuovamente di senso, con un agire coerente. Lo denunciava già Paolo Pileri in un suo libro di qualche anno fa, 100 parole per salvare il suolo (Altraeconomia, 2018). Da anni sentiamo gli amministratori parlare di “conversione”, di “transizione ecologica”, di “green economy”. Ma appunto sono parole vuote, che nella migliore delle ipotesi alludono a qualche palliativo rispetto alla messa a profitto intensiva di ogni ettaro disponibile. Il colmo lo tocchiamo in queste settimane post-alluvione, quando sentiamo certi nostri amministratori dire che “va ripensato il territorio”. Adesso lo dicono, con 15 morti e trentamila sfollati? Se avessero un minimo di consapevolezza e di decenza dovrebbero tacere e dimettersi».

A Cervia torna il Festival della Romagna

Dal 12 al 18 giugno, con la serata inaugurale dedicata a chi ha contribuito a ripulire il territorio dal fango

Festival Della Romagna Cervia
Uno scatto dall’edizione 2022

Torna il Festival della Romagna a Cervia. La decima edizione continua nella sua tradizione con l’obiettivo di offrire una rappresentazione diretta ed emozionante del territorio, dei suoi protagonisti e delle sue visioni culturali ed artistiche.

In programma sette giorni di incontri, musica, premi, mostre, spettacoli e performance con artisti, giornalisti, esperti, storici.

La manifestazione è ideata e diretta da Daniele Baronio; inizierà lunedì 12 giugno e terminerà domenica 18 a Cervia tra Magazzini del sale, Torre San Michele e Piazza Garibaldi.

«Questa edizione – ha dichiarato Daniele Baronio, direttore e ideatore del festival – si caratterizza per la voglia di ripresa e di riscossa dei romagnoli che hanno vissuto un maggio terribile a causa delle alluvioni. Per questo lunedì 12 giugno la serata di inaugurazione sarà dedicata ai protagonisti della lotta contro il fango, coloro che hanno pulito la Romagna».

Tra gli ospiti, a raccontare storie della Romagna, Roberto Balzani, Cristiano Cavina, Paolo Boldrini, Paolo Cortesi, Renato Lombardi, Francesco Postiglione, Massimo Previato, Alessia Morigi, Alberto Pazzaglia.

Il programma degli eventi e delle mostre al sito https://www.ilfestivaldellaromagna.it/

Finisce con il camper nel cortile di una casa: muore un 41enne

Camper Mordano Incidente MortaleUn uomo è morto nel pomeriggio di sabato, 10 giugno, in un incidente lungo la Selice, a Bubano.

La vittima aveva 41 anni ed era di Massa Lombarda.

Per cause ancora in corso di accertamento, ha perso il controllo del camper che stava guidando, finendo fuori strada, in un cortile di un’abitazione.

Non risultano altri mezzi coinvolti, né persone.

I soccorsi giunti sul posto, insieme ai vigili del fuoco, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del 41enne.

Festival dello street food per quattro giorni in darsena a Ravenna

 

In darsena a Ravenna torna il festival dello street food.

L’appuntamento è in banchina, lungo il canale, dal 15 al 18 giugno, per quattro sere (sabato e domenica l’apertura è prevista già dalle 11 del mattino) con gli ormai celebri food truck.

Tutte le sere musica dal vivo.

A disposizione anche un’area giochi per bambini.

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