Referendum, esultano grillini e comitati del Sì: «Ora le riforme»

Mentre +Europa analizza la sconfitta: «Ma quel 30% di No rappresenta una potente novità»

Referendum Seggi«Una vittoria, quella del taglio di 345 poltrone, attesa da troppo tempo e frutto della costanza e dell’impegno del Movimento 5 Stelle, sin dalla sua nascita.  Una promessa mantenuta con i cittadini e per i cittadini». Sono le parole degli attivisti del Movimento 5 Stelle di Ravenna, inviate in una nota alla stampa pochi minuti dopo i risultati definitivi del referendum, che anche a Ravenna ha visto il Sì vincere con una percentuale molto vicina al 70 percento.

«Un punto non di arrivo, ma di partenza – continuano i grillini –, per continuare nelle riforme di cui il paese necessita da troppo tempo».

Per Enrico Casadei, coordinatore provinciale del comitato “Il Sì delle Libertà” il risultato del referendum ed, in particolare a Ravenna, ha dato una risposta chiara. «Da quanto emerge in provincia di Ravenna i cittadini si sono espressi in maniera inequivocabile a favore del sì. In molti comuni le percentuali raggiunte sono superiori alla media nazionale arrivando in alcuni casi a punte del 80%. I cittadini hanno manifestato con questo voto grande voglia di cambiamento. L’approvazione popolare è la più alta nella storia dei referendum costituzionali con una percentuale che sfiora il 70%. È evidente che con il taglio del numero dei parlamentari i problemi dell’Italia non sono risolti; bisogna passare subito alle prossime riforme. Urge, infatti, intervenire in modo massiccio in quei settori (penso ad es. alla scuola, alla salute, al lavoro) per fare ripartire la nazione e per portarla ad essere di nuovo al passo con gli altri paesi d’europa e del mondo. Quello che è certo è che l’Italia vince solo resta unita, se guarda al futuro e continua a dire sì al cambiamento».

Il Sì, invece, «ha vinto senza stravincere in Italia e in provincia di Ravenna» secondo Nevio Salimbeni, portavoce di +Europa Ravenna, tra i più attivi sostenitori del No sul territorio. «I dati parlano chiaro: le modifiche approvate dai principali partiti con il 97% dei voti parlamentari passano con un consenso molto minore, intorno al 68%. Però passano e questo è il primo dato di qualsiasi analisi: la pseudo-riforma sul numero dei parlamenti è stata confermata, seppur con un numero di voti molto inferiore alle attese. Ora è urgente che s’intervenga velocemente per disattivarne gli elementi negativi (in termini di rappresentanza e ulteriore marginalizzazione del Parlamento)».

Secondo Salimbeni, «quel 30% di no rappresenta una potenziale e potente novità anche in ambito locale. Una parte di Ravenna ritiene che sia necessario allargare la discussione ai cittadini (non solo con un SI o un NO) per riformare davvero la nostra architettura istituzionale in un quadro complessivo di pesi e contrappesi che garantiscano il ruolo dei cittadini: basta subire ricatti, accettare fake-news e propaganda populista senza combattere per il merito delle cose, magari in cambio di un qualsiasi tornaconto legato al mantenimento di posizioni di postere. Questa stessa parte – e anche chi in buona fede ha difeso il SI pensando a modifiche successive –  vuole riprendersi pezzi di protagonismo, di partecipazione, come elemento di buona politica, dentro o fuori dai partiti esistenti oggi. Per quanto ci riguarda continueremo a lavorare per rappresentare questa tensione positiva e portare questa forza innovativa anche nei prossimi confronti elettorali locali».

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