Difficile invidiare i militanti Pd…

E così domenica si va alle urne a votare per i consigli territoriali sulla base dei risultati elettorali di giugno 2016. Peccato che nel frattempo tante cose siano cambiate.
Soprattutto, naturalmente, sia cambiato il Pd. Non c’è da stupirsi che mentri altri si stiano posizionando (il deputato Pagani, per esempio, ha dichiarato di appoggiare Andrea Orlando) il segretario comunale del Pd nonché assessore che segue la partita del Decentramento abbia deciso di aspettare lunedì per parlare e dire, con ogni probabilità, che se ne andrà dal partito. I posti assegnati nei vari consigli sono infatti sotto la voce Pd. Ma oggi sotto la voce Pd non ci sono più tutti coloro che c’erano solo a giugno scorso. Quanti non ci sono più? Difficile dirlo adesso, in queste settimane abbiamo assistito all’annuncio davanti alle tv nazionali di Vasco Errani, seguito da quello di Miro Fiammenghi, due della vecchia generazione. Che ci volesse una scissione perché una nuova generazione prendesse saldamente in mano la guida del partito?
Il punto però è: quale partito? Il segretario comunale, poco più che trentenne, sembra intenzionato a uscire. A Faenza si sta già costituiendo un nuovo gruppo consiliare, a Ravenna anche tanti Gd hanno espresso sofferenza. E intanto il partito sembra soprattuto quello degli amministratori. La replica a Errani & Co. è arrivata in un’iniziativa indetta dal sindaco De Pascale che nel suo intervento sembrava quasi essere tornato a indossare i panni del segretario provinciale del partito. Un segretario che ha sempre guardato a sinistra (ex bersaniano doc) anche nelle alleanze sul territorio. È seguito un incontro invece dei cosiddetti “turborenziani”, o renziani della prima ora, indetto dall’assessore ai Lavori pubblici nonché ex coordinatore provinciale del partito (cioé vice di De Pascale) Roberto Fagnani. Il segretario comunale, già assessore, in uscita, quella provinciale più defilata che mai che interviene quasi come ospite ed è comunque part time, essendo sindaca. Dunque potrebbero servire figure nuove, ma in questa fase potrebbe essere più che mai complicato individuarle e così il rischio che sindaco e assessore facciano il segretario e il suo vice è concreto e forse non particolarmente salutare da più punti di vista. Dall’altra parte, i big come Errani ci dicono che una ricetta non ce l’hanno, che il Pd che hanno fatto loro ha fallito l’obiettivo centrale che si era posto e danno l’arrivederci e non l’addio ai compagni. Difficile invidiare in questi giorni i militanti Pd che ci hanno creduto e ci hanno dedicato energie e tempo…

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