Donne, opposizione, votanti: qualche riflessione post voto

Ogni tornata elettorale può suggerire qualche riflessione utile a capire il presente e magari a preferigurare il futuro. Allora ecco qualche libera considerazione su quella che si è appena conclusa per la regione.

La prima è che le donne sono in grado di raccogliere più voti degli uomini se messe nelle condizioni di farlo. Sarà l’effetto Schlein e Meloni, ma sia nel Pd, sia in Fdi, i due nomi più votati in regione sono quelli di due donne. E in provincia di Ravenna Eleonora Proni ha battuto i due uomini in lista con ampio margine, conquistando elettori ben oltre i confini della Bassa Romagna. Considerato che ancora per le posizioni apicali, come sindaco o presidente, vediamo soprattutto uomini, potrebbe essere utile ricordarlo.

La necessità di un’opposizione davvero concorrenziale è essenziale alla democrazia, al buon governo e anche alla partecipazione elettorale. L’altissima astensione ha sicuramente molte cause, ma a guardare a quanto successo nel 2020 sempre a gennaio e sempre per la Regione, il fatto che il risultato non sia dato per scontato porta più persone a partecipare alla campagna elettorale e alle urne. Il centrodestra ha davvero dato l’impressione di non crederci davvero, si è limitato a critiche non sempre costruttive verso il sistema di potere, l’intreccio di economia e politica, eccetera eccetera in una regione che comunque la si voglia vedere ha indici altissimi in molti parametri nazionali. Un po’ come il Veneto con la Lega, imprendibile per il Pd. Là dove i cittadini non vedono corruzione né scandali e tutto sommato percepiscono una situazione migliore rispetto a quella di tante altre regioni, perché mai dovrebbero voler cambiare? Ma al di là di questo, il crollo verticale della Lega dovrebbe far riflettere: il partito che solo cinque anni fa faceva paura ai Dem in diversi comuni oggi si è ridotto quasi a nulla. Quel capitale non è stato investito in una classe dirigente locale, abbiamo asstitio a litigi e abbandoni nei gruppi consiliari. Il responsabile locale, il parlamentare Morrone, dice: «Ci sarà tempo per esaminare i dati». Restiamo in attesa dell’analisi in grado di spiegare come si possano perdere quasi 20mila voti e 25 punti in percentuale in provincia in poco più di quattro anni, con due alluvioni nel mezzo e il segretario nazionale del partito al governo. Speriamo che Fratelli d’Italia, che ha raccolto gran parte di quei voti, sappia farne miglior uso sul territorio.

Infine, la vittoria “schiacciante” di De Pascale viene già utilizzata da certi commentatori nazionali per identificare nel giovane ex sindaco di Ravenna un possibile sfidante di Schlein alla guida del Pd e riuscire là dove fallì Bonaccini. Ecco, speriamo anche di no. Fare il presidente della Regione dovrebbe bastare e davvero di tutto c’è bisogno ora meno che di faide interne al partito che governa.

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