Verso le amministrative di Ravenna: numeri e (prime) previsioni. Il centrodestra spaccato ha speranze?

Con la candidatura di Filippo Donati (che intervistiamo qui) lo scacchiere in vista delle elezioni amministrative ravennati di ottobre si va completando ed è possibile iniziare a fare i primi ragionamenti.

A partire dallo stesso Donati, il “civico” tanto invocato da buona parte dell’opposizione. Che però avrà le sue difficoltà a fare davvero il “civico” essendo a capo di una coalizione che più “politica” non si può, con partiti dalle posizioni anche piuttosto estreme come Fratelli d’italia e Lega, cha a livello locale possono oltretutto “vantare” per esempio esponenti che hanno paragonato la disforia di genere all’accoppiamento tra uomini e animali, tanto per rendere l’idea. Donati potrà di certo smorzare i toni, ma l’impressione (confermata delle ultime amministrative di Faenza, ma anche da quelle ravennati del 2016, in fondo) è che la carta civica non sia poi così tanto in grado di dare quel valore aggiunto auspicato alla somma dei voti dei partiti.

E allora chissà che non sia l’effetto spezzatino (oltre a Donati – e Veronica Verlicchi della Pigna – potremmo ritrovarci con candidati anche Alberto Ancarani per Forza Italia e Alvaro Ancisi o chi per lui per Lista per Ravenna) a poter dare una chance in più al centrodestra, che nell’uno contro uno (come sono lì a dimostrare in questo caso le ultime Regionali) da queste parti pare in effetti destinato a soccombere senza neppure combattere.

Tutti da soli, per poi ritrovarsi uniti e ancora più forti a un eventuale ballottaggio quindi? È questa la tattica del centrodestra? Potrebbe funzionare, certo, ma prima bisognerebbe essere certi di arrivarci, al ballottaggio. E, dati alla mano, viene da interrogarsi: cinque anni fa De Pascale ottenne in valori assoluti circa 34mila voti, sia al primo turno (che gli valsero il 46,5 percento) che al ballottaggio vinto. Il candidato del centrodestra (il civico, appunto, Alberghini) solo 20mila, al primo turno. A pesare furono invece quei quasi 15mila voti che presero complessivamente la lista di sinistra alternativa al Pd (Ravenna in Comune) e quella grillina (Cambierà). Liste che oggi di fatto non esistono più e non saranno (se non parzialmente) sostituite alle prossime amministrative. Con il Movimento 5 Stelle che ha già anzi abbondantemente flirtato con la coalizione del centrosinistra.

Stando a calcoli prettamente matematici, in definitiva, è molto più probabile che quei voti passino a De Pascale, che 5 anni fa onestamente pagò anche l’insofferenza di molto elettorato del centrosinistra verso gli ultimi anni del secondo mandato Matteucci.

Insomma, perché ci sia partita, i vari satelliti del centrodestra dovranno fare una campagna elettorale davvero, davvero incisiva. Saranno in grado?

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