Bruno Canino e il pianoforte: a Forlì una sintesi della storia della musica

Bruno Canino

La nota astronomica vuole che le città intorno al 40° parallelo mostrino allo zenit Vega, la quinta stella più luminosa del firmamento boreale. Essa altro non è che l’astro più importante della costellazione della Lira, che la mitologia riconduce allo strumento del mitico cantore Orfeo. A questo punto si può definire caso o influenza benevola, tuttavia proprio la città di Napoli si trova in questa particolare circostanza stellare. Nel corso dei secoli il capoluogo campano è stato, analogamente alla stella, il faro della costellazione musicale europea, e quindi mondiale come diceva lo scrittore de Brosses, tanto che nel Settecento la città ebbe la possibilità di godere dei talenti espressi da ben quattro Conservatori che si fusero nel corso del tempo in quello che ora è chiamato San Pietro a Majella. Proprio in questo istituto fu insegnante per quasi un trentennio Vincenzo Vitale che diede nuova vita alla scuola pianistica napoletana ed ebbe tra i suoi studenti musicisti quali Riccardo Muti e Michele Campanella.
Erede di questa stessa scuola è anche il celebre pianista napoletano Bruno Canino che sarà sul palco del teatro Diego Fabbri di Forlì mercoledì 8 febbraio alle ore 21.
Il pubblico romagnolo potrà godere le esecuzioni di brani che sono entrati nel repertorio personale del musicista campano: egli, infatti, è stato uno dei più importanti esecutori del repertorio novecentesco, eseguendo con assiduità musiche di Ferruccio Busoni, Alfredo Casella, Luciano Berio e Karl-Heinze Stockhausen, aiutando quindi la diffusione di musica innovativa. Sempre seguendo la scia della musica d’avanguardia, il teatro forlivese riecheggerà delle note di Giovanni Sollima, noto al grande pubblico non solo come violoncellista, ma anche come compositore.
Certamente nel baule personale di un titano della tastiera quale Canino è, non possono mancare brani del repertorio precipuamente pianistico che affondano le radici nella storia stessa dello strumento. Saranno quindi le note di Domenico Scarlatti e di Muzio Clementi (delle cui opere il maestro Vitale fu grande divulgatore) a completare la serata forlivese che vivrà quindi con due anime, la prima più classica e la seconda più d’avanguardia.
La Romagna sarà, dunque, per una sera, al centro di una sintesi della storia della musica pianistica che abbraccerà gli estremi stessi del repertorio per lo strumento nato dal genio padovano di Bartolomeo Cristofori e che vedrà protagonista assoluto sul palco forlivese Bruno Canino, uno dei più importanti cantori del secolo.

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