giovedì
21 Agosto 2025

Ravenna Urban Trail 2022, di corsa e in cammino fra i solchi della storia

Partenza domenica 3 luglio, alle 6 di mattina dallo Chalet dei Giardini per tre itinerari lungo le memorie acquifere e le aree verdi della città

Urban Trail percorsi partenza

Prende il via, come di consueto allo spuntare del sole, domenica 3 luglio l’Urban Trail Ravenna Città d’Acque che compie dieci anni dall’esordio all’insegna di sport, natura e cultura nell’ambito della dimensione cittadina.
Promossa e organizzata dall’associazione Trail Romagna, in collaborazione con il Comune di Ravenna e lo Chalet dei Giardini Pubblici, l’evento in memoria di Andrea Tamburini, prevede tre itinerari, in gran parte ampiamente collaudati: il percorso “solo corsa” di 15 km; il percorso “cammino/corsa” di 7 km (entranbi i percorsi si scelgono alla partenza); il “trekking urbano” di 5 km, dedicato a “Ravenna medievale vista dalle mura”, accompagnato dalla nota studiosa di storia e archeologia Paola Novara (vedi approfondimento a fondo pagina).
La partenza è fissata per tutti alle 6 del mattino dallo Chalet dei Giardini.

Far puntare la sveglia all’alba e convincere runners e camminatori a percorrere strade e sentieri della propria città quando questa si presenta accessibile come non mai, è stata la scommessa vinta con l’Urban Trail. Il percorso che collega le aree verdi di Ravenna attraverso antiche e attuali vie d’acqua unisce al tempo stesso sport e cultura rendendo i partecipanti consapevoli del rapporto indelebile e controverso che la nostra città ha sempre avuto con l’acqua.
Così anche nella decima edizione, Ravenna con la fantasia tornerà a due passi dal mare e solcata da quelle acque di cui percepiamo solo i segni e che ricordiamo nel- la toponomastica: Padenna, Lametta, Molino, Molinetto, Panfilia, Montone Abbandonato, antico squero… Un’occasione per riappropriarsi della città e ripercorrerla insieme alla sua storia. Da qualche anno la manifestazione ha impreziosito la proposta aprendo gran parte dell’antica cinta muraria grazie alla sensibilità e disponibilità del- l’Amministrazione Comunale. Un tracciato molto affascinante che nei progetti futuri sarà nuovamente fruibile a cittadini e turisti.

Trekking urbano: le porte di Ravenna e le acque sul percorso delle antiche mura

Uno dei percorsi dell’edizione 2022 del Ravenna Urban Trail, propone una camminata intorno ai secolari varchi della città, un tempo strettamente connessi ai corsi fluviali. Con la guida esperta di Paola Novara che ha scritto in proposito queste note storiche.

Quando guardiamo le vecchie porte di Ravenna difficilmente pensiamo che un tempo fossero strettamente legate ai corsi d’acqua che per secoli hanno solcato e circondato l’abitato urbano. Basta prendere in mano qualche cartolina dei primi anni del Novecento per vedere ancora accennati nella topografia dell’epoca quei ponti che dall’antichità, con le opportune modifiche, avevano permesso di attraversare i corsi d’acqua che lambivano le mura e che, per motivi pratici, erano una sorta di prolungamento verso l’esterno delle porte che si aprivano sull’antico circuito.

L’abitato di Ravenna si è sviluppato rapportandosi con i numerosi corsi d’acqua che giungevano fino alla costa solcando i cordoni dunosi paralleli alla linea di costa. Il compianto Paolo Fabbri riteneva che con la costruzione delle mura urbane, all’inizio del V secolo, si provvedesse a regimentare i due principali fiumi legati alle origini di Ravenna, Padenna e Lamone, in una canalizzazione esterna alla città. Il Padenna sarebbe stato deviato in modo da farlo girare attorno all’angolo nord-ovest del percorso murario e raggiungere il Lamone all’altezza di porta Adriana, mentre il Lamone (che giungeva a Ravenna tracciando il percorso della odierna via Faentina e percorreva un tratto corrispondente all’attuale via Cavour, per andare a confluire nel Padenna nell’odierna piazza A. Costa) sarebbe stato indirizzato a sud-ovest e fatto penetrare in area urbana per raccordarsi con il Padenna. Un nuovo intervento sul Lamone fu operato nell’alto Medioevo. Intercettato all’altezza di porta Adriana, il fiume fu condotto nell’alveo prosciugato della fossa Asconis e portato a fluire nel canale Badareno presso il monastero di S. Maria della Rotonda (Mausoleo di Teodorico), dopo averlo fatto costeggiare il tratto settentrionale delle mura. Infine, fra il 1288 e il 1295, il Montone fu condotto nell’alveo abbandonato del Lamone, lungo le mura fino all’altezza di porta Adriana.

Pertanto a partire dal XIII secolo e fino alla metà del XVIII secolo le mura di Ravenna furono lambite a nord dal Montone e a sud da un percorso in cui convogliavano il fiume Ronco-Acquedotto, il canale del Molino e il canale della Lama. I due corsi d’acqua, attraverso i quali si alimentava il fossato attorno alle mura e il sistema di canali che solcavano la città, si riunivano a circa 2 km a Oriente delle mura per sfociare in mare.

Le informazioni riguardanti i ponti che permettevano di attraversare i fiumi in prossimità delle porte risalgono al pieno Medioevo. Lungo il tratto settentrionale delle mura si collocarono i primi ponti che permettevano di accedere agli agglomerati abitativi che si andavano formando da qualche tempo. Lo stesso accadde a meridione, al di là della porta Ursicina, detta Sisi, in una situazione molto più complessa in quanto in quell’area era stato allestito nell’alto Medioevo, un potenziamento delle mura noto come castrum sancti Petri, il quale era raccordato a porta Sisi con un ponte levatoio, poi sostituito da una struttura in muratura quando ormai la fortificazione era stata defunzionalizzata.

Dunque un rapporto simbiotico quello fra mura, porte e percorsi d’acqua, talvolta non percepibile soprattutto da qualche decennio, cioè da quando anche gli ultimi canali che affiancavano alcune strade di periferia sono stati sotterrati. Ma una realtà che possiamo leggere attraverso la toponomastica e la cartografia storica, così immediata da renderne agevole la fruizione anche a chi non è specializzato in queste materie.

Per informazioni dettagliate sul regolamento di partecipazione e le iscrizioni (esclusivamente online), consultare il sito web di Trail Romagna

Servizi per l’infanzia, i sindacati ancora contro il Comune di Ravenna

Dopo il caso Mani Fiorite, ora tiene banco quello dei centri estivi comunali

Scuole InfanziaOltre 200 bambini sono rimasti fuori dai centri estivi comunali per la fascia di età 0-6 anni (mentre per i più grandi il Comune aveva scelto di non organizzarne più direttamente) e i sindacati, a Ravenna, ne approfittano per tornare all’attacco del Comune, dopo il caso dell’esternalizzazione della scuola Mani Fiorite.

«Lasciare centinaia di famiglie senza risposta, se non l’indicazione dei servizi privati che hanno disponibilità di posti, con rette molto più onerose, significa ancora una volta scaricare gli oneri dell’accudimento dei figli in particolare sulle donne, pregiudicando possibilità occupazionali nel periodo estivo – si legge in una nota di Cgil, Cisl e Uil -. In molti casi le famiglie dovranno scegliere tra un lavoro stagionale o sostenere rette di frequenza molto più elevate del previsto. L’elevata percentuale di bimbi che frequentano i servizi educativi comunali non può comunque giustificare qualsiasi scelta sul tema dei servizi all’infanzia».

«È convinzione di Cgil Cisl Uil – continua la nota – che l’attenzione rivolta alle politiche sociali, in questo caso ai servizi per l’infanzia, al sostegno alle famiglie e all’occupazione femminile debba ritenersi prioritaria e trovare adeguata copertura finanziaria. L’amministrazione convochi urgentemente le organizzazioni sindacali per chiarire la propria visione e pianificare gli interventi e le forme di gestione di tutti i servizi all’infanzia, riprendendo un percorso di corrette relazioni sindacali che preveda la concertazione preventiva su tematiche come quelle in oggetto, che hanno importanti ripercussioni sulla vita della comunità. Ci attendiamo quindi riscontri concreti in tempi rapidi, in assenza dei quali Cgil Cisl Uil valuteranno unitariamente ulteriori e diverse forme di sollecitazione all’apertura del confronto, comprese eventuali iniziative di mobilitazione».

In due anni si è dimezzato il numero di famiglie con reddito di cittadinanza

Dati provinciali: 1.800 beneficiari nel 2021 (su 110mila nuclei). L’importo medio di aprile 2022 era 500 euro. Tempo indeterminato per il 7 percento di chi ha avuto offerte. Il commento del dirigente dell’Agenzia regionale per il lavoro Andrea Panzavolta

Colloquio Di Lavoro

Nel mese di aprile 2022, secondo i dati Inps, in provincia di Ravenna percepivano il reddito di cittadinanza (Rdc) quasi 2.300 nuclei familiari (su circa 110mila totali in provincia). Le persone coinvolte erano più del doppio. L’importo medio era di poco inferiore a 500 euro mensili (va ricordato che l’Rdc non è un importo fisso, ma una integrazione del reddito familiare fino ad un massimo variabile in funzione della composizione del nucleo, pertanto solo chi non ha nessun reddito prende il massimo).

Le domande presentate si sono ridotte nel tempo e così è stato anche per quelle accolte. Rispetto alla nascita del sussidio c’è stato quasi un dimezzamento: 3.328 accolte nel 2019 (su 6.300 presentate), 1.808 accolte nel 2021 (su 3.500 richieste). Una riduzione del 45,7 percento. E il trend del 2022 è di ulteriore calo.

Nella partita dell’Rdc i centri per l’impiego (Cpi) avevano un ruolo cruciale. Il decreto legge del 2019 fece nascere la figura del navigator da inserire nei Cpi per affiancare i beneficiari. Il procedimento per la loro selezione e assegnazione è stato svolto dalla società ministeriale Anpal Servizi Spa e le assunzioni sono avvenute con contratti Cococo. «In provincia di Ravenna ne erano previsti tredici e attualmente ce ne sono tre – spiega Andrea Panzavolta, dirigente dell’Agenzia regionale per il lavoro a cui fanno capo i Cpi in Romagna –. Dopo la prima selezione, il ministero non ne ha disposte altre. Sono stati impegnati soprattutto in attività come la convocazione dei percettori di reddito di cittadinanza e meno nella promozione dell’impiego. Quest’ultima attività si è potuta realizzare solo su piccoli numeri».

Il passaggio fondamentale dell’organizzazione dell’Rdc è rappresentato dalle offerte di lavoro che avrebbero dovuto ricevere i beneficiari del sussidio. «Il legislatore ha immaginato un meccanismo senza tener troppo conto della sua attuazione concreta – dice Panzavolta –. Si è fatto “come se” il criterio della “congrua offerta di lavoro” potesse funzionare agevolmente, mentre non era così. Nei fatti non mi risulta si sia proceduto a sanzionare qualcuno dei percettori di reddito di cittadinanza per la mancata accettazione di offerte di lavoro ma solo per la mancata partecipazione alle convocazioni dei centri per l’impiego che servivano principalmente per la profilazione di chi aveva presentato la domanda».
Ci sono poi altri dati da considerare per capire a chi sono arrivate offerte di lavoro: «Nell’11,3 percento dei casi nella nostra regione, i percettori erano già occupati. L’Rdc infatti non prevede il requisito della disoccupazione, perché anche un nucleo con un occupato può trovarsi in difficoltà economica. Gli occupati sono ovviamente esclusi da obblighi di attivazione al pari delle persone iscritte a un regolare corso di studi, i pensionati, gli over 65 e i disabili. Inoltre ci sono possibilità di esonero temporaneo dagli obblighi nei casi in cui si frequenti un corso di formazione professionale, un tirocinio oppure se si è in condizioni di salute o gravidanza che impediscono l’attivazione, oppure ancora nel caso si abbiano carichi di cura di minori di tre anni o di persone non autosufficienti».

La fotografia per la provincia di Ravenna – dai dati forniti da Panzavolta – dice che su cento redditisti, il 38,5 percento sono in situazione di esclusione o esonero (sulla base delle causali prima descritte), il 30,4 sono ritenuti fragili e quindi rinviati ai servizi sociali, il 3,3 percento non ha partecipato alle convocazioni e quindi è stato sanzionato secondo la normativa e il 27,8 percento risulta aver sottoscritto il Patto per il Lavoro ed essere quindi soggetto agli obblighi tra cui l’accettazione delle offerte di lavoro.

Ad oggi risulta che il 42,5 percento dei percettori di Rdc della provincia di Ravenna abbia avuto almeno un avviamento al lavoro o abbia continuato una attività di lavoro dopo la domanda Rdc. Solo nel 7,3 percento dei casi l’avviamento è stato con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. «Nella stragrande maggioranza dei casi, le attività di lavoro non interrompono la fruizione dell’Rdc, ma ne riducono l’importo o provocano una sospensione temporanea, pertanto al termine dell’attività si torna alla situazione di partenza».

In conclusione, Andrea Panzavolta, giudica il reddito di cittadinanza «una misura utile per il contrasto alla povertà che ha esteso dispositivi già avviati dai precedenti governi e che si è rivelata utilissima per affrontare il periodo della pandemia». Tra gli elementi positivi indotti dalla norma, secondo il dirigente, va considerato lo sviluppo dell’integrazione tra servizi per il lavoro e servizi sociali: «Si è operato in maniera molto stretta nel valutare le situazioni delle persone nell’ambito di èquipe multiprofessionale».
E questo nonostante un avvio senza troppa preparazione: «È stata una misura introdotta in maniera repentina e senza una adeguata preparazione dei servizi per una sua attuazione efficace come se bastasse scrivere una norma perché questa sia effettivamente realizzata, peraltro in un Paese come il nostro che presenta situazioni estremamente varie in termini di mercato del lavoro e di efficienza dei servizi locali».
Secondo Panzavolta le misure di politica attiva immaginate sono state variamente realizzate: «Le azioni di orientamento e di supporto alla ricerche del lavoro sono state offerte ai redditisti come anche alle altre persone disoccupate mentre la tematica della concreta proposta di “congrue offerte di lavoro” poteva essere pensata e progettata diversamente»

Il Paradiso «è eros puro è danza… Per entrare dobbiamo abbandonarci alla grazia»

Ermanna Montanari e Marco Martinelli parlano della straordinaria impresa teatrale dedicata alla Commedia, in scena al Ravenna Festival fino all’8 luglio. FOTO

Paradiso Albe Corteo

Rimandata al 2022, per motivi anticovid e organizzativi, – dopo il prologo “Verso Paradiso” del 2021 – la grande festa delle tre cantiche dantesche “in moltitudine” giunge a compimento, in scena per il Ravenna festival dal 24 giugno all’8 luglio, fra la Tomba di Dante e il giardini pubblici nella cornice della Loggetta Lombardesca. Ricapitoliamo gli eventi assieme ai dioscuri del Teatro delle Albe, Ermanna Montanari e Marco Martinelli.

Dall’Inferno, nel 2017, a oggi, ormai è da un più di un lustro che vi state dedicando a Dante e al suo studio. Cosa avete imparato? Come siete cambiati?
Ermanna Montanari: «D’istinto mi verrebbe da dire che è Dante a essere sempre nuovo. Ci conduce, è la nostra guida: noi non scopriamo proprio niente. È un processo immersivo: più vai avanti, più l’enigma diventa grande. Dante è un grande e prodigioso enigma. ersonalmente posso dire che la cosa più importante che mi è capitata è stata la meraviglia della lettura pubblica. Comprendo adesso perché in tantissimi, nei secoli, hanno letto Dante. Non interpretato, letto. Soprattutto questo porta Dante agli attori: toglie qualsiasi egotismo. Bisogna farsi niente per essere attraversati da quella parola. Come in Fedeli d’amore, siamo tornati a leggere, per buttare via il talento, la bravura, tutte quelle brutture a cui il teatro spesso ci forza».

L’Inferno come gran sacco della malvagità umana; il Purgatorio come montagna e scuola da cui ricominciare. E il Paradiso? Noioso, lo dicono tutti: Croce, de Sanctis… Avevano ragione?
Marco: «Se avevano ragione loro, allora avevano torto Eliot, Pound, Mandel’štam, che invece sostenevano il contrario. A quale scuola, a quale poetica vogliamo iscriverci? Quale visione del mondo sentiamo più vicina? Non si tratta di avere torto o ragione. Kusturica diceva che dipende da come ci batte la circolazione del sangue: ognuno di noi è un mondo di immagini, di pensieri, di ideali, di sensazioni. Ci sono opere che ci toccano profondamente e altre che, pur essendo capolavori, non ci parlano allo stesso modo. Questo per Dante avviene addirittura all’interno della sua stessa cattedrale! Noi siamo affascinati dalla bellezza e dalla grandezza di questi salti danteschi. A ogni cantica Dante dice di dover fare un salto ulteriore e avvisa i naviganti: sono sempre io che ti sto conducendo, abbi fiducia in me, sono quello di prima, quello ti ha commosso con Ugolino, che ti ha fatto sognare con Oderisi da Gubbio… Adesso ti chiedo di fare l’ultimo passo sulla tua “navicella”. Il Paradiso è eros puro, è danza. Come si fa a non essere affascinati da questo fiammeggiare continuo?»
Ermanna: «È vero che il Paradiso è difficile. Ma per fortuna che la via è così dura, per fortuna che bisogna esercitarsi al volo! Beatrice dice una cosa importantissima: per farti comprendere questo Paradiso, così difficile, te lo faccio immaginare come un teatro, perché altrimenti non potresti. Dobbiamo smettere di giudicare o arrovellarci nella comprensione, e abbandonarci invece alla grazia. Non possiamo prescindere da questo concetto: o sei toccato o non vedi».

Chi non crede può capire il Paradiso? Può apprezzarlo come un credente? C’è veramente questa differenza, oppure no?
Marco: «Apri una voragine. Io non credo che la poesia del Paradiso possa essere apprezzata solo da un credente. Eliot era un cristiano; ma Pound non mi risulta essere un cristiano “canonico”. Era piuttosto una figura aperta al mistero, alla “grandezza”. Io posso anche non credere, e va bene: ma sono chiuso alla rivelazione? Il problema è questo: quanto la nostra mente e il nostro cuore sono aperti a un mistero che ci supera? I fisici contemporanei ci dicono che, nonostante tutti i passi in avanti della scienza, conosciamo a malapena il 5% della materia; e non dicono in fondo niente di diverso da ciò che dice Dante nel Paradiso. E tra l’altro lo stesso Dante continua a fare domande fino alla fine del suo volo, lui stesso dice che il dubbio è come una fiera, che fino a che non trova il suo luogo non si ferma. Non posso fermarmi soltanto perché qualcuno mi dice di smettere di pensare: e anche qui, in mezzo alla beatitudine, la mia ragione continua a domandarsi il perché».

E infatti, anche in pieno Paradiso, Dante non abbandona la riflessione e l’invettiva.
Marco:
«Hai fatto bene a citare l’iracondia. La cantica che più trabocca di invettive anti-ecclesiastiche è proprio il Paradiso. Le tirate più forti contro i pastori che vestono di gioielli e abiti, carichi di oro, vengono addirittura da San Pietro! Anche questo è interessante».
Ermanna: «E a proposito di San Pietro, ci teniamo a ricordare Gianni Plazzi. Avevamo appunto pensato a lui per il nostro San Pietro. La sua voce di vetro, sempre sul punto di spezzarsi, era un varco della commozione. Anche lui attendeva con ansia il Paradiso…»

Cantiere per nuove case popolari e un parco nel quartiere San Biagio

Il progetto vincitore arriva da Milano ed è stato scelto tramite concorso. Sarà demolito l’edificio in stato di abbandono di via Cicognani

Rendering Riqualificazione San Biagio
Un rendering del progetto di riqualificazione degli edifici del quartiere San Biagio

È stato presentato il progetto di riqualificazione dell’area nord del quartiere San Biagio a Ravenna. Gli interventi comporteranno la riqualificazione di due edifici in via Dorese 73 e 75, già destinati ad Erp e denominati edifici 1 e 2, e uno in via Cicognani 15, oggi in disuso, da demolire, ricostruire e destinare ad Erp, denominato edificio 3 (per un totale di 105 alloggi) nonché dell’ampia area verde tra i tre edifici posta al servizio dell’intero quartiere.

Il progetto è stato scelto con un concorso che riguardava in particolare l’edificio di via Cicognani, l’area verde e gli spazi comuni dei due condomini di via Dorese. Tra i trenta partecipanti, il vincitore è Operastudio di Magni e Paci architetti di Milano, in collaborazione con Coprat di Mantova e il geologo Cesare Bagolini.
La proposta progettuale ruota attorno al ridisegno del giardino Violetta Branzanti che rappresenta il motore per la creazione di un quartiere più verde: riqualificazione dei percorsi pedonali con due nuove piazze che fungono da ingressi pubblici aprendo il parco alla cittadinanza.

Nel giardino sono state previste attrezzature per lo sport individuale e collettivo (un campo da basket, un percorso vita, travi, parallele, pista skateboard e pattini), giochi per i più piccoli (altalena, scivolo, dondolo e simili) e per i ragazzi (ping pong). Inoltre, panchine e aree ombreggiate rendono più accogliente l’intero parco, nel quale è prevista la piantumazione di oltre 70 nuove alberature ad alto fusto che compenseranno abbondantemente l’abbattimento di quattro conifere, per consentire la costruzione del campetto da basket. Nel complesso le attuali aree asfaltate sono sostituite da aree permeabili con un incremento di circa 1.200 mq, pari al 50 percento di quelle esistenti.

In via Dorese le due palazzine presentano dei piani terra a pilotis che costituiscono portici completamente vuoti. Il progetto prevede la riqualificazione di questi luoghi attraverso l’inserimento di nuove funzioni socio-ricreative (spazi dedicati allo sport con attrezzistica fissa, tavoli da ping pong, sedute, spazi per il ballo, un deposito delle biciclette, un’area gioco dedicata ai bambini e sistemazioni del suolo che incorporano attività ricreative).
Particolare attenzione è stata posta all’insediamento del nuovo edificio residenziale, denominato 3.
All’ultimo livello si accede ai servizi accessori e alla copertura piana che si presenta in parte pavimentata e in parte a giardino.

A Faenza è la domenica della tradizionale Giostra del Palio del Niballo

Tutti i rioni della città sono già in festa, aspettando la gara conclusiva della 65esima riedizione dell’antica sfida

Palio Niballo Rione Nero Faenza
Il Rione Nero protagonista del torneo degli sbandieratori del Palio del Niballo 2022

Con il rione nero grande protagonista in piazza al torneo degli sbandieratori, è iniziata a Faenza la settimana finale del Palio del Niballo, con «migliaia di cittadini che riempiranno le sedi rionali tra musica, enogastronomia e festeggiamenti», come ricorda il sindaco. Protagonista è il Rinascimento manfredo, con i suoi cavalieri, dame, musici e destrieri, per quella che è la 65esima edizione della rievocazione storica.

Domenica 26 giugno l’appuntamento è alle 16 con la partenza del corteo storico da piazza del Popolo in direzione Stadio Neri, dove dalle 18 parte la Giostra. Si tratta di una sfida “a singolar tenzone” che impegna i due contendenti, al galoppo sui loro cavalli, a colpire prima dell’avversario il bersaglio posto sul braccio teso del Niballo, la grande figura con fattezze di guerriero che rappresenta il vecchio nemico saraceno. Al cavaliere non basta una sola buona tornata per portarsi a casa il palio, ossia il drappo decorato ogni anno per l’occasione da un noto artista. Caratteristica della Giostra faentina sono infatti le ben otto tornate di gara per ogni partecipante: ogni contendente sfida infatti i cavalieri avversari e a sua volta viene sfidato da tutti. Al temine di ogni sfida, il vincitore conquista uno scudo del Rione battuto e al termine delle venti tornate il cavaliere che ha conquistato il maggior numero di stemmi viene decretato vincitore del palio.
Il vincitore della 65esima edizione conquisterà il drappo realizzato dagli artisti Alfonso e Nicola Vaccari. Alla dama andrà invece il Liocorno dell’artista Nives Guazzarini.

I biglietti sono disponibili in prevendita online su www.vivaticket.com e al botteghino dello stadio il 26 giugno dalle 10 alle 12 e al pomeriggio dalle 15.30.
Sarà TeleRomagna ad ospitare sul Canale 14 la diretta della Giostra. Con streaming anche sul canale Youtube del Palio.

A Cervia tornano i “Campioni”: un weekend con Ciccio Graziani e i suoi ex allievi

Sabato sera in piazza con Sara Ventura, domenica la partita con le vecchie glorie

Gullo Graziani
Ciccio Graziani con Gullo ai tempi di Campioni

Il Cervia Calcio festeggia il secolo di vita con un weekend di eventi che vedrà tornare i protagonisti di “Campioni”, il reality che tra il 2004 e il 2006 portò i gialloblu nelle case degli italiani.

L’appuntamento con il mister di allora, Ciccio Graziani, e i suoi vecchi allievi (tra cui Francesco Gullo, che si è trasferito a Pinarella e che per l’occasione farà anche il regista televisivo…) sarà per sabato 25 giugno dalle 21 in piazza Garibaldi, per un evento condotto da Sara Ventura con la partecipazione del comico di Zelig Pino Campagna.

Il giorno dopo si passa allo stadio Todoli con i tornei giovanili del mattino e, dalle 18, la partita tra quei “Campioni” e vecchie glorie del calcio (tra cui Pellissier, Parolo e Beccalossi).

L’evento servirà anche ad aiutare la pediatria di Ravenna.

In centro a Lugo una stanza a cielo aperto costruita in una settimana di laboratorio

L’installazione di Edilpiù con scivolo e altalene a disposizione dei cittadini, anche per eventi estivi

Inaugurazione LuOgoÈ stato inaugurato nel tardo pomeriggio di giovedì 23 giugno “LuOgo”, l’installazione temporanea ai piedi della Rocca Estense di Lugo, frutto della sinergia tra il collettivo Orizzontale e l’azienda lughese Edilpiù.

L’opera ha la forma di un cerchio (15 metri di diametro per un’area di 176 mq), un parterre circolare con delle sedute e alcuni inserimenti come uno scivolo e due altalene, è illuminato per l’utilizzo durante le ore serali e caratterizzato da un’insegna con luci luminose bianche e rosse, come sono i colori dello stemma del Comune di Lugo. Una stanza a cielo aperto, immaginata come uno spazio a disposizione dei cittadini dove sarà possibile incontrarsi e giocare. Ospiterà anche alcuni eventi estivi.

L’installazione è stata realizzata attraverso un laboratorio aperto di quasi una settimana al quale hanno partecipato molte persone: Margherita Manfra, Roberto Pantaleoni, David Biel, Francesco Caneschi del collettivo Orizzontale; gli studenti di architettura Davide Bergo, Beatrice Di Rosa, Martina Esposito, Anna Margini, Paola Meneghetti, Paul William Vatanamu e l’architetto Elisa Valli. Un grande sostegno è stato dato dalle aziende che hanno contribuito al progetto: Ravaioli Legnami per la fornitura legno per la struttura, Silla per i pannelli di legno per le sedute, Martini Legnami per la fornitura legno per il palco, Caravita Recinzioni per le griglie metalliche, Margarita Costruzioni per le recinzioni per cantierizzare l’area, Berner per il ferramenta, Quick Lighting per le luci, Parisi 1976 per le luminarie dell’insegna.

Quasi 2 milioni di euro dal Pnrr per i teatri di Ravenna e il Cinemacity

Serviranno per interventi di efficienza energetica. Il Comune interverrà con oltre 200mila euro per Alighieri, Rasi e Almagià

Teatro AlighieriNell’ambito delle risorse stanziate dal Pnrr per la componente Turismo e Cultura 4.0, al fine di “Migliorare l’efficienza energetica di cinema, teatri e musei”, il Comune di Ravenna ha ottenuto un finanziamento complessivo di 1.128.000 euro per realizzare lavori di efficientamento energetico nei teatri Alighieri e Rasi e alle Artificerie Almagià.

La somma necessaria per la realizzazione di tutti i lavori è 1.377.500 euro e la differenza sarà coperta con risorse stanziate dal Comune.

Al teatro Alighieri è previsto un intervento del valore complessivo di 780.000 euro, di cui 650.000 dal Pnrr e 130.000 stanziati dal Comune. I lavori previsti consistono nella sostituzione dei corpi illuminanti interni, dei corpi illuminanti per attrezzatura scenica e dei proiettori, nonché nella realizzazione dell’impianto fotovoltaico sul tetto.

Al Rasi è in programma un intervento del valore complessivo di 312.500 euro di cui 250.000 dal Pnrr e 62.500 stanziati dal Comune, per l’efficientamento energetico mediante il rifacimento dell’impianto di riscaldamento e raffrescamento e la sostituzione delle lampade di illuminazione con nuovi corpi illuminanti a led. È prevista anche la possibilità di parzializzazione dell’impianto di riscaldamento per l’utilizzo parziale della sala.

Alle Artificerie Almagià è previsto un intervento del valore complessivo di 285.000 euro, di cui 228.000 dal Pnrr e la parte rimanente di 57.000 stanziata dal Comune.  È previsto il rifacimento della centrale termica che sarà sostituita con generatori termofrigoriferi di ultima generazione ad elevato rendimento e bassa emissione di gas CO2, abbinata a sistemi per recupero del calore e gestione intelligente dell’impianto.

Nel territorio del comune di Ravenna, tra le strutture private, risulta anche un finanziamento al CinemaCity per 650mila euro.

«Biglietti del traghetto ancora vietati a bordo. Solo lì è rimasto il Covid?»

Il consigliere comunale Grandi (Viva Ravenna) si rivolge al sindaco descrivendo lo scenario per chi usa il collegamento fra Porto Corsini e Marina di Ravenna: «Spesso le macchinette a terra sono guaste o accettano solo monete. È grottesco»

Uno dei due traghetti che collegano le sponde del Candiano tra Marina di Ravenna e Porto Corsini

«Il biglietto del traghetto fra Porto Corsini e Marina di Ravenna ancora non si può fare a bordo per disposizioni anti-Covid e le macchinette a terra sono spesso guaste. La situazione è grottesca». È il consigliere comunale Nicola Grandi, capogruppo della lista civica di opposizione Viva Ravenna, ha portare l’attenzione sulla situazione anacronistiche che vive chi utilizza il mezzo di collegamento fra le due sponde del Candiano: «Mentre tutto il mondo va verso l’uscita dell’emergenza Covid, sul traghetto il tempo sembra essersi fermato a due anni fa».

Grandi descrive la situazione per gli utenti: «Il personale addetto al controllo si divide fra chi, a terra (quando presente), si arrabatta per spiegare agli utenti la situazione, e chi, a bordo, tenta di mediare e gestire con il buon senso i casi di chi, incredulo ed inconsapevole, sale comunque senza biglietto arrivando a “chiudere un occhio” e lasciare che l’utente compia comunque la traversata scucendogli la promessa che il biglietto verrà poi fatto sull’altra sponda ma ovviamente sulla fiducia, senza che poi nessuno controlli, casi certamente sporadici ma che cagionano oltretutto minori introiti. Il fatto è accaduto al sottoscritto durante una traversata in bicicletta».

Gli utenti devono mettersi in fila in auto, scendere dal veicolo, andare a fare il biglietto, risalire sull’auto e ripartire: «Col rischio che il traghetto se ne sia andato o che comunque se l’auto davanti alla propria possiede già il titolo di viaggio, magari perché abbonato, si moltiplicano ingorghi e disservizi. Gli operatori indossano la mascherina, si avvicinano alle auto, possono fare i controlli ma inspiegabilmente non possono fare i biglietti».

Senza tralasciare che da entrambi i lati del traghetto le macchine emettitrici dei biglietti sono spesso guaste e sovente non accettano tutti i sistemi di pagamento: «Qualche settimana fa, lato Porto Corsini, senza monete era impossibile attraversare».

Grandi si rivolge al sindaco con una interrogazione: «Considerando che il servizio viene svolto all’aperto e che l’utilizzo della mascherina garantisce sufficienti tutele per i lavoratori, tenuto conto che con l’avvento dell’estate stiamo andando incontro al periodo di massimo utilizzo del servizio di traghetto, il sindaco intervenga su Start Romagna affinché, restituendo dignità ai lavoratori e ripristinando un regolare servizio agli utenti, si ritorni alla possibilità di acquistare i titoli di viaggio anche sul traghetto, riportando il servizio alla sua normale operatività».

Operativa la nuova antenna per cellulari: connessione migliore per 1.900 cittadini

Installata dalla Regione tramite la società Lepida nella frazione di Toranello, è a disposizione di tutti gli operatori mobili (per ora offre la rete Tim)

CellulareÈ operativa a Riolo Terme una nuova antenna per la telefonia mobile. Ne possono beneficiare le frazioni di Toranello (via Ossano, via Mazzolano, via Toranello);  Costa Vecchia (via Costa Vecchia); Sasso Letroso (via Sasso Letroso), oltre a quelle limitrofe. Tutte zone nelle quali il segnale era assente o con potenza scarsa. Circa 1.900 i cittadini interessati: famiglie, ma anche attività produttive, commerciali e aziende agricole che ora potranno accedere a un servizio di telefonia e connessione mobile più efficiente.

L’impianto è stato realizzato dalla Regione attraverso la società controllata Lepida. Il traliccio è stato installato a Toranello. Dopo il completamento dei lavori con l’allaccio elettrico, l’impianto, a disposizione di tutti gli operatori mobili, è divenuto operativo grazie a Tim.

In base a diverse ricognizioni compiute sul territorio regionale, è stata individuata la necessità di installare 28 impianti in Emilia-Romagna (nessun altr in provincia di Ravenna oltre a quello di Riolo) in grado di fornire l’accesso alla rete in altrettanti siti, un investimento economico di 2 milioni di euro fino al 2021, cui si sommano altri 2 milioni per il biennio 2022-2024.

Interdittiva antimafia per una società di costruzioni e ristrutturazione immobili

Il primo provvedimento del prefetto De Rosa: «La tutela dell’economia legale costituisce uno dei principali obiettivi della prefettura specie ora con le ingenti risorse del Pnrr»

La prefettura di Ravenna ha emesso un’interdittiva antimafia nei confronti di una società a responsabilità semplificata nel settore della costruzione e ristrutturazione di immobili. La prefettura non ha fornito ulteriori dettagli sull’impresa destinataria della misura. Il provvedimento è stato adottato ieri, 23 giugno, ed è il primo di questo tipo dall’insediamento del prefetto Castrese De Rosa avvenuto a marzo.

«Il sistema di prevenzione amministrativa – ha dichiarato De Rosa – rappresenta uno degli strumenti più importanti per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata. La tutela dell’economia legale costituisce uno dei principali obiettivi della prefettura specie ora con le ingenti risorse del Pnrr».

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi