sabato
20 Dicembre 2025

Cotignola, lo scultore Enzo Babini dona medaglie a Papa Leone, Mattarella e Von der Leyen

In occasione dell’Anno Santo 2025, lo scultore cotignolese Enzo Babini ha creato alcune medaglie in terracotta che sono state inviate dall’Amministrazione comunale di Cotignola a Papa Leone XIV, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen.
Come già accaduto per il Giubileo del 2016, il ceramista cotignolese ha voluto donare un’opera nata da una profonda riflessione sulla società contemporanea, ispirandosi alla speranza, tema del Giubileo 2025. Ulteriori sei medaglie sono state realizzate da Babini e donate all’assessora Minto, in rappresentanza del Comune, e agli ecclesiastici Don Stefano Vecchi e Don Michel Bom, che si occuperanno di veicolarle a tutte le parrocchie di Cotignola e delle frazioni.
«La forma circolare della medaglia rappresenta qualcosa che non ha né inizio né fine – spiega il maestro Enzo Babini -. Al centro c’è Dio, che come fiamma sempre viva tiene accesa la speranza e dà energia al passo del popolo che cammina. Sono ancorate alla fiamma quattro croci, testimonianza dell’umanità proveniente dai quattro angoli della terra; l’ancora è stata spesso usata come metafora della speranza. Una processione che, passo dopo passo, rappresenta il popolo dei credenti nel pellegrinaggio. L’immagine mostra quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale, ma comunitario, con l’impronta di un dinamismo crescente che tende sempre più verso Cristo».
«Queste medaglie, realizzate con terra romagnola da un orgoglioso figlio di questa stessa terra come il maestro Enzo Babini, sono segni tangibili di quella speranza di cui è innervato il Giubileo – commenta Martina Minto, assessora alla Cultura del Comune di Cotignola -. Come Amministrazione le abbiamo inviate a queste grandi personalità per offrire una riflessione sulla dignità, l’uguaglianza e la speranza in quanto fondamenti del cammino umano, ma anche per promuovere la coesione tra i popoli e la fiducia, che come amministratori, cittadini ed europei, nutriamo nei confronti del cammino comune dell’umanità. Abbiamo molto apprezzato che, dalla segreteria del Presidente Mattarella, ci sia arrivata una telefonata di ringraziamento, per il Comune e per il maestro Enzo Babini. Da un Presidente così attento alle difficoltà delle comunità locali questo riscontro è stato particolarmente apprezzato».

Traversara un anno dopo: il giardino di Piera è ancora allagato

Da un anno a casa di Piera Alboni a Traversara c’è uno stagno in giardino con delle piante acquatiche che proliferano. Quanto sia la profondità è difficile dirlo. È il lascito, sgradito e non voluto, dell’alluvione del 19 settembre 2024.

L’abitazione della 65enne è una villetta singola in via Torri a qualche centinaia di metri dal punto in cui l’argine sinistro delfiume Lamone è crollato. «L’ondata di piena si è infilata tra la mia abitazione e quella del vicino, la forza dell’acqua ha abbattuto una parte della mia casa e ha scavato una voragine nel terreno». Un anno dopo c’è ancora l’acqua, circondata da cespugli di erbacce. «È stato iniziato un tentativo di prosciugamento, ma ci siamo accorti che il livello risaliva. Probabilmente la voragine ha raggiunto l’altezza della falda e quindi l’acqua affiora dal terreno». Le operazioni di rimozione dell’acqua si sono fermate anche perché l’acqua ha raggiunto le fondamenta e toglierla poteva mettere a rischio crollo la parte di casa rimasta in piedi.

La villetta di Piera è uno dei trenta immobili nella zona rossa per cui una commissione tecnica ha cominciato il lavoro per stabilire se vanno demoliti o possono essere recuperati. Ma la padrona di casa ha poche speranze: «È la casa che apparteneva ai miei genitori, in cui vivo da quando sono nata. Mi sono già messa l’anima in pace e so che dovrò abbatterla – ammette la donna seduta nella veranda a casa della figlia, distante poche decine di metri e alluvionata ma non in zona rossa –. Però è estenuante dopo un anno non avere avuto ancora spiegazioni dalle autorità. Ci dicano cosa dobbiamo fare, invece di tenerci in sospeso. Dal giorno dopo del disastro vorremmo fare quello che c’è da fare per lasciarsi tutto alle spalle prima possibile e pensare al futuro, ma non sappiamo ancora nulla e viviamo ogni giorno la stessa sofferenza».

La casa di Piera è finita sott’acqua un anno dopo una ristrutturazione completa: «A maggio 2023 avevamo avuto la prima alluvione e avevamo perso pavimenti, impianto elettrico e arredi. Abbiamo ristrutturato e poi è arrivato il disastro di settembre 2024». Ora va abbattuta o si può salvare? Se va abbattuta, quali indennizzi potrà ricevere? E si potrà ricostruire su quel lotto di terra? Sono le domande principali di Piera che restano ancora senza risposta: «Sono sempre stata orgogliosa di vivere in Emilia-Romagna, per la qualità della vita e l’attenzione verso la popolazione. Ma questa volta mi sento abbandonata dalle istituzioni. Nessuno ha risposte ed è passato un anno perché fanno speculazione politica sulla pelle delle persone alluvionate».

Oggi Piera e il compagno Daniele vivono a Villanova di Bagnacavallo, nella casa che ha lasciato loro l’anziano padre di Daniele: «Ha 85 anni e si è preso una piccola casa in affitto per sé e ha lasciato a noi la sua. È stato un gesto bellissimo, ma noi vorremmo avere una nostra casa». E la vorrebbero proprio dove c’è quella semicrollata, sebbene il rivale del Lamone sia sempre lì che incombe: «Ci ho passato tutta la vita, dove dovrei andare alla mia età? Io non ho paura del fiume, non l’ho mai avuta. Mi fanno paura le persone che non hanno fatto la manutenzione a quel fiume».

Il bilancio degli ultimi due anni di Piera e Daniele è di due alluvioni subite e una casa inagibile e tutto quello che hanno avuto, oltre alla quota mensile perché ancora fuori dalla loro residenza, sono 15mila euro dal contributo di immediato sostegno: 5mila per il 2023 e 10mila per il 2024. La coppia aveva anche una polizza di assicurazione. Magra consolazione: «Si sono aggrappati a ogni cavillo per riconoscerci il meno possibile. Ci hanno detto che la parola “alluvione” non era compresa e alla fine abbiamo avuto diecimila euro. Mi chiedo che senso abbia chiedere alla gente, che già paga le tasse, di fare polizze se poi le compagnie usano ogni pretesto per fare il loro interesse?».

Il Benelli a un passo dal tutto esaurito per il Ravenna: «Contro il Perugia partita fondamentale»

«Una partita fondamentale, che ci potrà dire cosa faremo da grandi». Lo presenta così, mister Marco Marchionni, l’anticipo di venerdì sera (calcio d’inizio ore 20.30) che vedrà il Ravenna ospitare il Perugia in uno stadio Benelli praticamente esaurito (a 24 ore dalla partita restano in vendita meno di 200 biglietti in parterre).

Si tratta della quinta giornata del girone B del campionato nazionale di calcio di serie C, con i giallorossi secondi in classifica con 9 punti in quattro partite, 6 in più degli umbri, ancora a secco di vittorie.

Il Ravenna potrà contare sul rientro di Luciani e Okaka, che hanno lavorato tutta la settimana con il gruppo, quindi su quella prima punta fisica su cui finora la squadra non ha ancora potuto fare affidamento. Un’alternativa in più per Marchionni che non potrà contare invece solo su Corsinelli (l’esterno destro titolare) e Mandorlini (centrocampista di riserva, già però in gol in stagione).

«Siamo contenti che ci sarà tanta gente – ha detto ancora Marchionni -, merito della società che ha creato una squadra importante e dei ragazzi che hanno dimostrato di avere qualità. Vincere ancora ci darebbe un’ulteriore iniezione di fiducia in vista delle prossime partite. Ma sarà molto difficile, il Perugia è una buona squadra, che si trova ad affrontare un inizio complicato. Dovremo avere anche un po’ paura, tra virgolette, consapevoli che non sarà per nulla facile».

Omicidio Minguzzi senza colpevole dopo 38 anni, parla un ex carabiniere: «Indagini fatte male»

Le indagini dei carabinieri sull’omicidio del 21enne Pier Paolo Minguzzi di Alfonsine, nel 1987, furono fatte male e gli uomini dell’Arma che provarono a farle bene si scontrarono contro gli ostacoli di colleghi in divisa. È l’estrema sintesi della testimonianza dell’ex brigadiere Antonio Di Munno rilasciata oggi, 18 settembre, nella seconda udienza dell’appello per la morte dello studente di Agraria e carabiniere di leva rapito il 21 aprile di 38 anni fa per estorsione e trovato morto dieci giorni dopo.

In corte d’assise d’appello a Bologna è in corso il processo di secondo grado dopo l’assoluzione, arrivata il 22 giugno 2022, dei tre imputati (qui le motivazioni): il 60enne Orazio Tasca, originario di Gela (Caltanissetta), il 61enne Angelo Del Dotto di Palmiano (Ascoli Piceno) e il 69enne Alfredo Tarroni di Alfonsine. All’epoca dei fatti i primi due erano carabinieri in servizio alla stazione di Alfonsine, il terzo era un loro amico che faceva l’idraulico nello stesso paese.

All’epoca dei fatti Di Munno era in forza alla squadra di polizia giudiziaria della pretura di Comacchio e venne trasferito al nucleo operativo dei carabinieri di Ravenna anche per partecipare alle indagini sul sequestro-omicidio. La deposizione resa a luglio del 2021 in assise a Bologna mostrò un ex carabiniere particolarmente coinvolto dal ricordo degli eventi e oggi, se possibile, il testimone è tornato a ribadire gli stessi concetti con ancora più veemenza. Di Munno afferma di essere andato di fronte al comandante provinciale dell’epoca, il colonnello Masciullo, per proporre approfondimenti su due carabinieri, Tasca e Del Dotto: «Il comandante mi disse “Brigadiere, non ha capito che più si gira la merda e più puzza?”. Di fronte a quella frase rassegnai immediatamente le mie dimissioni e lasciai l’Arma perché non erano quelli i valori in cui credevo».

Su richiesta della procura generale, il teste ha nuovamente riconosciuto la sua calligrafia su un pezzo di carta che non finì mai in un fascicolo di indagine a quel tempo, ma ora sì: «Era una bozza per un rapporto giudiziario, avevo appuntato con sedici indizi da approfondire per appurare la posizione dei due carabinieri sospetti».

Nell’aula Bachelet di piazza dei Tribunali, Di Munno ha esternato tutta la sua incredulità avendo saputo che la magistratura dell’epoca intercettò più di un anno un millantatore piuttosto inverosimile e non dispose mai intercettazioni a carico dei due carabinieri.

Ascoltato dalla corte anche un altro carabiniere, Mario Renis: era vicecomandante della stazione di Alfonsine quando Minguzzi fu ucciso. E anche Renis è torno a ribadire quanto già pronunciato in primo grado a Ravenna: «Non mi fecero mai ascoltare le registrazioni delle telefonate estorsive ricevute dai familiari di Minguzzi nell’aprile del 1987. Però a luglio di quell’anno mi fecero ascoltare le telefonate di un altro tentativo di estorsione a un’altra famiglia di Alfonsine e riconobbi subito il timbro inconfondibile della voce siciliana di Tasca con cui condividevo la caserma da tre anni». Perché non gli fecero ascoltare le registrazioni di rapitori di Minguzzi? Una risposta non c’è. Ma è stata la procura generale a sottolineare che il comandante della stazione di Alfonsine, Aurelio Toscano, affermò che tutti in quella caserma partecipavano ai briefing degli investigatori.

I tre imputati, nuovamente assenti in aula, si sono sempre dichiarati innocenti, negando collegamenti con l’altra vicenda ricordata. A luglio 1987 avvenne l’omicidio di un altro carabiniere che portò a tutti condanne ultraventennali (già scontate). Tarroni, Del Dotto e Tasca furono arrestati in flagranza a Taglio Corelli, frazione di Alfonsine, dopo una sparatoria in cui rimase ucciso il 23enne Sebastiano Vetrano, raggiunto da un colpo sparato da Del Dotto con un revolver di Tarroni.

La sentenza d’appello potrebbe arrivare il 30 settembre. Per quel giorno, infatti, è in calendario un’udienza a partire dalle 9.30 con le discussioni finali di procura, parti civili e difese. Al termine la corte potrebbe ritirarsi in camera di consiglio per il verdetto.

Container di esplosivi israeliani bloccati al porto: «Ravenna un esempio. Ora il Governo faccia la sua parte»

Sono numerose le reazioni alla notizia del giorno, ossia ai due container contenenti esplosivi diretti in Israele bloccati al porto di Ravenna. I due camion portacontainer hanno lasciato il porto di Ravenna nella giornata di oggi, 18 settembre. Si tratta di munizioni cecosolvacche e ungheresi per l’esercito israeliano: il carico speciale esplosivo era entrato in Italia via terra dall’Austria per poi transitare fino a Ravenna.

«Esprimo il mio pieno sostegno e la mia gratitudine al presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, alla presidente della Provincia di Ravenna Valentina Palli e al sindaco di Ravenna Alessandro Barattoni per la presa di posizione, chiara e coraggiosa, contro il transito di armamenti destinati a Israele attraverso il porto di Ravenna», ha dichiarato la parlamentare ravennate del Pd, Ouidad Bakkali.

«Il nostro porto – continua Bakkali – non può e non deve diventare complice della fornitura di armi verso scenari di guerra e di violazioni sistematiche del diritto internazionale. Consentire che materiale bellico transiti da Ravenna significherebbe tradire la storia e i valori di una città che ha fatto della Resistenza, della pace e dell’accoglienza la propria identità. Significa anche compiere una violazione della legge 185 e del principio costituzionale sancito dall’articolo 11 che impone il ripudio della guerra. Significa inoltre che i ministeri competenti e le dogane continuano a operare come se nulla fosse, ignorando un quadro normativo che parla in maniera esplicita anche di transito. Quelle armi verso Israele non possono passare».

«In un momento in cui il governo nazionale non assume alcuna posizione – conclude Bakkali -, vedere rappresentata la dignità e l’umanità dalle istituzioni locali e regionali che incarnano la Repubblica, così come dai lavoratori portuali che hanno segnalato l’arrivo del carico, mi inorgoglisce come ravennate e come parlamentare italiana».

«Esprimiamo pieno sostegno al sindaco Alessandro Barattoni, alla presidente della Provincia Valentina Palli e al presidente della Regione Michele de Pascale per l’immediata attivazione che ha portato al blocco dei carichi – dichiarano il segretario regionale Pd Luigi Tosiani, la segretaria provinciale Eleonora Proni e il segretario comunale Lorenzo Margotti –. Un ringraziamento particolare va ai lavoratori portuali e alla loro prontezza nel segnalare con responsabilità quanto stava accadendo. Ravenna ha dato oggi un segnale forte, scegliendo di non essere complice di un traffico di armi che sta causando una catastrofe umanitaria in Palestina».

«Come sindacato – commentano Cgil e Filt – proseguiremo a vigilare e a effettuare segnalazioni affinché nessun carico di armi transiti per Ravenna. Ringraziamo i rappresentanti delle istituzioni locali e regionali per avere intrapreso un’azione decisiva per il blocco delle armi. Un altrettanto sentito ringraziamento va ai lavoratori del porto grazie ai quali è stato possibile individuare e denunciare il transito del carico. La Cgil prosegue nell’impegno contro la guerra. Ha proclamato uno sciopero per domani e sempre domani scenderà in strada a Ravenna per una manifestazione e un corteo per denunciare quanto sta avvenendo a Gaza. Il corteo, con ritrovo alle 16, partirà dal piazzale del Pala de André e raggiungerà la Darsena di città».

«Martedì abbiamo depositato un Ordine del Giorno in Consiglio comunale per chiedere che il nostro scalo non diventi più luogo di transito per materiali bellici – è invece il commento congiunto dei consiglieri comunali Nicola Staloni (Avs) e Igor Gallonetto (M5s) -. L’episodio di oggi conferma l’urgenza di fissare regole chiare e vincolanti per il futuro. Il porto di Ravenna deve essere un luogo di lavoro sicuro, rispettoso dei diritti dei lavoratori e delle comunità, non un corridoio per alimentare conflitti e guerre».

«Ora il Governo faccia la sua parte – aggiunge il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Lorenzo Casadei -. Basta fare finta di non sapere. Chiediamo la sospensione immediata di transiti e licenze verso il teatro di guerra, applicando con rigore la Legge 185/1990 e i criteri della Posizione Comune UE 2008/944/PESC sul rischio di uso degli armamenti per violazioni gravi del diritto umanitario. Le nostre banchine non possono diventare la retrovia logistica di operazioni militari che colpiscono civili, strutture sanitarie e infrastrutture essenziali, operazioni criminali che la Commissione d’inchiesta indipendente dell’Onu il 16 settembre ha formalmente qualificato come genocidio. La Regione farà tutto ciò che è di sua competenza, è urgente la convocazione di un tavolo con le autorità, le agenzie, le organizzazioni sindacali e tutte le istituzioni coinvolte per definire protocolli stringenti di trasparenza e controllo, con monitoraggio permanente sui materiali d’armamento e sui beni dual‑use e con la pubblicazione periodica dei dati aggregati sui transiti sensibili. Non lasceremo che si usino porti, interporti e piattaforme logistiche dell’Emilia‑Romagna per alimentare guerre e conflitti nel mondo: lo contrasteremo in ogni modo e con ogni forza, con atti formali, controlli serrati e la massima trasparenza, fino a fermare ogni transito sospetto.
Da Ravenna e dall’Emilia-Romagna parte un messaggio chiaro al Paese: quando istituzioni e lavoratori fanno squadra, il territorio si difende e difende il principio costituzionale di ripudio della guerra. Il Governo si assuma la responsabilità politica di fermare transiti e licenze; noi continueremo a lavorare perché l’Emilia‑Romagna non sia mai complice di alcuna guerra».

«Al ministro Tajani che continua a dire che il governo italiano non c’entra niente con il genocidio di Gaza – conclude infine il senatore romagnolo del Movimento 5 Stelle, Marco Croatti -, chiediamo perché allora il governo continua a violare le leggi italiane e il diritto internazionale scegliendo di non bloccare l’esportazione e il transito di armi e munizioni destinate all’esercito israeliano. Oggi dal porto di Ravenna salperà per Israele una nave cargo della compagnia israeliana Zim, la Contship Era, che avrebbe dovuto caricare due container di munizioni cecosolvacche e ungheresi per l’esercito israeliano: l’operazione è stata bloccata solo grazie all’intervento dell’amministrazione comunale a cui partecipa il M5S. Il carico speciale esplosivo era entrato in Italia via terra dall’Austria per poi transitare fino a Ravenna, non certo di nascosto dalle autorità competenti. Ricordiamo al ministro degli Esteri, responsabile per il controllo sull’export di armamenti, che la legge 185 del 1990 vieta il transito di materiali di armamento verso i Paesi in stato di conflitto armato e responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell’Ue o del Consiglio d’Europa. Ricordiamo al ministro degli Esteri che una commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha appena accusato Israele di genocidio e che il Consiglio d’Europa e che già nell’aprile dello scorso anno il Consiglio Diritti Umani dell’Onu aveva approvato una risoluzione che chiedeva a tutti gli Stati di sospendere il trasferimento di armi e munizioni verso Israele; la stessa richiesta fatta un mese fa anche dal Consiglio d’Europa. Il governo la smetta di consentire il transito in Italia di armi e munizioni per Israele con un embargo totale come quello imposto dal governo spagnolo, altrimenti la smetta di mentire sulla sua non complicità con il genocidio di Gaza».

Serie B, dal 21 settembre si inizia a fare sul serio per Tema Sinergie Faenza e Orasì Ravenna

La preseason è terminata. Da domenica 21 settembre le squadre della provincia impegnate in serie B Nazionale di basket scendono ufficialmente sul parquet. Orasì Ravenna e Tema Sinergie Faenza sono entrambe inserite nel girone B che vede come super favorite la Pielle Livorno e la Virtus Roma. Le due romagnole proveranno a dire la loro, strizzando l’occhio verso i numerosi derby in calendario contro le due imolesi e la neo promossa Ferrara.

I manfredi sono reduci da un cambio di main sponsor, annunciato ad inizio settembre. Dopo dieci anni dal primo contratto di sponsorizzazione con i Raggisolaris, Tema Sinergie diventa main sponsor e affianca il suo nome a quello della prima squadra di pallacanestro maschile della città di Faenza. Una partnership, quella tra Tema Sinergie e Raggisolaris, nata nel 2015 con la promozione della squadra in Serie B. Fondata nel 1985, Tema Sinergie offre soluzioni tecnologiche all’avanguardia per la Medicina Nucleare, la Radiofarmacia, la Radioterapia e l’Industria Farmaceutica, affermandosi come una delle realtà di riferimento a livello internazionale.

Al di là della parte economica, sono molte le novità in casa faentina, a partire dalla panchina. Il ruolo di allenatore è stato affidato al piemontese Lorenzo Pansa, che nelle ultime due stagioni ha condotto Vigevano in Serie A2. Dalla panchina alla scrivania è passato invece Luigi Garelli, che coprirà il ruolo di direttore tecnico. La squadra allestita è di valore, con l’obiettivo (non dichiarato) di viaggiare nelle zone nobili della classifica. In particolare il quintetto di Pansa si affiderà alla leadership e all’esperienza di Marco Santiangeli, reduce però da una stagione con 9 punti di media alla Virtus Roma. Oltre a lui, la squadra è un mix tra giocatori di esperienza (Stefanini, Fumagalli e il belga Van Ounsem su tutti) e giovani (con il neo capitano Fragonara, il pivot Longo e l’ala forte Mbacke) che lascia ben sperare ad una delle realtà più consolidate del campionato. La prima partita sarà domenica 21 settembre alle ore 18 al Pala Cattani contro San Severo.

L’obiettivo è quello della salvezza per il Ravenna del coach 30enne Andrea Auletta, che ha parlato così della vittoria durante l’ultima amichevole pre-season contro l’Andrea Costa Imola: «Chiudiamo la pre-season in maniera positiva, con ampi margini di miglioramento: dobbiamo eliminare i blackout e trovare più continuità durante la partita». L’alta frequenza dei momenti bui all’interno dei match è stato uno dei temi delle ultime due stagioni dell’Orasì, che nella stagione alla porte cercherà di trovare più continuità sia di risultati che di prestazioni. Sicuramente una squadra meno giovane rispetto alle ultime due stagioni potrebbe aiutare “il controllo” in determinati momenti all’interno della partita. Il roster giallorosso è stato profondamente rivoluzionato dal mercato con le sole permanenze di capitan Dron e della guardia Brigato, che con il passare del tempo si è dimostrato leader della squadra in entrambe le metà campo. A loro sono stati aggiunti l’imprevedibilità del rientrante Paolin e il peso sotto i ferri dell‘italo-argentino Cena e del lituano Rolandas Jakstas. Saranno coadiuvati dai baby Feliciangeli, Ghigo e Noena su tutti, che hanno ben figurato in preseason. La prima partita della stagione sarà sul campo del Casoria (comune di Napoli) domenica 21 settembre, mentre le porte del Pala Costa non si apriranno prima di mercoledì 8 ottobre per accogliere Nocera.

Attenzione invece alla questione biglietti. Il Ministero dell’Interno ha deciso che dalla stagione 2025/26 il basket italiano farà un passo verso regole già da tempo applicate nel calcio. Tutte le partite dei campionati organizzati da Legabasket (LBA) e Lega Nazionale Pallacanestro (LNP) – quindi Serie A, Serie A2 e Serie B – sarà obbligatorio il biglietto nominale, mentre per le trasferte è obbligatorio acquistarli in prevendita entro le ore 19 del giorno prima della gara. 

Per consultare il calendario della stagione, ecco il link: https://www.legapallacanestro.com/serie/4/calendario

15mila euro di fondi regionali per il Tavolo dell’Abitare dell’Unione della Bassa Romagna

Nello scorso aprile, l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha istituito il «Tavolo dell’abitare», ovvero un tavolo di lavoro dedicato al tema delle politiche abitative. Il tavolo vuole essere uno strumento utile per fronteggiare il fenomeno crescente dell’emergenza abitativa sul territorio, mettendo a confronto coloro che a vario titolo intervengono sul tema: dagli amministratori e tecnici dell’Unione della Bassa Romagna e dei Comuni afferenti, a Acer, i sindacati, enti privati di utilità sociale, come Caritas, cooperativa il Solco, associazione il Melograno, e aziende del comparto edile.

Dopo la prima riunione, datatata 28 aprile, dove sono state individuate le priorità da percorrere, il progetto ha recentemente ottenuto un finanziamento regionale di 15mila euro tramite la cooperativa sociale il Solco, nell’ambito del bando Partecipazione 2025 per il sostegno alle proprie attività (ovvero la definizione di strategie e pratiche innovative relative all’abitare per promuovere coesione sociale, senso di appartenenza, solidarietà e cooperazione all’interno della comunità). I temi su cui si concentrerà l’organizzazione riguardano l’intercettazione di ogni forma di finanziamento pubblico o privato che permetta interventi strutturali in ambito abitativo, la verifica degli strumenti urbanistici e la compatibilità con i programmi di edilizia residenziale sociale, l’invito al tavolo di tutti i soggetti interessati (e in particolare delle associazioni di categoria, in un’ottica di interazione tra le politiche), e la verifica della ripetibilità di buone pratiche adottate in altre realtà sul territorio della Bassa Romagna 

«L’emergenza abitativa riguarda un numero crescente di persone che non riescono a trovare un alloggio adeguato e sostenibile – sottolinea il sindaco referente alle Politiche abitative dell’Unione, Andrea Sangiorgi -. Rimangono così esposti al rischio di sfratto molti nuclei familiari il cui reddito disponibile è diminuito in seguito all’effetto combinato delle tante contingenze negative che si sono susseguite dal 2020 in poi. Tutto ciò in una situazione in cui nel mercato immobiliare si assiste a una progressiva diminuzione dell’offerta per gli affitti e contestualmente a un significativo aumento dei prezzi, che pone molte famiglie in una situazione di difficoltà sempre maggiore nella ricerca di una casa».

Modifiche alla viabilità e info utili per il fine settimana dell’Ironman

Cervia si prepara all’arrivo degli Ironman, per la competizione di thriatlon in programma tra il 20 e il 21 settembre. Per consentire la realizzazione dell’evento sportivo in sicurezza, sono state previste modifiche alla viabilità (chiusure totali e parziali) che coinvolgeranno, oltre al centro cittadino, diverse strade provinciali (la 254 R, la 71 bis e la 6) per il passaggio delle gare ciclistiche.
È inoltre stata prevista per sabato 20 settembre la chiusura straordinaria della scuola media Zignani di Castiglione di Ravenna, che fa parte dell’istituto comprensivo intercomunale n.1 Andrea Canevaro.

Le modifiche alla viabilità saranno in vigore dalle 6 di sabato 20 settembre fino al cessare delle esigenze di corsa e dalle 10.30 di domenica 21 settembre fino al cessare delle esigenze di corsa (la E45 in tutti i comuni e le province interessate dalla manifestazione sarà invece chiusa dalle 5 di sabato 20 e dalle 9.30 di domenica 21, sempre fino al cessare delle esigenze di corsa). Lungo tutto il percorso saranno istituiti presidi con personale dell’organizzazione e forze dell’ordine; sarà inoltre apposta la segnaletica stradale indicante i percorsi di deviazione.

Per quanto riguarda il territorio del comune di Ravenna saranno interessate le frazioni di Castiglione di Ravenna, Casemurate, Matellica e Mensa Matellica lungo la strada provinciale 254 Bagnolo – Salara, dove verrà istituito il divieto di transito anche ai residenti (chiusura totale dalle 6 di sabato 20 settembre fino al cessare delle esigenze di corsa e dalle 10.30 di domenica 21 settembre fino al cessare delle esigenze di corsa, pertanto si raccomanda di lasciare il proprio veicolo al di fuori dell’area interdetta, per un eventuale suo utilizzo qualora si avesse bisogno di andare da qualche parte).

I percorsi alternativi sono: da Ravenna a Cesena la SR 142 via Dismano; per raggiungere Mensa e Matellica si percorre la SP 118 via Dismano e la Sp 33 via Civinelli, oppure via Principessa Doria. Per raggiungere Ie località balneari dei Lidi sud, comprendendo anche Milano Marittima, si percorre la statale 16 fino a Savio, via dei Lombardi, quindi località Lido di Savio e si arriva in via Nullo Baldini.

Per quanto riguarda tutte le strade della Provincia di Ravenna, queste le chiusure dalle 6 di sabato 20 fino al cessare delle esigenze di corsa:

– Sp n. 254 R “Di Cervia”: chiusura totale al traffico nel tratto compreso tra il km 12+750 (immissione nella SS n. 3 bis “Tiberina” – E45) ed il km 22+900 (incrocio con la SP 6 Beneficio II Tronco);

– Sp n. 254 R “Di Cervia”: chiusura parziale al traffico nel tratto compreso tra il km 22+900 (incrocio con la SP 6 Beneficio II Tronco) ed il km 23+997 (incrocio con la S.S. n. 16 Adriatica) con circolazione consentita esclusivamente ai veicoli diretti alle attività presenti in loco ed ai residenti o dimoranti, previa specifica autorizzazione verbale del personale di presidio presente alle intersezioni stradali;

– Sp n. 254 R “Di Cervia”: chiusura parziale al traffico nel tratto compreso tra il km 12+530 (incrocio con la SP 2 di Forlì Cesena e via Bagnolo) ed il km 12+750 (immissione nella SS n. 3 bis “Tiberina” – E45) con circolazione consentita esclusivamente ai veicoli in uscita dalla SS n. 3 bis “Tiberina” – E45 o a quelli diretti alle attività commerciali presenti in loco, previa specifica autorizzazione del personale di presidio presente alle intersezioni stradali;

– Sp n. 71 bis R “Cesena Cervia”: chiusura totale al traffico nel tratto compreso tra il km 10+640 (incrocio con SP 6 Beneficio II Tronco) ed il km 13+230 (nuova rotatoria di svincolo su S.S. n. 16 Adriatica);

– Sp n. 71 bis R “Cesena Cervia”: chiusura parziale al traffico nel tratto compreso tra il km 8+922 (rotonda di Visionano – incrocio con la Sp 32 “Confine Crociarne”) ed il km 10+640 (incrocio con SP 6 Beneficio II Tronco) con circolazione consentita esclusivamente ai veicoli diretti alle attività presenti in loco ed ai residenti o dimoranti, previa specifica autorizzazione del personale di presidio presente alle intersezioni stradali;

– Sp n. 6 “Beneficio II tronco”: Chiusura totale al traffico per l’intera sua estesa e precisamente tra il km 0+000 (incrocio con la SP 71 bis R “Cesena Cervia”) e il km 4+967 (incrocio con la SP n. 254 R “Di Cervia”);

Per quanto riguarda tutte le strade della Provincia di Ravenna, queste le chiusure dalle 10.30 di domenica 21 settembre fino al cessare delle esigenze di corsa:

– Sp n. 254 R “Di Cervia”: chiusura totale al traffico nel tratto compreso tra il km 13+725 (rotatoria cosiddetta “delle 5 vie”) ed il km 22+900 (incrocio con la Sp 6 Beneficio II Tronco);

– Sp n. 254 R “Di Cervia”: chiusura parziale al traffico nel tratto compreso tra il km 22+900 (incrocio con la SP 6 Beneficio II Tronco) ed il km 23+997 (incrocio con la S.S. n. 16 Adriatica) con circolazione consentita esclusivamente ai veicoli diretti alle attività presenti in loco ed ai residenti o dimoranti, previa specifica autorizzazione del personale di presidio presente alle intersezioni stradali;

– Sp n. 71 bis R “Cesena Cervia”: chiusura totale al traffico nel tratto compreso tra il km 10+640 (incrocio con SP 6 Beneficio II Tronco) ed il km 13+230 (nuova rotatoria di svincolo su S.S. n. 16 Adriatica);

– Sp n. 71 bis R “Cesena Cervia”: chiusura parziale al traffico nel tratto compreso tra il km 8+922 (rotonda di Visionano – incrocio con la SP 32 “Confine Crociarne”) ed il km 10+640 (incrocio con Sp 6 Beneficio II Tronco) con circolazione consentita esclusivamente ai veicoli diretti alle attività presenti in loco ed ai residenti o dimoranti, previa specifica autorizzazione del personale di presidio presente alle intersezioni stradali;

– Sp n. 6 “Beneficio II tronco”: chiusura totale al traffico per l’intera sua estesa e precisamente tra il km 0+000 (incrocio con la SP 71 bis R “Cesena Cervia”) e il km 4+967 (incrocio con la SP n. 254 R “Di Cervia”);

Subiranno modifiche anche alcuni percorsi del traporto pubblico locale, consultabili sul sito di Start Romagna, e anche la raccolta dei rifiuti porta a porta di Hera subirà alcune variazioni orarie.

Lavori al via per l’ufficio postale di Casola Valsenio: diventerà uno Sportello unico di prossimità

Lavori al via per l’ufficio postale di Casola Valsenio: a partire da martedì 23 settembre negli spazi di via Volta 4 inizieranno gli interventi di ammodernamento per migliorare la qualità dei servizi e dell’accoglienza.

A partire da giovedì 25 settembre, e durante tutto il periodo di chiusura, l’ufficio verrà trasferito in un container sito presso lo stesso indirizzo, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 08:20 alle ore 13:45, sabato dalle ore 08:20 alle ore 12:45.

Al termine dei lavori, realizzati grazie al progetto Polis di Poste Italiane, l’ufficio postale di Casola Valsenio sarà più accogliente nell’aspetto e trasformato in Sportello unico digitale di prossimità, per un semplice e veloce accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione.

La Rocca è pronta a trasformarsi di nuovo in una corte medievale, tra giostre, dame e cavalieri

Dame e cavalieri si preparano a fare ritorno tra le mura della Rocca Brancaleone: il 27 e 28 settembre torna per la sua nona edizione la rievocazione storica “La Rocca Brancaleone al tempo della Repubblica di Venezia”, promosso dall’associazione L’amata Brancaleone.

«Un’occasione unica per immergersi in un autentico spaccato di vita medievale – comunicano dall’organizzazione -. nei due giorni sarà possibile osservare cavalieri in armatura e arcieri impegnati nelle esercitazioni e nella manutenzione
delle armi, e partecipate alla simulazione dei combattimenti a piedi o a cavallo e ai preparativi per la guerra. Potrete inoltre sperimentare direttamente gli antichi mestieri all’interno di una fortezza, che la rendevano autonoma in caso di assedio».

La festa inaugurerà alle 10 di sabato 27, con l’apertura delle botteghe di “Ars mercatorum”, del quartiere militare Ad pugnam parati con momenti didattici, esposizione di armi ed armature, dimostrazioni di scherma medievale e dell’area didattica per il tiro con l’arco. Fino alle 14 sono in programma anche giochi da tavolo. Dalle 15 alle 16 i più giovani andranno alla riscoperta dei giochi medievali, l’avviamento alle arti marziali e la riproduzione della Giostra del Saracino.

Dalle 15 è in programma la dimostrazione didattica della monta storica in armatura, quella della vestizione storica tra ‘300 e ‘400 e sulla composizione dell’equipaggiamento fondamentale dell’arciere. Alle 17 è prevista la vestizione di uomini d’arme,  la dimostrazione di scherma e didattica su armi ed armature. Alle 20, cena medievale nel campo degli armati a prenotazione obbligatoria (qui il menù).

La giornata di domenica si aprirà sempre alle 10 con mercati e aree didattiche. Alla stessa ora, il dialogo tra Paola Novara dialoga e Riccardo Colombo sul Vita quotidiana nella Ravenna medievale, Falso! Ravenna: copie, calchi e riletture in città e all’estero, e Sotterranei e segreti di Ravenna. Alle 11, per i bambini dai 5 ai 12 anni è in programma la visita guidata In marcia con i soldati, mentre alle 11 sarà il momento di giochi da tavolo e di dadi. Alle 15 torna la pratica delle Arti Marziali. Alle 11.30 inizierà la dimostrazione di tiro con l’arco e la gara tra arcieri, mentre alle 12 torneranno i giochi da tavolo e di dadi. Nel pomeriggio si prosegue con la monta storica (15.30), la didattica sul tiro con l’arco (ore 16) e la dimostrazione di giostra e scontro d’arme (ore 16.30)

Ordinanza delocalizzazioni: chi non può ricostruire riceverà fino a 2.350 euro al mq

I proprietari di case che sono state sgomberate per aver subito danni gravi dalle alluvioni e che non potranno più ricostruire nello stesso luogo, perché ritenuto non più sicuro, riceveranno dallo Stato un contributo fino a un massimo di 2.350 euro al metro quadro, oltre Iva, in funzione della superficie delle abitazioni. La misura è a favore degli alluvionati del 2023 e 2024 in Emilia-Romagna, Toscana e Marche. È il contenuto dell’ordinanza firmata dal commissario per la ricostruzione, Fabrizio Curcio, che ha ottenuto il via libera della Corte dei Conti.

I beneficiari, che decideranno su base volontaria se presentare richiesta, riceveranno in tal caso contributi da un massimo di 2.200 euro al metro quadro per abitazioni fino ai 200 metri quadri di superficie complessiva, decrescenti fino a un minimo di 1.700 euro al metro quadro, per le quote di superficie eccedenti i 350,01 metri quadri di superficie complessiva, cui si aggiunge l’Iva e un importo forfettario di ulteriori 150 euro al metro quadro per spese notarili o legate alla ricostruzione in altro sito. In totale, quindi, il contributo massimo a metro quadro sarà di 2.350 euro.

I beneficiari potranno dunque utilizzare i contributi per edificare una nuova casa su un altro terreno di proprietà, per acquistare un’area edificabile per ricostruire, per comprare un immobile già pronto, oppure per comprare un immobile e ristrutturarlo, nell’ottica della rigenerazione urbana e del consumo di suolo zero.

Per accedere ai contributi è previsto un passaggio preliminare con una commissione tecnica straordinaria, che esaminerà i requisiti e valuterà, soprattutto, la concreta impossibilità a mantenere l’immobile nel sito in cui si trova. La commissione esprimerà un parere che diventerà condizione vincolante per la successiva domanda di contributo.

I soggetti beneficiari possono richiedere un contributo per la delocalizzazione di immobili a uso residenziale (unità immobiliari, pertinenze e parti comuni) fino al 100% delle spese necessarie, e comunque fino al raggiungimento del tetto massimo dell’importo stabilito dall’ordinanza, nei limiti delle risorse disponibili.

Per poter presentare domanda di contributo devono esserci condizioni precise, e precisamente l’impossibilità di ricostruire l’immobile dove era in origine – impossibilità dettata da atti o norme vigenti che regolamentano l’uso e la trasformazione del territorio, incluse le norme di salvaguardia introdotte a seguito degli eventi alluvionali – e la condizione di grave danneggiamento. Ciò accade in tutti i casi in cui, dopo gli eventi alluvionali, un immobile di edilizia abitativa, o le relative pertinenze esclusive dell’immobile, risultino danneggiati e, sempre a causa di quegli eventi, sia stato adottato dal Comune un provvedimento di inagibilità, sgombero, evacuazione o demolizione, senza la possibilità di ricostruire.

Se esistono queste condizioni, il contributo per la delocalizzazione può essere richiesto e utilizzato per l’acquisto, nel territorio del Comune in cui si trova l’immobile in questione, di aree alternative, già individuate dagli strumenti di pianificazione urbanistica, dove ricostruire la casa; oppure per l’acquisto di immobili già destinati a uso residenziale.

Il contributo sarà erogato al beneficiario in questi modi: a titolo di anticipazione, nei limiti del 50% del contributo spettante, per l’avvio delle attività connesse all’acquisto delle aree e all’attività di ricostruzione; un ulteriore acconto, pari al 40% del contributo spettante, su richiesta dell’interessato che attesti di aver speso non meno dell’80% dell’importo erogato come primo acconto e alleghi la relativa attestazione della spesa; infine, un saldo per la corresponsione del restante 10% del contributo spettante. Nel caso di acquisto di immobili anche da ristrutturare, il costo di acquisto è integralmente coperto con il primo acconto. Per tutti i contributi, il commissario adotta decreti di erogazione riferiti a ciascuna fase, sia per le quote di acconto che per il saldo finale.

Rubano due motoseghe e si nascondono nel casolare vicino: arrestati dalla polizia

La polizia di stato di Ravenna ha arrestato ieri (17 settembre) due uomini per aver rubato due motoseghe all’interno di un negozio della città. Si tratta di due cittadini di nazionalità marocchina, di 34 e 28 anni, già noti alle forze dell’ordine per precedenti reati.

Secondo quanto ricostruito dalla Questura, i due si erano introdotti nel negozio e avevano prelevato attrezzature per un valore complessivo di alcune centinaia di euro, tentando poi di allontanarsi e far perdere le proprie tracce. Gli operatori sono giunti tempestivamente sul posto grazie alla pronta segnalazione del personale dell’esercizio e le ricerche si sono concluse nel giro di pochi minuti: gli uomini erano nascosti all’interno di un casolare poco distante dal luogo del furto. Fermati e identificati, sono stati condotti in Questura per gli accertamenti del caso.

I due sono stati messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e trattenuti nelle camere di sicurezza in attesa del processo per direttissima.

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