giovedì
21 Agosto 2025

Omicidio colposo, indagati 11 medici dell’ospedale per la morte di un 85enne

Sono accusati di aver sottovalutato la reazione allergica a un farmaco

Ospedale Umberto Lugo
L’ospedale di Lugo

Undici medici dell’ospedale Umberto I di Lugo sono indagati con l’accusa di omicidio colposo in concorso.

Lo scrivono i quotidiani locali in edicola oggi, 26 gennaio.

Il caso è quello di un 85enne morto nel dicembre del 2019: finito in ospedale per una caduta accidentale, morì un mese dopo a causa di un’ischemia.

Secondo l’accusa (e i famigliari) a provocare il peggioramento del quadro clinico fu la reazione allergica a un farmaco, sottovalutata dai medici. Il Gip ha disposo un incidente probatorio concedendo una proroga alle indagini preliminari, in attesa delle valutazioni dei periti.

Stuprata per vendetta dal fratello dello zio che aveva denunciato per abusi sessuali

Il racconto shock di una ragazza al Gip. Quattro indagati per stupro di gruppo

Violenza Sessuale LapresseL’avrebbero violentata per vendetta, dopo che aveva denunciato lo zio per gli abusi sessuali subìti fin da quando aveva solo 11 anni.

La notizia shock è riportata sui quotidiani locali in edicola oggi, 26 gennaio.

Una ragazza infatti ha raccontato ieri al Gip del tribunale di Ravenna, in incidente probatorio, di essere stata vittima di uno stupro di gruppo. I fatti risalgono a un anno fa, quando la giovane avrebbe aperto la porta a un altro zio, il fratello di quello precedentemente denunciato per abusi sessuali (a cui era già stato notificato l’avviso di garanzia), accompagnato da altre due persone che non è riuscita a riconoscere e che l’avrebbero tenuta ferma durante lo stupro.

Dopo la denuncia della ragazza (su insistenza del fidanzato), fu emesso un decreto di fermo ai danni del parente, che però non era stato eseguito per via di un alibi ritenuto credibile.

Ora è stato aperto un fascicolo per violenza sessuale di gruppo che vede quattro indagati, tra cui anche il fratello che non era presente, ritenuto il mandante, già indagato come detto per violenza sessuale (anche ai danni della sorella maggiore della ragazza sentita ieri in tribunale) e istigazione al suicidio (la giovane tentò un gesto estremo ingurgitando farmaci).

Anziana cade e non riesce a rialzarsi: salvata dopo giorni, dal fornello usciva gas

Per un malore una ultra ottantenne aveva perso la vista e l’uso delle gambe, poi è riuscita a chiamare il 112 e gli agenti hanno sfondato la porta

Un’anziana residente a Faenza è caduta in casa per un malore e non è riuscita a rialzarsi, solo dopo alcuni giorni è riuscita a chiamare il 112 ed è stata soccorso mentre l’abitazione si stava riempiendo di gas in uscita da un fornello. La donna non è in pericolo di vita. La vicenda è stata resa nota dalla questura di Ravenna.

Dopo la richiesta di aiuto con un voce molto flebile al 112, una volante della polizia è partita per l’indirizzo segnalato e l’ottantenne non ha più risposto alle chiamate dell’agente in servizio alla centrale operativa. I poliziotti sul posto hanno ripetutamente bussato alla porta d’ingresso dell’abitazione, che risultava chiusa a chiave. I vicini di casa, interpellati dagli agenti, segnalavano che l’anziana non era stata notata già da alcuni giorni.

A quel punto la polizia ha sfondato la porta d’ingresso e nell’abitazione ha avvertito da subito un forte odore di gas. L’anziana era riversa a terra, ancora cosciente e gli agenti hanno cercato di mantenerla vigile sino all’arrivo del personale sanitario. Intanto uno degli agenti ha chiuso il gas e scollegato gli elettrodomestici per evitare che l’accensione di uno di questi potesse innescare l’esplosione.

È la stata la signora a raccontare con fatica cosa le era accaduto. Alcuni giorni prima l’anziana sarebbe stata colta da un malore che l’aveva costretta a terra, poiché aveva perso temporaneamente la vista e l’uso delle gambe.

Serata per ricordare la tragedia della Shoah fra musica, mosaici e letture

Appuntamento il 26 gennaio (alle 21) al teatro Alighieri con un recital pianistico e un evento artistico

M0saico Shoha 2022Una serata tutta dedicata ad onorare il Giorno della Memoria, fra musica, mosaico, letture, nel ricordo della tragedia della Shoah, è in programma mercoledì 26 gennaio, alle ore 21 – al Ridotto del Teatro Alighieri. Al centro dell’evento il concerto del pianista Adi Neuhaus organizzato come da tradizione dall’associazione Emilia-Romagna Concerti nell’ambito della stagione “Capire la Musica”, in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Ravenna.

Adi Neuhaus Pianista
Adi Neuhaus

Una serata ricca di significati ed emozioni sulle musiche di Schubert, Schumann e Chopin. Nato a Gerusalemme e discendente dei leggendari pianisti e pedagoghi Heinrich e Stanislav Neuhaus, Adi Neuhaus ha iniziato la sua prima educazione musicale all’età di cinque anni, con sua madre Irina e suo padre Heinrich, per poi formarsi alla Jerusalem Academy of Music e iniziare una importante carriera solista.

Anche quest’anno l’associazione Dis-Ordine parteciperà alla ricorrenza proponendo una mostra e un laboratorio di mosaico in diretta sul tema dell’Olocausto realizzato dalle giovani Marika Dall’Omo e Chiara Sansoni.
Anche il Liceo Classico “Dante Alighieri” di Ravenna concorrerà ad onorare la serata con una lettura di un emozionante testo, effettuata da giovani allieve dell’istituto, sul tema della Shoah.

Covid, in provincia di Ravenna morti altri 8 anziani

Sono 1.208 i nuovi positivi registrati in un giorno in provincia di Ravenna, dove sono stati accertati i decessi di altri 8 anziani con il virus.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 25 GENNAIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 961.666 casi di positività, 13.561 in più rispetto a ieri, su un totale di 91.443 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 26.755 molecolari e 64.688 test antigenici rapidi.

Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 14,8%.

I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 150 (+2 rispetto a ieri, di cui 8 in provincia di Ravenna, dato invariato), l’età media è di 62,8 anni. Sul totale, 94 non sono vaccinati (zero dosi di vaccino ricevute, età media 62,1 anni), il 62,7%; 56 sono vaccinati con ciclo completo (età media 63,8 anni).  Un dato che va rapportato al fatto che le persone over 12 vaccinate con ciclo completo in Emilia-Romagna sono quasi 3,7 milioni, circa 300mila quelle vaccinabili che ancora non lo hanno fatto.

Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 2.594 (-31 rispetto a ieri, -1,2%), età media 70,2 anni.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 383.976 (+7.294). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 381.232 (+7.323), il 99,3% del totale dei casi attivi (mai così basso l’indice percentuale dei ricoveri sulla popolazione attiva).

Le persone complessivamente guarite sono 6.229 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 562.841.

Purtroppo, si registrano 38 decessi: 1 in provincia di Piacenza (un uomo di 85 anni); 5 in provincia di Parma (due uomini di 64 e 76 anni, due donne di 82 e 92 anni e una terza donna di 71 anni il cui decesso è stato registrato dall’Ausl di Piacenza); 2 in provincia di Reggio Emilia (un uomo di 88 e una donna di 89 anni); 3 in provincia di Modena (due uomini di 55 e 72 anni e una donna di 65 anni); 6 in provincia di Bologna (quattro uomini di 58, 79, 81 e 93 anni e due donne di 64 e 93 anni); 2 nel Circondario Imolese (un uomo di 86 e una donna di 77 anni); 3 in provincia di Ferrara (un uomo di 62 anni e due donne di 85 e 95 anni); 8 in provincia di Ravenna (cinque uomini di 78, 79 (due), 92 e uno di 95 anni e tre donne di 84, 94 e 95 anni); 3 in provincia di Forlì-Cesena (due uomini di 87 e 90 anni e una donna di 87 anni); 3 in provincia di Rimini (un uomo di 58 anni il cui decesso è stato registrato dall’Ausl di Modena e due donne di 89 e 91 anni); 2 residenti fuori dall’Emilia-Romagna i cui decessi sono stati registrati rispettivamente dalle Ausl di Modena e di Ferrara: un uomo di 63 e una donna di 83 anni).
In totale, dall’inizio dell’epidemia, i decessi in regione sono stati 14.849.

I non vaccinati rischiano la terapia intensiva 36 volte più di chi ha la terza dose

I dati del report della Regione. In calo la protezione contro i contagi

INIZIO VACCINAZIONI COVID RAVENNA VACCINODAY 27 DICEMBRE 2020Il rischio di essere ricoverati in terapia intensiva o di morire di Covid per i non vaccinati è 36 volte maggiore rispetto a chi ha ricevuto la dose booster.

Un divario che si mantiene altissimo anche se rapportato ai vaccinati con due dosi entro i quattro mesi: rispetto a questi ultimi, i non vaccinati rischiano 33,3 volte in più di finire in terapia intensiva e 9,5 volte in più di morire.

Lo rivela il Report mensile dell’Agenzia sanitaria e sociale della Regione Emilia-Romagna, che ha analizzato l’incidenza del Covid-19 e delle sue conseguenze sul territorio nel mese di gennaio (dati al 17/01).

Lo studio analizza il rischio relativo, standardizzato per età e classe di fragilità clinica/complessità assistenziale, mostrando come i non vaccinati abbiano sempre un rischio maggiore di infezione, ricovero, ricovero in terapia intensiva e decesso rispetto a tutte le diverse categorie di vaccinati e che i vaccinati da meno di 4 mesi o che hanno effettuato la dose booster siano i più protetti.

In particolare, i non vaccinati hanno un rischio di infettarsi che va da 1,4 volte di più rispetto ai vaccinati da più di 4 mesi, a 1,9 volte maggiore rispetto ai vaccinati entro 4 mesi, fino ad arrivare a 2,7 maggiore quando confrontati con i vaccinati che hanno ricevuto la dose booster.

Per i non vaccinati il rischio di essere ricoverati in ospedale è 5 volte maggiore in confronto ai vaccinati da oltre 4 mesi; 11,1 volte maggiore rispetto ai vaccinati entro i 4 mesi, fino ad arrivare a 21 volte di più in coloro che hanno ricevuto la dose booster.

E ancora, i non vaccinati rischiano di essere ricoverati in terapia intensiva 1,8 volte in più rispetto ai vaccinati da oltre 4 mesi, 33,3 volte in più rispetto ai vaccinati entro i 4 mesi, fino ad arrivare a 36 volte in più in coloro che hanno ricevuto la dose booster.

Infine, per i non vaccinati il rischio di morire è 4,7 volte maggiore in confronto ai vaccinati da oltre 4 mesi, 9,5 volte più alto rispetto ai vaccinati entro i 4 mesi, fino ad arrivare a 36 volte in più a confronto con chi ha ricevuto la dose booster.

Quello del lettore è un lavoro e cambia la vita, parola di Piero Dorfles

Il critico e autore ospite de “Il tempo ritrovato”, alla biblioteca Classense il 26 gennaio, col suo nuovo libro

Pietro DorflesDopo l’incontro con Castronuvo e la sua curiosa indagine sulle manie dei bibliofili, nuovo incontro dedicato dalla rassegna “Il tempo ritrovato”, curata di Matteo Cavezzali, sul vasto mondo della lettura e e dei suoi adepti. Ospiite alla Biblioteca Classense, mercoledì 26 gennaio alle 18, è infatti Piero Dorfles che parlerà de “Il lavoro del lettore. Perché leggere ti cambia la vita” (Bompiani) .

Il critico Piero Dorfles, autore e conduttore di “Per un pugno di libri”, storica trasmissione di Rai 3 sulla letteratura, spiegherà che chi non sa leggere si trova un po’ nella condizione di chi non sa nuotare: non ha la possibilità di fare un’esperienza unica. Poiché nella vita quotidiana però chi non legge libri sembra cavarsela benissimo, verrebbe da pensare che l’incapacità di leggere abbia poco a che fare con la capacità di essere bravi cittadini, lavoratori competenti, persone rispettose ed empatiche.

La realtà però è che chi non legge difficilmente troverà altrove quello che chi legge trova nei libri. Nei libri c’è la storia dell’uomo, con le sue conquiste e i suoi fallimenti; ci siamo noi, con i nostri sentimenti, sogni, azioni; c’è quell’esperienza simbolica che ci spinge a sviluppare ingegno, fantasia e immaginazione. I libri sono una delle risorse più straordinarie per salvarci dalle prove della vita: chi sa leggere lo fa anche di fronte alle ansie più drammatiche, alle angosce più profonde, ai dolori più esacerbanti.

Piero Dorfles illumina le prospettive che la letteratura può aprirci raccogliendo qui – senza alcuna pretesa di esaustività o sistematicità – alcune opere classiche raggruppate per grandi temi: quelli centrali dell’esperienza umana. Il risultato è una ricognizione personalissima che ci dimostra perché il lavoro del lettore è il più bello che esista.

La Ecogest di Cotignola assume oltre 100 persone per interventi nelle autostrade

In programma tra Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia ed Emilia-Romagna

Mezzi Ecogest 2Oltre 100 posizioni aperte per altrettanti posti di lavoro nel settore autostradale. È l’azienda Ecogest spa di Cotignola, tra le aziende del comparto più importanti in Europa, nella manutenzione del verde delle strade e delle autostrade, a lanciare la chiamata all’appello per coprire tra i 100 e i 140 posti di lavoro per interventi destinati alla messa in sicurezza della sede autostradali.

Le aree di intervento rientrano nelle regioni Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia ed Emilia Romagna dove l’azienda, che fa capo alla Greenway Group, avvierà prossimamente i lavori programmati da varie concessionarie autostradali nel quadrante Nord-Ovest dell’Italia, area in cui già da anni Ecogest opera.

Le nuove attività, ma anche l’ampliamento delle tradizionali attività di manutenzione del verde, rendono infatti necessario organizzare nuove squadre operative che consentiranno all’azienda ravennate di poter intervenire adeguatamente secondo il cronoprogramma fornito dai committenti.

Le posizioni aperte riguardano 20 autisti patente C-cqc, 10 capi squadra esperti di lavori autostradali, 10 operatori di macchine movimento terra, 80-100 operai addetti alla manutenzione ordinaria e straordinaria del corpo autostradale comprese le opere in verde. È previsto un impegno per lunghi periodi e la possibilità di inserimento a tempo indeterminato.

Per informazioni o per candidarsi inviando il proprio curriculum è possibile scrivere all’indirizzo mail ufficio.personale@ecogestspa.com – riferimento MOR2022.

E il ministro palestinese ringrazia i lavoratori del porto di Ravenna

Per essersi rifiutati di caricare armi di Israele

Incontro Porto PalestinaNella mattinata di oggi, martedì 25 gennaio, nella sede della Compagnia portuale di Ravenna i rappresentanti dei sindacati confederali e di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno ricevuto una lettera da parte del ministro del lavoro dell’Autorità Palestinese, Ahmed Majdalani, in cui si ringraziano i sindacati e le lavoratrici e i lavoratori del porto di Ravenna per essersi rifiutati di caricare armi e materiale bellico.

I fatti risalgono a maggio dello scorso anno quando – grazie alla mobilitazione dei sindacati e dei lavoratori che si dichiararono pronti allo sciopero e a organizzare dei presidi – si scongiurò che nel porto di Ravenna venissero caricati, su una nave diretta a un porto israeliano, armi ed esplosivi destinati ad alimentare il conflitto tra Hamas e Israele che stava mietendo centinaia di vittime civili innocenti.

La lettera è stata consegnata da Milad Jubran Basir, in rappresentanza del popolo palestinese nelle mani di un lavoratore della Compagnia Portuale in rappresentanza di tutti i lavoratori del porto di Ravenna.

«Cari compagne e compagni e amici – scrive il ministro del lavoro palestinese – la vostra iniziativa è stata semplicemente bellissima, perché è un gesto di coraggio e di pace. In questi terribili giorni noi, voi e il mondo intero ha bisogno di uomini e donne coraggiosi e convinti pacifisti. Il vostro gesto ha un enorme valore etico e morale. Come ben sapete, il popolo palestinese da circa 60 anni lotta per la libertà e per la pace contro una feroce occupazione militare. A nome dell’Olp e dell’intero popolo palestinese vorrei ringraziare la Cgil, Cisl e Uil di Ravenna e le loro associazioni di categoria Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti».

Scuola, la Regione chiede nuovi protocolli: «Meno quarantene e vaccinati in classe»

E da Bologna parte la disponibilità a vaccinare anche all’interno degli istituti

14La Regione Emilia-Romagna è disponibile a vaccinare nelle scuole, organizzandosi con le Direzioni scolastiche e i Dipartimenti di sanità pubblica.

Ma a due settimane dalla ripresa delle lezioni, in cui la curva dei contagi è stata esponenziale, «occorre un check e una revisione dei protocolli a livello nazionale, tali da poter essere messi realmente in pratica per fare andare gli studenti a scuola non solo sulla carta ma realmente». Si legge in una nota inviata alla stampa dall’ente di viale Aldo Moro.

Da qui la richiesta di equiparare immediatamente la quarantena tra gli studenti e il resto della popolazione. Per quanto riguarda le scuole dell’infanzia, la proposta è quella di ridurre i 10 giorni di quarantena e di superare la regola matematica di “1 caso tutti a casa”: si chiede di prevedere la quarantena solo per i contatti stretti e di considerare i guariti come gli adulti, con il ritorno in aula dopo 5 giorni a casa.

Per la scuola primaria, visto che i bambini possono indossare le mascherine, la Regione suggerisce di tenere il tampone al quinto giorno ma lasciando in classe con mascherina i vaccinati e i guariti.

Per le scuole secondarie, dove in Emilia-Romagna si è raggiunto l’81% dei vaccinati con 2 dosi, la richiesta è che tutti possano andare a scuola con mascherina se vaccinati con 2 dosi da meno di quattro mesi o con booster, perché “nella scuola non ci devono essere contraddizioni rispetto alla situazione generale”.

Infine, la richiesta alla struttura commissariale di estensione del prezzo calmierato dei tamponi a 8 euro in farmacia anche alla popolazione dai 5 ai 12 anni. L’assessore alle Politiche per la Salute Raffaele Donini ha inoltre garantito un intervento della Sanità regionale per rafforzare il rapporto con le farmacie del territorio, chiedendo la loro disponibilità, in caso di comunicazioni in ritardo da parte delle Asl, di garantire gratuitamente i tamponi di controllo anche solo a fronte della presentazione della comunicazione dell’Istituto scolastico.

Ravenna, via libera al Pug: «Piano rivoluzionario». Obiettivo consumo di suolo zero

Dal 2 febbraio la pubblicazione sul sito del Comune e 60 giorni di osservazioni. Il 19 febbraio la presentazione con Bonaccini

l’attuale area urbana di Ravenna vista dal satelliteCon l’assunzione del Piano urbanistico generale (Pug) da parte della giunta del Comune di Ravenna, in conformità con quanto previsto dalla Legge regionale del 2017, prosegue il percorso di redazione, condivisione e formalizzazione dello strumento urbanistico generale della città.

È stato quindi compiuto il primo importante passo di formalizzazione del Pug, dopo l’affidamento dell’incarico nella primavera del 2019 ad un raggruppamento di professionisti e società – tra cui la capogruppo MATE – il contestuale processo partecipativo sviluppatosi nello stesso anno, l’approvazione del Documento Strategico in Giunta comunale il 9 gennaio 2020 e a seguito anche di un processo di consultazione svoltosi con gli enti pubblici territoriali, i Consigli territoriali, la Commissione consiliare Assetto del territorio, le associazioni rappresentative delle categorie imprenditoriali, professionali e sociali e le associazioni ambientaliste.

Il Pug verrà pubblicato sul sito del Comune dal 2 febbraio per 60 giorni, fino al 4 aprile. La pubblicazione partirà con un apposito avviso sul Bur (Bollettino urbanistico regionale). Durante questi 60 giorni chiunque potrà formulare osservazioni, anche grazie allo svolgimento di ulteriori forme di consultazione e partecipazione pubblica per consentire ai cittadini e alle loro forme organizzate di conoscere lo strumento e appropriarsene.

È previsto un evento di presentazione pubblica alla cittadinanza il 19 febbraio, alla presenza tra gli altri del presidente della Regione Stefano Bonaccini.

Successivamente, la Giunta comunale proporrà le proprie determinazioni in merito alle osservazioni presentate, per consentire l’adozione del Pug in Consiglio comunale accompagnata da una dichiarazione di sintesi sulle osservazioni presentate e sulle relative risposte dell’Amministrazione comunale. Ciò consentirà di procedere all’ulteriore fase finale di approvazione del Pug, previo parere positivo del Comitato Urbanistico della Regione Emilia Romagna.

«Rispetto all’attuale strumentazione urbanistica – sottolinea il sindaco Michele de Pascale – il Pug rappresenta un processo di pianificazione generale di natura rivoluzionaria per molti motivi, a partire dal fatto che non avrà una scadenza e che consentirà grande flessibilità e semplificazione, per dare risposte alle esigenze del territorio e delle persone che lo abitano rimanendo al passo con i tempi. Oltre a flessibilità e semplificazione, le “parole d’ordine” del Pug sono azzeramento del consumo di suolo e grande attenzione alle energie rinnovabili, sviluppo e sostenibilità in un binomio inscindibile. In programma c’è anche un ampio progetto di riforestazione».

Si tratta quindi di un piano unico (che si appresta a sostituire Psc, Rue e Poc) a validità indeterminata, che attiverà progressivamente interventi ad attuazione diretta (Permessi di Costruire, convenzionati e non) e indiretta (Accordi Operativi e Piani Attuativi di Iniziativa Pubblica) garantendo una maggiore flessibilità e semplificazione soprattutto per i secondi attraverso un coinvolgimento attivo dei promotori privati.

Gli aspetti più rilevanti, caratterizzanti e innovativi del nuovo strumento, sono sintetizzati dal coordinatore tecnico scientifico del raggruppamento che ha redatto e firmato il Pug, l’architetto Carlo Gasparrini:

«Il Pug sarà soprattutto un piano strategico – commenta l’architetto Carlo Gasparrini, coordinatore tecnico scientifico del raggruppamento che ha redatto e firmato il Piano – che garantirà la centralità e la propulsività dell’azione pubblica ancorata a 5 grandi obiettivi: la resilienza e l’adattamento ai rischi, a partire da quelli prodotti dal climate change; la sostenibilità dell’agricoltura, dell’agro-biodiversità e del settore agro-forestale anche in aree urbane e periurbane; la centralità del ferro per persone e merci e della mobilità ciclopedonale; la multifunzionalità dei settori economici e produttivi connotanti Ravenna, da quello portuale e logistico alla cultura e al turismo; la rigenerazione urbana ed ecologico-ambientale della città esistente e dei numerosi centri agricoli e costieri, per non consumare più suolo». Una strategia articolata – continua l’architetto – «che si concretizza in oltre 100 azioni progettuali e viene illustrata in cinque carte specifiche. Alle carte strategiche – una per ciascun Obiettivo – si accompagnano 4 Progetti-Guida centrati su alcuni segni e luoghi strutturanti di valore strategico (Canale Candiano, Litorale, Grande Corona verde e Metro-ferrovia) che evidenziano gli interventi prioritari di livello urbano e territoriale e si raccordano con le strategie locali delle diverse parti urbane».

«La questione ambientale e la transizione ecologica costituiscono un asse portante del Pug», assicura ancora il coordinatore, che aggiunge: «Questa centralità è leggibile anche nel valore attribuito alle “Infrastrutture verdi e blu”, vero telaio portante della salvaguardia e della rigenerazione territoriale e urbana che coinvolge anche la città e i suoi margini. Questo grande “progetto di suolo” è il motore, assieme alla salvaguardia e alla valorizzazione del centro storico e dell’intero territorio storico, del diffuso processo di rigenerazione urbana promosso dal Pug per la città esistente. Un processo quindi sinergico con l’obiettivo di un consumo di suolo zero, senza quindi utilizzare la possibilità offerta dalla Legge urbanistica regionale di consumare un ulteriore 3% di suolo, che l’Amministrazione comunale ritiene di poter attivare esclusivamente per scelte connesse alla produzione di energia da fonti rinnovabili, in considerazione degli interventi strategici che la medesima legge esclude da questo conteggio».

«Per governare e incentivare questo grande processo di rigenerazione – conclude l’architetto , il Pug ha messo a punto dispositivi normativi e una Guida per la Qualità Urbana ed Ecologico-Ambientale che hanno lo scopo di creare le condizioni di fattibilità necessarie. Ciò sia nel caso degli interventi puntuali di Qualificazione Edilizia sia in quelli più intensivi di Ristrutturazione Urbanistica, di Addensamento e Sostituzione Urbana. La strada individuata si basa sulla combinazione tra premialità urbanistiche differenziate – oscillanti fra il 30% e il 100% di incremento di superficie rispetto all’esistente o a un indice di base – e il rispetto di Requisiti e Indicatori Prestazionali di diverso tipo e con valori crescenti all’aumentare delle premialità urbanistiche. Un insieme di requisiti, quindi, sorretto dall’introduzione di un certificato di qualità (Certificato di QUEA) che sancisce l’upgrade di valore dei nuovi edifici e spazi aperti da garantire nel tempo».

Diventa imprenditrice in piena pandemia e rileva una bottega storica di Ravenna

Cambia gestione la Merceria Rina. «Paura dell’emergenza Covid? Trattiamo un prodotto di prima necessità e le persone hanno riscoperto il “fatto in casa”»

Simona De BenedictisA 48 anni, nel pieno della pandemia, diventa imprenditrice e rileva una delle botteghe storiche di Ravenna.

Succede in via Romea, alla Merceria Rina, di cui Simona de Benedictis, abruzzese trapiantata in Romagna, ha “sventato” la chiusura dopo oltre 60 anni di storia.

«L’idea di aprire un’attività in proprio l’avevo già da diverso tempo, era un po’ il mio sogno nel cassetto – ci racconta al telefono -. Ho sempre lavorato come impiegata in ufficio e purtroppo, a causa della pandemia e lavorando nel settore turistico, ho perso il lavoro ed è stato difficile ricollocarmi sopratutto in un settore che a tutt’oggi è gravemente penalizzato dall’emergenza Covid. Casualmente sono venuta a sapere che la merceria Rina chiudeva e così ho preso la palla al balzo. Da ragazza ho avuto esperienza in un negozio di merceria e intimo e avevo un po’ di dimistichezza, avendo anche una mamma sarta. La Merceria Rina la conoscevo già da tempo come cliente e sapevo quali erano le caratteristiche di questo negozio storico e considerato un punto di riferimento per le clienti di Ravenna. Quindi ho deciso di provare».

A facilitare la novella imprenditrice nella decisione è stato «il rapporto che ho instaurato con Paola e Teresa, le vecchie proprietarie, con le quali ci è stata subito sintonia e mi hanno dato un supporto fondamentale».

E neppure la pandemia l’ha spaventata. «Trattiamo un prodotto di prima necessità, l’intimo, insieme al settore merceria e hobbistica che, proprio grazie alla pandemia, oggi ha fatto riscoprire alle persone il gusto dell’homemade. Sono consapevole che oggi è molto sviluppato il commercio on line ma la merceria Rina ha una caratteristica, che per me è il suo valore aggiunto, che è il rapporto umano che si instaura con la clientela. Un rapporto di fiducia e confidenza che fa sentire, il cliente che entra nel negozio, come a casa».

«Proprio per garantire continuità – conclude De Benedictis – ho deciso non solo di mantenere invariato il nome, ma anche la tipologia dei prodotti e dei marchi trattati. Oltre ad assumere Giulia, la figlia dei vecchi proprietari, che lavora qui da vent’anni e conosce già la clientela. La nuova gestione è partita il 3 gennaio e siamo contente della risposta che stiamo avendo in queste prime settimane».

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