Ancisi (LpRa) contro il «bazar» per le celebrazioni dantesche del 2021

Il consigliere d’opposizione critico su tutta la linea: dall’esclusione di Gabici, Della Monica e Simonini dal comitato al progetto del negozio nell’emeroteca

Tomba Di DanteA pochi giorni dall’evento pubblico in cui è stato annunciato parte del programma per il settecentenario della morte di Dante, nel 2021, anche Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna interviene nel dibattito con una premessa non proprio lusinghiera: «le proposte che filtrano dal Palazzo sanno per lo più di effimero e provinciale». E aggiunge, «l’agorà della città, qual è il consiglio comunale, ne è totalmente all’oscuro».
Innanzitutto, poi, Ancisi rende nota la minuta della deliberazione su “Ravenna per Dante e avvio del percorso verso il centenario dantesco”, datata 25 luglio 2018 da cui si evince come, scrive Ancisi «i 150 mila euro con cui il suo “Programma di iniziative promosse in occasione del VII centenario della morte di Dante” è stato totalmente finanziato dalla Regione: e cioè che la somma sarà distribuita a pioggia a 249 soggetti privati e a 74 libero professionisti, mentre 92 spese andranno in pubblicità, 113 in relazioni pubbliche e convegni e 137 in cose da decidere».

Ancisi attacca: «Nessuna specificazione di nomi e attività. L’idea è quella del consueto bazar politico/culturale/commerciale che imperversa a Ravenna, il cui maggior fallimento ci è costata la nomina a capitale europea della cultura 2019. Il programma general-generico allegato al provvedimento contiene quasi per intero iniziative benemerite collegabili a Dante, ma in atto da tempo se non da decenni, o ricorrenti, o mutuate da altre esperienze, l’insieme delle quali non rende l’epicità del centenario dantesco. Manca soprattutto (altra cosa da un programma di iniziative) un progetto vero e proprio che ridisegni urbanisticamente e culturalmente l’area e i percorsi danteschi entro il contesto urbano, restando duraturo patrimonio attrattivo della città.”

Non poteva mancare, naturalmente, una stoccata polemica sugli esclusi eccellenti dal Comitato dantesco. «Chiaro il messaggio – denuncia Ancisi – che le decisioni si prendono altrove e zitti tutti (o quasi). Il numero di 18 membri tutti meritevoli, per quanto difficilmente operativo, non ha evitato che ne fossero clamorosamente esclusi Walter Della Monica, ideatore e storico organizzatore della “Divina Commedia nel mondo”, Franco Gabici, presidente del Comitato ravennate della “Società Dante Alighieri”, nonché encomiabile rivitalizzatore del Bollettino Dantesco di mons. Mesini, e Ivan Simonini, promotore di importanti iniziative dantesche quale il “Parco letterario terre di Dante”, che ha unito diverse importanti associazioni culturali ravennati nel nome del Poeta, e la pubblicazione di un corposo saggio sui mosaici ravennati che ispirarono la Divina Commedia. Addirittura disperse le ceneri della gloriosa “Opera di Dante”, la storica istituzione pubblica ravennate che tanto ha seriamente lavorato per decenni in nome del Poeta, cremata dai nuovi barbari».

Infine, Ancisi è critico anche per quanto riguarda quella che dovrebbe essere la trasformazioni urbanistica della zona intorno alla tomba di Dante. Scrive infatti: «Non si è capito dove voglia portare l’annunciata espansione della Zona dantesca, che secondo noi dovrebbe avere al centro, anziché disperdere, la Zona del Silenzio, qualificarne in stile monumentale i suoi malandati accessi e rafforzare la protezione fisica del Mausoleo da incursioni e inciviltà. Allontanare l’emeroteca dallo storico Palazzo Farini, attiguo al Mausoleo, per installarvi un bazar di oggettistica dantesca, magari coop, è da non credere. Tale “Dante Design Gallery”, così raffinatamente declamato, si potrebbe più opportunamente collocare nel Palazzo della Provincia, quale stabile da dedicare alla “contemporaneità di Dante”. Due anni fa fu consigliato pubblicamente ai candidati sindaco di inserirlo nella Zona Dantesca per farne la Casa di Dante (o della Poesia), ove potrebbero aver sede anche le associazioni poetiche ravennati e l’ufficio di coordinamento delle 500 Società Dante Alighieri sparse nel mondo. Una sua parte potrebbe servire anche per un progetto di ridefinizione e informatizzazione del vicino Museo dei Frati Francescani. Non mancano certo gli edifici in cui collocare ciò che resta della Provincia, tutta ormai in mano al sindaco».

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