L’iniziativa Cala l’Asso si svolgerà sabato 6 maggio a partire dalle 16 sotto la loggia comunale in piazza Marconi
Primo corso intergenerazionale di giochi di carte: l’iniziativa Cala l’Asso, promossa dalla consulta dei ragazzi, si svolgerà sabato 6 maggio dalle 16 sotto la loggia comunale in piazza Marconi a Bagnara di Romagna.
Nel corso dell’incontro ragazzi intervisteranno i meno giovani sulle loro modalità di aggregazione giovanili. Le interviste, le riflessioni e le immagini del pomeriggio confluiranno nel progetto Un salto indietro nel futuro, un percorso di democrazia partecipata con cui le consulte dei ragazzi dell’unione dei Comuni della Bassa Romagna aderiscono a ConCittadini, iniziativa patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna.
In caso di maltempo l’iniziativa si svolgerà nella sala consiliare della Rocca.
Per informazioni contattare il numero 344 2781145 oppure il Comune di Bagnara di Romagna allo 0545 905503.
Si terranno sabato 6 maggio alla biblioteca Holden e al teatro Walter Chiari. Ospite la scrittrice Antonella Lattanzi
Due eventi, a Ravenna e Cervia, nell’ambito del patto locale per la lettura dellaprovincia: promossi dalla rete bibliotecaria di Romagna e San Marino, si terranno sabato 6 maggio e saranno aperti a tutti, in modo particolare ai gruppi molto attivi e partecipati nel nostro territorio.
Alle 15.30 appuntamento alla Biblioteca – Officina creativa Holden di Ravenna per Un libro in testa!: un pomeriggio di festa dedicato ai più giovani, in cui conoscere i gruppi di lettura per bambini e ragazzi attraverso tanti biblio giochi.
Si comincia da uno Speed Date letterario, per poi proseguire con lo Scambio dicopie e il gioco a squadre C’era una volta un libro. Per partecipare sono necessari solo due requisiti: avere meno di 18 anni e portare con sé il proprio libro preferito.
Alle ore 18.00, nel teatro Walter Chiari di Cervia, la scrittrice AntonellaLattanzi incontrerà i gruppi di lettura della provincia di Ravenna. Lattanzi, che ha da poco pubblicato per Einaudi il romanzo Cose che non si raccontano, dialogherà con i lettori.
La doppia iniziativa è uno dei frutti del patto locale per la lettura sottoscritto il 15 marzo 2020 da tutti i Comuni della nostra Provincia. Pubblico e privato collaborano per rendere il libro e la lettura un’abitudine diffusa tra i cittadini di tutte le età.
I Comuni che ne faranno richiesta potranno anche fregiarsi dell’ambito titolo di“Città che legge”, conferito dal Centro per il libro e la lettura (Cepell), d’intesa con l’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani.
La provincia, attraverso la rete bibliotecaria, promuove diverse iniziative per avvicinare alla lettura digitale anche chi non legge o lo fa in modo sporadico, arricchendo costantemente il catalogo degli ebook disponibili al prestito.
Per informazioni per l’evento di Ravenna contattare il numero 0544 482119 oppure scrivere a holden@classense.ra.it. Per l’appuntamento di Cervia, invece, contattare lo 0544 979384 oppure biblioteca@comunecervia.it.
L’associazione di categoria ha apprezzato la rapidità di intervento del Governo su sollecitazione della Regione
I campi di Boncellino nella mattina del 4 maggio (foto Condifesa)
Manutenzione dei corsi d’acqua con programmazione e interventi regolari, a differenza di quanto accaduto finora, soprattutto lungo il corso del Lamone. È la richiesta di Legacoop Romagna dopo l’alluvione che ha colpito la provincia di Ravenna. L’associazione di categoria apprezza «la rapidità con cui è stato dichiarato lo Stato di emergenza per l’Emilia-Romagna da parte del Governo, su sollecitazione della Regione».
Queste le posizioni che Legacoop Romagna ha ribadito nel corso della riunione con le istituzioni svolta nel pomeriggio di venerdì 5 maggio 2023 nella sede di Terremerse. Al tavolo erano seduti il Presidente della Regione Stefano Bonaccini, il presidente della Provincia Michele de Pascale, il Sindaco di Bagnacavallo Eleonora Proni e il prefetto Castrese De Rosa. Per Legacoop Romagna hanno partecipato il responsabile di settore Mirco Bagnari e la coordinatrice provinciale Elena Zannoni.
Alle istituzioni le cooperative hanno reiterato la richiesta di non porre limiti dimensionali per le aziende che saranno titolate a ricevere i ristori e il rinvio del pagamento di alcuni contributi, anche in virtù del fatto che le stesse zone sono state colpite severamente dalle gelate di fine inverno.
«Purtroppo la situazione nei campi delle Cooperative Agricole Braccianti —dice il responsabile di settore Mirco Bagnari — si conferma drammatica. Nelle cooperative di produzione si lavora senza sosta per tornare alla normalità: in particolare Deco Industrie e Terremerse stanno esprimendo il massimo degli sforzi, ma anche per queste attività sarà necessario richiedere i ristori per coprire i danni causati ai macchinari e i danni indiretti causati dal fermo produttivo forzato».
Il 6 maggio il festival propone altre opere teatrali in prima italiana di Šimić, Neziraj, ZONE -poéme e incontri sul Balkan Focus
Oliver Frljić, “Dannato sia il traditore della patria sua!” (foto Nada Zgank)
Sabato 6 maggio il festival POLIS Teatro Festival di Ravenna entra nel cuore del Balkan Focus tema centrale e internazionale dell’edizione 2023, con un intenso e articolato programma di eventi.
Zone -poeme-, “Nemico (attraversando i Balcani)” (foto Martina Pozzan)
Poi si alza il sipario sugli spettacoli.
Sempre nel pomeriggio (ore 17 e in replica domenica 7 maggio ore 15) si attraversano le sale del MAR – Museo d’Arte della città, per assistere alla prima assoluta di Nemico (attraversando i Balcani)del collettivo francese ZONE -poéme-, coproduzione di POLIS Teatro Festival pensata appositamente per gli spazi del MAR e sviluppata a seguito di una lunga residenza degli artisti nei Balcani, per riflettere sul concetto di nemico oggi in quei territori e conoscere meglio le guerre che attraversano il nostro presente. Nemico è un processo di creazione artistica globale sul rapporto con le guerre in Europa. Questa performance vuole interrogare la nozione di pace in relazione ai conflitti attuali e passati dell’Europa. In scena Mélodie Lasselin, Camille Dagen e Léa Pérat.
Alle ore 19.30 (Artificerie Almagià) va in scena la replica di Vergine giurata del drammaturgo kosovaro Jeton Neziraj, una produzione Qendra Multimedia, che affronta la tradizione albanese delle donne che decidono di vivere come uomini, mettendola in relazione con le questioni di genere e lo show business contemporanei.
Alle ore 20.45 il ridotto del Teatro Rasi (in replica domenica 7 maggio ore 18) ospita un altro atteso appuntamento di POLIS, la prima nazionale de Il minatore di Husino di Branko Šimić. Un’intensa installazione in cui il minatore simbolo della rivolta dei lavoratori di Husino degli anni ‘20, è reincarnato in una statua di specchi, un’opera di mosaico contemporaneo, che richiama la cultura disco, per riflettere sulla transizione al post-capitalismo e guardare con occhi diversi al futuro.
Branko Šimić, “Il Minatore di Husino” (foto Mario Ilić)
Infine, (ore 21.30, Teatro Rasi) va in scena lo spettacolo spettacolo simbolo di questa edizionedi Polis: Dannato sia il traditore della patria sua! del geniale e provocatorio regista Oliver Frljić. Uno degli spettacoli sloveni più rappresentati al mondo, prodotto dallo Slovensko Mladinsko Gledališče di Lubiana. Uno spettacolo che parla del crollo della Jugoslavia attraverso le parole e i corpi dei numerosi attori in scena, affrontando gli stereotipi politici a 30 anni dai tragici eventi. Un teatro di realtà, impegnato, rude, post-drammatico e post-moderno, che si occupa di noi e del tempo che stiamo vivendo. L’universalità di questa performance è stata confermata dalle numerosissime repliche, che, a 13 anni dal debutto, continuano a calcare i maggiori palchi del mondo.
A seguire (ore 23 Teatro Rasi, sala Mandiaye N’Diaye) incontro con Gianni Manzella, la compagnia del Mladinsko Gledališče e Branko Šimić. L’incontro sarà trasmesso anche via streaming sui canali di ErosAntEros – POLIS Teatro Festival. Per la traduzione durante l’incontro si ringrazia Estranei, rivista indipendente e progetto culturale che si occupa di Mitteleuropa, Balcani e culture dell’Est.
Il negozio di abbigliamento è alla terza generazione familiare: fondato da Renzo, originario di Prato. La storia cominciò con il riutilizzo di abiti usati
Il negozio di abbigliamento Cipriani a Ravenna ha conseguito il riconoscimento di Bottega Storica dell’Emilia-Romagna. La targa è stata consegnata questa mattina, 5 maggio, dall’assessora comunale alle Attività produttive, Annagiulia Randi, e dal presidente provinciale di Confcommercio, Mauro Mambelli, che hanno visitato il punto vendita in piazza Baracca e si sono intrattenuti con i titolari, Itala Cipriani e i figli Paola e Stefano Perani che rappresentano la terza generazione della famiglia impegnata nell’attività commerciale.
Il negozio aprì nel 1946 con Renzo Cipriani, proveniente da Prato, e la compagna Elsa, genitori di Itala che ricorda quei tempi. L’attitudine pratese al trattamento e riutilizzo del materiale tessile determinò l’attività, che si svolgeva in via Don Minzoni alle spalle della Basilica di San Vitale, nello stabile che era stato un antico monastero oggi demolito (ne rimane una chiesetta ristrutturata). «Mi ricordo quei locali grandi e suggestivi nella loro antica e solenne decadenza – dice Italia –, aleggiava un profumo di camomilla messa ad essiccare su lunghi banchi, perché vi trovava posto anche il magazzino di un erborista; e ricorda che il piano terra era occupato anche da un deposito di macchine ed attrezzi agricoli».
Allora i Cipriani trattavano anche tappezzerie, biancheria, materassi, semplicemente quello che c’era, e dall’arrivo delle truppe Usa si affacciarono anche indumenti come i primi jeans (che Elsa pronunciava ostinatamente “i gin”), e indumenti militari che mezzo secolo dopo faranno impazzire le nuove generazioni. Operaie aprivano e selezionavano le balle di indumenti usati, fino ad ammucchiare il residuo di stracci ormai buoni solo per il lavoro delle ferramenta e carpenterie, a cui infatti venivano inviati, confezionati in sacchetti.
Il monastero fu abbattuto nei primi anni ’60, e questo costrinse a trovare una nuova sede, che da allora (1963) non è cambiata, in piazza Baracca.
A due giorni dall’inizio delle piogge che hanno causato l’alluvione in provincia di Ravenna, resta ancora un lungo elenco di vie e strade chiuse al traffico, soprattutto nel territorio faentino. Conselice non ha acqua potabile nelle case
La prefettura di Ravenna stima che l’alluvione del 2 e 3 maggio, con la rottura degli argini o l’esondazione di tre fiumi in più punti tra Bassa Romagna e Faenza, abbia riversato sul territorio circa dieci milioni di metri cubi di acqua. Una massa enorme che sta lentamente defluendo verso il mare ma sta mettendo in ginocchio la rete artificiale di canali di bonifica.
Attualmente infatti, a metà giornata del 5 maggio, la situazione di criticità è causata per lo più dall’innalzamento dei livelli idrici dei reticoli dei canali consortili. Nel pomeriggio è atteso il picco delle piene. Proseguirà nella notte l’attività di monitoraggio da parte di personale del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale e dei volontari del coordinamento provinciale di protezione civile.
Restano ancora chiuse al traffico diverse strade sul territorio provinciale.
Statale Adriatica chiusa, ecco il percorso alternativo
Il collegamento interrotto più importante è la statale 16 Adriatica, sbarrata al transito in due punti nel territorio di Alfonsine e Lugo. Non sarà riaperta prima della mattina del 6 maggio.
Per chi viaggia da Ferrara in direzione Ravenna è prevista la deviazione dalla rotatoria di innesto con via Rossetta sulla Sp8 verso Bagnacavallo per poi prendere la A14dir fino all’innesto con la via San Vitale. Viceversa, per chi viaggia da Ravenna in direzione Ferrara, il percorso alternativo prevede la deviazione al km 118,150 prima del ponte Bastia, sulla SP 10 fino a Madonna del Bosco per poi prendere la Sp15 e proseguire lungo la Ss16 var “Variante di Alfonsine” fino all’innesto con la SS16 al km 129,020.
Elenco strade chiuse per alluvione
Per quanto riguarda le strade comunali del territorio della Romagna Faentina, a Faenza le strade al momento chiuse al traffico veicolare restano quelle relative alla Zona Rossa (individuato dalle vie Cimatti, Silvio Pellico e Pantoli) e via Renaccio, da via Calamelli al Ponte Rosso, via San Martino è chiusa dal Ponte Verde alla Fornace del Bersaglio; a Brisighella le vie Rio Chié, Ceparano, Rontana; a Castel Bolognese le vie Boccaccio, Gradasso e Barigliano; a Riolo Terme la via Cuffiano Fantaguzzi; a Casola Valsenio le vie Chiesula, Monte Battaglia, Capanne, Cestina, Sintria mentre a Solarolo le vie Viazza e Molinello.
Con riferimento alle strade provinciali restano chiuse o parzialmente chiuse la SP 56 “Sarna”, la SP 60 “Corleto”, la SP 70 “Prugno”, la SP 63 “Valletta – Zattaglia”, la SP 49 “Bicocca”, la SP 23 “Monticino Limisano”, la SP 75 “Boncellino”, la SP 89 “Cocchi”, la SP 253 “San Vitale”, la SP 107 “Gagliazzone”, la SP 91 “Rampina”, la SP 115 “Cardinala” e la SP 66 “Casolana”.
A Conselice sta tornando l’acqua potabile nelle case
Nel comune di Conselice è stata interrotta ieri sera la fornitura di acqua potabile nelle abitazioni di circa 10mila persone a causa dell’allagamento dei locali dove operano le pompe idrauliche di distribuzione idrica. Alle 13 di oggi si sono conclusi i lavori di ripristino e da quel momento la fornitura idrica è stata riattivata progressivamente su tutto il territorio comunale. Per riparare il sistema hanno lavorato tutta la notte le squadre operative di Hera in collaborazione con i vigili del fuoco e la protezione civile: prima l’acqua tracimata è stata fatta defluire dall’area della centrale e dai locali tecnici, poi sono state ripristinate le apparecchiature danneggiate a causa dell’allagamento. Durante i lavori, per mitigare il più possibile i disagi, Hera ha posizionato sul territorio complessivamente 5 autobotti più una per reintegro, e sono stati forniti ai cittadini oltre 1.800 sacchetti da 5 litri di acqua potabile.
La falla sul torrente Sillaro è stata arginata e viene costantemente monitorata, mentre tecnici e operai sono al lavoro per bloccare definitivamente le fuoriuscite d’acqua.
Bagnacavallo allagata, ecco come aiutare a pulire
In via Albergone nella zona artigianale di Bagnacavallo. I pesci arrivano dai vicini laghetti di pesca sportiva
Il Comune di Bagnacavallo ha attivato un numero telefonico per aziende e privati che avessero bisogno di aiuto per sgomberi, pulizie e ripristini: 0545-280876 tutti i giorni dalle 8 alle 20. La cittadinanza si è mobilitata per aiutare famiglie e imprese in difficoltà: chi volesse partecipare come volontario può mandare la propria disponibilità al numero Whatsapp 333-2409767, attivo dalle 8 alle 20, e iscriversi all’Albo del volontariato civico individuale. Sono state oltre cento in poche ore le persone che hanno manifestato la propria disponibilità a coadiuvare il gruppo comunale di protezione civile di Bagnacavallo: accolti dall’assessore Francesco Ravagli, sono stati e dislocati in base alle necessità. La sindaca Eleonora Proni e la giunta comunale ringraziano.
I numeri di telefono per le emergenze da alluvione in Bassa Romagna:
– 337-1208726: posto di comando avanzato dei vigili del fuoco al palazzetto dello sport di Bagnacavallo per richiedere soccorso per difficoltà legate all’impraticabilità delle strade
– 800 072525: numero verde della centrale operativa della polizia locale.
Dopo oltre vent’anni l’esposizione verrà rivista nei contenuti didattici, nella selezione dei manufatti e nella veste grafica. Esposto il mosaico pavimentale della domus di via Dogana
Inaugurazione del nuovo allestimento delle ceramiche classiche al Mic (Museo Internazionale della Ceramica) di Faenza: appuntamento sabato 6 maggio alle 17. Dopo oltre vent’anni l’esposizione verrà rivista nei contenuti didattici, nella selezione dei manufatti e nella veste grafica.
«La nuova proposta espositiva delle ceramiche della Grecia e dell’Italia nell’antichità classica – commenta il curatore Andrea Gaucci – si pone in continuità con la precedente, riorganizzando le vetrine sulla base di quattro grandi aree tematiche storico-culturali e offrendo alcuni approfondimenti. Il principio che guida l’esposizione è il dialogo tra Grecia e Italia».
Seguirà la nuova esposizione delle ceramiche romane. Un arricchimento importante della selezione riguarderà la possibilità di esporre una porzione dell’ampio mosaico pavimentale rinvenuto nel 1971-1972 in occasione dello scavo archeologico della domus di via Dogana a Faenza, attualmente conservato nei depositi della soprintendenza a palazzo Mazzolani a Faenza.
«L’aggiornamento dei manufatti – precisa la conservatrice Valentina Mazzotti, coordinatrice del progetto di riallestimento – porterà in mostra un nucleo di oggetti provenienti dai depositi, che per la prima volta verranno presentati al pubblico».
«Inoltre, il percorso espositivo verrà aggiornato – continua la conservatrice -, offrendo un inquadramento di carattere storico-culturale per la parte greco-etrusca, diversamente da quella romane con una presentazione di tipo tematico-funzionale, che evidenzierà l’impiego della ceramica nei vari aspetti della vita quotidiana».
La collana delle guide del Mic sono edite da Silvana Editoriale. Il nuovo progetto espositivo e la relativa guida sono stati realizzati grazie al contributo concesso dalla direzione generale educazione, ricerca e istituti culturali del ministero della cultura grazie al sostegno de La Bcc.
Il museo è aperto da martedì a domenica dalle 10 alle 19 ed è chiuso i lunedì non festivi.
La sede dell’associazione culturale Artistation è stata sommersa dall’acqua il 3 maggio. Tanti i danni subiti dalla struttura
Lanciata una raccolta fondi sul sito internet GoFundMe per la scuola di musica Artistation di Faenza, che si trova in una delle zone più colpite dagli allagamenti: a poche ore dalla partenza sono arrivate oltre 250 donazioni e più di 13.500 euro.
L’associazione culturale Artistation opera a Faenza come ente no profit, principalmente come scuola di musica. La sede di via Pellico, durante l’alluvione del 3 maggio, è stata completamentesommersa dall’acqua e ora è inagibile a causa dei danni provocati alla struttura e alla strumentazione.
«Cerchiamo fondi in modo da ripristinare al più presto tutto l’occorrente – spiegano dall’associazione – per poter riaprire i corsi a tutti i nostri allievi, pensando che la musica sia una parte fondamentale della nostra vita, che sia anche terapeutica e possa aiutare a uscire da situazioni del genere».
Manifestazione in programma per il 7 maggio con partenza e arrivo nel quadriportico, previsti percorsi da ventuno, nove e sei km
Confermata, nonostante l’esondazione dei corsi d’acqua che ha travolto diversi territori limitrofi, la giornata di sport in programma a Lugo domenica 7 maggio: una corsa podistica con partenza e arrivo dalpiazzale del Pavaglione dopo aver percorso tante strade del centro e della periferia.
L’utile della manifestazione verrà donato alle famiglie alluvionate. Inoltre, domenica mattina ai banchi della consulta del volontariato dei Comuni della Bassa Romagna ogni cittadino potrà effettuare una donazione per fronteggiare l’emergenza.
Al mattino prevista l’esibizione di musici e sbandieratori dei quattro rioni lughesi che dal 13 maggio daranno vita al programma di sfide e rivocazioni medievali della tradizionale Contesa Estense.
A seguire, sempre nel piazzale del quadriportico del Pavaglione, Uisp organizzerà la Fit For Run, appuntamento di “riscaldamento attivo” per tutti con esercizi motori di preparazione.
Alle ore 9.45 partirà la LugoRun di 21 km, la mezza maratona agonistica che quest’anno sarà valida anche per l’assegnazione dei titoli del Campionato Regionale Uisp Emilia-Romagna 2023, sia in campo maschile che femminile, sia individuali che a squadre, con la distinzione fra le diverse categorie così come previste dalla Struttura di Attività di Atletica Leggera Uisp. Oltre 300 le iscrizioni.
Il vincitore assoluto della prova sui si aggiudicherà anche l’undicesimo Memorial Adriano Guerrini, dedicato al sindaco di Lugo dal 1965 al 1976, trofeo anche quest’anno assemblato a mano in mosaico dal laboratorio Annafietta.
Alle 10 il via della LugoRun di 9 km, la corsa per tutti coloro che vorranno camminare o correre senza classifica o cronometraggio. A seguire partirà la LugoRun di 6 km: un’iniziativa per sostenere gli istituti scolastici del territorio. Il progetto prevede la partecipazione degli alunni delle scuole elementari e medie.
In base alla percentuale di partecipazione di ogni singola scuola all’evento, tarato sulla grandezza della scuola in modo da non favorire nessun plesso, l’istituto stesso potrà essere fornito gratuitamente di materiale didattico.
Il percorso
Il percorso prevede arrivo e partenza nella piazza del Pavaglione di Lug, dopo essere passati tra la Rocca Estense e il monumento a Francesco Baracca, tutti gli iscritti si dirigeranno in direzione stadio-piscina. Dalla zona sportiva di Lugo i runner, percorrendo tutto viale Europa, si muoveranno verso il parco del Loto in direzione nord-est e attraverseranno l’area verde. Da via Canale Inferiore Destra il gruppo percorrerà le strade di Lugo Ovest transitando per il Parco delle Lavandaie e dirigendosi poi verso Zagonara costeggiando il Canale dei Mulini. Il percorso oltrepasserà poi per due volte il Canale Emiliano Romagnolo, rientrando verso il centro di Lugo. Un secondo passaggio dall’antico Ponte delle Lavandaie sarà preludio del transito su via Cento e infine su corso Garibaldi, prima dell’arrivo.
La LugoRun di 9 e 6 km transiteranno su una parte dello stesso percorso della competitiva, rientrando anticipatamente verso il centro per l’arrivo fissato sempre al Pavaglione.
Il principale simbolo della manifestazione sarà quest’anno la medaglia realizzata per l’evento e riservata ai primi 500 iscritti alla gara sui 21 km. Una medaglia disegnata in onore di FrancescoBaracca, denominata “Asso dei cieli” dall’artista Leonardo Pagni.
Questa medaglia è la riproduzione del monumento a Francesco Baracca. Un omaggio al lughese più famoso nel mondo, ma anche all’opera in travertino e bronzo dello scultore faentino Domenico Rambelli inaugurata nel 1936. L’ala dell’immaginario aereo si staglia nel cuore di Lugo, in uno spazio che è connubio di diversi stili architettonici e altrettanto diverse epoche storiche.
Per i primi 500 iscritti della gara competitiva la quota di partecipazione comprende anche una canottatecnica dell’evento realizzata da Runnek, azienda specializzata del settore running, oltre a numerosi servizi tra cui quello Pacer. Previsti anche ristori lungo il percorso e in zona Pavaglione, oltre alla musica e all’animazione per una bella festa della città.
Chiuse il 2 maggio le iscrizioni alla gara competitiva, per quanto riguarda la ludico-motoria di 9 km, invece, le iscrizioni si effettueranno a ridosso della manifestazione e in presenza. Un gazebo iscrizioni sarà allestito nel piazzale del Pavaglione sabato 6 maggio dalle 14 alle 19 e domenica dalle 8 fino a poco prima della partenza.
Il Comitato territoriale Uisp Ravenna-Lugo torna a proporre un evento che ha come obiettivo primario quello di coinvolgere appassionati di podismo e walking, ma anche promuovere l’attività motoria. Fondamentale l’apporto della giovane Asd Liferunner, il supporto dell’amministrazione comunale lughese e della Contesa Estense.
Fossi e canali di scolo che stanno raccogliendo le acque dei fiumi esondati metto a rischio la sicurezza della circolazione
La chiusura della statale 16 “Reale” in due punti, nel comune di Lugo e nel comune di Alfonsine per l’innalzamento dei livelli dei canali Fosso Vetro, Fosso Vecchio e Destra Reno, è stata decisa nella serata di ieri 4 maggio e la previsione delle autorità è che la situazione possa rientrare alla normalità solo nella mattinata di domani, 6 maggio, con conseguente riapertura della statale non appena le condizioni lo consentiranno.
Nonostante le condizioni meteo siano attualmente favorevoli, l’enorme mole di acqua che nei giorni scorsi ha invaso fiumi e canali deve ancora essere smaltita. La rete dei canali consortili deve far defluire quantità di acqua notevolmente superiori alla media. Per questo possono verificarsi fenomeni di tracimazione dei canali stessi, con fuoriuscita di acqua nelle strade e pericolo per la circolazione e per gli utenti della strada. Tutti i soggetti competenti in materia sono costantemente al lavoro per tenere monitorata la situazione, effettuare le chiusure soltanto dove strettamente necessario e limitarle il più possibile nel tempo.
Alla luce delle chiusure della statale, il percorso alternativo per chi viaggia da Ravenna in direzione Ferrara è costituito dalla Romea dir o dalla A14dir; solo il traffico locale può procedere lungo la statale 16 fino all’incrocio con la strada provinciale 24 via Basilica.
Prosegue anche il monitoraggio dei livelli idrometrici dei canali Fosso Vetro e Fosso Vecchio ai confini tra i comuni di Bagnacavallo, Alfonsine e Ravenna da parte dei volontari della Protezione civile, al fine di verificare e gestire eventuali fuoriuscite.
Dagli uffici di Lugo la ricostruzione degli allagamenti in Bassa Romagna per le rotture di Sillaro, Senio e Lamone
Mezzi al lavoro per riparare la rottura dell’argine del Lamone a Boncellino nella mattina del 4 maggio (foto Filippo Tura)
«La rete di canali di scolo artificiali gestiti dal Consorzio di Bonifica della Romagna occidentale è progettata per il deflusso delle acque di pioggia che cadono sul territorio e non per riuscire a raccogliere la massa d’acqua fuoriuscita dalle rotture degli argini dei fiumi la cui gestione è affidata a altri enti». Dagli uffici di Lugo arriva una presa di posizione della dirigenza dell’ente pubblico che ha competenza sui 195mila ettari del comprensorio che include i bacini dei fiumi Sillaro, Santerno, Senio e Lamone, proprio quelli che hanno causato le alluvioni di Faenza e Bassa Romagna.
«L’acqua che fuoriesce in volumi ingenti dai fiumi allagando il territorio sottostante – si legge nella nota diffusa dal Consorzio – va a invadere il bacino scolante delle opere in gestione al Consorzio, determinando un inevitabile sovraccarico su una rete dimensionata per smaltire portate aventi ordini di grandezza inferiori, generate dalle acque di pioggia del solo ambito di pianura del comprensorio dell’ente. La rete scolante consorziale si trova quindi a svolgere una funzione a cui, in condizioni normali, sarebbero preposti i fiumi. L’acqua fuoriuscita dai fiumi non può certo defluire attraverso i corpi idrici sopraelevati da cui proviene».
Il Consorzio ricostruisce l’ordine cronologico degli eventi che hanno causato gli allagamenti.
Il 2 maggio la rottura del Sillaro e Conselice si allaga
Il primo evento catastrofico che si è verificato in ordine di tempo è la rotta del Sillaro in destra idraulica, nella giornata di martedì 2 maggio, in prossimità della via Merlo, al confine tra Imola e Massa Lombarda. L’acqua fuoriuscita ha in breve tempo allagato il territorio sottostante alla rotta espandendosi poi verso valle fino a invadere, già dalla stessa giornata del 2 maggio, l’abitato di Spazzate Sassatelli, oltre ad abitazioni sparse e terreni agricoli circostanti nei Comuni di Imola e Conselice.
La chiusa di San Marco sul fiume Montone nel pomeriggio del 3 maggio (foto Condifesa)
L’alluvione è stata intercettata dalla rete scolante consorziale che sta provvedendo a far defluire l’acqua verso valle. La maggiore portata è affluita tramite altri canali allo scolo Montalbotto, tributario del collettore Zaniolo, a sua volta affluente del collettore generale Canale di bonifica in destra di Reno. A causa dello straordinario sovraccarico idraulico, nella sera di mercoledì 3 maggio l’acqua aveva invaso via della Cooperazione e via Nullo Baldini immediatamente a ovest dell’abitato di Conselice, lambendo il centro abitato a est della strada Selice. «Nell’emergenza, il Consorzio ha ritenuto precauzionalmente di chiedere il distacco dell’alimentazione elettrica della centrale di pompaggio irriguo Tarabina, che è attualmente non raggiungibile dagli operatori essendo sommerse le vie d’accesso».
Le operazioni di chiusura della rotta arginale del fiume Sillaro, a cura dell’Ente competente, si sono concluse nella serata del 4 maggio.
Il 2 maggio rompe il Senio e si allaga Castel Bolognese
Il fiume Santerno nella mattina del 3 maggio visto da Giovecca (foto Nicola Bucchi)
Nella stessa giornata di martedì 2 maggio si è verificata anche una rotta in sinistra idraulica del Senio, all’altezza della frazione di Biancanigo del comune di Castel Bolognese, determinando l’allagamento di interi quartieri dell’abitato di Castel Bolognese. L’acqua fuoriuscita è stata intercettata principalmente dal Canale dei Molini e in parte dallo scolo Rio Ca’ Rossa e da altri scoli consorziali. «Ha significativamente contribuito ad attenuare le conseguenze dell’evento la laminazione avvenuta nella cassa d’espansione del Canale dei Molini, tra Castel Bolognese e Solarolo, che, pur essendo ancora in corso di realizzazione, ha già svolto con efficacia la funzione a cui è preposta. La cassa è stata, infatti, invasata persino oltre la propria capacità di progetto per un volume complessivo di circa 150mila metri cubi». Il sovraccarico che il Canale dei Molini ha comunque subito ha provocato numerosi danni nei corpi arginali dell’opera nel tratto tra Castel Bolognese e Solarolo e una rottura oggetto di un intervento di ripristino tuttora in corso a valle di Solarolo.
Il 3 maggio rompe il Lamone a Boncellino e Bagnacavallo si allaga
Nella mattinata di mercoledì 3 maggio si è verificato l’evento che, in termini di volume d’acqua e popolazione coinvolta, è per ora il più rilevante: a valle della frazione di Boncellino, all’altezza della via Muraglione, si è verificata una rotta disastrosa del fiume Lamone, la cui piena già dal giorno precedente aveva determinato estesi allagamenti nell’abitato di Faenza. «Praticamente è come se il Lamone si fosse creato una nuova foce verso l’abitato di Bagnacavallo attraverso una breccia avente un fronte della lunghezza di circa 40 metri». In pochissimo tempo l’acqua fuoriuscita con estrema violenza ha saturato la portata dei canali consorziali che l’hanno intercettata, in primis il Fosso Vetro e successivamente il Fosso Vecchio. L’alluvione si è poi rapidamente propagata verso il centro di Bagnacavallo interessando lo scolo Redino. «Anche in questo caso, ha contribuito ad attenuare l’entità del fenomeno la laminazione avvenuta nella cassa d’espansione del Redino, opera di recente realizzazione. Trattandosi di un’opera dimensionata per la messa in sicurezza idraulica di un bacino urbano ben circoscritto, avente quindi tutt’altra funzione che il contenimento delle piene del fiume Lamone, la cassa si è rapidamente riempita, cosicché l’acqua fuoriuscita dal Lamone ha proseguito il suo percorso verso il centro urbano».
Nella serata di mercoledì 3 maggio erano segnalati allagamenti nelle strade della parte est di Bagnacavallo. Già dalla mattina si era provveduto ad evacuazioni nella zona artigianale e in altre abitazioni.
La situazione al 5 maggio
La situazione persiste estremamente critica nel collettore Fosso Vecchio, nell’affluente Fosso Munio e nel Fosso Vetro, interessati dal transito delle portate esondate dal fiume Lamone. Rimane altrettanto critica la condizione di vari canali della rete scolante del reparto Zaniolo Buonacquisto nonché del collettore di bonifica Canale Destra di Reno, che portano verso valle le acque esondate dal fiume Sillaro. Già si sono verificate tracimazioni e filtrazioni d’acqua dai canali in territorio prevalentemente agricolo, con vaste porzioni sommerse. Il transito della portata interessa l’intera sezione fluente dei canali. È quindi forte il rischio che si possano innescare ulteriori tracimazioni o rotture e fontanazzi.
I ricordi della direttrice Sandra Costantini: «Che giornate con Pat Metheny e Max Roach. Un aneddoto? Noa che bacia le mani a un giovane Bollani, ancora sconosciuto…». Il cartellone del festival
Sandra Costantini, direttrice artistica di “Ravenna Jazz”
Con la passione e l’entusiasmo che le sono propri, Sandra Costantini parla del “Ravenna Jazz”, lo storico festival di cui è direttrice artistica, la cui 50esima edizione è in programma quest’anno dal 4 al 13 maggio al teatro Alighieri e in altre location (il programma nella pagina a anco). Ci vorrebbe un libro per raccontarne l’evoluzione nel tempo, ma lei tratteggia alcuni dei momenti salienti.
Come le piace definire l’edizione di quest’anno di “Ravenna Jazz”? Quali i punti di forza?
«Direi “sconnata”, soprattutto perché la musica sarà senza conni, senza barriere… Si spazia dal blues di Irene Grandi al jazz del concerto dei piccoli musicisti di “Pazzi di Jazz” dedicato a Charles Mingus, del quintetto di Alessandro Scala e della produzione in omaggio a Nina Simone con Italian Jazz Orchestra, Maria Pia De Vito e Flavio Boltro. Si viaggia dalla chitarra fusion del giovane prodigio Matteo Mancuso al cantautorato rock-folk-blues di Hugo Race, dall’alto voltaggio jazz-househip hop-afro del Neue Grac Ensemble al rock dei Led Zeppelin rivisitato dal trio di Francesco Bearzatti, dall’etno-jazz di Daniele Sepe nel suo tributo alle colonne sonore dei lm di Totò alla musica afro-peruviana della grandissima Susana Baca».
Il festival compie quest’anno 50 anni, un traguardo importante. Il primo piccolo bilancio che le viene in mente?
«Essere sopravvissuti a tutte le situazioni critiche che nel corso del tempo si sono susseguite è già un miracolo! Ultimamente poi il contesto è stato penosamente difficile, tra pandemia, guerre, disgregazione sociale, in‑azione, tagli ai contributi regionali e comunali, aumento esponenziale dei costi… 50 anni senza perdere un’edizione sono un record da Guinness! Speriamo in un futuro migliore, c’è tanto da ricostruire».
C’è un’edizione che porta particolarmente nel cuore e perché?
«Sarebbero tante, ma volendo citarne una direi il trentennale del 2003, interamente dedicato a Pat Metheny “Artist in Residence”. Furono tre giorni intensissimi, in cui il grandissimo chitarrista si rivelò essere anche persona squisita, di eccezionale comunicatività e di non comune disponibilità. Si produsse in svariate formazioni, dal solo al trio con Paolino Dalla Porta e Massimo Manzi, in duetti con Rita Marcotulli, con Andy Sheppard, con il funambolico Han Bennink, col nostro immenso Enrico Rava per finire in bellezza in veste di ospite del suo quartetto con Stefano Bollani, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto… In quei tre indimenticabili giorni Pat tenne anche un workshop con centinaia di studenti accorsi da ogni dove, da tutta Italia ma anche da oltre conne. La città era letteralmente invasa da una miriade di giovani con le chitarre a tracolla».
Gil Evans e John McLaughlin (1986)
Sun Ra (1976)
Pat Metheny-Charlie Haden-Billy Higgins (1986)
C’è un artista che più di altri ha segnato il festival?
«Nella sua lunga e importante storia, “Ravenna Jazz” ha ospitato diversi grandiosi artisti che hanno lasciato la loro impronta indelebile. Ricordiamo almeno Max Roach, con la sua M’Boom Re Percussion (1980), in duo con Abdullah Ibrahim (1983) e con Cecil Taylor (1984). Nel 1984 tenne a Ravenna anche il primo dei workshop di Mister Jazz, dopo il preludio con Kenny Clarke del 1982: il nome della rassegna, la cui grafia era originariamente “MisteR Jazz”, fu ispirato proprio a lui, laddove la “M” stava per Max e la “R” per Roach… Nell’ambito del progetto “Residenze” di Crossroads 2001, nei giorni a lui dedicati contribuimmo a fargli conferire la Laurea Honoris Causa dall’Università di Bologna (Dams). Ma voglio menzionare anche “il Re del jazz” italiano Enrico Rava, che tra il 1982 e il 2022 ha calcato il palcoscenico del festival ben 12 volte, con progetti sempre diversi. Citiamo poi almeno la super band “Complete Reunion” con Gato Barbieri, Stefano Bollani, Rosario Bonaccorso e Aldo Romano nel 2001, il quartetto “Chet Mood” in tributo a Chet Baker del 2007 con Philip Catherine, Riccardo Del Fra e Aldo Romano».
Un aneddoto che merita di essere raccontato?
«Edizione 1999. Alla Rocca Brancaleone, prima del trio di Brad Mehldau, si esibisce un giovanissimo Stefano Bollani con la sua Orchestra del Titanic: ha appena 27 anni, e non è ancora la star che sarebbe diventato. In platea siede anche Noa, in programma la sera successiva con la sua band. Finito il concerto, Noa vuole andare nei camerini a complimentarsi col bravo pianista, gli bacia addirittura le mani! A dimostrazione che i grandi artisti affermati sanno riconoscere subito un grande talento quando lo incrociano…».
C’è un artista che avreste voluto portare al festival e non è mai stato possibile?
«Sì. Io, ai tempi mi occupavo, dell’ufficio stampa… Miles Davis: è l’unico grande assente nel palmarès di Ravenna Jazz. Nel 1991 purtroppo scomparve e con lui ogni futura possibilità».
Cos’è il jazz oggi, per lei?
«È un lunghissimo racconto, senza ne, che continua a scriversi, con parole sempre diverse. È un linguaggio in perenne cammino, con cui si può narrare qualunque storia, e non mancano i narratori, navigati e novelli, che sanno interpretarlo magnificamente. È un idioma scritto e orale, con proprie regole ma che si possono tranquillamente stravolgere. E tocca le corde più profonde, quelle delle emozioni».
Cosa si può fare per migliorare ulteriormente nel prossimo futuro?
«Continuare a lavorare sodo, reinventarsi senza sosta, e soprattutto non perdere la passione»
Irene Grandi
Il programma: Irene Grandi all’Alighieri, concerti tra Bronson, Cisim, Mama’s e Socjale
Dopo l’evento-anticipazione di giovedì 4 maggio con il progetto “Pazzi di Jazz” che ha visto sul palco dell’Alighieri esibirsi una grande orchestra e cori di studenti delle scuole ravennati sulle note delle composizioni di Charles Mingus, e la serta successiva il concerto della band di Alessandro Scala al Mama’s Club, l’edizione 50 di “Ravenna Jazz” entra nel vivo della programmazione sabato 6 maggio sempre al teatro Alighieri con Irene Grandi. La cantante presenta “Io in Blues”: un progetto live nel quale trovano posto i grandi successi del blues e del soul ma anche brani di Pino Daniele, Lucio Battisti, Mina e della stessa Grandi, riarrangiati in chiave rock-blues. Concerti anche al Teatro Socjale di Piangipane: martedì 9 maggio, arriverà la peruviana Susana Baca, indiscussa ambasciatrice nel mondo della musica afro-peruviana.
Due concerti anche al Cisim di Lido Adriano. Domenica 7 maggio il cantante e chitarrista australiano Hugo Race (con un passato con Nick Cave and the Bad Seeds che non si può non citare) con i suoi Fatalists propone un rock dall’animo oscuro, elementi folk e blues psichedelizzati.
Con il suo ensemble, il tastierista francese Neue Grafik rimescola tra loro jazz, house e hip hop, con marcate connotazioni afro ed evidenti infiltrazioni dalla dance elettronica londinese (mercoledì 10 maggio sempre al Cisim).
Al Bronson di Madonna dell’Albero il jazz si connette alle sonorità underground. Qui l’8 maggio si esibisce il giovane chitarrista Matteo Mancuso, un talento senza preconcetti (jazz, rock, fusion, manouche). Uno sguardo al passato per dare vita a sonorità futuristiche: è l’omaggio ai Led Zeppelin firmato dal sassofonista Francesco Bearzatti (in trio, giovedì 11 maggio sempre al Bronson).
Il festival prosegue ancora, venerdì 12 maggio al teatro Socjale con il sassofonista Daniele Sepe che presenta “Sepé le Mokò” un progetto musicale dedicato a Totò principe della risata, per concludersi con un gran finale, sabato 13 maggio, la teatro Alighieri, che vede in scena l’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti (solisti ospiti Maria Pia De Vito e Flavio Boltro) ad eseguire “Love me or leave me”, omaggio all’indimenticabile repertorio di Nina Simone.