Grande classica, torna Ravenna Musica dell’associazione Mariani: il programma

Presentata al Ridotto dell’Alighieri la rassegna che partirà il22 gennaio con l’orchestra sinfonica ungherese di Miskolc

Miskolci Szimfonikus

L’orchestra sinfonica ungherese che aprirà il 22 gennaio

In quella che fu la grande sala del Casino, attualmente chiamata Ridotto del teatro Alighieri, sabato 10 novembre, è stata presentata la stagione Ravenna Musica 2019 organizzata dall’Associazione Angelo Mariani. Nella tarda mattinata si sono svolti gli interventi del presidente, Ernesto Giuseppe Alfieri, e del direttore artistico dell’associazione, Romano Valentini, e dell’assessore alla cultura del Comune di Ravenna, Elsa Signorino.

La prima novità di quest’anno è stata la presenza di un giovane pianista, il sedicenne ravennate Domenico Bevilacqua, che ha concesso qualche pausa musicale al fiume d’informazioni che i relatori vestivano della migliore arte oratoria, suonando con inusuale perizia composizioni virtuosistiche di Rachmaninov e Liszt.

La seconda innovazione dell’associazione Mariani, in collaborazione con l’Associazione Culturale Orpheus che già da qualche anno era attiva in questa direzione, è il ciclo d’incontri d’introduzione all’ascolto che si terrà ogni sabato precedente ai concerti in cartellone presso gli Antichi Chiostri Francescani e che vedrà alternarsi grandi personalità del panorama musicale e giovani musicisti. Questa lodevole iniziativa è un significativo passo verso una maggior fruibilità del teatro in ogni suo aspetto e un grande impegno di formazione per un pubblico nuovo, più informato e più consapevole di ciò che ascolta.

L’apertura della stagione (22 gennaio) sarà affidata, come di consueto, a un’importante orchestra sinfonica e in questa edizione sarà l’Orchestra Sinfonica Ungherese di Miskolc che, insieme alla pianista olandese Gile Bae, sotto la direzione di Mátyás Antál eseguirà un programma in gran parte legato alle loro radici. Saranno le Danze di Galánta di Zoltán Kodály, grande etnomusicologo magiaro, e il Concerto in re maggiore per pianoforte e orchestra HOB:XVIII:11 di Franz Joseph Haydn, compositore austriaco per decenni al servizio dei principi Esterházi de Galánta, a rappresentare la forte identità nazionale che caratterizza il popolo ungherese, mentre A Midsummer Night’s Dream op.61 di Felix Mendelssohn Bartholdy darà quel respiro europeo unificante.

I Wiener Concert-Verein saranno i protagonisti del secondo appuntamento (1 febbraio) nel quale il pianista Markus Schirmer e il direttore Ernest Hoetzl saranno chiamati a valorizzare due pagine della produzione beethoveniana del primo periodo, il Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in do maggiore op.15, eseguito per la prima volta a Praga dal Beethoven stesso nel 1798, e la Sinfonia n.2 in re maggiore op.36, opera che vide la luce durante un momento di grande sofferenza del compositore tedesco.

Alexander Malofeev Pianoforte

Alexander Malofeev

Sarà un recital di pianoforte il terzo appuntamento della stagione (11 febbraio) che vedrà il giovanissimo Alezander Malofeev calcare il palco ravennate portando un programma virtuosistico legato alla sua Russia: saranno infatti la Sonata per pianoforte n.2 in si bemolle minore op.36 di Sergej Vasil’evič Rachmaninov, Dumka op.59  di Pëtr Il’ič Čajkovskij e la Sonata per pianoforte n.7 in si bemolle maggiore op.83 di Sergej Sergeevič Prokof’ev i pilastri di questo recital che si completerà con una ventata d’internazionalità grazie alla Sonata n.23 op.57 “Appassionata” di Ludwig van Beethoven e a Gaspard de la nuit: Trois Poèmes pur piano d’après Aloysius Bertrand di Maurice Ravel.

Stefan Milenkovich ricoprirà la duplice veste di direttore e solista nell’appuntamento in cui calcherà il palco dell’Alighieri anche l’Orchestra da Camera di Perugia (26 febbraio). Questo quinto concerto si lega idealmente al secondo della rassegna tracciando una linea dell’evoluzione del linguaggio sinfonico di Beethoven proprio in virtù del fatto che sarà la Sinfonia n.4 in si bemolle maggiore op.60 del compositore di Bonn la protagonista della serata, insieme a una delle pagine più belle per violino e orchestra, il Concerto in mi minore op.64 di Felix Mendelssohn Bartholdy.

L’omaggio a Rossini (13 marzo), avviato l’anno scorso e progettato nell’arco di un triennio, sarà portato in scena dal Coro Filarmonico Ruggero Maghini, diretto da Claudio Chiavazza, che offrirà un’esecuzione della Petite Messe Solennelle del compositore pesarese. L’esecuzione sarà un’interessante opportunità poiché il brano sarà eseguito nella sua forma originale, per coro, solisti, due pianoforti e armonium.

Imperdibile appuntamento per gli amanti della musica da camera (18 marzo) sarà il concerto che vedrà il Trio di Parma impegnato nell’esecuzione di un programma totalmente tedesco: il Trio in mi bemolle maggiore XV:29 “German style” di Franz Joseph Haydn, il Trio n.3 in sol minore op.110 di Robert Schumann e il Trio n.2 in do maggiore per archi e pianoforte op.87 di Johannes Brahms.

Declinato tutto al femminile sarà il concerto dedicato al 200° anniversario della nascita di Clara Wieck Schumann, celebre moglie del grande compositore Robert. In questo appuntamento sarà possibile ascoltare composizioni dei coniugi Schumann all’interno di una drammaturgia originale: protagoniste di questo evento saranno l’attrice Sonia Bergamasco e l’EsTRIO.

Uno sguardo retrò potrebbe essere la chiave di lettura dell’ottavo appuntamento della stagione (2 aprile). La Festival Strings Lucerne porterà sul palco dell’Alighieri le Antiche danze e arie per liuto, Suite n.3 di Ottorino Respighi e la Holberg Suite op.40, Suite in stile antico di Edvard Hagerup Grieg. Racchiusi tra questi capolavori saranno eseguiti dalla violinista Arabella Steinbacher i due concerti n.4 K.218 e n.5 K.219 di Wolfgang Amadeus Mozart, mentre la guida dell’orchestra sarà affidata alla bacchetta di Daniel Dodds.

Non mancherà l’occasione di abbracciare la sperimentazione che sarà protagonista del penultimo appuntamento (26 aprile). Marco Albonetti, Dane Richeson e Modern Strings saranno protagonisti di un viaggio sonoro che collegherà l’estremo oriente al lontano west non dimenticando di far tappa nel vecchio continente e nelle radici africane dell’umanità.

L’appuntamento conclusivo (8 maggio) vedrà sul palco ravennate l’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi”, diretta da Claus Peter Flor. Due le composizioni in programma: la prima, il Concerto n.2 per pianoforte e orchestra in si bemolle maggiore op.83 di Johannes Brahms, darà modo a Filippo Gorini, giovane pianista di origini ravennati, di mostrare la propria capacità interpretativa e la profondità di pensiero che il brano richiede; la seconda sarà, invece, quel manifesto di italianità che Felix Mendelssohn Bartholdy sintetizzò componendo la Sinfonia “Italiana” n.4 in la maggiore op.90.

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