L’uomo li versava su due carte di credito intestate a un ignaro dipendente
Nei giorni scorsi i finanzieri del comando provinciale hanno concluso un controllo fiscale nei confronti di un imprenditore che è risultato essersi illecitamente appropriato di circa 300mila euro di un’azienda operante nel settore della carpenteria metallica, per poi utilizzarli nel gioco d’azzardo.
Dalla disamina delle movimentazioni bancarie è emerso come dal conto corrente della società fossero state bonificate ingenti somme di denaro su due carte di credito intestate a un operaio dipendente, per importi di gran lunga superiori agli stipendi dovuti. Dalle spiegazioni richieste al dipendente, è però emerso chiaramente come questi fosse del tutto ignaro sia delle operazioni finanziarie a suo favore sia dell’esistenza stessa delle due carte di credito postali a lui intestate.
Dalle operazioni effettuate in home banking sulle carte di credito è stato quindi appurato come le disposizioni di trasferimento dei fondi dai conti societari fossero state disposte dall’imprenditore che, seppur non rivestisse formali cariche societarie, ne era l’amministratore di fatto, tanto da avere formale delega ad operare su quei conti correnti.
Attraverso l’analisi dettagliata delle spese effettuate con le due carte, i finanzieri hanno appurato inoltre la destinazione finale delle somme di denaro fuoriuscite dall’azienda, che in effetti risultavano essere state pressoché completamente utilizzate presso due sale gioco del ravennate, dove, grazie alle testimonianze di alcuni dipendenti e gestori di sala, l’imprenditore è stato anche riconosciuto quale giocatore abituale.
L’imprenditore, infatti, avendo avuto la disponibilità del documento d’identità del dipendente, era riuscito a fargli intestare le due carte di credito per poter poi giocare, senza apparire in prima persona.
È stato pertanto avviato un controllo fiscale finalizzato a sottoporre a tassazione i flussi finanziari nella sua disponibilità e non dichiarati al fisco.
All’esito del controllo il verbale di constatazione redatto è stato quindi inviato alla competente Agenzia delle Entrate che ora formalizzerà l’atto di accertamento per la liquidazione e riscossione delle imposte non pagate in precedenza.
Dal 25 marzo al 29 maggio, l’artista milanese espone il suo progetto creativo negli spazi della galleria curata da Alessandra Carini, in via Mazzini 35
“Tell Me the Story”, 2019 (foto di Cosimo Filippini)
Approda negli spazi del MAG, in via Mazzini 35 a Ravenna, la recente ricerca artistica di Patrizia Novello (Milano, 1978), in un articolata rassegna personale curata da Alessandra Carini. Il vernissage è in programma venerdì 25 marzo alle 18, in concomitanza con il Dantedì, il giorno dedicato alla celebrazione del Sommo Poeta.
La mostra, intitolata “Tutto è come prima”, è strutturata attraverso cicli di opere concettuali, divise tra dipinti e incisioni, tra le quali si potrà anche contare qualche lavoro inedito e uno realizzato appositamente per omaggiare la città bizantina che si fa ospite della rassegna. Oltre alle creazioni visuali di Patrizia Novello, sarà esposto un cameo della sorella Daniela: un’installazione realizzata in piombo, materiale che si è fatto negli anni simbolo della sua arte. Essendo alcune delle opere della Novello caratterizzate dalla maestosità delle dimensioni, si creerà con l’affissione lungo muri e corridoi di queste grandi tele un gioco di grandezze e contrasti che darà al visitatore l’illusione di trovarsi in un luogo sospeso nello spazio e nel tempo. L’atmosfera onirica e il distaccamento dalla realtà sono infatti tratti tipici della produzione artistica della Novello, che, con le sue serie di tele che vedono convivere in armonia una moltitudine di elementi quali colori, forme e parole, indaga su temi filosofici come la ciclicità del tempo, il limite, gli infiniti spazi della matematica e geometria, sviscerando al contempo la sua memoria biografica e introspettiva.
Per realizzare le sue installazioni, l’artista meneghina si serve dei più disparati linguaggi e materiali: non vuole chela sua arte si pieghi al solo utilizzo e perfezionamento di una determinata tecnica, cerca piuttosto di selezionare volta per volta i medium che meglio si adattano alla valorizzazione del progetto da lei immaginato. Il suo genio analitico ed eclettico le ha dunque permesso di ricercare e sperimentare l’uso dei più disparati strumenti, mescolando tecniche e materie: dai pigmenti ai pastelli, dalla pittura ad olio al collage.
La rassegna del Magazzeno Art Gallery si concentra sul risultato degli ultimi 3 anni di ricerca dell’artista, trascorsi tra i palazzi di Milano e le vie di Londra, e sull’unione tra pittura e parola, due mondi distanti,spesso in contrasto, tanto da finire a volte per farsi l’uno inutile didascalia dell’altro. Patrizia cerca invece di conciliare ed enfatizzare questo binomio «come un’unione tra lo svelamento di memorie dato dalla parola e lo scioglimento di un orizzonte di senso creato dalla pittura» si legge nel testo critico della mostra firmato da Giovanni Gardini.
“Tell Me the Story”, 2019 (foto di Cosimo Filippini)
Il raggiungimento di queste delicate armonie di contrasti ha richiesto alla Novello non solo talento e inventiva, ma anche il conseguimento di un lungo percorso di studi che l’ha portata dai banchi del liceo artistico a quelli dell’Accademia di Brera, dalla laurea in restauro dell’arte contemporanea alla formazione sotto i precetti del mentore Vincenzo Ferrari, per arrivare poi ad esporre con mostre personali a livello nazionale e internazionale, approdando oltreoceano, nei saloni di New York e vincendo premi come l’Arteam Cup, il Combat Prize e il Morlotti.
Per l’occasione sono esposte alcune opere precedentemente presentate presso la mostra “Dante. Visioni del contemporaneo”, allestita in precedenza nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo, a Faenza in collaborazione con il Museo Diocesano.
La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile ogni weekend fino al 29 maggio con orari variabili a seconda del giorno: il venerdì dalle 15.30 alle 19.30, il sabato dalle 10.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30 e la domenica dalle 10.30 fino alle 13.
Organizza il movimento Fridays for Future. Tra le adesioni, quella di Legambiente
Venerdì 25 marzo nuovo appuntamento con lo sciopero globale per il clima.
Il movimento Fridays for Future organizza a Ravenna un corteo con partenza alle 9.30 da piazza Anita Garibaldi (direzione piazza del Popolo) per rivendicare «la necessità di azioni concrete ed urgenti per contrastare la crisi climatica».
Tra le adesioni, anche quella di Legambiente, che dice di scendere in piazza «per una giusta transizione ecologica», criticando gli appelli degli amministratori locali a implementare le estrazioni di gas in questo momento di crisi internazionale.
«L’indipendenza energetica – scrive Legambiente – poteva essere raggiunta già tempo fa e con le energie rinnovabili. Infatti, se avessimo mantenuto un trend di sviluppo delle rinnovabili (eolico e fotovoltaico) paragonabile a quello degli anni 2010-2013 ad oggi ci troveremo a dover importare il 70% in meno di gas nazionale dalla Russia».
Appuntamento sotto i portici della libreria, dal 2 aprile al 28 maggio alle 18
Al via la rassegna “I sabati da Scattisparsi”, ogni sabato alle 18, dal 2 aprile al 28 maggio. L’appuntamento è sotto i portici dell’omonima libreria, in via Sant’Agata a Ravenna.
Tanti gli argomenti che saranno trattati nel corso dei nove incontri: dal giornalismo alla storia, dalla narrativa alla poesia, dalla musica alla fotografia e all’architettura.
«La libreria ci offre il sapore dei libri usati – spiegano il curatore Ivano Mazzani e il titolare di Scattisparsi, Fabrizio Bergonzoni – e incuriosisce l’animo in una ricerca dei sensi che si nutrono di cultura e di conoscenza e del piacere del leggere. Partiamo proprio da questi elementi per la nostra rassegna».
«Questa libreria è il luogo giusto per ospitare questi incontri: è importante il ritrovarsi di una comunità tra le sue mura», ha dichiarato alla presentazione alla stampa l’assessore alla Cultura del Comune, Fabio Sbaraglia.
A seguire il calendario degli incontri.
Sabato 2 aprile, il direttore di “Ravenna&Dintorni” Fausto Piazza dialogherà con Matteo Pezzani di “Ravenna Today”: un confronto generazionale tra giornalisti, in occasione dei vent’anni del settimanale R&D, tra storie e aneddoti di giornali e giornalisti di provincia, la crisi dell’editoria, della professione e la prospettiva “glocale”.
Sabato 9 aprile, Linda Traversi presenterà il suo nuovo libro di narrativa per ragazzi “La Panchina delle cose difficili”. Con l’autrice dialogherà lo scrittore Massimo Padua.
Sabato 16 aprile, le fumettiste e illustratrici Sara Fattori e Federica Aglietti parleranno dell’arte come reazione alla sofferenza. Durante l’incontro mostreranno e parleranno del loro lavoro “l’Arte che Cura”.
Sabato 23 aprile, lo scrittore Antonio Pilato racconterà la sua nuova novella “Scienza Ritegno”, che porta a scrutare il fondo oscuro dell’esistenza.
Sabato 30 aprile, il poeta Nevio Spadoni e l’autore Fabio Pagani presenteranno il libro “Vivi nella parola. I sepolcri dei poeti romagnoli”. Gli autori insieme al docente e scrittore Piero Mazzucca saranno i portatori raffinati della lingua delle nostre origini.
Sabato 7 maggio, la blogger e scrittrice Ilaria Cerioli, insieme allo storico Andrea Baravelli, introdurrà il romanzo “Il viaggio di Ausonia”.
Sabato 14 maggio, lo storico e baritono Paolo Cavassini parlerà di “Acuti sparsi”, un racconto a flash su fasti e nefasti dell’opera lirica.
Sabato 21 maggio, il fotografo Marco Parollo racconterà il progetto “Riverbero. Suoni. Luci. Immagini.”: una serie di fotografie “impressionistiche”, vive e pulsanti nei suoi molteplici lavori.
Sabato 28maggio, gli architetti Giovanni Mecozzi, Cecilia Verdini e Vittoria Mencarini presenteranno il progetto “Architettura. Uomo. Ambiente. La natura dei luoghi, i luoghi della natura”: quando l’architettura è spazio e design nella residenza interiore.
Ricciardella e Ferri hanno passato il testimone a una coppia da tempo nel settore con altre attività. I nuovi titolari: «L’area ha un grande potenziale, deve essere uno spazio per tutti». In arrivo iniziative in sinergia con il Comune
Cambia gestione lo Chalet dei giardini pubblici di Ravenna, uno dei locali più frequentati in città. Diventa Chalet Garden, con l’obiettivo di coniugare natura e ristorazione e rendere il parco che ospita l’esercizio ancora di più un punto di riferimento per i ravennati.
Dal 2012 lo spazio, in concessione dal Comune con un bando pubblico, è nelle mani di Cristiano Ricciardella e Mascia Ferri: con l’aumento degli impegni dopo la nascita del bagno Ondina a Marina, i coniugi hanno deciso di cedere il ramo d’azienda. Il testimone passa a una coppia di amici, già consulenti nelle loro attività. Nella nuova società Maria Galesi è presidente e il compagno Stefano Bartolini è il vice, 44 anni lei e 56 lui: «Appena abbiamo saputo di questa opportunità abbiamo deciso di cavalcare l’onda – dice Galesi –. Il progetto si è concretizzato a febbraio con la società che ho fondato insieme al mio compagno e alla sua famiglia».
I nuovi gestori sono in campo dal 15 marzo e hanno deciso di portare avanti i progetti del passato, aggiungendo qualcosa di nuovo: «Rimarranno brunch, aperitivi e la pizzeria da fine aprile. È stato confermato anche lo stesso staff in cucina, compreso lo chef. La novità saranno i laboratori educativi e gli incontri culturali che organizzeremo con bambini e ragazzi». Si continua quindi a seguire la linea precedente, sfruttando però di più il contesto in cui si trova il locale per avvicinare soprattutto i bambini al mondo della natura, attraverso delle collaborazioni con alcune scuole di Ravenna. Galesi è anche una naturopata: «Mi piace unire le due cose, natura e ristorazione. Vogliamo riuscire a rendere il parco un punto di riferimento per i ravennati, siamo in un contesto molto adatto a diversi tipi di clientela». In previsione ci sono diverse iniziative da curare, in sinergia con il Comune, perché i giardini siano sempre di più un luogo di aggregazione e svago in città.
Non è la prima esperienza di gestione per gli imprenditori: «Abbiamo avuto una pizzeria. Marina Romea, una gelateria in centro e siamo stati soci nel ristorante Delle Vittorie, vicino al teatro delle Vittorie a Roma. Da molti anni a Ravenna lavoriamo come fornitori nel campo della ristorazione».
Il locale è aperto tutti i giorni, tranne il lunedì. Dal 26 marzo fino alle 20.30-21 per l’aperitivo. Prossimamente verrà fissata anche una data per un evento di inaugurazione che festeggerà la nuova gestione.
Al teatro Goldoni, il 25 marzo, il concerto di due maestri interpreti del barocco, Dantone e Tampieri di Accademia Bizantina. Oltre alle sonate, in programma anche la celebre “Ciaccona ” e la “Fantasia cromatica e fuga” per clavicembalo
“Libera La Musica”, la rassegna ideata da Accademia Bizantina al teatro Goldoni di Bagnacavallo, presenta il secondo dei tre appuntamenti in cartellone dedicati ad altrettanti eccezionali compositori che hanno segnato la storia della musica. Dopo l’omaggio a Mozart, venerdì 25 marzo, alle 21, il concerto in programma riguarda “Il dialogo geniale – J. S. Bach e la musica per violino e cembalo”, protagonisti dell’interpretazione di virtuose partiture bachiane, Ottavio Dantone al clavicembalo e Alessandro Tampieri al violino, rispettivamente direttore e primo violino, per l’appunto di Accademia Bizantina, formazione fra le più apprezzate a livello internazionale nell’esecuzione di musica antica e barocca.
Violino e clavicembalo si intrecceranno per l’occasione in un elegante e raffinato dialogo, tra le massime espressioni della produzione strumentale del compositore tedesco. Gli anni 1717-23 furono un periodo molto felice per la produzione musicale profana di Bach che ricopriva il ruolo di maestro di cappella a Cöthen, al servizio del principe Leopoldo. Questi era calvinista e nel rispetto dei rigorosi principi religiosi non ammetteva una musica sacra eccessivamente elaborata. Per questo Bach coltivò con passione il genere strumentale, essendo la sua attività in quegli anni rivolta quasi esclusivamente all’ambiente di corte. In quel periodo si collocano le 6 sonate e partite per violino solo, da cui è tratta la celebre “Ciaccona” e la raccolta di 6 sonate per violino e cembalo. Caratteristica di queste composizioni è il dialogo che si instaura tra gli strumenti: non è necessariamente il violino a guidare il discorso musicale e il cembalo a svolgere funzione di sostegno, ma entrambi gli strumenti ricoprono il medesimo ruolo all’interno della composizione. Risale a quegli anni anche la “Fantasia cromatica e fuga”, composizione ricchissima di contrasti in grado di meravigliare l’ascoltatore allora come oggi.
L’ultimo appuntamento con “Libera La Musica”, il 7 aprile, sarà dedicato a Vivaldi e vedrà protagonisti sempre i maestri Ottavio Dantone e Alessandro Tampieri.
Il giovane, stando alle prime ricostruzioni, stava attraversando la strada sulle strisce pedonali nei pressi del ristorante Fuji 2, quando è stato travolto da una Volkswagen Polo, con l’automobilista probabilmente accecato dal sole, a quell’ora molto basso.
La vittima, per gli amici “Sapo”, era un appassionato di fotografia e bici (nella foto profilo di Facebook posa davanti al passo del Muraglione, in tenuta sportiva), oltre che un cultore del fisico, come testimoniano alcuni video postati sui social.
La struttura ha funzionato per l’ultima volta nel 2016. Ora si attende il nuovo bando di gara
C’è il rischio concreto che il 2022 sia il sesto anno consecutivo senza attività all’ex camping Bisanzio di Lido di Classe. La struttura ricettiva ha funzionato per l’ultima volta nel 2016 e secondo Lorenzo Panzavolta, titolare dell’epoca, registrava fino a novemila presenze all’anno.
A febbraio 2017 la guardia forestale ha chiuso il camping, revocando la concessione. Una decisione frutto di una serie di inadempienze contestate ai titolari (già a partire dal 2014) riguardanti alcune roulotte presenti senza autorizzazione.
Nel febbraio 2019 venne assegnata una nuova concessione demaniale all’impresa di Christian Barbolini e Milena Ravasi con un bando emanato dai carabinieri forestali. Tra le caratteristiche del progetto di rilancio la più importante fu quella relativa alla volontà di promuovere lo spirito originario che è alla base della vacanza da campeggio: le piazzole saranno destinate a tende, roulotte e camper e non sono previste strutture del tipo casette o bungalow, questione che aveva originato le inadempienze alla base della chiusura. Il Comune ipotizzava l’apertura ad aprile 2019. E invece sono passate altre tre estati senza aprire. Fino a una nuova revoca della concessione.
Ora si attende il nuovo bando di gara. In via informale si apprende che la pubblicazione è attesa a breve: il testo è pronto ma è in corso l’ultima revisione. Potrebbe volerci qualche settimana. A quel punto ci saranno trenta giorni di tempo per la presentazione delle domande.
Una volta aperte le buste e aggiudicata l’area, il concessionario potrà avviare le opere necessarie a mettere in funzione il servizio. Servono interventi sugli impianti elettrici e altri che faranno eventualmente parte della proposta di chi si aggiudicherà la gara. Insomma, i tempi sono chiaramente stretti.
È aperta fino al 5 giugno, ai Magazzini del Sale, l’esposizione “Made in New York”, un viaggio tra le distopiche creature di rottami dell’artista toscano e le silhouette stilizzate del ragazzo di Kuztwon, in ricordo degli anni in pieno fermento della Street Art nel cuore della metropoli americana FOTO/VIDEO
Made in New York. Keith Haring (Subway drawings) + Paolo Buggiani (& Friends). La vera origine della Street Art. Questo il titolo della mostra ospitata all’interno dei Magazzini del sale Torre di Cervia, inaugurata in data 11 Marzo e che resterà in allestimento fino al 5 giugno 2022. Un’esposizione che, come suggerisce il titolo stesso, si prefigge l’intento di indagare sulle radici della Street Art e del fenomeno artistico e sociale da essa scaturito, passando attraverso le opere di due dei pionieri del movimento. Per compiere questa ricerca, il Comune di Cervia, con la collaborazione produttiva e organizzativa di MetaMorfosi Eventi, FPWS artist hub e Workshop Events espone 20 opere del celebre artista diKuztown e circa 30 del suo scopritore, l’italianissimo Paolo Buggiani.
Rettili in lamiera leggera
Paolo nasce a Castelfiorentino, nel 1933 e muove i primi passi nel mondo dell’avanguardia artistica tra i salotti romani degli anni ‘50. Dopo aver trascorso una decina d’anni nella capitale, la fame di ricerca e innovazione fa sì che si trasferisca a New York, entrando così in contatto con i massimi esponenti della neonata Pop-Art, allora in pieno fermento negli Stati Uniti. Durante l’esperienza americana Paolo conoscerà artisti del calibro di Andy Warhol, Richard Avedon e Robert Frank, iniziando anche a prendere maggiore coscienza della sua arte e di ciò che con essa vuole trasmettere, ovvero un coinvolgimento il più diretto possibile con la realtà che lo circonda. Porta queste nuove consapevolezze con sé in patria, dove lavorerà districandosi tra Roma e Milano fino al 1979, anno in cui deciderà di fare ritorno in America. Approfittando del tumulti causati dal diffondersi della Street Art tra le metropoli d’oltreoceano, riesce a penetrare nel tessuto urbano di New York con le sue installazioni di Rettili Meccanici sparpagliate tra avenue e street.
Una delle Subway Board di Harring
La Grande Mela era infatti in quegli anni una sorta di museo a cielo aperto, i giovani artisti esponevano e praticavano ovunque le più diverse forme di Street Art, dal graffitismo alla performance. È nell’ecletticità di questa cornice che avviene l’incontro tra Buggiani e Haring: mentre il primo è impegnato a farsi spazio nel panorama dell’arte contemporanea accendendo le sue sculture effimere in movimento (installazioni di ferro e fuoco) e pattinando alato in mezzo alle macchine incolonnate nel traffico, il giovanissimo Keith abbozzava, sui tipici cartoncini neri che coprivano le pubblicità scadute in metropolitana, le prime delle sue iconiche silhouette che l’avrebbero poi reso celebre in tutto il mondo.
Nato in Pennsylvania e cresciuto a Kuztown, Keith Haring si avvicina da subito all’arte visiva nell’accezione più pop del termine. Ama Walt Disney e graffitismo, si iscrive alla Ivy School of Professional Art di Pittsburg, ma si ritira quasi subito, terminando gli studi all’interno della School of Visual Art nel pieno centro di New York. Il percorso di studi in accademia permetterà all’artista di sperimentare non solo tecniche pittoriche, ma anche di performance, video e installazioni, inspessendo notevolmente il livello contenutistico delle sue opere.
Vedendo la moltitudine di questi particolarissimi geroglifici che affollano le subways, spesso ironici e dissacranti, Buggiani ne intuisce immediatamente il valore intrinseco, arrivando a staccarli lui stesso dalle pareti o chiedendo ai netturbini di farlo al suo posto, con lo scopo di conservarli e preservarli dall’inevitabile erosione. All’interno dei magazzini sono esposte oggi più di 10 di queste “lavagne metropolitane”, eterogenee per dimensione e stato di conservazione, ora protette da una spessa intelaiatura e da una cornice in vetro.
Il Minotauro di Buggiani
Interessante la scelta di coprire con pannelli plumbei il vivo mattone del magazzino, in modo tale da garantire al visitatore un’esperienza il più possibile immersiva nella dimensione urbana da cui attinge la mostra. Oltre a queste testimonianze del primissimo periodo di Haring, del ragazzo di Kuztown sono appese alle pareti alcune serigrafie in tiratura limitata e il celebre vinile realizzato per Elton John. Il resto del salone sembra invece voler lasciare più respiro alle opere del Buggiani, in un excursus che va dal suo periodo strettamente pittorico alle immagini delle sue performance più spregiudicate, sempre sviluppate sul fil rouge del mito e della distopia: Minotauri pazientemente seduti agli angoli delle sale e draghi di lamiera sospesi al soffitto accompagnano le immagini delle note incursioni urbane di Buggiani esposte sui muri: vengono mostrate le sue sculture indossabili, infiammabili, anarchiche, si lascia spazio alla sua pittura canonica e sperimentale (come quella tridimensionale), ma soprattutto si pone l’accento sulle materie prime: il metallo a simboleggiare l’industria degli anni ‘70 e il fuoco come metafora del divino.
Raffigurazioni delle performance e installazioni di Paolo Buggiani
Sui pannelli informativi che accompagnano la rassegna si susseguono invece frammenti di storia dell’artista: ricordi dell’esperienza newyorkese, dello spazio del Pier 34 dove troneggiava la sua opera più celebre, l’Icaro a grandezza naturale, i conflitti con le forze dell’ordine all’interno della Rivington School, spazio abbandonato e occupato dal suo collettivo di Street Artist, ma soprattutto si ripete e si enfatizza un monito: quello della netta scissione tra ciò che è Street Art e ciò che è mero graffitismo, di cui Buggiani ammira la funzione estetica e decorativa e l’imprinting di rivalsa sociale dal quale nasce, ma condanna la poca “leggibilità” in ottica artistica e lo scarso valore concettuale, definendola piuttosto Urban Art, senza andare ad inficiare il movimento Street che pur palesandosi principalmente sui muri delle città, affonda le sue radici ben più lontano, riuscendo quindi ad esprimersi con molteplici linguaggi.
Gli iconici “Radiant Boys” di Harring
Buggiani sembra intenzionato a voler dare prova di ciò alla città nel periodo pasquale, si vocifera infatti che in quei giorni l’artista non solo presenzierà alla mostra, ma vorrà stupire gli abitanti della cittadina marittima installando per le sue vie qualche opera inedita. L’esposizione patrocinata dal comune di Cervia è in realtà la prima di una collaborazione triennale firmata con il gruppo Metamorfosi che vedrà alternarsi nella stessa location altri pilastri della contemporaneità artistica come Obey, in programma per 2023 e Banksy, in chiusura nel 2024.
La mostra resterà aperta fino al 5 giugno e sarà visitabile tutti i giorni, infrasettimanalmente dalle 10.00 alle 20.00, il Venerdì e il Sabato fino alle 23.00 e la Domenica fino alle 21.00. L’ingresso ha un costo di 12€, con tariffe agevolate per giovani, studenti, anziani, disabili, scolaresche e residenti e può essere acquistato online su ciaotickets con uno sconto del 20% (https://www.ciaotickets.com/biglietti/made-new-york-keith-haring-e-paolo-buggiani-cervia)
Fotografie di Maria Vittoria Fariselli, riprese e montaggio di Lorenzo Drei
Scontro all’altezza del ristorante Fuji 2, la vittima non aveva documenti di identità
Grave incidente nella serata del 23 marzo in viale Po a Ravenna, all’altezza del ristorante Fuji 2: un ciclista è stato investito da un’auto ed è morto all’ospedale Bufalini di Cesena. Nell’impatto la vittima ha perso subito i sensi e addosso non aveva documenti: in un primo momento non è stato quindi possibile identificarlo sul posto. L’automobilista è sotto choc. Per i soccorsi è stato chiuso il tratto di strada tra via Gramsci e via Romea per alcune ore.
L’assessora all’Ambiente ha risposto a una interrogazione di Europa Verde sul caso di inizio febbraio: «Dalle analisi non sono emerse criticità»
Dalle analisi effettuate sull’acqua e sui pesci trovati morti nel canale Candiano all’inizio di febbraio non sono emerse particolari criticità. Lo rende noto l’assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo, nella sessione di lavoro di oggi, 23 marzo, della commissione consiliare Territorio, Ambiente e Mobilità presieduta da Stefano Caliandro.
Priolo ha risposto a un’interrogazione alla giunta presentata da Silvia Zamboni (Europa Verde) sulle cause dell’episodio: «Probabilmente il motivo della morìa è del tutto casuale e potrebbe essere ricercato nella conformazione del canale Candiano, che non si presterebbe a un ottimale ricambio delle acque e ciò potrebbe aver favorito un qualche fenomeno di anossia che ha colpito i pesci». Zamboni si è detta soddisfatta della risposta ottenuta che ha scongiurato l’esistenza di fenomeni di inquinamento. Zamboni, in aggiunta al quesito principale, domandava all’esecutivo regionale se l’inquinamento delle acque fosse imputabile al malfunzionamento o alla scarsa manutenzione di alcuni tratti dell’impianto fognario comunale.
Un’iniziativa pensata anche per favorire il coinvolgimento degli studenti disabili
Al Liceo di Lugo è nato un orto “inclusivo” dove sono stati piantati ortaggi (pomodori precoci, piselli, rape, indivie e piante officinali) che riescono a concludere il loro ciclo entro l’anno scolastico, in modo che gli studenti possano raccogliere i frutti del loro lavoro.
La realizzazione dell’orto è stata possibile grazie al contributo del Comune e al sostegno economico del Rotary Club di Lugo. Sono state coinvolte quattro classi del Liceo, dalla prima alla quarta.
L’area dedicata, di circa 24 metri e all’interno della scuola stessa, è stata allestita grazie all’aiuto di un perito agrario.
Questa iniziativa è stata pensata anche per favorire l’inclusività degli studenti disabili, che hanno collaborato al progetto.
«Un’attività altamente formativa – ha spiegato Giancarlo Frassineti, dirigente del Liceo, durante la presentazione del percorso – elaborata con un occhio agli obiettivi dell’agenda 2030».
«Questo orto rappresenta l’incontro tra generazioni – ha sottolineato Deanna Geminiani, la docente referente del progetto – perché gli studenti hanno incontrato i pensionati che gestiscono gli orti del Comune».