giovedì
21 Agosto 2025

La guida dei ristoranti dell’Emilia-Romagna premia Al Porto e Il Fenicottero Rosa

Due locali della provincia sugli scudi alla presentazione della seconda edizione della pubblicazione

Alessandro Giraldi Fenicottero Rosa
Lo chef Alessandro Giraldi

“Emilia-Romagna a Tavola” giunge alla sua seconda edizione. Diretta da Alberto Cauzzi e Andrea Grignaffini, edita da Post Editori, in collaborazione con Passione Gourmet, anche quest’anno la guida vuole celebrare la propensione all’ottimismo di questa regione.

Oltre alla presentazione dei migliori ristoranti e pizzerie, la guida ripropone una sezione dedicata ai migliori vini del territorio e dei prodotti che ne esaltano i sapori, fra liquori, dolci e formaggi locali. E anche in questa edizione i premi rimangono un caposaldo inamovibile dell’intero lavoro, perché permettono di fotografare la realtà gastronomica della regione in un contesto molto particolare come quello che stiamo vivendo.

Il risultato è una guida che contiene ben 100 ristoranti, 30 pizzerie e 100 tra prodotti e vini di qualità. Nei giorni scorsi sono stati scelti anche i premiati di questa edizione, a cui è stato dedicato ampio spazio in occasione della presentazione della guida all’Academia Barilla di Parma.

Sono ben 13 i premi consegnati, di cui due finiti in provincia di Ravenna. Alessandro Raffaini, sales manager di Sagna, ha premiato Virginia Stifani e Mario Buia del Ristorante Cruderia Al Porto di Cervia (qui la nostra intervista di qualche mese fa) per “la migliore carta delle bollicine”, mentre Alessandro Giraldi del ristorante Il Fenicottero Rosa di Faenza ha conseguito da Fabrizio Tacchi, brand ambassador Distilleria Caffo il titolo “Il giovane dell’anno”.

Coldiretti: «Acqua rossastra e schiuma nel Fosso Vecchio. Cosa viene sversato?»

Il canale di irrigazione alimenta il comprensorio lughese e poi attraverso il Destra Reno arriva in mare

Fosso VecchioAcqua rossastra e schiuma in superficie. Così si presentava nel fine settimana appena trascorso il Fosso Vecchio, uno dei principali canali di irrigazione che scendendo dal Faentino alimenta il comprensorio lughese. Coldiretti Ravenna, che da anni si batte per ottenere un profondo risanamento degli scarichi industriali che giungono nel canale, torna a denunciare una situazione che sembra non conoscere fine.

«Non vorremmo – afferma il direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – che in questa fase di ferma delle irrigazioni venisse meno la sorveglianza sulla qualità delle acque che vengono sversate nel canale, acque che poi attraverso il Destra Reno finiscono in mare».

Coldiretti, dopo aver monitorato in tutti questi mesi il corso d’acqua al fine di controllare lo stato di salute del canale e denunciare potenziali fenomeni che mettono a repentaglio la salubrità delle acque irrigue, chiede dunque che l’attenzione sulle condizioni del Fosso Vecchio rimanga alta e che si intervenga quanto prima con azioni concrete di bonifica e risanamento dato che «da un lato ci sono gli agricoltori che si fanno carico dei costi per la manutenzione della rete irrigua e pagano di tasca propria quota parte del prezzo di quell’acqua e dall’altro c’è un evidente problema ambientale che dovrebbe interessare da vicino gli enti pubblici visto che, volente o nolente, quell’acqua prima o poi finisce in mare…».

Fiorello nella parte di Francesco Baracca in un docu-film Rai, riprese anche a Lugo

Il lungometraggio celebra il centenario della nascita dell’Aeronautica militare. La soddisfazione del sindaco Davide Ranalli

GIUSEPPE FIORELLO I CACCIATORI DEL CIELO Ph Nicola OleottoSono iniziate in Veneto le riprese de “I cacciatori del cielo”, un docu-film della Rai sulla storia dell’asso dell’aviazione Francesco Baracca di Lugo. Il pilota sarà interpretato da Giuseppe Fiorello e anche la città natale ospiterà le riprese.

«Inutile nascondervi la nostra soddisfazione – ha commentato il sindaco Davide Ranalli – perché ci siamo molto impegnati per cogliere questa grande occasione per Lugo e tutto il nostro territorio. Un impegno fatto di relazioni e di messa a valore del grande patrimonio che abbiamo con la presenza del museo Baracca e con il lavoro di ricerca e di approfondimento realizzato in questi anni proprio sulla figura del grande aviatore. Il piccolo grande gioiello che è il nostro museo sarà parte del set di una produzione prestigiosa. Un grazie alla produzione, a Emilia-Romagna Film Commission, a Destinazione Romagna che hanno collaborato al nostro fianco».

Il progetto celebra il centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare (28 marzo 1923) attraverso il racconto delle imprese, della vita e dell’amicizia di quei pionieri del volo che si distinsero per le loro azioni e il loro coraggio durante la prima guerra mondiale. Il racconto unirà fiction vera e propria a materiali di repertorio, sia foto che filmati d’epoca.

Giuseppe Fiorello è il tenente pilota del Regio Esercito Francesco Baracca, che per i suoi meriti sarà in breve promosso prima capitano e poi maggiore, assumendo nel frattempo il comando della 91a Squadriglia, la “Squadriglia degli assi”. Ricordato come “l’Asso degli assi” per aver conseguito il maggior numero di vittorie aeree tra i piloti italiani della Grande Guerra, riuscendo ad avere la meglio in 34 combattimenti abbattendo altrettanti velivoli nemici, Francesco Baracca si impose rapidamente nell’immaginario collettivo del popolo italiano come un eroe nazionale la cui morte, avvenuta a 30 anni il 19 giugno 1918 nel corso di una missione sul Montello, suscitò grande commozione in tutto il Paese.

A suo nome nel 1926 fu inaugurato a Lugo di Romagna il Museo Baracca, dal 1993 trasferito nella casa natale del pilota, luogo particolarmente suggestivo che ospita anche il caccia su cui ha conseguito la sua 30a vittoria e dove si effettueranno alcune riprese grazie alla collaborazione con il Comune di Lugo di Romagna ed Emilia-Romagna Film Commission.

Cooperazione: oltre 1.500 assunzioni previste nel Ravennate nei prossimi sei mesi

I dati dell’Osservatorio promosso da Legacoop e Federcoop Romagna, che registra una diffusa difficoltà a reperire personale

RAVENNA 9/10/2021. ASSEMBLEA SOCI FEDERCOOP.
L’assemblea dei soci di Federcoop Ravenna

Nei prossimi sei mesi le cooperative aderenti a Legacoop Romagna dichiarano un fabbisogno di manodopera pari a 2.850 persone, più di un terzo delle quali a tempo indeterminato: 1.548 a Ravenna, 555 a Forlì-Cesena e 748 a Rimini. Per più di metà del totale la ricerca sarà rivolta a personale che ha conseguito laurea (23%), diploma (20%) o qualifica professionale (9%).

È questo il fabbisogno occupazionale della cooperazione romagnola per il prossimo semestre rilevato dall’apposito Osservatorio promosso da Legacoop e Federcoop Romagna. Tra i 2.850 potenziali nuovi assunti del 2023, il 20% è indicato dal settore Servizi (581 persone), il 18% da quello Salute (521), il 15% da Agroalimentare (436), l’11% da Commercio e turismo (319), il 7% da Trasporto, logistica, magazzinaggio (198) e da Costruzioni ed infrastrutture (188).

In generale l’Osservatorio registra una diffusa difficoltà a reperire personale, specializzato e non.

Le cooperative romagnole per il 2023 tendono, rispetto alla seconda parte del 2022, ad una maggiore ricerca di profili per un rapporto stabile, con un aumento dei contratti a tempo indeterminato (il 35% del totale). Si assiste anche ad un incremento della ricerca di figure con un livello di istruzione più elevato (+ 9%) ma anche ad un aumento di quelle con un livello di istruzione più basso (+31%) collegabile all’incremento delle offerte di lavoro stagionale. Inoltre, vi è una vera e propria esplosione della ricerca di personale con competenze informatiche (+83%), che identifica un’accelerazione, tra le cooperative romagnole, di quelle impegnate in processi di profonda innovazione.

Tra le ragioni della ricerca di nuovo personale, le cooperative identificano turn over (48,7%, in crescita rispetto al 2022) ed espansione dell’attività aziendale (34%).

Nel semestre precedente (maggio-novembre 2022) all’interno della cooperazione romagnola erano state assunte 2.400 persone, 500 delle quali identificate attraverso un apposito accordo con Randstad. Nei 6 mesi precedenti (da novembre 2021 a maggio 2022), le assunzioni erano state 1.800.

L’Osservatorio sul fabbisogno occupazionale delle cooperative romagnole, giunto alla terza edizione, ha cadenza semestrale e prende in esame un campione di 100 imprese, rappresentative delle circa 400 aderenti a Legacoop Romagna, con 23.000 dipendenti, 80.000 soci, oltre 6 miliardi di euro di fatturato.

Lineablù: «I giovani scelgono auto a noleggio così sono sempre nuove»

Parla Enrico Benelli della concessonaria che è con Volvo da 46 anni e ora ha installato una ricarica “pubblica” per veicoli elettrici: «Infrastrutture per incentivare la mobilità sostenibile»

Enrrico Benelli Concessionario Auto
Enrico Benelli titolare della concessionaria auto Lineablu

La concessionaria auto Lineablù di Fornace Zarattini ha installato recentemenete, in collaborazione con Volvo, una colonnina per la ricarica veloce di auto elettriche di tutti i marchi e accessibile 24 ore su 24, tutti i giorni (0,35 euro/kWh per chiunque).
Per la casa automobilistica sve- dese, rappresentata da Lineablù dal 1976, si tratta di un passaggio di un progetto su scala nazionale volto a promuovere la mobilità sostenibile. «Senza le adeguate infrastrutture è impossibile incentivare l’utilizzo di veicoli elettrici su larga scala – spiega Enrico Benelli, titolare della concessionaria –. Da parte della clientela c’è molta curiosità, ma il mercato nel nostro Paese non è ancora completamente decollato».

A frenare la svolta green della mobilità sono soprattutto la carenza di stazioni di ricarica (in particolar modo di ricarica veloce, da almeno 100kWh, più fruibili e performanti rispetto a quelle da 12kWh installate per opera pubblica) e la mancanza di modelli differenti di autovetture e di diverse fasce di prezzo tra cui potersi districare nella fase d’acquisto.
«Si tratta però di una situazione destinata ad evolversi rapidamente – continua Benelli –. Volvo ha annunciato che entro pochi anni la totalità della sua produzione sarà incentrata sull’elettrico». Ma non sono i soli: «Come gruppo Benelli commercializziamo anche altri marchi e tutti si stanno spostando verso l’elettrico, in particolar modo Cupra. Ora la priorità è l’installazione delle infrastrutture correlate, adeguate nel numero e nell’efficienza».

I cambiamenti nel mondo dell’auto non riguardano solo l’interesse verso una mobilità più sostenibile ma, soprattutto per le nuove generazioni, anche una nuova concezione di ciò che rappresenta l’automobile: «L’aspetto smart legato al mondo digitale delle vetture è sempre più sviluppato e preponderante nella scelta di un nuovo veicolo e, al tempo stesso, viene a mancare la necessità del possesso dell’automobile, lasciando sempre più spazio a formule di noleggio e abbonamento, un tempo incentrate su supercar e auto di lusso, che si stanno aprendo oggi su un nuovo mercato di fascia media. Se l’acquisto di un’auto è sempre stato concepito come un investimento da sfruttare nel corso di quindici o vent’anni, le nuove generazioni sono alla ricerca di un prodotto sempre nuovo e performan- te, sostituibile in base al mutare delle proprie esigenze, confermando un trend che vede tra i più giovani una particolare attenzione all’impatto ecologico delle proprie scelte e una preferenza verso soluzioni incentrate sull’utente».

Federcoop Romagna: il fatturato sale da 5,1 milioni a 6,3 in due anni

All’assemblea della società di servizi per le imprese presentato il bilancio 2022. Complessivamente occupa 100 dipendenti (75 donne)

Dirigenti Federcoop 2022
I dirigenti di Federcoop Romagna Antonella Conti, Mario Mazzotti, Elena Zannoni, Paolo Lucchi

Federcoop Romagna nel 2021 ha assunto 7 nuovi addetti (5 donne e 2 uomini, età media di circa 40 anni), nel 2022 ha as- sunto 22 nuovi addetti (16 donne e 6 uomini, di età media di 38 anni) e oggi ha 100 dipendenti (75 donne e 25 uomini, di età media di 46 anni) e una decina di colla- boratori esterni. Nello stesso periodo anche il fatturato è cresciuto considerevolmente (dai 5,1 milioni nel 2020 ai 6,3 nel 2022, con una tendenza che si consoliderà ulteriormente nel 2023). Questi i dati che sono stati presentati a inizio novembre a Ravenna nella sede di Legacoop per nell’annuale assemblea dei soci di Federcoop Romagna, la società di servizi per le imprese di Legacoop Romagna.

Federcoop Romagna è il polo nazionale specializzato in servizi alle cooperative che fa capo a Legacoop Romagna. Al suo interno operano un centinaio di professionisti nei campi contabile, fiscale, legale, del lavoro, ambientale e della consulenza avanzata.
«In questi anni Federcoop Romagna — commenta il presidente di Legacoop e Federcoop, Mario Mazzotti — si è affermata come un punto di riferimento per il movimento cooperativo, non solo a livello romagnolo, allargando la propria presenza, la gamma dei propri servizi e il numero di imprese che raggiunge. Il nostro obiettivo è di fare in modo che servizi alle imprese e attività di rappresentanza procedano uniti per un progetto coeso di sviluppo delle cooperative. Su questa linea continueremo a investire».

«La crescita di Federcoop Romagna – ha dichiarato l’aministratore delegato della società, Paolo Lucchi – è frutto di una scelta strategica: abbiamo deciso di affiancare con ancor maggior decisione le cooperative romagnole in questa fase che per alcune è stata di gestione dell’emergenza (prima del Covid, poi dell’aumento dei costi) e per altre è invece stata quella dell’innovazione di processo e di prodotto. Per farlo, abbiamo puntato su nuovi servizi che seguissero e, in alcuni casi anticipassero, le loro esigenze: progettazione finanziaria, progettazione industria 4.0, Welfare Coop; “Ti informo whatsapp”, l’Academy per la formazione di nuovi addetti paghe, il servizio di selezione del personale attraverso Randstad, l’osservatorio delle esigenze occupazionali delle cooperative romagnole, il percorso progettuale per la realizzazione di comunità energetiche».
Legacoop Romagna rappresenta circa 380 imprese associate nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, con un valore della produzione di oltre 6 miliardi di euro, 80 mila soci e oltre 23mila lavoratori.

Al vertice: Antonella Conti è la nuova vicepresidente. Gatta ha lasciato il cda, subentra Elena Zannoni

Novità nella governance di Federcoop Romagna. Antonella Conti, presidente della cooperativa Formula Servizi, è la nuova vicepresidente, in sostituzione di Rudy Gatta, che ha dato le proprie dimissioni da consigliere di amministrazione. Al suo posto è entrata in cda Elena Zannoni, coordinatrice della provincia di Ravenna di Legacoop Romagna. Durante la recente assemblea, oltre ai dati di bilancio, sono stati presentati i nuovi servizi messi a disposizione delle imprese cooperative: da quelli telematici e di cyber security a quelli relativi al “Mobility manager”, fino a quelli sulla certificazione di genere e al progetto “Strumenti partecipativi”.

Lavori sulla E45, chiusa la corsia verso sud del tratto Ravenna-Standiana

Il cantiere da lunedì 28 per circa tre settimane. Deviazione consigliata la percorrenza della strada provinciale Dismano

Cantiere Stradale E45

Disagi in vista per chi deve viaggiare verso Cesena e oltre percorrendo E45, la più importante direttrice del sistema viario in direzione sud/ovest. Da lunedì 28 si apre un cantiere per lavori della durata stimata di tre settimane, per cui verrà chiuso il tratto della carreggiata sud della strada, dal chilometro 250+565 al chilometro 243+500 in direzione Ravenna/Orte – Roma.
La carreggiata sarà completamente chiusa a partire dagli svincoli che insistono sulla Ss16 Adriatica sia nella direzione Rimini/Ferrara sia nella direzione Ferrara/Rimini fino allo svincolo con la Sp101 Standiana.

Per il periodo dei lavori sarà possibile effettuare il seguente itinerario: Sp 118 Dismano per poi entrare nuovamente sulla E45 o allo svincolo della Sp101 Standiana o proseguendo fino a Casemurate. Per il periodo dei lavori, tutti gli impianti di illuminazione pubblica sulle strade interessate alla deviazione del traffico nel territorio del comune di Ravenna, quindi via Dismano Sp 118 e via Lunga Sp 101, compresa l’intersezione a Osteria, rimarranno accesi tutta la notte al pari di tutte le strade Anas.

Bonaccini si candida a guidare il Pd: tra i sostenitori Corsini e De Pascale

Il presidente della Regione Emilia-Romagna ha ufficializzato la decisione. L’endorsement anche di Isola e Pagani

Bonaccini Corsini Regione ER

Come ampiamente previsto, il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha annunciato – lo scorso 20 novembre – la sua candidatura alla segreteria del Pd e quasi istantaneamente sono arrivate le dichiarazioni di diversi esponenti del partito ravennate. Tra questi, naturalmente, l’assessore Andrea Corsini, “uomo forte” della giunta Bonaccini con deleghe importanti come Infrastrutture e Turismo (e che qualcuno già indica come suo possibile successore in Regione) che ha scritto sulla sua pagina facebook: «Dopo mesi difficili per il Partito Democratico, in cui i nostri iscritti ed elettori si sono sentiti spesso disorientati, finalmente un’ottima notizia che aspettavamo da giorni. Una scelta che può aprire una nuova stagione per la sinistra riformista e progressista italiana. Stefano unisce ideali solidi, visone strategica e concretezza di governo. Il Paese ha bisogno di un forte Partito Democratico, di ispirazione maggioritaria, su cui costruire una larga alleanza di centro-sinistra per sconfiggere la destra alle prossime elezioni politiche. Per farlo, abbiamo bisogno di rigenerare il nostro partito, cambiare la classe dirigente nazionale, andare finalmente oltre le correnti autoreferenziali che ci hanno portato alla situazione attuale».

Il riferimento alle correnti di Corsini è particolarmente significativo perché in effetti all’interno del Pd si sta assistendo a movimenti e posizionamenti per certi versi sorprendenti. Al momento infatti si profila l’ipotesi di una sfida per Bonaccini con Elly Schlein, sua ex vice alla Regione, oggi in Parlamento, tra le fondatrici dell’esperienza di Coraggiosa, mentre resta al momento un po’ sullo sfondo la candidatura dell’ex ministra De Micheli.
Donna, 37 anni, ecologista, Schlein sembra invece rappresentare l’ala sinistra del partito a cui al momento non è nemmeno iscritta, ma la stampa nazionale sostiene che sarà sostenuta da moderati come il più volte ministro Dario Franceschini, non proprio un’icona della sinistra radicale. Ancora non è chiaro cosa farà l’ex ministro Orlando, potrebbe infatti correre oppure appoggiare Schlein. Insomma, dietro la giovane donna potrebbero esserci in effetti anche sostenitori politicamente non così giovani o di sinistra. In pista potrebbe, ma il condizionale è d’obbligo, scendere poi il sindaco di Firenze, Nardella, che si sta rivolgendo proprio ai “primi cittadini”.

Tra questi non potrà comunque annoverare Michele de Pascale che si invece è subito schierato con il presidente Bonaccini dicendo che «Ha iniziato a delineare il nuovo ruolo del Pd all’opposizione in Parlamento ma con enormi responsabilità di governo in Regioni, Comuni e Province e la necessità impellente di mettere in campo una classe dirigente nazionale rinnovata attingendo dai territori e dalla società. Ci ha anche rassicurato rispetto alla prospettiva di Governo della nostra Emilia-Romagna che, in ogni caso, avrà bisogno di averlo alla sua guida fino alla fine del mandato. In tanti saremo al suo fianco in questa sfida lunga, complicata ma che può dare una nuova prospettiva al partito, al centrosinistra e a tutta Italia».
Tra i sindaci del territorio è arrivato anche il sostegno di Massimo Isola, e a Bonaccini arriva anche il consenso di Alberto Pagani, parlamentare uscente.

Ma la data fatidica dell’elezione è per febbraio, tra diversi mesi, e molte cose possono accadere. Al momento, un po’ morettianamente, si può osservare chi appunto si è subito schierato e chi ha taciuto. Tra questi, il segretario provinciale Alessandro Barattoni che non ha rilasciato dichiarazioni in merito.

L’ironia di Giacomo Poretti tra selfie e autografi alla gioielleria Marchegiani

Il comico che compone il celebre trio con Aldo e Giovanni è in scena con la moglie Daniela Cristofori al teatro Alighieri fino al 27 novembre ed è stato l’ospite del primo appuntamento della rassegna “Il teatro fa centro” promossa da Reclam e Ravenna Teatro

IMG 5081Qualcuno ha chiesto il classico autografo, qualcun altro ha preferito il più contemporaneo selfie, qualcuno ha fatto l’accoppiata e qualcun altro invece ne ha approfittato per ringraziarlo delle risate fatte fin da bambino con le sue battute. In tanti ieri pomeriggio, 25 novembre, sono entrati nella gioielleria Arte Orafa Marchegiani a Ravenna per incontrare Giacomo Poretti, il celebre attore comico che insieme a Aldo Baglio e Giovanni Storti forma un trio sulle scene da un trentennio.

Poretti e la moglie Daniela Cristofori, fino al 27 novembre sul palco dell’Alighieri con lo spettacolo “Funeral Home”, sono stati ospiti dell’atelier di Maria Marchegiani in occasione del primo appuntamento di “Il teatro fa centro”, il nuovo progetto di Reclam e Ravenna Teatro, con la collaborazione del comitato Spasso in Ravenna, realizzato nell’ambito della Stagione dei teatri e in occasione dei vent’anni del settimanale Ravenna&Dintorni. Una rassegna itinerante che vedrà bar, caffè, negozi, e ristoranti diventare salotti informali per quattro chiacchiere e un brindisi con gli attori in cartellone.

La boutique di via Matteotti – la seconda del brand oltre a quella di Jesi – è stata la cornice per un’oretta in compagnia dei due attori che si sono lasciati accompagnare dalle parole appassionate di Marchegiani per conoscere meglio l’arte orafa, ma hanno anche parlato dello spettacolo, cogliendo gli spunti di Marcella Nonni, condirettrice di Ravenna Teatro, e Claudia Cuppi, direttrice generale di Reclam. «Il tema della morte è uno di quelli da cui si tende a stare lontani – ha riconosciuto Poretti – ma per ogni comico rappresenta quasi una sfida da affrontare». Zero spoiler, ma l’invito a prendere un posto in platea.

IMG 5096La padrona di casa Maria Marchegiani, fondatrice del marchio che porta il suo nome, ha espresso tutto il suo entusiasmo per un’iniziativa che ha deciso di sposare in pieno appena le è stata proposta: «Il teatro è vita, il teatro è cuore, per me è stato un grandissimo onore essere il luogo dove si presenta uno spettacolo».

Siparietto simpatico quando Marchegiani ha invitato Cristofori a scegliere a occhi chiusi una pietra tra alcune di diverse tipologie in vari contenitori sul tavolo, lasciandosi guidare dalle sensazioni al tatto e Poretti è riuscito a predire – senza trucco e senza inganno, ha garantito – dove sarebbe caduta la scelta della consorte. E ha celebrato l’impresa con una sobria esultanza che ha ricordato le espressioni di tanti dei suoi personaggi. Poi qualche copia dell’ultimo numero di R&D è diventata un piccolo pezzo da collezione perché usata proprio per gli autografi sulle pagine che presentano la commedia.

La rassegna “Il teatro fa centro” prosegue con altri appuntamenti che verranno annunciati prossimamente. Grazie a questa iniziativa locali e attività trovano un nuovo modo per interpretare la loro vocazione originaria di luoghi di svago, ma anche di promozione della cultura, del pensiero, del progresso di un’intera comunità.

«Fra “trivelle sacrosante” e il “traguardo” dei rigassificatori il pianeta brucia»

Gli ecologisti restano in campo: l’assemblea della Rete nazionale contro i rigassificatori rilancia la lotta, primo appuntamento il 17 dicembre a Bologna

Presidio Ecologista A Ravenna 2022
Presidio ecologista in piazza a Ravenna (settembre 2022)

All’indomani delle scelte del governo italiano, degli enti locali e del vertice mondiale sui cambiamenti climatici, riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Pippo Tadolini (Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”) sul tema delle estrazioni di idrocarburi, dei rigassificatori e della necessità di una transizione energetica ed ecologica.

«Ha dell’incredibile come il nostro Governo, la nostra Regione,  Ravenna e le sue Istituzioni siano così scarsamente permeabili ad accettare la realtà che sostengono da decenni sia la stragrande maggioranza degli scienziati, sia numerose autorità internazionali, e sulla quale vengono lanciati sempre più accorati allarmi. Non solo, ma è sorprendente come insistano nel sostenere una visione “tranquillizzante” della situazione climatica e ambientale, che anche quando non coincide con il puro e semplice negazionismo, comunque gli si avvicina considerevolmente.

Si è appena conclusa la COP 27 di Sharm El Sheik, e proprio in tale sede è stata fatta una volta di più una fotografia estremamente preoccupata e preoccupante della situazione, anche se poi gli impegni presi realmente concreti sono pochi, fumosi e scarsamente vincolanti. Anche perché i vari Paesi e le diverse aree del mondo si sono molto impegnati nel darsi le colpe gli uni con gli altri, e assai poco ad assumersi la propria parte di responsabilità e di compiti urgenti da svolgere.

Corteo Ecologista Bologna 2022
Corteo “Fuori dal fossile” a Bologna (2022)

Per chi non lo sapesse, nel decennio 1970-1980 in tutta Europa si sono registrati 46 (quarantasei) eventi climatici estremi, che nel periodo 1990-2000 erano diventati 353 (trecentocinquantatre),e nel decennio 2010-2020 sono stati 10.000 (diecimila). Ciò vuol dire che ogni cinque anni il numero degli eventi climatici estremi raddoppia, che sta a significare che nel prossimo decennio, cioè arrivando a poco dopo il 2030, potremmo averne 40.000 (quarantamila).
E in altre parti del mondo va ancora peggio.
Una progressione spaventosa, che ci mette di fronte ad uno scenario che da inquietante sta diventando assolutamente catastrofico.

D’altra parte, se guardiamo anche solo all’ Italia e prendiamo in considerazione il passato recentissimo, osserviamo che nei primi dieci mesi dell’ anno in corso si sono verificati 254 eventi climatici estremi, esattamente il 27 per cento in più rispetto all’intero numero di quelli occorsi nel 2021. Che a loro volta erano in aumento rispetto agli anni precedenti. Dal 2010 a fine ottobre di quest’anno gli eventi estremi (soprattutto allagamenti da piogge intense, esondazioni, trombe d’aria e altro)  sono stati 1.503, hanno interessato 780 comuni italiani e hanno causato 279 vittime. L’ Emilia Romagna risulta essere nei primi cinque posti della classifica.
E ogni anno spendiamo fior di miliardi per riparare i danni dovuti a questi accadimenti.
È ampiamente acquisito nel mondo scientifico (la percentuale degli scettici, sommata a quella dei veri e propri negazionisti, ormai è irrisoria) che la causa prima di tali disastri, a proposito dei quali non sappiamo se si riuscirà mai ad invertire la rotta, sia rappresentata dalle emissioni climalteranti, e che la principale fonte di esse risieda nell’utilizzo dei combustibili fossili.

La logica conseguenza è che tali emissioni devono al più presto essere abbattute, e per abbatterla bisogna – lapalissiano – iniziare a ridurle fin da subito. Lo stesso Presidente delle Nazioni Unite Antonio Guterres lancia da tempo, ed ha ribadito a Sharm El Sheik, drammatici appelli all’urgenza delle scelte radicali e rapide, indispensabili se si vuole preservare noi stessi, i nostri figli, figlie e nipoti, e chi verrà dopo di loro da un futuro veramente infernale.
Se ne dovrebbe dedurre che ogni scelta che vada nel senso opposto, cioè nel senso dell’aumento dell’utilizzo dei fossili (tutti i fossili, compreso il gas metano) sia non solo sbagliata nell’ immediato, ma anche costituisca un’ ipoteca pesantissima sulla vita di chi verrà dopo di noi, e quindi sia da considerare irresponsabile.
Ma fino ad ora l’epiteto di irresponsabile è stato affibbiato sempre siltanto a noi, a quelli che cercano di far presente con forza ciò che dicono gli scienziati e di proporre alternative che non ingannino le persone con finte promesse tranquillizzanti.

Perché a tutt’oggi sia il Governo centrale, sia quelli regionali e gran parte di quelli  locali pare proprio che non si siano presi la pena di riflettere un po’ di più su questa realtà angosciante, e non solo non mettono in atto concreti piani di riduzione  delle fonti fossili, ma spingono  sull’acceleratore del loro incremento,  con una determinazione che ha pochi precedenti. Prevedono un’espansione, mai vista prima, della filiera del gas liquefatto con la decisione di installare (come a Ravenna)  nuovi rigassificatori, diverse sedi di deposito del GNL, attivano un programma di aumento delle trivellazioni ovunque, anche in aree (per esempio al di qua delle 12 miglia marine) dove i pur recenti e non certo troppo rigorosi piani del Governo precedente ponevano delle restrizioni, e prevedono la costruzione di nuovi gasdotti in varie parti d’ Italia.
Il tutto sbandierando numeri mirabolanti sulle quantità di gas disponibile nel giacimento nazionale, che secondo l’ ing. Tabarelli di Nomisma sarebbe di almeno 200 miliardi di metri cubi, e che  per  alti dirigenti del gas&oil nostrano, nel solo Alto Adriatico conterrebbe 350 miliardi di metri cubi. Quando i dati ufficiali, forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico (quindi non da “ambientalisti radicali”,  come spesso veniamo etichettati noi) fino a pochi mesi fa parlavano di un totale di 70-90 miliardi, di cui soltanto quaranta o poco più utilizzabili in tempi ravvicinati.

Assemblea Contro I Rigassificatori Ravenna 2022
Assemblea ecologista contro il rigassificatore a Ravenna (2022)

E come ormai è arcinoto, dichiarato, divulgato, il gas metano non è affatto un “gas pulito” come qualcuno vuole ancora far credere. Se è vero che la sua combustione è un po’ meno inquinante di quella del petrolio e del carbone, è altrettanto vero che le perdite libere di metano in atmosfera costituiscono un elemento climalterante decine di volte superiore alla stessa anidride carbonica. E in tutto il mondo sono ben poche le strutture metanifere che non comportino emissioni di gas libero in atmosfera. Né vale l’obiezione che il metano si degrada e scompare “rapidamente” (venti anni !) se nel frattempo se ne continua a immettere sempre di più.
Se poi si ragiona sul fatto che alcune di queste scelte distruttive vengono fatte in maniera da aggirare sostanzialmente la VIA (valutazione di impatto ambientale) e le usuali normative, come nel caso del rigassificatore di Ravenna, ci si rende conto di come si vogliano  prendere pericolose scorciatoie, che comportano danni all’ambiente, inquinamento dell’ aria circostante, rischio per la salute e la vivibilità presenti e future,  probabili futuri danni all’economia. E soprattutto ci legano per l’eternità alla schiavitù delle fonti fossili, in totale contrasto con gli obiettivi di decarbonizzazione e contenimento del cambiamento climatico.

Con buona pace di chi aveva voluto credere alla favola della temporaneità dell’ utilizzo del gas. Anzi, stando alle dichiarazioni di autorevoli politici locali (ad esempio del tutto recentemente il segretario del PD Barattoni, ma non solo) “per un tempo che non sarà breve gas naturale e rinnovabili sono destinate a viaggiare di pari passo(…)”. Se la lingua italiana ha ancora un senso, l’espressione “di pari passo” dovrebbe voler dire che mentre si mantiene (e non si aumenta) la produzione e l’utilizzo del gas attuale, si incrementa lo sviluppo delle rinnovabili nelle loro varie forme e lo si porta almeno allo stesso livello. Mentre, a tutt’ oggi, si potenzia come mai prima d’ora il sistema del gas mentre al modello basato sulle rinnovabili si mette ogni tipo di bastone fra le ruote.
Il “traguardo raggiunto” con la firma del decreto di approvazione del provvedimento autorizzativo per il rigassificatore, e il provvedimento governativo che sblocca praticamente tutte le operazioni di trivellazione, che il nostro sindaco definisce “sacrosante”, costituirebbero una tappa storica  per Ravenna e per il Paese. Ma l’opinione pubblica deve anche  sapere che questo risultato costa e costerà la sospensione della carta costituzionale: l’art. 41, infatti, stabilisce che “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.”.

Presidio Ecologista Regione ER 2022
Presidio degli ambientalisti davanti al palazzo della Regione Emilia-Romagna a Bologna (2022)

Oltre che a Ravenna, in molte altre parti d’ Italia (Piombino, Sardegna, Calabria, Puglia e altre località sia costiere che di entroterra) si ipotizzano analoghi progetti, e questo evidenzia come l’ intenzione del Governo nazionale,  di quelli regionali e di gran parte di quelli locali sia di fare della filiera del gas il pilastro del futuro del Paese.  Tutte le parole spese sulla transizione ecologica non sono state che una “riverniciatura verde”, finalizzata ad confondere la popolazione, con grandi benefici soltanto per i profitti dei colossi del fossile.
Da Sharm El Sheik ancora una volta sono usciti fiumi di interessanti parole ma ben pochi impegni concreti e ancor meno conseguenti atti vincolanti, dalla nostra politica ancora una volta esce la mancanza di volontà di percorrere le strade giuste.
Nello stesso momento, tuttavia, a Piombino si è svolta l’ assemblea nazionale della Rete contro i rigassificatori, con decine di realtà che in ogni territorio stanno costruendo le vertenze di contrasto alle scelte fossili. Il Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile” è stato presente a Piombino con la sua delegazione ed ha portato il proprio contributo. Adesso bisogna cercare tutte le possibili convergenze con chiunque voglia costruire un futuro di giustizia climatica e sociale, come già si è visto in numerose manifestazioni che in tutto quest’ anno stanno percorrendo il Paese.

Il prossimo 17 dicembre, a due anni dall’ emanazione del “Patto per il lavoro e per il clima” redatto dalla Regione (che sta dimostrando tutte le contraddizioni, le lentezze  e le mancanze  allora denunciate da una gran parte del mondo ambientalista emiliano-romagnolo), e ad un anno dal lancio delle quattro leggi regionali di iniziativa popolare finalizzate a una politica regionale realmente orientata alla transizione, ci si troverà a Bologna per esprimere la protesta e le proposte di chi non si vuole rassegnare, e vuole costruire un futuro diverso e libero dalla schiavitù del fossile».

Prodotti tipici: a Brisighella si festeggiano gli ulivi e l’olio extravergine

Fine settimana, e in particolare domenica 27, in collina per la festa olearia con camminata, degustazioni, mostre e mercato

Brisighella

Torna a Brisighella la sagra dell’ulivo e dell’olio. Appuntamento domenica 27 novembre. Nella mattinata verrà organizzata una Camminata nel sentiero dell’Olio con ritrovo e partenza da via Naldi 2 e la presenza delle guide che accompagneranno i partecipanti in visita al frantoio di Cab-Terra di Brisighella con degustazione finale in piazza Carducci.
Nel weekend della sagra arriva a Brisighella per la prima volta “Lo Smanèt”, il mercatino di artigianato artistico contemporaneo ideato e realizzato da Stephanie Baker e dal suo team di creativi all’ex Convento dell’Osservanza. Una quarantina di artigiani selezionati esporranno e metteranno in vendita i loro lavori. Ingresso gratuito sabato dalle 11 alle 21 e domenica dalle 10 alle 20.
Per la sagra inoltre apertura straordinaria in orario continuato della Rocca e dalla Torre dell’Orologio dalle 10 alle 16.30 di domenica.

Quando c’erano i comunisti a Ravenna: ideali, lotte, mutazioni lungo cent’anni

Per i “I sabati del Moog”, il 26 novembre, dialogo sul volume fotografico dedicato al Pci locale, con gli autori Flavio Cassani e Ivan Simonini

Festa Della Gioventù 1976
Ingresso al Festival Nazionale dei Giovani organizzato dalla Fgci a Ravenna nell’estate del 1976

In uno dei momenti più drammatici delle vicende del PD, all’apice di una crisi identitaria senza precedenti, e nella fase organizzativa di un congresso dove è indispensabile un cambio radicale di strategia politica pena il rischio di estinzione, a Ravenna si parla del Pci, uno dei pro- genitori e fondatori del Partito Democratico.
L’occasione è la serie di incontri “I sabati del Moog”, dove il 26 novembre (ore 18, nel locale di vicolo Padenna 5) si presenta il libro Il Partito Comunista della provincia di Ravenna. Fotostoria 1921-2021, pubblicato lo scorso anno da Il Girasole, a firma di Flavio Cassani e dell’editore Ivan Simonini, presenti in sala, magari anche per discutere, viste le premesse, della scena più attuale.

Cover Fotostoria Pci Ravenna
La copertina del volume di Cassani e Simonini, con la foro di un comizio di Enrico Berlinguer a Ravenna

La voluminosa opera (grande formato, 400 pagine con oltre 800 immagini) in effetti ha un orizzonte locale (il territorio ravennate) e non ha pretese di approfondimento storiografico. Attraverso un accurato recupero di foto d’archivio e private (scovate nei cassetti di dirigenti e militanti) vuole ricostruire uno spaccato visuale e per certi versi “confidenziale” di personaggi, luoghi, situazioni. Una dimensione umana in cui si sono dispiegate le vicende del partito di Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer… fino alla progressiva dissoluzione, simbolica (falce e martello), nominalistica (comunista) e di linea politica (classe operaia, riscatto sociale) di quell’epopea.

Uno degli autori, Flavio Cassani – noto imprenditore ravennate, già proletario di origini contadine e militante di sinistra di lunga data (si iscrisse alla Fgci negli anni ’60 a 14 anni) racconta di un progetto perseguito per un decennio, fino alla conclusione in occasione del centenario della fondazione del Pci nel 2021.
Gli ostacoli sono stati in gran parte quelli di raccordare le immagini, i volti, i luoghi, con i nomi, le date, le circostanze – ci spiega Flavio – precisando che a volte le didascalie sono parziali e le date un po’ generiche. In vari casi si tratta di immagini provenienti da fondi privati, senza indicazioni specifiche e quindi si basano su testimonianze personali non sempre precise. «Qualche volta siamo riusciti a incrociare le fonti testimoniali – commenta – ma in certi casi restano dei dubbi o dei vuoti su chi fossero alcune persone presenti o in quale occasione fosse stata scattata la foto. Magari sfogliado il libro, chissà, qualcuno potrebbe suggerirci quello che noi finora non siamo riusciti a svelare, Per questo penso che quello che abbiamo raccolto con notevole impegno, e grazie anche a studiosi e archivisti di storia contemporanea come l’istituto Storico della Resistenza di Alfonsine, la Biblioteca Oriani, e altri archivi istitituzionali, possa essere un lavoro “aperto” a chiunque voglia arricchirlo con altre immagini e informazioni, e che possa dare un contributo utile alla ricostruzione delle vicende del Partito Comunista del nostro territorio anche e soprattutto in quel periodo che va dal secondo dopoguerra agli anni ‘80, che non sono ancora materia per gli studiosi di storia ma non sono già più cronaca politica attuale».

Tessera Pci 1925
Una delle prime tessere del Pci, a cinque anni della fondazione avvenuta a Livorno nel 1921

Ma insomma, nel volumone ci sono le facce, persone in carne ed ossa, episodi e scenari in cui si sono spese donne e uomini, per una vita di passioni, militanza, sacrifici, vittorie e sconfitte, errori e traguardi raggiunti, in nome della politica partecipata, nella convinzione di edificare un mondo migliore.
Potrebbe sembrare un’operazione editoriale che presta il fianco alla nostalgia, ma Flavio Cassani a proposito del fatto che il libro è stato apprezzato da molti suoi compagni, simpatizzati o ravennati semplicemente interessati alle vicende politiche locali, non lo ritiene solo dovuto al piacere di sfogliare un album di ricordi ma anche alla voglia di capire e confrontarsi su temi svolti e risvolti di quella lunga storia.

«Certo un effetto immediato è quello del “io c’ero quella volta…” o “quella me la ricordo…” – rimarca Cassani – ma il libro ha suscitato anche curiosità e discussioni, ad esempio, su quando e come il Pci cambiò pelle, dalle istanze rivoluzionarie e massimaliste, di forte antagonismo politico e sociale a quelle riformiste e socialdemocratiche. Credo che il germe di questa evoluzione venga da lontano e incroci dentro il Pci, a partire dagli anni ‘70, l’esperienza imprenditoriale della cooperazione, la necessità di mediazione del sindacato e, soprattuto, l’esperienza di governo degli enti locali: Regione, Provincia, Comune… Quello che poi fu chiamato “buon governo”, molto attento a realizzare strutture e servizi per il welfare, dedicate all’infanzia, all’istruzione e alla cultura, alla sanità e agli anziani. Cimentarsi con una certa rappresentanza ma a confronto diretto con la complessità della realtà del mondo economico e sociale – commenta Cassani – ha iniettato pian piano una dose fondamentale di pragmatismo nel partito che così ha allargato anche il proprio consenso, la capacità di incidere per il bene dei cittadini. Non dimentichiamoci che a Ravenna e nelle cosiddette “regioni rosse”, Emilia-Romagna in testa,  il Pci ha cominciato a rappresentare anche una bella fetta di piccoli imprenditori, commercianti, artigiani, agricoltori, piccola borghesia impiegatizia, ben oltre una aderenza puramente ideologica».

Congresso Pci Ravenna 1977
Congresso del Pci ravennate del 1977 in un affollato cinema Astoria

Nel mentre ci fu la tragedia della scomparsa di Berlinguer del 1984, uno snodo fondamentale nelle vicende del grande partito…
«Proprio nel solco della svolta riformista e del compromesso storico – ricorda Cassani – questa perdita non solo portò rimpianto e sconcerto ma anche forti contrasti e divergenze dentro il Pci. Questo smarrimento verso il futuro  generò un’occasione perduta, a mio parere, quella di eleggere a segretario, dopo Berlinguer, il sindacalista Luciano Lama. Forse la storia del partito avrebbe preso un’altra piega. D’altra parte voglio ricordare che, a suo tempo, durante una occasionale conversazione col senatore Arrigo Boldrini, il mitico comandante Bulow, sugli scenari politici in evoluzione, anche a livello internazionale, oltre a ribadire la sua attenzione verso i cosiddetti Paesi non allineati, che sanciva una distanza sia dalle potenze capitaliste occidentali ma anche dall’Unione Sovietica, mi consigliò di valutare il pensiero politico di Olof Palme, leader della socialdemocrazia svedese».

A proposito di leader quali sarebbero invece le figure di riferimento o gli eredi del Pci ravennate, in tempi relativamente recenti? Ne ha parlato con i suoi compagni? «Senza togliere nulla all’impegno di tanti dirigenti e amministratori che si sono succeduti nel tempo alla guida del partito e come amministratori pubblici, direi Decimo Triossi, Mauro Dragoni, Vasco Errani. E due dirigenti che ci hanno lasciato troppo presto, Pier Paolo D’Attore, e qualche anno fa il giovane Enrico Liverani».

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