Il quarantennale della legge 194, quella che disciplina l’interruzione di gravidanza, non manca di suscitare polemiche in città. Oggetto del contendere un manifesto delle associazioni “pro vita” che mostrano un feto a undici settimane e si sottolineano le sue funzioni vitali. Sinistra Italiana (che a Palazzo Merlato appoggia Ravenna in Comune, all’opposizione) in una nota chiede al Comune di rimuovere i manifesti dalle plance pubbliche, come avvenuto in altre città: «A pochi giorni dal quarantesimo anniversario della legge 194 con cui l’Italia ha legalizzato l’interruzione volontaria di gravidanza, continua la campagna choc contro l’aborto e tocca anche la nostra città. Oggi infatti affissi nelle nostre strade troviamo i manifesti di Prolife, giustamente rimossi in altre città. La comunicazione è violenta, specie nei confronti di una donna che sta vivendo un momento così critico, in un paese poi che come sappiamo fa dell’interruzione di gravidanza un percorso a ostacoli per le donne, a causa della mancanza di medici non obiettori».
L’assessore alla Pari Opportunità Ouidad Bakkali, parla su Facebook di «una campagna violenta e liberticida quella promossa da Pro Vita attraverso manifesti affissi nella nostra città e un camion vela che toccherà la provincia. La 194 non si tocca, anzi, va pienamente applicate a tutela della libertà di scelta e della salute delle donne». Interpellata sulla questione della rimozione dei manifesti, l’assessore Bakkali aggiunge che l’amministrazione è venuta a conoscenza della loro affissione nel tardo pomeriggio e mercoledì «farà le opportune verifiche» per capire come muoversi. Non esclusa, insomma, una rimozione.
Le realtà che aderiscono alla campagna in città sono l’associazione culturale San Michele Arcangelo, i Movimenti per la vita di Ravenna e di Lugo, il Centro di aiuto alla vita, il Comitato “Difendiamo i nostri figli” e non si scompongono di fronte alle polemiche: «Invece di destinare enormi risorse per la soppressione della vita, fra i 2 e i 300 milioni l’anno, lo Stato investa sul futuro dell’umanità per aiutare le donne in difficoltà, perché nascano e crescano i loro bambini, e per aiutare le famiglie, attraverso assegni di maternità e altre forme di sostegno, sviluppando la civiltà della vita, con la saggezza e la lungimiranza di chi sa guardare al futuro e non solo alla contingenza».