martedì
26 Agosto 2025

Scienza, attualità, musica: 15 incontri in due giorni con il Post. Ecco il programma

Il 23 e 24 settembre negli spazi di Faventia Sales torna la quarta edizione di “Talk”, l’iniziativa organizzata dal giornale online diretto da Luca Sofri. Luca Bizzarri e Francesco Bianconi tra gli ospiti

244334454 5140592889289415 5738438383988128464 NApprofondimenti e informazione su scienza, attualità, sport e musica per due giorni a Faenza organizzati dal giornale online il Post, con il patrocinio del Comune. La quarta edizione de “il Post Talk” si svolge venerdì 23 e sabato 24 settembre (inizialmente era prevista anche la domenica, poi cancellata per la concomitanza con la tornata elettorale) al Complesso ex Salesiani di via San Giovanni Bosco. L’ingresso agli incontri è gratuito e gli eventi si svolgeranno anche in caso di maltempo.

La giornalista Concita De Gregorio, il frontman dei Baustelle Francesco Bianconi, il fondatore di Internazionale Giovanni De Mauro, l’attore Luca Bizzarri, il giornalista radiofonico Simone Spetia: sono alcuni degli ospiti che si alterneranno sui due palchi negli spazi che accolgono, tra le altre cose, i corsi universitari di Infermieristica e Logopedia.

TALK22 Programma 70x100 Programma R05I numerosi incontri si alterneranno per tutte le giornate negli spazi di Faventia Sales. Tre appuntamenti per il 23 settembre. Alle 17 si parla di “California”, il nuovo libro uscito in questi giorni per la collana Strade Blu di Mondadori di Francesco Costa. Alle 18 Leonardo Tondelli presenta con la scrittrice Laura Tonini il suo libro “Catalogo dei santi ribelli” con le storie di vite diverse che hanno cambiato la Chiesa. Alle 19 letture e musica nell’incontro con la cantante Erica Mou e Concita De Gregorio, che parlerà anche del suo libro “Lettera a una ragazza del futuro”.

Ben dodici gli appuntamenti del 24 settembre, dalle 10 alle 18.30. Si parte, come da tradizione, alle 10 con la rassegna stampa del Post “I giornali spiegati bene”, in compagnia di Francesco Costa e Luca Sofri, seguita, alle 11.30 da un doppio appuntamento: “Cervello in fuga a chi?” con Silvia Oliva, Giulia Zanzi, Lara Porciatti e Ludovica Lugli e “Le bioplastiche spiegate bene. Cosa sono e perché ci servono” con Alessandro Nanni e Luca Sofri. Alle 12.30 Stefano Nazzi e Simone Spetia parlano di “Indagini”; nuovo podcast de il Post che racconta cosa è successo dopo alcuni dei più noti casi di cronaca nera italiana.

Nel pomeriggio, alle 14.30, Luca Bizzarri, Ludovica Lugli e Luca Sofri saranno i protagonisti dell’incontro “Le droghe, in Sostanza”, il titolo del terzo numero della rivista cartacea del Post: Cose spiegate bene. Alle 15.30 appuntamento con “Ci vuole una scienza” in compagnia della divulgatrice Beatrice Mautino ed Emanuele Menietti, mentre alle 15.45 Giovanni De Mauro, Giulia Siviero e Luca Sofri parleranno di esteri e panorama “Internazionale”. Alle 16 si passa allo sport: “Gilles Villeneuve, l’aviatore”, documentario a 40 anni dalla morte del pilota della Ferrari sarà protagonista dell’incontro con Fabrizio Zappi, Pietro Benvenuti, Giangiacomo De Stefano, Gian Carlo Minardi e Valerio Clari. E ancora, alle 16.30 Diego Passoni presenta il libro “Isola” con Ludovica Lugli, mentre alle 17 c’è “Tienimi Morning”, l’incontro tra i due podcast quotidiani di grande successo tra i lettori del Post con Francesco Costa e Matteo Bordone. Ultimi due appuntamenti nel tardo pomeriggio: alle 17.30 si parla dell’economia della rigenerazione con Sergio Celotti, la giornalista Marianna Aprile e Isaia Invernizzi, mentre alle 18.30 chiude la rassegna l’appuntamento in musica “Quello che conta”, conversazione con il musicista e compositore Francesco Bianconi e Luca Sofri.

244352258 5140484782633559 6479566801519170898 NAnche quest’anno torna la collaborazione con Comm To Action, il Laboratorio di Comunicazione d’Impresa di Scienze della Comunicazione dell’Università di Bologna che permetterà di coinvolgere diversi studenti, i quali seguiranno la promozione dell’evento sui canali social sia nei mesi precedenti che nel giorno stesso dell’iniziativa.

L’iniziativa è organizzata da Il Post con il patrocinio e il contributo del Comune di Faenza e dell’Unione della Romagna Faentina e coordinamento e supporto organizzativo di Federica Ferlini. Si ringraziano per la collaborazione Faventia Sales e le aziende che hanno voluto sostenere l’iniziativa: Terre & Motori, ART-ER,  Gruppo Tampieri, Caviro, La BCC ravennate forlivese e imolese, Confcooperative Romagna, In Piazza, Gruppo Hera, Sfera Farmacie, Molino Naldoni, Studio di progettazione Bartoletti Cicognani, Amarissimo, GH Enterprise, Scuola di Musica Sarti, Autodromo internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola e Scuole Marri – S.Umiltà, libreria Moby Dick.

Torna il festival che unisce cinema e musica. Sette film nel concorso internazionale

Il Soundscreen al pala congressi di Ravenna dal 27 settembre al 2 ottobre, tra anteprime europee e sonorizzazioni dal vivo

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Gravel Road

Torna a Ravenna Soundscreen Film Festival, la rassegna dedicata alle produzioni cinematografiche in cui la musica è protagonista, in programma al Palazzo del Cinema e dei Congressi di Largo Firenze, dal 27 settembre al 2 ottobre.

Struttura portante della rassegna sarà il Concorso Internazionale per Lungometraggi (affiancato da quello per cortometraggi) che presenterà il meglio dalla recente produzione filmica a tema. Sette opere selezionate, tra cui molti titoli in anteprima europea: Gravel Road, il doc on the road di Tristan Pemberton che segue in tour la band aborigena dei Desert Stars; la regista franco-algerina Emma Benestan dirotta i tradizionali codici della commedia in un’interpretazione gioiosamente femminista della mascolinità con Hard Shell, Soft Shell; Pablo Miguel Antunes dirige I’m Full of It!, film centrato sulla figura di João Pedro Almendra, ex cantante della punk band portoghese Peste & Sida; Killing Diva di Keunhyun Cho è il ritratto dell’icona del K-Pop Kim Wansun, la “Madonna coreana”; la regista turca Deniz Yüksel Abalıoğlu con Maffy’s Jazz farà riscoprire il talento del trombettista Maffy Falay, mito negli anni ’60, ambito da leggende del jazz come Dizzy Gillespie e Thelonious Monk; da oltreoceano arriva la surreale commedia Me and the Beasts, opera prima del venezuelano Nico Manzano, su di un musicista ispirato e guidato da uno strano duo di creature mascherate; infine dal lontano Iran Requinto, dramma di formazione diretto da Bahador Zamani che racconta di una ragazza che vuole imparare a suonare le percussioni a dispetto delle rigide leggi della sua religione.

Cliccando su questo link il programma completo, con gli orari delle proiezioni, giorno per giorno.

SoundScreen Poster 35x50Tra gli eventi paralleli la sezione Soudscreen.Er dedicata al cinema girato o prodotto nella Regione Emilia-Romagna. Tre le proiezioni, due documentari – Let’s Kiss di Filippo Vendemmiati e Bella Ciao di Giulia Giapponesi – e il ritorno allo schermo di Ulrich Seidl con il decadente e malinconico Rimini. In sala a presentare I loro film gli autori Filippo Vendemmiati (accompagnato dal protagonista, lo storico attivista Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay) e Giulia Giapponesi.

Due gli omaggi: SSFF partecipa alle celebrazioni del centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini e ricorda i 20 anni dalla scomparsa di un’altro mostro sacro della cultura italiana, Carmelo Bene, con la proiezione speciale di Edipo Re, il film che li ha visti insieme sul set nel 1967.

Infine, gli ormai tradizionali Eventi Satellite, ovvero i capolavori del cinema muto sonorizzati dal vivo dai migliori musicisti della scena indie contemporanea. Quattro le live score previste: Luca Maria Baldini presenta in anteprima nazionale un set dedicato a Luis Buñuel e a Germaine Dulac; la band alt-rock bolognese degli Earthset accompagna in esclusiva per Soundscreen ’22 La Terra (1930), drammatico film di culto di Aleksandr Dovženko; Effetto Brama, progetto emiliano di Laura Agnusdei, Giovanni Minguzzi e Giulio Stermieri, sonorizza il primo colossal sovietico di fantascienza Aelita (1924) di Jakov Aleksandrovič Protazanov; il multiforme Bruno Dorella (OvO, Ronin, Bachi di Pietra) sonorizza Blancanieves (2012), versione gotico-andalusa della celebre fiaba dei Grimm diretta da Pablo Berger.

Il festival è dedicato alla memoria dell’ amico giornalista e storico collaboratore Maurizio Principato, scomparso prematuramente il 3 aprile 2021, con il Premio Maurizio Principato per il Miglior Contributo Musicale.

Tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito.

Il festival è organizzato dall’Associazione Culturale Ravenna Cinema, in convenzione con il Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura, con il contributo del MiC – Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in collaborazione con Bronson Produzioni e OpenDDB Produzioni dal basso.

Incassava 780 euro al mese di Reddito di Cittadinanza, lavorando come rappresentante

Scoperto evasore totale dalla Finanza. Non dichiarati 400mila euro di redditi

FinanzaDal 2016 non ha mai presentato le dichiarazioni dei redditi e nonostante stesse lavorando, non si è fatto scrupolo a richiedere (e ottenere indebitamente) il reddito di cittadinanza.

L’evasore – un rappresentante di commercio di beni e accessori per la casa, residente a Castel Bolognese – è stato denunciato dalla Guardia di Finanza. Una volta scoperto,  si è rifiutato di esibire ai militari gran parte della documentazione amministrativo contabile relativa all’attività economica esercitata e pertanto i finanzieri hanno dovuto quantificare i redditi sottratti a tassazione, stimati in circa 400.000 euro, ricorrendo all’utilizzo delle banche dati in uso alla Guardia di Finanza e alle testimonianze di vari clienti e fornitori.

Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, era riuscito a ottenere complessivamente 21.260 euro (corrisposto dal 2020, a rate mensili di 780 euro) dichiarando di non svolgere nessuna attività lavorativa e di aver conseguito nell’anno 2018 un reddito inferiore a 9.360 euro, mentre gli accertamenti delle Fiamme Gialle faentine hanno permesso di accertare che in realtà in quell’anno aveva guadagnato ben 101.472 euro.

Oltre alla denuncia, è stata inviata apposita segnalazione all’Inps di Ravenna per la revoca del beneficio e conseguente recupero delle somme indebitamente erogate nonché alla competente Agenzia delle Entrate per l’accertamento formale e la riscossione delle imposte evase.

Il mini-mercato cooperativo raddoppia: inaugura la nuova sede di Ravenna

Il progetto Stadera – sostenuto da oltre 300 soci – si è trasferito in via Cesari

Stadera Spazio Mercato CooperativoStadera invita tutta la cittadinanza a partecipare all’inaugurazione del nuovo punto vendita in via Cesari 73 a Ravenna, all’angolo con via Santucci, sabato 24 settembre dalle ore 16 alle 19.30, per un brindisi insieme. Si tratta del nuovo spazio-mercato cooperativo, raddoppiato nelle dimensioni rispetto al vecchio punto vendita di via Veneto, dove trovare circa 70 tipologie di prodotti sfusi – dalla pasta al riso, dalla frutta secca ai saponi e detersivi – e più di 1.500 referenze di prodotti, in prevalenza biologici e da filiera corta e responsabile.

Stadera è una cooperativa di consumo gestita dagli oltre 300 soci che ne fanno parte, cresciuti giorno dopo giorno in questi due anni e mezzo di vita del progetto, «e che mettono fra le proprie priorità – si legge in una nota inviata alla stampa – un consumo consapevole, partecipato e rispettoso dell’ambiente e della dignità umana, ma con prezzi accessibili a tutti, perché è l’unione che fa la forza: è proprio la libera partecipazione dei soci che permette di offrire un’alternativa alla grande distribuzione, anche sul costo della spesa».

Per fare parte della comunità di Stadera è necessario diventare socio, con una quota minima una tantum di almeno 25 euro.

Lupi fanno strage di pecore, anatre e oche. La disperazione degli allevatori

Segnalazioni in Bassa Romagna e a Casola: «Difficile ottenere risarcimenti e recintare»

LupoOltre ai cinghiali, i cui avvistamenti anche in pianura sono ormai frequenti, ora ad assaltare allevamenti e imprese agricole della Bassa Romagna sono anche branchi di lupi come quelli che nella notte tra il 18 e il 19 settembre hanno fatto strage di anatre e oche di proprietà dell’azienda La Saracca di Conselice.

Oltre al danno economico subito, con 18 volatili uccisi, c’è da rilevare come gli attacchi di lupi – anche in questo specifico caso accertato dai veterinari dell’Ausl che hanno eseguito il sopralluogo in azienda – stiano avvenendo con più frequenza anche in pianura. Sarebbero, infatti, tre, compreso quello ai danni dell’azienda agricola Saracca, gli episodi accertati sul territorio comunale.

«Oltre alla difficoltà per ottenere i risarcimenti e per ottenerli congrui, dato che i soldi pubblici non sono certo un arricchimento o un aiuto indebito, ma solo un dovuto sostegno a chi deve ricostituire un’azienda compromessa da fattori esterni, come appunto i lupi che, in condizioni normali non dovrebbero potersi spingere sino in queste realtà territoriali, c’è da rilevare – afferma Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna – la difficoltà nel prevenire tali attacchi e più in generale gli assalti della fauna selvatica. Nonostante gli investimenti in prevenzione sostenuti da allevatori e agricoltori, dai recinti alle recinzioni fino ai dissuasori acustici e ai cani da guardiania, i predatori riescono comunque a penetrare e a far strage di animali e raccolti».

Un’altra segnalazione arriva da Stefania Malavolti, allevatrice di Casola Valsenio, coordinatrice di Donne in Campo di Cia Romagna, che nei giorni scorsi dichiara di aver trovato numerosi capi del suo allevamento di ovicaprini uccisi dall’incursione di lupi. Sono state uccise pecore gravide, tutte con grosse ferite al collo e  alcune  anche sventrate. «L’assurdo – racconta Stefania Malavolti – è che poco o nulla  è stato consumato dal predatore, quindi fa pensare che non sia stato tanto per fame, quanto per istinto. Sicuramente non si è trattato di un lupo solitario bensì di un branco. Dopo una ricognizione attorno al pascolo e nei terreni dell’azienda le orme ben visibili, ora che il terreno è umido, sono moltissime».

«Dicono – continua Malavolti – che per difendersi dai lupi o dai cinghiali basta recintare. Forse però non è chiaro cosa voglia dire recintare terreni in collina e montagna con fossi, scarpate, dossi. Il recinto, poi, è fatto per non fare uscire gli animali, non per non farne entrare altri. I recinti sono da controllare ogni giorno per ogni centimetro perché non ci siano buchi o paletti rovesciati. Per costruire un patrimonio zootecnico occorre una vita, anni di lavoro. Per distruggerlo basta un giorno».

Una domenica al parco Teodorico, tra attività sportiva e check up

Torna l’iniziativa di Cna in collaborazione con palestre e associazioni

Teodorico FitnessDomenica 25 settembre, dalle 10, al Parco Teodorico di Ravenna ritorna la manifestazione “Teodorico in Fitness” con l’obiettivo di diffondere la buona pratica del movimento e sensibilizzare i cittadini di tutte le età ai temi della prevenzione e della tutela della propria salute.

L’iniziativa, organizzata dalla Cna, vede protagoniste sei palestre del territorio che si alterneranno in diverse attività sportive, dimostrazioni, esibizioni offrendo anche prove aperte a tutti e gratuite, tra ginnastica ritmica, pilates, zumba, tabata, arti marziali, pole dance, danza classica e danza moderna, scuola di tennis e di calcio.

Alle attività sportive si affiancherà un’area dedicata al benessere, dove sarà possibile fare un check up sullo stato della propria salute, ricevere informazioni e consigli utili dal personale specializzato presente.

Inoltre ci saranno laboratori per i più piccoli per promuovere una sana alimentazione e una sensibilizzazione alla qualità dell’aria che respiriamo.

Informazioni più dettagliate alla pagina Facebook dedicata.

Torna l’Halloween di Mirabilandia, con giornate da «tutto esaurito» per il parco

Dal 1° ottobre al 6 novembre, con aperture prolungate il sabato

Mirabilandia Halloween Horror 06Sabato 1° ottobre prende il via l’Halloween di Mirabilandia, con il parco allestito a tema, tunnel e animazioni per i più piccoli e nuove “horror zone” ben delimitate e attive solo dalle 19, con figuranti che impersoneranno mostri “in carne e ossa” per i più grandi.

Tutti i sabati del mese – che prevedono l’apertura prolungata fino alle 22 – oltre a 30 e 31 ottobre l’offerta si arricchisce con l’Halloween Horror Festival.

«Questa è la tredicesima edizione dell’Halloween più grande d’Italia – commenta Sabrina Mangia, direttrice Sales and Marketing di Mirabilandia -. Da anni è uno dei momenti più attesi della stagione con giorni che registrano il tutto esaurito. Abbiamo da subito creduto in questo appuntamento, che Mirabilandia ha saputo modulare per accontentare sia i più piccoli, sia gli adulti più coraggiosi. Quest’anno abbiamo anche deciso di aggiungere un week end in più, 5 e 6 novembre, per vivere altri due giorni di grande divertimento con le atmosfere horror».

Bakkali (Pd): «Diritti sociali e civili insieme contro la disuguaglianza»

La candidata del centrosinistra alla Camera: «Servono salario minimo e una riforma del lavoro contro la precarietà. Favorevole a una legge sul fine vita e alla legalizzazione dell’autoproduzione della cannabis per uso personale o medico»

Ouidad Bakkali PdOuidad Bakkali, 36 anni, laurea triennale in Scienze Internazionali e Diplomatiche e master in europrogettazione, nata ad Agadir, è stata per dieci anni assessore nel Comune di Ravenna con varie deleghe tra cui Cultura e Infanzia e oggi è Presidente del Consiglio comunale. Alle amministrative del 2021 è stata la più votata del Pd. Ora cerca di entrare in Parlamento, nel proporzionale e da favorita nel collegio uninominale della Camera, sostenuta da Pd, Sinistra/Verdi, +Europa e Impegno Civico.

Nemmeno Ravenna è ormai data come collegio sicuro per il centrosinistra. Cosa si aspetta che accadrà domenica 25 settembre?
«Mi aspetto che le elettrici e gli elettori prima di recarsi alle urne valutino tre cose: la qualità delle proposte in campo e la credibilità di chi le propone, premiando la concretezza e non gli slogan. Secondo, dimostrino di non cascare nel tranello della destra che si propone come alternativa “nuova” di governo presentando la stessa squadra del 2008 che portò l’Italia a inaugurare la stagione dei governi tecnici e a un passo dal default economico. In ultimo, mi piacerebbe che, soprattutto chi è “diversamente giovane”, chieda ai propri figl e ai propri nipoti quale futuro vogliono in Italia e in base alle risposte votino in nome di un patto intergenerazionale, ricordando che abbiamo messo sulle spalle delle nuovi generazioni italiane un debito enorme e che non meritano di vivere in un’Italia isolata e dove il modello per le politiche sulle famiglie e sui diritti è Orbàn».

Ci elenchi tre priorità per il paese e tre per il territorio.
«Lavoro e lotta alle povertà, caro energia, sanità. Sul locale: infrastrutture e porto, Pnrr, decentra- mento e coesione territoriale»

Il Pd sta lanciando messaggi che possono apparire contraddittori, in particolare sull’ambiente. Per esempio, si dice a favore della transizione ecologica ma vuole a tutti i costi il rigassificatore a Punta Marina, ed è coalizzato a una forza, SinistraItaliana/Verdi, che è contraria. Come si spiega?
«Al contrario, credo invece che il Pd a Ravenna abbia mantenuto una linea coerente e lungimirante sui temi ambientali: nella parola “transizione” coesistono due concetti. Il primo è la dinamicità, ovvero attivare i processi di semplificazione e stimolo per produrre quantità di energia da rinnovabili. Il secondo è il tempo, non si può pensare di balzare all’esclusivo utilizzo di rinnovabili senza passare da un periodo di politiche che prevedano un mix energetico, a maggior ragione in un contesto internazionale che ci vede dipendenti primariamente dal gas russo e dai prezzi fissati dai Paese dai quali riceviamo gas tramite i gasdotti. Il rigassificatore rientra in una strategia nazionale ed europea che ci permette di aumentare il nostro potere contrattuale sui prezzi e al contempo dobbiamo accelerare sulle rinnovabili per esempio con il progetto di parco eolico Agnes».

Qual è la ricetta del Pd contro il caro energia?
«Una bolletta della luce sociale che copra il peso degli aumenti sui redditi più bassi che nella nostra Regione potrebbe riguardare tra il 6 e il 10% di famiglie. Per le imprese proponiamo il raddoppio del credito di imposta, dal 25 al 50% per quelle energivore e alle altre dal 15 al 30%. A livello europeo va affrontato il tema del disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica da fonti rinnovabili e fermata la speculazione finanziaria».

Letta ha detto da poco di volere abolire il Jobs act che pure proprio il Pd (allora guidato da Renzi) aveva votato e che molti hanno difeso con convinzione negli anni. A quale Pd devono credere gli elettori?
«Se osserviamo oggi lo stato di salute del mercato del lavoro in Italia credo che anche i più affezionati al Jobs act possano convenire che è necessaria una profonda riforma che tuteli la dignità delle persone e si affidi meno a improbabili aggiustamenti spontanei del mercato. L’intervento sul tema del lavoro è prioritario tenendo insieme salario minimo, legge sulla rappresentanza, una riforma sul modello spagnolo che contrasti il precariato, concepisca il contratto a tempo determinato solo per picchi produttivi, sostituzioni e stagionalità».

Lei si è sempre spesa molto sul tema dei diritti civili. Quali sono secondo lei le prossime conquiste da perseguire e le priorità?
«Diritti sociali e diritti civili devono marciare insieme, oggi più che mai, in quello che è uno dei momenti storici più caratterizzato da disuguaglianza e nel quale la forbice sociale si divarica sempre di più e se all’analisi del confronto tra chi ha di più e chi ha di meno integria- mo la lente generazionale, di genere o di background culturale, vediamo che le condizioni peggiorano. Non possono più aspettare le battaglie sul diritto di cittadinanza, tutele contro i crimini d’odio legati all’identità di genere, all’orientamento sessuale o alle disabilità. Così come leggi in ritardo di decenni che costano sofferenze insopportabili, penso al fine vita, o quelle che mirano a contrastare i traffici delle mafie, ovvero la legalizzazione dell’autoproduzione per uso personale della cannabis o per garantire le terapie mediche».

Lei dice che diritti sociali e civili devono andare insieme, eppure su questi ultimi la percezione è che siano diventati più materia dei 5 Stelle, a cominciare dal Reddito di Cittadinanza.
«Sul reddito di cittadinanza vorrei dire che la prima misura di contrasto alla povertà è del Pd, parlo del Reddito di inclusione. Il grande errore commesso sul Reddito di cittadinanza è averlo inteso come politica di contrasto alla disoccupazione. Noi vogliamo mantenere gli strumenti che hanno dato sostegno, e quindi ossigeno, alle famiglie in difficoltà, facendole emergere dalla povertà assoluta. La dignità delle famiglie è per noi una priorità».

Bolkestein e spiagge all’asta: avevate fatto mille promesse, ma ora siamo punto e a capo e il provvedimento è legato al Pnrr che il Pd difende a spada tratta. Cosa può dire ai bagnini preoccupati per il loro futuro?
«Di non affidarsi a chi sul tema specula da anni, mentre noi abbiamo mantenuto una posizione realista e diversa da chi ha raccontato in questi anni, mi riferisco alla destra, che si potevano bloccare le procedure di evidenza pubblica per poi rimangiarsi la parola nel momento in cui erano al governo. Ora tutto è rimandato a decreti attuativi. La posizione del Pd è sempre stata molto chiara, ovvero il riconoscimento del valore commerciale delle imprese e i tempi per indire le evidenze pubbliche».

Sull’immigrazione il Pd ha cambiato negli ultimi anni alcune sue posizioni. Se si trovasse in Parlamento voterebbe per esempio il rifinanziamento degli accordi con la Libia, voluti proprio da un ex ministro Pd, che di fatto hanno reso possibili veri e propri lager per i migranti che cercavano di raggiungere l’Europa?
«Quello che succede nei lager libici è una macchia indelebile di cui noi tutti dovremo rendere conto ai nostri figli e nei libri di storia, sulla gestione complessiva delle migrazioni e su accordi con Paesi come la Libia o la Turchia, che sono diventati confini invalicabili del mondo in cui restano bloccati in condizioni disumane e degradanti esseri umani, spesso anche bambini e bambine. Così come il Mar Mediterraneo nel quale si continua a morire quotidianamente. Credo che l’Italia debba mantenere un ruolo attivo nella cooperazione internazionale mirata alle operazioni di State building, ambito su cui l’onorevole Pagani ha lavorato con grande competenza, consapevoli della precarietà e fragilità della situazione politica libica. Quello che invece sognerei è di poter votare in Parlamento una strategia europea sulla gestione delle politiche migratorie che metta al centro la dignità umana e la cooperazione tra gli Stati membri; se vincesse la destra non ci si porrebbe neanche il tema, Meloni siede in Europa con i sovranisti di estrema destra ungheresi e polacchi che con i veti blocca qualsiasi avanzamento sul tema. Nel prossimo Parlamento vorrei si votasse l’abolizione della Bossi- Fini, decreti flussi strategici, meccanismi di ricerca e soccorso tempestivi in mare di cui siano responsabili tutti i Paesi europei e il superamento degli accordi di Dublino».

Lei è pacifista? È favorevole all’invio di armi in Ucraina?
«Sì, perseguo la pace e l’autodeterminazione dei popoli. L’Ucraina è stata aggredita e sul suo territorio si sta consumando una tragica guerra e credo che tra le varie misure atte a isolare la Russia e aiutare l’Ucraina a difendersi, resistere e negoziare da Paese indipendente vi debbano essere anche le forniture militari, senza queste l’Ucraina avrebbe già perso la guerra. A maggior ragione se parallelamente, attraverso l’acquisto di gas, continuiamo a finanziare in parte anche l’aggressore. Questo ovviamente non significa che la via diplomatica del conflitto non resti la via maestra».

Lei è anche vicesegretaria del Pd regionale. Se doveste perdere le elezioni, Letta dovrebbe dimettersi? Cosa ne pensa di Bonaccini prossimo segretario nazionale?
«Oggi tutte le energie sono sul voto 25 settembre, come in questa campagna elettorale il Pd nazionale credo abbia sempre più bisogno di valorizzare l’esperienza dell’Emilia-Romagna dove in questi anni si è vinto praticamente ovunque e si governa con innovazione e in questo Stefano Bonaccini dovrà avere un ruolo centrale».

Troppi batteri nel mare, vietato fare il bagno a Punta Marina e nel Cervese

Ordinanze temporanee dei Comuni, dopo le analisi microbiologiche

Balneazione Divieto 2
Foto di repertorio

È stata emessa martedì 20 settembre, dal Comune di Ravenna un’ordinanza di divieto temporaneo di balneazione a Punta Marina (dall’inizio delle barriere frangiflutti al confine con Lido Adriano – zona campeggi).

Ordinanze simili sono in vigore in alcuni tratti del litorale cervese.

(edit: divieto revocato il 22 settembre)

Il provvedimento si è reso necessario sulla base degli esiti delle analisi microbiologiche del campione di acque marine prelevate, da cui è emersa una concentrazione superiore ai valori limite dei parametri “Enterococchi intestinali”.

Questo superamento è da intendersi riconducibile alle intense piogge che si sono verificate nei giorni scorsi, che hanno provocato piene importanti dei fiumi e dei canali che poi sfociano in Adriatico, e si prevede di breve durata.

Il divieto sarà revocato non appena sarà emesso un nuovo rapporto di prova da parte di Arpae che attesti il rientro del valore del parametro nei limiti previsti dalla legge.

Sentenza Minguzzi, le motivazioni slittano. La famiglia: «Decisione presa in un’ora»

Trascorsi 90 giorni dalla lettura delle tre assoluzioni per il delitto di Alfonsine, il presidente della corte chiede altri tre mesi. La sorpresa dei fratelli e della madre: «Camera di consiglio breve e durante il dibattimento la corte aveva spesso ridimensionato la complessità del processo»

8Sono passati tre mesi dalla sentenza per l’omicidio di Pier Paolo Minguzzi, arrivata a 35 anni dal delitto, e bisognerà aspettare altri tre mesi per leggere le motivazioni delle tre assoluzioni. Il presidente della corte d’assise di Ravenna, Michele Leoni, ha chiesto e ottenuto dalla corte d’appello di Bologna una proroga dei termini: i novanta giorni annunciati al momento della lettura del dispositivo (il 23 giugno scorso) non sono stati sufficienti e ne ha chiesti altrettanti. Il dibattimento era durato un anno in cui si erano celebrate 17 udienze con l’audizione di una quarantina di testimoni (qui tutta la cronaca). Nella richiesta del presidente della giuria si fa riferimento alla “straordinaria complessità del processo”.

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I familiari di Pier Paolo Minguzzi: da sinistra la sorella, la madre e il fratello

Il prolungamento dei tempi non ha lasciato indifferente i familiari del 21enne. I tre legali che assistono il fratello Gian Carlo, la sorella Anna Maria e la madre Rosanna Liverani hanno divulgato una breve nota che contiene il commento delle tre parti civili: «Con sorpresa abbiamo appreso della richiesta di proroga di ulteriori novanta giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza di assoluzione. Più volte infatti nel corso del dibattimento avevamo sentito la Corte ridimensionare la complessità del processo e la breve durata della camera di consiglio – neppure un’ora – sembrava andare in questa direzione. Evidentemente così non è, tanto che la Corte ha ora ritenuto di richiedere una proroga del termine massimo. Siamo pertanto più che mai curiosi di conoscere le motivazioni della sentenza di assoluzione. Purtroppo il nostro Pierpaolo non c’è più e dopo trentacinque anni vogliamo capire perché i responsabili della sua morte non sarebbero stati ancora individuati».

Alzheimer e demenza, in regione i malati sono quasi il 6 percento degli over 65

Il 21 settembre la giornata mondiale. In regione un progetto per intercettare i casi “giovanili”

Alzheimer, AnzianoSi comincia banalmente a dimenticare alcune cose, si arriva dopo qualche anno al punto in cui non si riescono più a riconoscere nemmeno i familiari e ad aver bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici.

Sono gli effetti della malattia che prende il nome da Alois Alzheimer, neurologo tedesco che per la prima volta nel 1907 ne descrisse i sintomi e gli aspetti neuropatologici. I primi sintomi sono spesso erroneamente attribuiti all’invecchiamento o allo stress, mentre il decorso della malattia può essere rallentato se diagnosticato tempestivamente.

Domani, 21 settembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Alzheimer istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1994 per informare e sensibilizzare su questa forma di demenza, che colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni (in Italia si stimano 600mila ammalati su oltre un milione di persone affette da demenza).  Oltre alla malattia di Alzheimer, che è la più frequente, esistono infatti un centinaio di diverse malattie cerebrali di natura degenerativa, vascolare o traumatica che possono causare la demenza.

Numerose le iniziative sul territorio regionale per sensibilizzare la comunità e per sostenere malati e familiari, da Piacenza a Rimini: convegni, maratone sportive, forum, mostre, camminate ricreative, passeggiate nei parchi, corsi per operatori e volontari, attività ludiche e motorie. Tutte accomunate da un interesse: combattere lo stigma ancora elevato che contribuisce all’isolamento di malati e famiglie.

I numeri in Emilia-Romagna

Il fenomeno delle demenze, in linea con le previsioni epidemiologiche legate all’invecchiamento della popolazione, non risparmia l’Emilia-Romagna, dove il 22% della popolazione ha più di 65 anni.

Al 31 dicembre 2021 i pazienti con demenza in carico al Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna erano 62.741, di cui il 50% circa affetto da forme medio-gravi. La prevalenza è di 22,6 per 1.000 abitanti; la percentuale rispetto alla popolazione residente (4.458.006) è dell’1,4%; quella delle persone rispetto alla popolazione ultra65enne (1.073.202) è del 5,8%.

Sul totale, la percentuale di malati di Alzheimer è del 60%. La fascia di popolazione affetta da forme di gravità maggiore (non autosufficienti) che fanno ricorso all’Assistenza domiciliare integrata sono il 20,1%, pari a 12.588 persone con demenza, quelle assistite in CRA sono il 26,2%, ovvero 16.424 persone, quelle in hospice sono l’1,1%, corrispondenti a 697 persone.

Nel 2021, nonostante il perdurare dell’emergenza legata alla pandemia da Covid-19, sono state valutate dal sistema sanitario regionale come prima visita 28.843 persone (erano state 20.687 nel 2020) ed eseguite 53.140 visite di controllo (41.619 del 2020), con 16.038 nuove diagnosi di demenza (rispetto alle 13.000 del 2020).

Inoltre lo scorso anno in Emilia-Romagna sono state effettuate 7.084 diagnosi di “Mild Cognitive Impairment” (Disturbo Neurocognitivo Minore), una condizione di rischio che deve essere attentamente monitorata per la sua possibile evoluzione in demenza. Ogni anno, i 63 Centri per i disturbi cognitivi e le demenze presenti sul territorio regionale registrano mediamente contatti con oltre 80mila persone (erano 60mila nel 2020) tra prime visite e controlli con una marcata tendenza di ripresa nel 2021, dopo la flessione dei contatti dovuta alle limitazioni imposte dalla pandemia.

Il ruolo della prevenzione

Attualmente la Regione è impegnata nella realizzazione degli obiettivi del Fondo Alzheimer previsto dal ministero della Salute, che per l’Emilia-Romagna ha individuato un primo stralcio di finanziamento nel triennio 2021-2023 pari a 927mila euro per sostenere la rete di diagnosi, cura ed assistenza dedicata alle demenze. Le Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna lavoreranno, anche con l’utilizzo di questo fondo, sull’implementazione della diagnosi precoce del disturbo neurocognitivo minore, sullo sviluppo della continuità assistenziale attraverso la telemedicina specialmente nelle aree più disagiate del territorio regionale, sulla realizzazione di interventi psicosociali come la stimolazione cognitiva o interventi di supporto al caregiver.

L’ultimo rapporto dell’Alzheimer’s Disease International, recentemente pubblicato, conferma infatti che esistono 12 fattori di rischio per l’insorgenza di questa patologia, e precisamente l’inattività fisica, il fumo, l’abuso di alcol, l’inquinamento ambientale, i traumi cerebrali, l’isolamento sociale, il basso livello di istruzione, l’obesità, l’ipertensione, il diabete, la depressione e la perdita dell’udito. Questi fattori, se adeguatamente controllati, possono ridurre di circa il 40 % i casi di demenza e vanno contrastati attraverso una forte azione sugli stili di vita e il monitoraggio sulle patologie croniche.

La Regione ha infatti approvato un progetto per la cura dei casi, ad esordio atipico e più aggressivo, che si verificano prima dei 65 anni: la cosiddetta demenza giovanile, che il miglioramento della capacità diagnostica e tecnologica del sistema sanitario permette di far emergere sempre più tempestivamente (già intercettati, alla fine del 2021, 1.421 casi di demenza giovanile). Inoltre si sta lavorando per fornire ai professionisti sanitari e sociosanitari e ai caregiver indicazioni precise per gestire queste persone a livello ambulatoriale, domiciliare e in contesti semiresidenziali e residenziali.

Ulteriore documentazione, informazioni, opuscoli informativi e dati sono disponibili sul sito della Regione Emilia-Romagna all’indirizzo https://salute.regione.emilia-romagna.it/socio-sanitaria/alzheimer

Daini a Classe: «Nessun intervento previsto dalla Regione è stato attuato»

Il consigliere Ancisi di LpR ha firmato la petizione e presenta una mozione: «Non ci sono fondamenti giuridici per la macellazione»

Daini Stagno Classe
Daini nella pineta di Classe (foto Willy Maurizio Mazzanti).

Non ci sono fondamenti giuridici validi per la decisione del Parco del Delta del Po di catturare circa un migliaio di daini nella pineta di Classe lasciando che possano anche essere venduti ad allevamenti per la macellazione. Ne è convinto Alvaro Ancisi, il consigliere comunale di Lista per Ravenna: «Gli atti messi in campo allo scopo dalla Regione e dal Parco vanno annullati, salvo esporli a inevitabili stroncature giudiziarie, se non anche a denunce penali».
Ancisi ha firmato la petizione formulata da una rete di associazioni ambientaliste e animaliste. Il decano dell’opposizione, inoltre, ha accolto l’invito della stessa rete per presentare in municipio una mozione da sottoporre a discussione e votazione (vedi paragrafo a fondo pagina).

L’indagine di mercato lanciata a fine agosto dal Parco – per raccogliere l’interesse e le offerte al rialzo dei soggetti interessati che poi dovranno essere invitati al bando vero e proprio – troverebbe presupposto giuridico in una deliberazione (140/2021) con cui la giunta regionale ha approvato un “Piano regionale per il controllo delle popolazioni di daino (Dama Dama) di Lido di Classe e Lido di Volano”, seguita da analoga deliberazione del comitato esecutivo dell’Ente Parco. «Entrambi questi atti – dice Ancisi – sono però in aperta contraddizione con il principio fondamentale che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato. La legge assegna alle Regioni la possibilità di autorizzarne dei piani di abbattimento, ma questi possono essere attuati solo dalle guardie venatorie dipendenti dalle Province, essendo però assolutamente vietato alcun prelievo della selvaggina da parte di terzi, tanto meno perché lucrino sulla sua carne».

A proposito va sottolineato che il consigliere segnala una recente sentenza di incostituzionalità per una analoga iniziativa della Lombardia, e intanto, per quanto riguarda la ricerca di mercato del Parco del Delta del Po, scaduta il 15 settembre, nessuna impresa è interessata ai potenziali guadagni dalla cattura dei daini della pineta di Classe. Quindi le strade per risolvere la questione restano ancora tutte aperte.

Per ridurre il branco di daini, secondo Ancisi, la strada è aggiornare i piani della Regione regolarmente vigenti. «Per primo il Piano per il controllo delle popolazioni di daino che porta la data del marzo 2021. Si prevedeva la cattura di 30 ungulati l’anno ripartiti tra la pineta di Classe e quella di Volano (nel Ferrarese, ndr) e il loro spostamento in luoghi dove possono essere liberi. Ma non sarà facile». C’è poi un Piano faunistico regionale, approvato anche dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale): «In vigore dal 2018 e valido a tutto il 2023, ha tra gli obiettivi primari la salvaguardia dell’agricoltura e la riduzione degli incidenti stradali con un ventaglio di misure e azioni di prevenzione: sensori elettronici che propagano stimoli acustici all’avvicinarsi di un ungulato selvatico; dissuasori elettronici che, attivati con le luci dei fari, emettono stimoli visivi e acustici di disturbo degli animali; dispositivi ad ultrasuoni che li tengono lontani».
Un’ispezione dei luoghi circostanti la pineta di Classe, documentata da un’ampia raccolta di foto e video, compiuta il 21 novembre 2020 da volontari dell’associazione Clama, coadiuvati dalle guardie ecologiche volontarie, ha rilevato l’assenza di infrastrutture preventive.

Interrogazioni e mozioni a difesa dei daini sono state presentate anche in Regione, da Europa Verde, 5 Stelle e Gruppo Misto.

Protesta Animalisti Regione
Protesta degli animalisti nella sede della Regione a Bologna

Raccolta firme e sit-in per salvare “bambi”. Una rete di associazioni è scesa
in piazza a Ravenna e il 2 ottobre manifesterà a Lido di Classe

Diverse associazioni della galassia ambientalista e animalista si sono riunite in una rete che ha avviato una protesta contro la decisione di abbattere i daini di Classe. Si sono già tenuti sit-in sotto la sede della Regione a Bologna e in piazza a Ravenna. Il 2 ottobre una marcia a Lido di Classe. In parallelo è stata lanciata una petizione con raccolta firme in circa 70 esercizi commerciali in Emilia- Romagna (elenco aggiornato sulla pagina Facebook “Rete associazioni tutela daini Classe e Volano”).
Al momento sono alcune centinaia quelle raccolte nel Ravennate, a cui dovranno sommarsi quelle raccolte altrove. La prima richiesta della petizione è per l’installazione di tutte le misure possibili di difesa: recinzioni, segnalatori acustici e luminosi, perché anche un solo daino può essere pericoloso per la circolazione stradale. Gli ambientalisti poi chiedono che il censimento dei capi venga fatto con maggiore precisione per avere chiaro il numero e se davvero si sia difronte a un sovrannumero, visto che le cifre dei danni agricoli sono risibili e non si registrano incidente stradali.

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