Dal Pd ai 5 Stelle, dal Pri alla sinistra: tutti insieme per il “De Pascale bis”

Il sindaco uscente conta su un’ampia coalizione di 8 liste. All’ultimo si è aggregata anche quella di “Territorio e Ambiente con Maiolini”

Michele De Pascale E Giuseppe Conte

Michele De Pascale con Giuseppe Conte

Michele de Pascale riparte dalla vittoria al ballottaggio di cinque anni fa, da un mandato iniziato in sordina (a detta sua i primi mesi li ha trascorsi praticamente a “studiare”, comparendo molto poco sui giornali) e proseguito con interventi (i parchi urbani, i lavori all’ex caserma, la passerella in darsena, la riorganizzazione dei servizi sociali, lo sblocco dei lavori al porto) e soprattutto annunci im­portanti, grazie anche a fondi pubblici su cui il suo predecessore non ha potuto contare.

Su di lui pesano però anche progetti chiacchieratissimi non portati a termine entro la legislatura come invece promesso (infrastrutture come la tangenziale o il by-pass, il palasport, la nuova piscina e almeno il primo stralcio della riqualificazione degli stradali retrodunali dei lidi, oltre al cantiere degli uffici comunali ereditato dalle precedenti Ammini­strazioni) e l’eredità della pandemia, che però (anche secondo i suoi detrattori) ha saputo governare nel migliore dei modi, tanto che la sanità pubblica è entrata al primo punto della sua campagna elettorale (con l’annuncio di nuova Casa della Salute al Parco Cesarea), «senza nessuna ambiguità sul tema dei vaccini» e senza paura anzi di scagliarsi contro chi non si fida della scienza (compresi i genitori che non se la sentono di vaccinare i propri figli minorenni, come dichiarato in una nostra intervista…).

Campagna elettorale, la sua, partita con un passo nettamente più deciso (e professionale) rispetto ai concorrenti. Con un’immagine contemporanea, uno slogan semplice (“A Ravenna si può”), per quanto facilmente travisabile dagli avversari, un quartier generale d’impatto in pieno centro e un dispiegamento di forze importante, a partire dalla “movimentazione civica” che ha portato il sindaco a trattare temi disparati incontrando cittadini in diversi luoghi su tutto il territorio comunale.

E De Pascale può contare anche su un’opposizione mai così frazionata, soprattutto a sinistra, dove non resta più nessuno (a differenza di cinque anni fa con il progetto Ravenna in Comune) in grado di impensierire una coalizione ampia e strutturata come la sua, oltre che ben riconoscibile, essendoci anche simboli (più o meno) storici di partiti.

A partire dal Partito Democratico, naturalmente la forza più importante della coalizione (alle ultime Regionali, tanto per dire, da queste parti lo ha votato ancora più di un elettore su tre) che ha fatto partire la propria campagna elettorale portando orgogliosamente a San Pietro in Vincoli (il forese, come noto, potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel risultato finale) il segretario nazionale Enrico Letta. Nella lista Dem ci sono gli assessori uscenti (Cameliani ­– mister “mille preferenze” del 2016 – su tutti) e diversi volti nuovi, tra cui il capolista a sorpresa Fabio Bazzocchi, malato di Sla, sul cui nome si è accesa una piccola polemica, anche interna al partito secondo i bene informati, essendo praticamente estraneo ad esso fino a pochi mesi fa.

Con il Pd ci sarà, seguendo l’esempio faentino, anche il Movimento 5 Stelle, che torna così sulla scheda elettorale a Ravenna a distanza di dieci anni (visto che nel 2016 la lista non ottenne la “certificazione”), comunque non senza polemiche anche a questo giro, con il militante storico Marco Maiolini escluso ad appannaggio di Igor Gallonetto, già candidato alle ultime Regionali, incoronato praticamente dal neo presidente del Movimento in persona, l’ex premier Giuseppe Conte, in città nei giorni scorsi per stringere la mano a De Pascale. Un’allenza impensabile fino a un paio d’anni fa, quella tra Pd e M5S, che dovrà reggere soprattutto alle diversità di vedute – per usare un eufemismo – sul tema dell’energia (con il progetto di stoccaggio della Co2 che è come una miccia da innescare) e dell’Oil&Gas, di cui si fanno invece paladini i repubblicani un altro pezzo storico della coalizione di centrosinistra.

Il Pri e il simbolo dell’edera –in grado ancora a Ravenna di garantire un bacino non irrilevante di voti – punta con il vicesindaco uscente Fusignani a guidare una lista che vede tra le proprie fila anche la capogruppo uscente Francesconi e l’ex vicesindaco Min­gozzi, oltre che come indipendente anche un ex consigliere comunale leghista, Paolo Guerra.

A completare l’elenco dei partiti a sostegno di De Pascale ecco un importante pezzo di sinistra, Ravenna Coraggiosa, progetto lanciato da Elly Schlein alle Regionali del 2020 e che sembra essere in grado per una volta di radicarsi, tanto che alle comunali di Faenza, meno di un anno fa, è stato in grado di superare il 7 percento delle preferenze. Da queste parti ha contribuito poi probabilmente ad affossare il progetto di sinistra anti-Pd di Ravenna in Comune, in parte (leggi, Sinistra Italiana) confluito proprio in Coraggiosa. Il capolista è l’assessore uscente Gianandrea Baroncini e in lista ci sono anche la portavoce locale delle Sardine, di cui tanto si sta discutendo a Bologna, esponenti di Amnesty e del mondo femminista. Manca invece il 32esimo candidato, lasciato simbolicamente vacante per sensibilizzare l’opinione pubblica sullo Ius Soli.

A completare la coalizione ci sono poi quattro liste civiche. Una, però, con chiari riferimenti “renziani”, Ravenna in Campo, a partire dal capolista, l’assessore uscente Roberto Fagnani (ma tra i candidati c’è anche la coordinatrice locale di Italia Viva). La lista può contare anche sull’appoggio dell’Italia dei Valori (presente con un suo rappresentante) e ha impostato la propria campagna elettorale in particolare sui temi dello sport (delega di Fagnani in giunta), con tanto di petizione (che non ha però al momento riscosso particolare successo) per l’introduzione dell’educazione sportiva a scuola.

Come da previsione (sempre basandosi sull’esperienza delle ultime regionali) è nata anche la lista De Pascale Sindaco, con esponenti della società civile (tra cui il presidente del Csi), che vede però in realtà capolista (sono tutti uomini, nota a margine, quelli della coalizione di centrosinistra) un nome ben noto della politica locale, Daniele Perini di Amare Ravenna.

A poche ore dalla scadenza per la presentazione delle liste all’ufficio elettorale del Comune si è aggregata anche la formazione civica di Marco Maiolini – delegata Raffaella Sutter, che nel 2016 sfidò De Pascale coma candidata a sindaca “da sinistra” – denominata Ambiente e Territorio con Maiolini. Consigliere comunale uscente (venne eletto nel 2016 con la lista di orientamento grillino Cambierà, per poi passare nel Gruppo Misto), Marco Maiolini è un attivista della prima ora del M5S. “Scaricato” – come si diceva – dallo stesso Movimento pochi giorni fa Maiolini ha dichiarato di volere «portare avanti anche nei prossimi anni in consiglio comunale valori imprescindibili come l’ambiente, il consumo di suolo zero, e la mobilità sostenibile».

Infine, va sottolineata la lista più inaspettata, quella delle Voci Protagoniste, una civica di giovani sconosciuti alla politica, tra cui spicca anche il presidente pro­vin­ciale dell’Arcigay. E un’esponente di FutuRa, il progetto che univa a livello locale i partiti di Calenda, Bonino e Pizzarotti ma che non è stato in grado di presentare una lista per le Amministrative e che proseguirà la propria attività come associazione.

 

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