Un festival sempre più empatico e “site-specific”

Dal 7 al 16 luglio la nuova edizione della storica manifestazione, per la prima volta diretta da Eva Neklyaeva. Tra le novità gli “habitats”, la zona di decompressione e il Museum of Nonhumanity

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Club Ecosex degli australiani Pony Express

Torna lo storico festival del teatro di Santarcangelo con la nuova direzione della ventisettenne bielorussa Eva Neklyaeva che per la sua prima edizione ha deciso di marcare ulteriormente l’impronta del festival in direzione del teatro performativo nord europeo e internazionale con molte residenze artistiche.
Per dieci giorni e dieci notti d’estate, dal 7 al 16 luglio, il programma della kermesse spazierà dalla performance alla coreografia, dall’arte visiva alla musica, dal dibattito al dj-set nei boschi. La 47esima edizione vedrà al centro il proprio sguardo sul corpo come strumento politico, con “habitat” d’artista aperti a ogni ora, muovendosi  sui binari dell’empatia per dar vita a quella comunità temporanea di performer, attivisti, operatori e pubblici variegati che è da sempre la linfa vitale del festival.Tre artisti associati affiancano per il triennio 2017-2019 questo viaggio, Francesca Grilli, Motus e Markus Öhrn: con ciascuno di essi, legati al Festival da percorsi differenti, è avviato un dialogo e una collaborazione artistica che si declina nella condivisione di progetti, nella coproduzione di performance. Proprio allo svedese Markus Öhrn, di stanza a Berlino, è affidata l’inaugurazione del Festival, venerdì 7 luglio allo Sferisterio, con una “molotov cocktail opera” all’aperto, dal titolo Terra bruciata. Francesca Grilli, artista italiana residente a Bruxelles, torna a Santarcangelo dopo dieci anni con un progetto che coinvolge la comunità di rifugiati locali, The forgetting of air, 8 e 9 luglio. Motus porta in scena un gruppo unico di attrici in Über-Ÿraffiche (nude expanded version), dal 14 al 16 luglio: un riallestimento del recente Raffiche, ripensato per gli spazi di una palestra e dalla durata di oltre tre ore.

Ravemachine dell’austriaca Doris Uhlich

Gli “habitats” sono il cuore del nuovo progetto artistico: artisti visivi e performer sono invitati a immaginare nuovi luoghi a Santarcangelo, creazioni site-specific in cui il pubblico può decidere di entrare e tornare quando preferisce. Progetto principe di questa impronta è l’apertura di un nuovo spazio museale nel centro della città, il Museum of Nonhumanity, inaugurato il 23 giugno. Il progetto è curato da Terike Haapoja, artista visiva di origine finlandese di stanza a New York e già rappresentante del Nordic Pavillon alla Biennale d’Arte di Venezia,e dalla scrittrice Laura Gustafsson, insieme nel progetto History of Others. Come si è costruito nei secoli il confine tra umano e non umano? Quali conseguenze e quali libertà ha concesso all’uomo questa distinzione? Museum of Nonhumanity si articola attraverso un’esposizione, la programmazione di un calendario di incontri dal titolo “Freedom for Every Body” e la realizzazione di un Vegan Cafè, per un’opera a metà strada tra installazione artistica, costruzione sociale e performance che riflette su oppressioni, schiavitù, genocidi, abusi di risorse naturali e animali. Sul rapporto tra uomo e natura si concentra anche Club Ecose, degli australiani Pony Express, per la prima volta in Europa: un’esperienza erotica verde, in simbiosi con fiori, piante e terra. Il duo esplora i temi della post-sostenibilità ispirandosi al manifesto dell’ecosessualità di Elizabeth Stephens e Annie Sprinkle. Macap, il collettivo dietro al polo artistico milanese, inaugura l’Open-Love Point, attivo fino al 16 luglio: laboratorio aperto sul rapporto tra produzione artistica e sostenibilità, dal titolo Robot+Syndicate. Il sirenetto Merman Blix  arriva per la prima volta in Italia, in una residenza artistica che dura quanto il Festival. Altri “habitats” comprendono la tenda di decompressione del collettivo finlandese Wauhas, dal 7 al 9 luglio, una mostra d’arte firmata da Eva Geatti, e la creazione di un vero e proprio Bed&Breakfast per artisti curato dal gruppo delle Azdore.

Un nodo del festival sarà quello del corpo. Si parte dalla domanda: quali corpi hanno il diritto di danzare, amare e mostrarsi? Con l’affermarsi di politiche sempre più conservative, la rappresentazione del corpo femminile, il colore della pelle, le tematiche queer e le diversità fisiche diventano un importante nodo di espressione, e tracciano una linea rossa tra i progetti presentati al Festival.

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R.OSA di Silvia Gribaudi

La performer canadese Dana Michel, insignita del Leone d’Argento per l’Innovazione nella Danza alla Biennale di Venezia, porta a Santarcangelo l’acclamato solo Yellow Towel, dal 14 al 16 luglio.L’austriaca Doris Uhlich campiona ed amplifica i suoni generati dalla sedia a rotelle del suo partner nella prima di Ravemachine (8 e 9 luglio) mentre Silvia Gribaudi, con R.OSA , esplora l’incredibile fisicità della performer Claudia Marsicano (dal 7 al 9 luglio). Ancora Gribaudi sarà protagonista di incursioni cittadine site-specific, a partire dal riallestimento del suo fortunato solo A corpo libero (8 e 9 luglio). Fresco di debutto a Kampnagel di Amburgo, The Olympic Games di Chiara Bersani e Marco D’Agostin approda al Festival in un’anteprima tra il 7 e l’8 luglio, mentre Goodnight, peeping Tom (dal 9 al 16 luglio) vede la giovane coreografa italiana protagonista di un’intima performance per 5 spettatori alla volta. Tocca temi legati alla sessualità il lavoro dell’emergente finno-egiziana Samira Elagoz: Cock, cock… Who’s there? (13 e 14 luglio).  Ospiti saranno anche diversi spettacoli tra danza e performance con nomi affermati e giovani performer emergenti. Tra questi Simona Bertozzi, il catalano Quim Bigas Bassartpresenta, Filippo Michelangelo Ceredi e i ravennati Orthographe e Mara Oscar Cassiani per due giornate a Villa Torlonia, a San Mauro Pascoli.  Il programma musicale è curato da Stefania Pedretti e Francesca Morello (vedi p. 7); Silvia Calderoni e altri dj animeranno ogni sera il Dopofestival fino a notte inoltrata.

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