Da lunedì scorso l’Italicum è legge. La Camera dei Deputati l’ha approvata con 334 voti a favore, 4 astenuti, 61 contrari. La legge è passata nonostante la ferma e irriducibile opposizione della minoranza Pd: alcuni dei suoi esponenti hanno votato contro, come Rosy Bindi, altri hanno abbandonato l’aula in composto segno di dissenso, come Pier Luigi Bersani. È appunto all’onorevole Bersani che chiediamo le ragioni del suo gesto.
«Scusi, onorevole, ci può spiegare il suo ragionamento politico?» «Semplice. Mi sono detto: Ragassi, ueh, l’Italicum mette in gioco la democrazia dei nostri figli. È la dittatura della minoranza visto che chi vincerà con il premio di maggioranza, oltre a nominare il governo, potrà scegliere il presidente della Repubblica, i giudici costituzionali e controllerà gli istituti di garanzia. Doviam fare qualcosa».
«Mi scusi, ma non poteva opporsi in Commissione Affari Costituzionali della Camera, e bloccare la legge? Invece lei s’è fatto sostituire, non ha detto nulla». «Ennò, sarebbe stato troppo facile. Allora ho escogitato una grande mossa politica. Visto che l’Italicum noi lo consideriamo un pericolo per la democrazia, mi sono detto, sai cosa facciamo? Noi lo facciamo approvare, che così poi gli italiani lo capiscono da soli che razza di personcina è Renzi! Ma dovevamo mandare un segnale politico forte, simbolico. Ho pensato: lo votiamo compatti ma entriamo in aula indossando la biancheria intima sopra i pantaloni, per marcare il nostro dissenso politico. Alla fine molti di noi sono rimasti a votare mentre io sono uscito dall’aula a fumare un sigaro, un gesto dal forte valore simbolico che richiama quello di Toro Seduto, che per ostilità ai confederati fumava zitto e muto un sigaro dentro la sua tenda».
«Cioè, scusi, la minoranza Pd ha votato la fiducia anche se pensa che la scelta di Renzi di mettere la fiducia sia un errore?» «Certo. Mettere la fiducia è un errore e un segno di grande debolezza da parte del Governo! È la minoranza che ha vinto, che è forte!» «Mi scusi, ma Renzi ha ottenuto quel che voleva, cioè l’approvazione dell’Italicum, tanto è vero che si è affrettato a scrivere “Impegno mantenuto, promessa rispettata. L’Italia ha bisogno di chi non dice sempre no. Avanti, con umiltà e coraggio”. Lei no, non ha ottenuto niente». «Non è vero! Ora tutti sanno che ci siamo e che possono contare su di noi per la nostra coerenza e il nostro senso di responsabilità. Per dire, noi la fiducia al Governo la votiamo, anche e anzi, mi lasci dire, soprattutto perché fa leggi schifose. Più il Governo fa leggi schifose, e migliore figura ci facciamo noi, che siamo contro quelle leggi».
«Scusi, lei prima ha detto che Renzi era un uomo solo al comando e un fascista, poi che era una risorsa per il Pd. Quale delle due affermazioni è vera?» «Tutte e due. È un uomo solo al comando, ed è per questo una risorsa per il Pd. Ed è una risorsa perché sennò chi ci voterebbe, a noi? Lui prende i voti del centro e della destra, ma noi ci abbiamo pronta la contromossa». «E quale sarebbe?» «Dobbiamo prendere i voti della sinistra, giusto? Così abbiamo deciso di scegliere come leader della minoranza Pd un uomo che sia un punto di riferimento per i lavoratori e le lavoratrici, uno schietto uomo di sinistra». «E chi sarebbe?» «Enrico Letta, un compagno nipote di Gianni Letta che stravede per Andreotti e Berlusconi. Sfondiamo a sinistra, così, si fidi di me».
«Mi scusi, ma mi sembra che la base vi abbia un po’ abbandonato. Ha visto come hanno accolto Fassina allo sciopero degli insegnanti? Gli urlavano bastardo, vergognati, non voteremo più Pd». «Mi scusi, devo andare, mi accingo ad organizzare un po’ di opposizione dura e ferma al Governo Renzi, sostenendolo fino alla morte. Sa, sono responsabile, io».