venerdì
22 Agosto 2025

Un anno dopo la mostra su Dante, il Sacral entra nella collezione permanente del Mar

Il Museo d’Arte di Ravenna con il contributo di Marcegaglia ha acquisito l’opera di Tresoldi: era stata selezionata nell’esposizione “Un’Epopea Pop” per reinterpretare il Castello degli Spiriti di Magni nel IV canto dell’Inferno. Collocata nel chiostro, sarà visibile negli orari dei giorni di apertura

1 Edoardo+Tresoldi Sacral Mar Ravenna++Roberto+ConteNella collezione permanente del Museo d’Arte della città di Ravenna (Mar) entra Sacral, l’installazione di Edoardo Tresoldi scelta per la mostra dantesca “Un’Epopea Pop” realizzata nel 2021 in occasione del VII centenario della morte di Dante Alighieri. Sacral è visibile nei giorni e negli orari di apertura del museo nel chiostro cinquecentesco dell’edificio, originariamente sede del monastero dei canonici di Santa Maria in Porto, dediti al culto della Madonna Greca che proprio Dante cita nel Paradiso, cantica conclusa durante gli anni ravennati.

Il Mar è la prima istituzione museale pubblica ad acquisire – con il contributo dell’azienda Marcegaglia – una delle opere di Tresoldi, definito l’artista della “materia assente” e delle cattedrali in rete metallica, e nominato da Forbes nel 2017 tra gli artisti europei under 30 più influenti d’Europa.

9 Edoardo+Tresoldi Sacral Mar Ravenna++Roberto+ConteLa scultura di grandi dimensioni era stata selezionata nel percorso d’arte contemporanea dalla curatrice Giorgia Salerno per reinterpretare idealmente il Castello degli Spiriti di Magni, luogo emblematico che il Sommo Poeta descrive nel IV canto dell’Inferno come un nobile castello abitato da coloro che lasciarono onore e fama sulla terra, uomini e donne sommi per le loro qualità morali ma destinati alla sofferenza eterna perché privi delle virtù teologali.

Tresoldi afferma che «la storia di Sacral e quella del chiostro del Mar si sono incrociate in occasione della mostra dantesca e da subito è stato interessante individuare un senso di armonia nella contaminazione di due percorsi lontani».

Per Giorgia Salerno, conservatrice del Mar che ha selezionato l’artista e l’opera per la mostra dantesca, si tratta di un’opera diventata presto iconica e identitaria del percorso espositivo del museo: «La sua struttura, impalpabile ed eterea, che ben si accostava ad un’interpretazione ideale del Nobile Castello dantesco, dialoga sinergicamente con il chiostro del museo, ponendo perfettamente in relazione i diversi piani architettonici in un effetto di presenza e assenza, peculiare nelle opere di Edoardo Tresoldi, che rimanda ad un immaginario evocato e che ricongiunge storia, narrazione e contemporaneità. È un’acquisizione di grande valore che amplia la collezione d’arte contemporanea attestandola in un circuito sempre più internazionale».

4 Edoardo+Tresoldi Sacral Mar Ravenna++Roberto+ConteL’installazione di Edoardo Tresoldi si aggiunge, così, alle ultime acquisizioni e donazioni del patrimonio museale. «Sacral arricchisce la nostra offerta culturale rivestendo, nel contempo, un alto valore simbolico – ha evidenziato Roberto Cantagalli, direttore del Mar -. L’opera, collocata nel centro ideale del museo, è costantemente visibile dall’esterno e, come un faro, diffonde un fascio di luce verso la città, segnando la rotta verso un approdo sicuro. Una metafora che allude al ruolo del museo, cuore vivo e pulsante della comunità, luogo di aggregazione e strumento di coesione, rigenerazione e crescita».

Svelate le meraviglie artistiche della Domus dei Mille Mosaici

Ecco le prime sintetiche annotazioni e immagini di una ricerca inedita intrapresa nel sottosuolo di Ravenna che testimonia il valore di uno straordinario ritrovamento

Quale occasione più appropriata la prossima inaugurazione della Biennale del Mosaico a Ravenna per svelare una ricerca archeologica di lunga data, poco nota e ancora in corso di valutazione da parte delle autorità competenti, ricercatori e studiosi. Si tratterebbe di una grandiosa Domus Romana sepolta da ben oltre un millennio entro le mura della città, ricchissima di mirabili apparati di mosaici decorativi.
Grazie a una fonte autorevole che, prima di rivelazioni ufficiali, preferisce non essere citata, abbiamo ottenuto una nota sintetica delle vicende di questa scoperta archeologica – che pubblichiamo di seguito quasi integralmente – e che getta nuova luce sulla storia e in specifico sulla tradizione dell’arte del mosaico della Ravenna antica in epoca imperiale. Si tratta di rilievi, reperti e ricostruzioni che una volta confermati e resi pubblici dagli studi portati avanti in anni di pazienti lavori di analisi e restauri, potrebbero fare il pari (se non superare per meraviglia) con la nota “Domus dei Tappeti di Pietra”.
Ulteriori particolari del caso saranno pubblicati nei prossimi giorni nell’ambito delle serie di eventi dedicati alla Ravenna città del mosaico.

«Un magnifico complesso di edifici che circondano una Domus Romana coperta di mosaici, una delle scoperte di maggiore importanza archeologica degli ultimi decenni sepolto nel centro di Ravenna, sotto il cemento di un parcheggio ed un ex-cinema. Una serie di documenti ancora inediti e tenuti riservati per lungo tempo dagli addetti ai lavori, ripercorrono la straordinaria vicenda del complesso della “Domus dai Mille Mosaici” [così è stata denominata dai ricercatori], dai primi scavi agli studi recentissimi, con una ricostruzione del palazzo e della città antica che sorgeva intorno ad esso.

L’inizio di questa vicenda, durata più di quarant’anni, risale al 16 ottobre 1977: durante la demolizione di una vecchia casa, alcuni operai notarono una piccola apertura che conduceva a quello che in un primo momento fu scambiato per un bunker antiaereo della seconda guerra mondiale. Dopo una superficiale ricognizione in cui furono recuperati alcuni oggetti del V secolo, l’intera zona venne ricoperta da una colata di cemento che, in più occasioni tra il 1978 e il 1982, seppellì l’intero complesso. Solo dopo quasi dieci anni, all’inizio degli anni Novanta, il sito venne riscoperto nell’area di un ex cinema a poche decine di metri dal luogo dei primi ritrovamenti. Fu allora che la Soprintendenza Archeologica ordinò un primo sopralluogo.
La prima a sospettare la presenza di una Domus nel sottosuolo fu la professoressa Anna Maria Carpitella, ravennate ed insegnante di Storia dell’arte e archeologia presso l’Università di Padova dal 1986 al 2003.

I PRIMI SCAVI La professoressa Anna Maria Carpitella è stata un punto fermo per tutti gli studiosi che si sono occupati del sito e ha guidato il primissimo scavo archeologico nel 1993-1995 con l’intento di salvaguardare il complesso dalla cementificazione definitiva e di impedire che venisse completamente eroso e distrutto. Il progetto di recupero e valorizzazione fu approvato nel 1992, ma per diversi anni si continuano a incontrare impedimenti tecnici e burocratici.
Già dai primi scavi il porticato esterno, lungo circa 45 metri, fu portato allo scoperto. Le aree interne, ricche di mosaici ed oggetti preziosi, vennero però lasciate intatte poiché allagate e ricoperte da alghe verdastre. Furono necessari più di venti volontari ed un mese di lavoro per aspirare tutta l’acqua stagnante presente all’interno del sito. Nell’estate del 1994, dopo una serie di studi sulle forme architettoniche del palazzetto servile, si arriva alla conclusione dello studio preliminare [sull’edificio]: la struttura presentava tutte le caratteristiche tipiche degli edifici romani già rinvenuti nella stessa zona ed aveva le dimensioni necessarie per essere considerato a tutti gli effetti una Domus [di epoca tardo antica]. Gli studi successivi rivelarono che si trattava di uno degli edifici romani privati più grandiosi conosciuti finora.

LA RICOGNIZIONE DEL SITO Dal 1997 si è iniziato a scavare sotto il cemento che ricopre le terrazze della Domus e nell’aprile 2004 sono stati ultimati gli interventi archeologicamente più significativi: lo spoglio del pavimentazione superficiale su tutta la superficie esposta (circa 400 mq); l’individuazione ed il calcolo dell’estensione delle zone precedentemente indagate della struttura; la ricognizione della zona interna all’area pavimentata con la scoperta di altri due ambienti: il Salone degli Animali e la Sala delle Cinque Muraglie, dove è anche avvenuto il ritrovamento di due pregiate statue in terracotta. Nell’estate 2005 sotto le fondamenta dello spazio destinato al Salone degli Animali, vennero rinvenuti quasi duemila frammenti di sculture in terracotta e quintali di tessere di mosaici di ogni colore. Certo è che nessuno sa cosa accadde alle statue ed eventualmente agli originali mosaici: nell’arco di tempo compreso tra il 705 ed il 1676, Ravenna fu più volte saccheggiata da diversi eserciti. Viene ritenuto sicuro solo che gran parte dei reperti originali vennero distrutti prima del X secolo e secondariamente murati dietro una parete all’interno di una nicchia intorno al XIII secolo […].

LA STRUTTURA DELLA DOMUS L’edificio centrale, con un’area di circa 400 mq, era situato nel luogo più alto della città e molto probabilmente veniva utilizzato come residenza imperiale. Struttura di enorme prestigio, la Domus dei Mille Mosaici è caratterizzata da due colonne ioniche che si ergono all’ingresso. La struttura del palazzo si sviluppa su tre livelli: al piano terra l’atrio d’ingresso e le sale di rappresentanza per i dignitari esterni; al piano inferiore si trovano le stanze adibite a magazzini sul lato nord-est ed i servizi igienici sul lato sud-ovest; infine nell’ultimo livello le stanze private e le due sale: il Salone degli Animali e la Sala delle Cinque Muraglie. Queste sale hanno dimensioni simili ad altri ambienti di rappresentanza della Domus, per cui si può ipotizzare che anch’esse fossero destinate a ricevere dignitari esterni o riservate ad attività ricreative dell’imperatore.

IL PROBLEMA DELLA DATAZIONE La datazione della Domus è un problema ancora aperto poiché, nonostante il ritrovamento di alcuni reperti databili con certezza al VI secolo, la maggior parte degli ambienti presenta elementi incompatibili con questa cronologia. In particolare, la data del Salone degli Animali è ancora incerta: gli studiosi ritengono che questo ambiente potrebbe essere stato realizzato in un secondo momento, forse nel VII secolo, e questo spiegherebbe la presenza di elementi anacronistici ed inusuali. Secondo la professoressa Claudia Carelli, “l’ipotesi più accreditata è che la Domus sia stata costruita nel tardo V secolo, mentre i mosaici del Salone degli Animali potrebbero risalire addirittura all’VIII-IX secolo o essere dei falsi di epoche più tarde. Ci sono però numerose incongruenze anche in questa teoria ed il dibattito è ancora aperto”.

IL MISTERO DEI MOSAICI Uno degli aspetti più affascinanti della Domus è costituito dalla decorazione musiva. Per numerosi studiosi i frammenti rinvenuti nella Domus rappresenterebbero il momento più alto del mosaico classico, ovverosia la fusione di intenzioni artistiche diverse che risultano in una struttura complessa, ricca e compositivamente armoniosa. Altri ritengono che le caratteristiche stravaganti dei reperti siano attribuibili ad interventi successivi all’epoca in cui la Domus fu costruita ed utilizzata come residenza.

Qualunque sia l’origine delle sue decorazioni, la Domus dei Mille Mosaici è considerata un laboratorio creativo dove per decenni furono sperimentate nuove tecniche artistiche con formule anche molto innovative. Si pensi ad esempio all’utilizzo di tessere di diverse dimensioni, delle decorazioni sulla parete a sinistra dell’ingresso con particolari modificazione geometrico-plastiche. Questi mosaici presentano forme molto diverse da quelle utilizzate negli altri mosaici della Domus e in generale nelle costruzioni di Ravenna dello stesso periodo.
I mosaici, realizzati con tessere di pietra, terracotta e vetro colorato, sono stati rinvenuti in tutte le stanze del complesso, anche nelle aree adibite a servizi igienici. La decorazione dei mosaici rispecchia le diverse funzioni degli ambienti: nell’atrio d’ingresso sono stati rinvenuti motivi floreali e nel Salone degli Animali sono stati ritro- vati mosaici con animali selvatici. Creature fantastiche di origine mitologica si mischiano ad animali realmente esistenti e rappresentazioni allegoriche.
Alcuni studiosi ipotizzano che questo genere di immaginario potrebbe essere dovuto all’influenza di diverse culture lontane dal mondo romano, mentre altri argomentano che si tratti di una manifestazione della cultura pagana precedente all’affermazione del cristianesimo. Un terzo filone ritiene che essi siano il risultato della ricerca di nuovi stimoli espressivi intrapresa in epoca tardo imperiale. I mosaici della Domus sono un’opera complessa, che ha influenzato in modi molto profondi tutta la produzione artistica romana. I loro significati possono essere ricercati anche attraverso le varie interpretazioni allegoriche proposte dalla tradizione vernacolare bizantina: il camaleonte utilizzato come simbolo delle trasformazioni sociali impreviste; la volpe come simbolo di astuzia; la lucertola-drago nell’ambito mitologico arabo è sempre stata associata all’illusionismo (alcuni sostengono che potrebbe esserci infatti stato un rapporto diretto tra questo animale fantastico e lo stile più evo- cativo del soffitto).
Ma a rendere ancora più difficile l’interpretazione, vi è la presenza nei mosaici di molti animali africani. Si tratta di rettili, felini ed altri mammiferi che non rimandano a nessun simbolo della tradizione bizantina. Questi animali sono stati probabilmente aggiunti a posteriori, fatto che li renderebbe una testimonianza storia di esotica bellezza. “Essendo il loro significato più difficile da decifrare – spiega Claudia Carelli – si potrebbero ipotizzare diverse interpretazioni: la mostruosità della diversità biologica; i selvaggi come protagonisti ideali del viaggio verso l’orizzontale (cosmogonico) e verticale (eternitario)”».

Le immagini della ricostruzione dei mosaici sono stata generate tramite IA, Dall-e 2 (OpenAl)

Fonte web: Domus of a Thousand Mosaics

Le elezioni viste da chi fa la tv: «Vittoria Fdi parte da scelta delle trasmissioni»

L’analisi di Claudio Ossani, giornalista faentino della Rai che ha seguito la campagna elettorale per La7: il successo di Fdi comincia con la scelta delle trasmissione televisive. «Che errore quella dichiarazione di Letta»

OssaniIl giornalista faentino Claudio Ossani – 38 anni, oggi redattore nel nuovo programma di Marco Damilano su Rai Tre – ha seguito la campagna elettorale in prima persona, come autore della parte politica de L’aria che tira – Estate, programma di approfondimento in onda su La7. Gli abbiamo chiesto un commento sulla tornata elettorale, in quanto addetto ai lavori.

Sorpreso dei risultati delle elezioni?
«No, in realtà erano piuttosto annunciati e non hanno fatto altro che confermare la capacità di leadership di Giorgia Meloni, al di là di Fratelli d’Italia. Credo sia stata una sua vittoria personale, costruita e gestita proprio durante la campagna elettorale. Scegliendo per esempio di andare solo in alcune trasmissioni televisive: “Porta a Porta”, una presenza da Lucia Annunziata, partecipazioni mirate in grado di dare sicurezza al proprio elettorato e una giusta dose di visibilità. E poi tante piazze e comizi».

E all’Aria che tira – Estate?
«Non è venuta, dall’ufficio stampa ci comunicavano di volta in volta che era impegnata, che era a quello o a quell’altro comizio. Una gestione delle partecipazioni televisive portata avanti anche in chiave politica. Piazza Pulita, per esempio, l’ha attaccata esplicitamente per queste scelte, lamentandosi della sua mancata partecipazione. Ma lei ha deciso di non andare evidentemente perché non era quello il suo pubblico».

In campagna elettorale dovevate seguire una linea editoriale? Avete mai avuto imposizioni dall’alto?
«No, nella maniera più assoluta. La7 è una televisione commerciale che per funzionare deve lasciare il massimo della libertà e in effetti ci sono tantissime voci diverse. Ma devo dire che in 13 anni che faccio questo mestiere (su La7 ma anche in Rai, ndr) mi è capitato veramente solo un paio di volte di aver subìto un intervento dell’editore, su cose tra l’altro piuttosto marginali».

L’arrivo del centrodestra al Governo potrebbe avere ripercussioni “gravi” sulla gestione della Rai, come si preoccupa qualcuno?
«Penso e spero proprio di no. Potranno esserci nuove conduzioni, certo, nuovi programmi che racconteranno certi temi che magari negli ultimi anni erano stati lasciati più in disparte. Ma la Rai deve stare comunque sul mercato, raccogliere pubblicità. È la televisione di tutti e non la voce solo di qualcuno. Allo stesso tempo è ovvio che essendo una televisione pubblica di stato ci sia una parte di contenuti gestita da chi ha il potere: la Rai è sempre cambiata a seconda dei governi. Io ci sono entrato nel 2011 con Berlusconi e posso confermarlo. Ma è più un problema di costi, appalti, situazioni che vanno oltre i contenuti. Con tre reti televisive c’è sempre la possibilità di dare spazio a tutti».

WhatsApp Image 2022 09 30 At 18.35.53Com’è lo stato dell’informazione televisiva in Italia?
«La realtà è che è molto, molto libera. Anzi, tornando alla campagna elettorale, il paradosso è che le minoranze spesso sono sovrastimate. Pensa a no vax e no green pass: hanno goduto di una visibilità enorme, ma i risultati elettorali hanno dimostrato che non rappresentavano quasi nessuno. È una conseguenza della dinamica di polarizzazione che deve essere rispettata in tv. I programmi dove sono tutti d’accordo non funzionano, per costruire un parterre che interessi, invece, devi creare divergenze e così si finisce per dare spazio a posizioni divergenti, senza preoccuparsi in realtà di quanto peso abbiano in termini di rappresentanza».

Quanto pesa la tv, in una campagna elettorale ai tempi dei social?
«Per una determinata fascia di popolazione, dai 50 anni in su, la tv è ancora determinante. Contribuisce a formare un’opinione. Anche perché non dobbiamo dimenticarci che ci sono intere zone del Paese in cui internet nemmeno arriva. La tendenza, in generale, è quella di cercare leader, creati anche da tv e social: da Renzi passando per il Movimento 5 Stelle di Grillo, fino a Salvini e Meloni».

E tra i vari partiti, quanta attenzione c’è all’aspetto comunicativo? Quanto vogliono essere presenti in tv?
«Ogni decisione, in un partito politico, ha degli obiettivi molto più grandi rispetto alla semplice apparizione televisiva. Fa sempre sorridere, per esempio, dover spiegare a chi ci accusa di “non avere mai un ospite del Movimento 5 Stelle”, che le apparizioni dei 5 Stelle sono gestite da un unico ufficio stampa centralizzato, quello di Rocco Casalino per intenderci, che decide spesso di non mandare il proprio rappresentante in tv. Anche perché conviene ai 5 Stelle poi dire che “non ci invitano mai in televisione”, quando invece sono i primi a essere cercati. Un modo di gestire la comunicazione in effetti efficace, che fa parlare di loro anche quando non ci sono. Allo stesso tempo hai spesso a che fare con uffici stampa che chiamano in redazione per piazzare ospiti, volti nuovi. lanciare candidati di un collegio sperduto. E con partiti che mandano gli ospiti a seconda delle presenze femminili: “Quante donne avete? Nessuna? Allora non veniamo. Una? Allora ve ne mandiamo un’altra”. Ma così è evidente che è difficile costruire un parterre equilibrato. Decisivo, poi, è il rapporto di fiducia tra conduttori e politici, che è forse il primo passo per costruire la puntata di un talk show».

Un episodio della campagna elettorale che ha sorpreso voi addetti ai lavori?
«Beh, devo dire che tutti, ma davvero tutti, ci siamo stupiti del fatto che il segretario del principale partito della coalizione di centrosinistra sia andato al Corriere Tv a dichiarare che “mica ci devo governare” con gli alleati di Sinistra Italiana e Verdi. Una cosa clamorosa, soprattutto per un elettore in quei collegi in cui a guidare la coalizione era proprio uno dei Verdi o della Sinistra…».

Ecco, il Pd è accusato proprio di una scarsa capacità comunicativa. Quanto c’è di vero?
«Si può notare, magari, nei casi in cui hai aspettative verso una puntata, quando finalmente ti aspetti che dica qualcosa di forte e invece neanche quella volta capita. Ma è difficile avere un riscontro immediato dalla tv, dove comunque, come dicevamo prima, i racconti sono volutamente fortemente polarizzati, ci sono forzature giornalistiche. Il messaggio negativo, come quello di Letta di cui parlavamo prima, arriva invece subito…».

Vivi a Faenza, come giudichi il risultato delle elezioni nei nostri territori?
«La tenuta del centrosinistra, a Faenza, credo sia merito soprattutto di una candidata forte come Manuela Rontini (che ha perso la sfida all’uninominale contro il senatore uscente di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, ma in un collegio che vedeva quella di Ravenna accorpata alla provincia di Ferrara, ndr), lo si vede anche dalla differenza di voti tra Camera e Senato (dove era candidata, ndr). Le 49 preferenze in provincia di Ravenna che hanno invece permesso alla candidata del centrodestra di vincere su quella del Pd alla Camera mi hanno davvero sorpreso e credo che la colpa in quel caso sia davvero dei Dem: quando si perde di così poco in un territorio come quello di Ravenna c’è qualcuno che ha dato troppo per scontato alcune cose. Poi è ovvio che questa legge elettorale, senza preferenze, con collegi ridisegnati, ha fatto il resto; ma qui il Pd avrebbe potuto fare qualcosa prima, al Governo… L’impressione è che il voto nazionale sia davvero molto diverso da quello delle Amministrative, dove forse il centrosinistra riesce a essere più credibile».

Al via il censimento della popolazione, in provincia coinvolti 9 comuni su 18

La nuova modalità elaborata da Istat prevede di selezionare famiglie a campione in numero ridotto di municipi italiani. Partecipare è un obbligo di legge, la violazione prevede una sanzione

Parte la nuova edizione del censimento permanente della popolazione e delle abitazioni. Dal 2018 Istat ha deciso di fare riferimento ad un nuovo modello di rilevazione, che sostituisce i censimenti generali effettuati su tutta la popolazione e che avevano cadenza decennale (l’ultimo si è svolto nel 2011). La metodologia statistica è caratterizza dall’esecuzione di due indagini campionarie annuali, che si svolgeranno da ottobre a dicembre. La rilevazione in tutta Italia coinvolgerà un campione di 1,3 milioni di famiglie residenti in 2.531 comuni (9 su 18 in provincia di Ravenna: Alfonsine, Cervia, Cotignola, Faenza, Lugo, Massa Lombarda, Ravenna, Russi, Sant’Agata).

Grazie all’integrazione dei dati raccolti dal Censimento – attraverso due diverse rilevazioni campionarie denominate “da Lista” e “Areale” – con quelli provenienti dalle fonti amministrative, l’Istat è in grado restituire informazioni continue e tempestive, rappresentative dell’intera popolazione, ma anche di garantire un forte contenimento dei costi e una riduzione del fastidio a carico delle famiglie.

La data di riferimento del Censimento è il 2 ottobre 2022, ossia le risposte ai quesiti inseriti nel questionario devono essere riferite a questa data. I primi risultati saranno invece diffusi a dicembre 2023.

Partecipare al Censimento, oltre a rappresentare un’importante opportunità, è un obbligo di legge, e la relativa violazione dell’obbligo di risposta prevede pertanto una sanzione.

La rilevazione per area ha prevalentemente lo scopo di verificare la popolazione dimorante abitualmente nelle aree campionate da Istat e di rilevare nelle medesime zone gli indirizzi, gli edifici e le abitazioni non occupate. A questo scopo, dal 30 settembre al 12 ottobre i rilevatori incaricati, muniti di tesserino di riconoscimento, provvederanno ad effettuare sopralluoghi presso gli edifici delle zone a loro assegnate e a lasciare nelle buchette della posta la documentazione informativa e un avviso utile per fissare un appuntamento. Dal 13 ottobre al 17 novembre si passerà alla fase di intervista (nel comune capoluogo verranno coinvolte circa 690 famiglie). L’intervista verrà effettuata dal rilevatore mediante la modalità classica del contatto “porta-a-porta”, nell’abitazione delle famiglie campionate, con l’ausilio di un computer portatile, senza questionario cartaceo.

La rilevazione da lista inizierà invece a partire dal 3 ottobre ed ha l’obiettivo di verificare le informazioni riguardanti la composizione delle famiglie, titoli di studio, occupazione, mobilità ecc. e punta prevalentemente sull’auto-compilazione di un questionario online da parte delle famiglie. A Ravenna l’indagine da lista coinvolgerà 3.527 famiglie che proprio in questi giorni stanno ricevendo le lettere personalizzate con cui Istat le invita a compilare il questionario via web e fornisce le relative istruzioni. Si tratta di una breve serie di domande – tempo stimato per le risposte circa 10 minuti – a cui le famiglie campione devono però obbligatoriamente rispondere: per questo, a partire da una certa data scatterà una fase di sollecito con l’invio di lettere, da parte dell’Istat, a quanti non avranno ancora risposto. Infine, dal 7 novembre, le famiglie che ancora non avranno risposto autonomamente, saranno contattati dai rilevatori incaricati dal Comune di Ravenna.

Le famiglie interessate potranno chiedere informazioni contattando il numero verde Istat 800188802  oppure  l’ufficio comunale di Censimento  costituito  nell’ufficio Studi e statistica: tel. 0544.482803-482809-482805)   mail: statistica@comune.ra.it

A Lugo i cittadini che dovessero avere difficoltà nella compilazione del questionario potranno rivolgersi all’ufficio comunale di censimento, posto al piano terra della Rocca di Lugo a fianco dell’ufficio di stato civile. Tel.0545 38452 o anagrafe@comune.lugo.ra.it. Orari di apertura: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12.

Prc: «Finalmente la giunta ha capito che bisogna controllare le ztl e fare multe»

La sezione di Villa San Martino di Rifondazione comunista critica la festa della pedonalizzazione organizzata dal Comune: «Nessuna svolta epocale, solo che si faranno i controlli»

«La zona pedonale già esistente diventa zona pedonale con le telecamere. Questo succede dall’1 ottobre, niente che stravolga la vita umana». Da Rifondazione Comunista di Villa San Martino arriva una frecciata sarcastica all’indirizzo dell’amministrazione comunale di Lugo che ha organizzato per domani, primo giorno di ottobre, la festa della pedonalizzazione. «Ci fa piacere che la giunta di Lugo abbia scoperto con trent’anni di ritardo che le aree pedonali o ztl se non le sorvegli non serve a niente».

Per Prc la festa in piazza è solo un modo per coprire le domande dei cittadini: «Con il suono incessante dell’orchestra del Titanic non si sentiranno le domande del cittadino comune che si chieder come mai in tanti anni non abbiano punito i trasgressori».

La legge che regola le Ztl in Italia è del 1992, quella che regola le chiusure dei centri storici per le città dai 30mila abitanti in su (quindi di Lugo) è del 2010, l’ultimo aggiornamento del Piano dell’Aria Regionale è del 2020: «La Giunta non ha fatto altro che procrastinare fino all’ultimo possibile una cosa che doveva fare anni fa, consentendo a chiunque di entrare con le auto in mezzo alla gente, cose che ormai nel resto d’Italia non si vede più da decenni».

Lugo, telecamera al semaforo di corso Garibaldi: 167 euro per chi passa col rosso

Dopo mesi di test per il funzionamento, dal 3 ottobre scattano le multe

SemaforoDal 3 ottobre 2022 una telecamera farà multe a chi passa con il semaforo rosso a Lugo all’incrocio tra via Biancoli, via Sassoli e corso Garibaldi. Il dispositivo rileverà i passaggi con il rosso dei veicoli che circolano su via Biancoli, con direzione di marcia diritto su via Sassoli e con svolta a sinistra su corso Garibaldi. Le sanzioni previste dal codice della strada è 167 euro e decurtazione di sei punti dalla patente. In caso di reiterazione della violazione nel biennio scatta anche la sospensione della patente.

Il sistema, installato nei mesi scorsi, ha superato il periodo di prova durante il quale ne è stato testato il funzionamento, ma senza elevare sanzioni, che partiranno solo per le infrazioni commesse dal 3 ottobre in poi.

L’installazione di tale impianto è stata fortemente voluta dall’Amministrazione per porre in sicurezza l’incrocio, in considerazione della vicinanza con più istituti scolastici e il traffico veicolare correlato, con l’obiettivo principale di tutelare pedoni e velocipedi.

Un campo fotovoltaico e idrogeno verde per rendere “autonoma” fabbrica di Alfonsine

Il progetto di Ceramica Santa Maria, nell’ambito dell’accordo tra Hera e la multinazionale inglese Gruppo Victoria

Ceramica Alfonsine
Una veduta aerea dello stabilimento

Pannelli sui tetti e un campo fotovoltaico a terra, con la realizzazione  di un impianto di cogenerazione di 5 Mw in grado di produrre energia elettrica e termica che consentirà di rendere completamente indipendente dai fabbisogni energetici la fabbrica.

È il progetto per lo stabilimento di Filo di Alfonsine di Ceramica Santa Maria, che verrà realizzato nell’ambito dell’accordo tra Hera e Gruppo Victoria, multinazionale inglese del settore ceramico, di cui fa parte l’azienda alfonsinese dal 2021.

Nello stesso tempo, ad Alfonsine, verranno avviati progetti preliminari finalizzati a predisporre l’infrastruttura tecnologica di soluzioni innovative: come quella dell’idrogeno verde, con la costruzione di un primo elettrolizzatore da 2 Mw alimentato da energia prodotta da fotovoltaico, in grado di attivare fin da subito un percorso di graduale e progressiva decarbonizzazione delle emissioni dirette dello stabilimento.

L’obiettivo, si legge in una nota inviata alla stampa, è anche quello di «poter creare nuovi posti di lavoro attraverso il potenziamento della capacità produttiva e sviluppando sinergie con le realtà del territorio, come ad esempio il vicino porto ravennate».

 

La festa del volontariato in piazza a Ravenna

VolontarioSabato 1 ottobre a Ravenna si terrà la festa del volontariato, a cura della Consulta del volontariato comune di Ravenna Odv, presieduta da Christian Rivalta, in collaborazione col Csv VolontaRomagna. Durante l’evento, pensato principalmente con e per i giovani, le associazioni saranno libere di esprimere la propria traccia identitaria per presentarsi alla cittadinanza.

L’apertura sarà alle 16, in Piazza del Popolo; dalle 18 si svolgerà la consueta premiazione dei volontari dell’anno; dalle 19 proiezione del filmato realizzato l’anno passato durante la festa del volontariato con la presentazione delle associazioni del territorio; seguirà una esibizione di “Shadre dance family” con l’anteprima dello spettacolo per Linea Rosa di fine novembre; infine, concerto degli “Open doors”, complesso composto da volontari dell’associazione Porte Aperte.

Libertà di stampa: incontro a Conselice con l’inviata di guerra della Rai

Iniziative fino al 6 ottobre. La giornalista Stefania Battistini all’auditorium con Nello Sclavo del quotidiano “Avvenire”

Monumento Stampa Conselice

Conselice torna a ospitare celebrazioni e iniziative per l’anniversario del Monumento alla libertà di stampa. L’appuntamento è in piazza Libertà di stampa, alle 10 di sabato 1 ottobre, dove interverranno Paolo Berizzi, presidente dell’Osservatorio sulla libertà di stampa; Raffaele Lorusso, segretario generale Fnsi, e dei giornalisti Nello Scavo (Avvenire) e Stefania Battistini (inviata Rai per la guerra in Ucraina).

La sera prima, venerdì 30 settembre alle 20.30 nell’auditorium comunale l’intervista ai giornalisti Scavo e Battistini a cura di Loris Mazzetti, con la partecipazione di Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa.

Giovedì 6 ottobre, alle 20.30, sempre all’auditorium comunale, è in programma il convegno “Libertà di stampa: alla luce della pandemia, della guerra in Ucraina, della crisi economica ed energetica qual è lo stato dell’informazione in Italia?”. Intervengono i giornalisti Nevio Galeati, Alessandro Bongarzone, Annamaria Corrado, Lucia Vastano, Carlo Raggi e un rappresentante di Aser; l’incontro è a cura dell’associazione Shahrazad.

Inoltre, tutto il mese di ottobre è aperta la pubblico un’esposizione di libri sul tema della libertà di stampa nella biblioteca comunale “Giovanna Righini Ricci” di Conselice.

Il calendario con tutti gli appuntamenti si può consultare sul sito del Comune di Conselice

 

Cinque cedri precari furono abbattuti: ora dai ceppi nascono sculture per il parco

L’iniziativa dell’artista Giorgio Palli per il San Francesco, con il supporto del Comune

Scultura Palli cippiIl parco San Francesco di Faenza si arricchisce di cinque nuove sculture lignee. Da qualche settimana l’artista faentino Giorgio Palli è al lavoro per realizzare una piccola orchestra partendo da alcuni ceppi.

Negli anni scorsi, all’interno del parco, venne effettuato uno studio di stabilità per le alberature e le analisi evidenziarono la precarietà per cinque cedri dell’Himalaia, così, per ragioni di sicurezza, ne venne deciso il taglio, lasciando nel terreno i ceppi con le radici.

Giorgio Palli, nel vedere i tronchi, propose al Comune l’idea di realizzarne sculture da donare alla città. Dopo aver accolto la proposta dello scultore, l’amministrazione ha dato il via libera al progetto e da maggio di quest’anno, in collaborazione con il personale del Servizio Ambiente, Giardini e Decoro urbano, l’artista si è messo al lavoro.

In quattro mesi di lavoro l’artista ha trasformato tre dei cinque ceppi in altrettante sculture che raffigurano bambini nell’atto di suonare, quasi a formare una piccola orchestra. Alle tre statue, ormai in dirittura di arrivo, nei prossimi mesi si aggiungeranno gli ultimi due elementi.

Chiude anche l’ultimo cinema di Russi. Per riaprirlo servono 70mila euro…

Il Jolly necessita di lavori per ottenere l’agibilità. Si prepara una raccolta fondi

Cine Teatro JollyIl cine-teatro Jolly di Russi quest’anno resterà chiuso. Si tratta dell’ultimo cinema rimasto a Russi, aperto dal lontano 1957, per decenni centro di aggregazione per famiglie, giovani, anziani.

Per poter riaprire – come ricorda il Carlino Ravenna oggi (30 settembre) in edicola – la sala necessità un intervento di messa a norma dell’impianto elettrico, oltre che di lavori per la prevenzione antincendio. Complessivamente servono circa 70mila euro, che la parrocchia di Sant’Apollinare – proprietaria del Jolly – non è in grado di investire.

Ecco quindi una raccolta fondi, che sta facendo il giro di Russi e non solo. In realtà, al momento è possibile comunicare solo la propria disponibilità a donare in futuro, quando effettivamente l’intervento potrà essere realizzato. Al momento l’unica certezza è che il Jolly questo inverno non riaprirà.

Per informazioni sulla raccolta fondi 0544 582540 oppure 339 2106713.

Adiconsum-Cisl organizza due incontri per imparare a fare acquisti sicuri online

A Faenza nella sede dell’associazione dei consumatori il 4 e 18 ottobre una serie di consigli utili per chi vuole restare al passo con le nuove tecnologie

Access Adult Blur 261628Il gap di conoscenze in ambito digitale può condizionare la vita delle persone, soprattutto anziane, e diventare un ostacolo al compiere azioni basilari sia sul piano economico (pagare bollette, accedere ai servizi della pubblica amministrazione) che sociale (rimanere in contatto con i propri cari usando le videochiamate) e sempre più persone anziane che tentano di aggiornarsi e usare i nuovi sistemi digitali anche per fare acquisti, spesso rimangono vittime di truffe.

Adiconsum Romagna (Associazione di difesa dei consumatori promossa dalla Cisl) organizza martedì 4 e 18 ottobre 2022 alle 16.30 nella sede di Faenza in via della Costituzione 62 due incontri gratuiti dal tema “Acquisti online come riconoscere un sito sicuro”.

Secondo una indagine di Adiconsum Emilia Romagna sul Digital Divide nell’anno 2021, su di un campione significativo di over 65, è emerso che il 70% possiede uno smartphone ma solo il 46% lo sa utilizzare, percentuale che si abbassa al 23% quando si parla di PC. Solo il 32% ha effettuato un acquisto on-line negli ultimi tre mesi, sfiduciati dalla paura di incappare in siti truffa e soprattutto dalle metodologie  di pagamento elettroniche, infatti il 54.6% del campione intervistato non si fida ad effettuare dei pagamenti in rete. La stessa sfiducia si riversa nell’utilizzo dell’home banking che viene utilizzato dal 42% solo a livello di consultazione mentre la rimanente percentuale lo conosce ma non lo utilizza oppure non  lo conosce affatto.

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