Dodici giovani testimoni della giovane danza d’autore in Vetrina con Ammutinamenti

L’edizione 2018 della sezione promossa dal network Anticorpi XL

Luna Cenere

Twin di Luna Cenere

Dal 13 al 15 settembre a Ravenna, alla ventesima edizione del festival di danza urbana e d’autore Ammutinamenti, si accendono i riflettori sulla “Vetrina della giovane danza d’autore XL 2018” che ha portato alla selezione – tra oltre cento candidature da tutta Italia attraverso una Call – di dodici artisti e altrettante creazioni. Come sempre la Vetrina è promossa da Anticorpi XL, primo network italiano dedicato alla giovane danza d’autore che coinvolge attualmente 37 operatori in 15 regioni italiane. Novità di quest’anno è la presenza di diversi volti nuovi al fianco di giovani autori che, nel corso degli ultimi anni, hanno messo sempre più a fuoco una loro personale ricerca.

Si è arrivati gradualmente, sin dalla prima edizione del 1996, a un cambio radicale di prospettiva nel sistema coreutico.  Una evoluzione segnata dal ricambio generazionale sulla scena che ha dato riconoscimenti all’innovazione artistica. La Vetrina si pone infatti come strumento concreto di ricognizione, visibilità e mobilità dei giovani autori indipendenti, per promuovere la danza d’autore italiana di recente formazione e per evidenziare forme di danza generate da un forte stimolo personale alla ricerca.

Gli spettacoli della Vetrina, da sempre fulcro di Am­mutinamenti, sono ospitati in luoghi storici e inediti della città come la Biblioteca Classense e le Artificerie Almagià. Vi partecipa­no i 12 autori scelti dai più im­portanti operatori della danza nazionale, di cui 11 per la sezione “In” e uno per la sezione “Out”. Aristide Rontini, diplomato alla Rotterdam Dance Acade­my, pro­pone Giovane Not­tur­no – Episodio 1 Solitu­dine, incentra­to su una figura femminile che si risveglia guerriera al termine di una estenuante notte di freddo e solitudine. Si concentra sul bino­mio natura-tecnologia e corpo-mac­china, lo spettacolo Twin della danzatrice napoletana Luna Cenere (laureata alla Sead in Austria) frutto dell’incontro con l’artista visivo Gilles Dubroca. Sarà certamente in grado di stupire Meru, un solo creato da Daria Menichetti e interpretato da Francesco Manenti che mostra come l’uomo, in continua metamorfosi, entri in contatto con la montagna attraverso i suoi movimenti. Questa ascesi dal «regno della materia alla cima dello spirito» è resa più semplice al danzatore in virtù della toccante esperienza vissuta tra le Alpi ticinesi in un alpeggio, dove si è preso cura di un gregge di capre. La performer e coreografa Greta Francolini è anche pro­tagonista del suo Ritornello, un lavoro sulla ripetizione, sul riprodurre uno stato d’animo all’esasperazione, partendo dall’opera del compositore William Basinski. Cariddi. Mari nun ci n’è cchiu’ è il primo progetto di una trilogia sulla rilettura dei miti e degli elementi naturali dello Stretto di Messina, a cura dell’artista freelance Stellario Di Blasi, recentemente pro­tagonista di uno degli appuntamenti della rassegna di Ravenna Festival, Giovani Artisti per Dante, con Caronte…ad astratti furori. Dalla serie di lavori Nero su nero di Malevich, trae origine lo studio Extended Simmetry di Giuseppe Vincent Giampino, coreografo impegnato nel definire l’organizzazione di un corpo e delle sue possibilità performative in relazione alle modalità produttive dell’immagine nella cultura pop, nell’arte visiva e cinematografica. Prende spunto invece dal libro Agua della scrittrice brasiliana Clarice Lispector, lunghissimo flusso di coscienza che trascina il lettore in uno spazio ipnotico sempre mutevole, la creazione Glauco di Sabrina Fraternali che lavora con la sua compagnia come danzatrice e attrice. La coreografa e danzatrice Sara Pischedda, interprete del suo 120 gr, si domanda fino a che punto l’aspetto fisico possa definire la propria identità. Arianna Rodeghiero, che nel 2017 ha creato la compagnia Rooms con il musicista Samuel Moncharmont, propone Dimmi ancora un’altra città, un duo tra musica e danza per riflettere sul tema del viaggio. Daniele Salvitto e Federica Francese, nel loro D’Mes di cui sono anche interpreti, parlano di come la tecnologia e la globalizzazione inaridiscano l’essere umano. È invece un autoritratto del proprio piacere S.Solo della coreografa e danzatrice Sara Sguotti. Gennaro Andrea Lauro, avvicinatosi alla danza dopo gli studi di filosofia e lingue orientali, è infine il solo artista selezionato per la sezione “Out” (in scena all’interno della Biblioteca Classense) con Sarajevo – la strage dell’uomo tranquillo (studio) in cui affronta il difficile tema della guerra.

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