Legacoop, la prima a ragionare da romagnola: «Peso politico più alto»

Il direttore Mazzotti contrario all’ipotesi della Regione indipendente. Intanto Confcooperative ragiona sul soggetto unico

Romagna2Nel mondo economico Legacoop è stata tra i primi a scattare in avanti verso la dimensione romagnola che accorpasse le realtà provinciali. «A quattro anni da quella scelta – dice il direttore Mario Mazzotti, ex consigliere regionale e già sindaco di Bagnacavallo – siamo contenti di averla fatta. Ci siamo riorganizzati per assecondare un disegno istituzionale che sembrava indirizzato verso la formalizzazione dell’area vasta. Questo ci ha permesso di costruire economie di scala migliori». Non è stato facile ma l’esperienza dice che questa è la dimensione giusta: «Il peso politico di un’associazione romagnola è più marcato». E chi invece non ha ancora fatto altrettanto sta sbagliando? «Esistono ancora gli ambiti provinciali per le istituzioni, è comprensibile che le forme associative possano avere ancora una corrispondenza. Noi lo facciamo con i coordinamenti territoriali». Sull’ipotesi della Regione Romagna Mazzotti ha le idee chiare: «Sarebbe una sciagura per la Romagna. Le Regioni andrebbero accorpate: non serve un altro centro che legifera, serve piuttosto una dimensione di area vasta. Già ora basterebbe un accordo di programma tra provincie che potrebbero coordinarsi e gestire insieme alcune funzioni di loro competenza».

Sul fronte cooperativo invece Confcooperative non ha abbracciato la Romagna: «Si può dire che c’è un cantiere aperto – spiega Andrea Pazzi, direttore dell’unità territoriale ravennate –. Stiamo ragionando sulle opportunità. Penso che nel 2018 si possa arrivare a una decisione, in un senso o nell’altro». Pazzi non è preoccupato per i tempi: «Agire in fretta in queste situazioni può essere controproducente. Se arriverà una decisione in senso romagnolo e saremo tutti pronti potrà essere la partenza giusta». Tempi lunghi per campanilismi? «Sì, questo è inevitabile. Del resto ricordo che era così anche tra Ravenna e Faenza, ad esempio. Poi il tempo ha mostrato l’utilità di fare sistema». Regione Romagna, si o no? «Mi auguro non esista nemmeno il dibattito. La Romagna è molto diversa dall’Emilia ma solo una Regione unita può dire la sua sulla scena europea».

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