Il talento di Massimo Pericolo. E la trap esplode di rabbia…

La storia del rapper in concerto al Beky Bay di Bellaria Igea Marina

Massimo Pericolo

Massimo Pericolo

Tra i vari artisti in arrivo in Romagna in questo mese di agosto, c’è anche quello che probabilmente è il personaggio musicale dell’anno, in Italia. Lui si chiama Alessandro Vanetti, classe 1992, di Varese, ed è noto con il nome d’arte Massimo Pericolo.

Il suo merito? Aver portato la trap tra le strade, in provincia, con un’indole che non è affatto uno scandalo definire punk. E aver fatto parlare nuovamente mezza Italia (quell’Italia che parla di musica) di rap senza averlo trasformato in musica pop, come è invece prassi ultimamente.

Tutto questo grazie a una spontaneità e a un’urgenza figlie della sua storia personale, con anni di gavetta che per una volta si può davvero definire tale, se è vero che i pezzi del suo primo album – con cui ha debuttato con gran fragore lo scorso aprile – sono nati tra carcere e arresti domiciliari, dopo essere stato arrestato nel 2014, quando aveva 22 anni, insieme ad altre 27 persone nell’ambito di un’operazione antidroga ribattezzata al tempo dalle forze dell’ordine “Scialla Semper”. Non poteva che chiamarsi così, quindi, anche il suo album d’esordio. E sentirlo raccontare la sua storia in tre minuti nel pezzo omonimo (dalla retata alla “perquisa”, fino alla notizia sul giornale e al secondino che grida, dall’estate “più fredda della mia vita” fino agli uomini che “ho visto piangere in fila”), inutile girarci intorno, è da pelle d’oca. Così come impressiona la rabbia repressa che pervade un po’ tutto il disco, soprattutto in questo periodo storico, nonostante l’apparente banalità («Mi complimento con voi/che proteggete la gente/e vi chiamano eroi/se rompete le teste/quando toccherà a voi/farò finta di niente/perché, fra’, prima o poi/pagherete voi merde») e in generale la scrittura, che sa essere pugno nello stomaco (l’ormai arci-nota “7 Miliardi” che ha lanciato Pericolo a inizio anno, con il quasi commovente grido finale di “voglio solo una vita decente”) e pure una piccola carezza agli amici di sempre, restando però molto concentrata sui temi che hanno finora caratterizzato la sua esistenza (“Meglio vendere la droga che comprare views” o ancora “Se i miei fossero ricchi non sarei chi so­no/Ma sono due falliti e senti come suono”).

Il tutto con una produzione varia, che dopo l’attacco hardcore di “7 Miliardi” passa a sonorità più rilassate, fin quasi jazzate, per un risultato finale che parla di uno dei dischi d’esordio migliori degli ultimi anni, non solo in ambito rap, celebrato ormai da un po’ tutti gli addetti ai lavori, con il difetto maggiore che è forse la scarsissima durata (8 canzoni per nemmeno 24 minuti di musica).

Massimo Pericolo sarà il 3 agosto in concerto al Beky Bay di Bellaria Igea Marina insieme a un altro talentuoso rapper italiano, il pugliese MadMan.

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