Tutti contro Salvini, una tattica che (qui) ancora funziona

 

E così a Faenza c’è un nuovo sindaco più di sinistra di quello di prima, ben due consiglieri del partito più a sinistra della coalizione di centrosinistra e a capo dell’opposizione un “civico” alla guida di una lista che per gli ultimi nove anni e mezzo su dieci è stata nel centrosinistra. Al termine di una tornata elettorale che vedeva correre altri due candidati a sindaco, di estrema sinistra.

Una rivoluzione? Non proprio, in fondo ci sono ancora i democristiani, a Faenza, travestiti da lista civica o da “dem” o da renziani. Non si tratta quindi di un vero ritorno della sinistra, ma degli effetti di una serie di scelte comunque non scontate, a partire da quella rischiosa del candidato, che era infatti già il vicesindaco, ma anche persona colta, preparata, forte di un’esperienza maturata sul campo e di relazioni solide soprattutto con il mondo della cultura (e della ceramica faentina), in grado di mettere in campo un programma concreto e condiviso da molte realtà.

Un lavoro di squadra anche questo non così scontato, che alzi la mano chi davvero, ai tempi della scissione renziana e poi dopo le polemiche sul suo nome “bruciato” in campagna elettorale, avrebbe immaginato la consigliera regionale Manuela Rontini tirare così la volata aMassimo Isola, con questa dedizione.

Ma soprattutto, è un risultato frutto di una sorta di istinto di sopravvivenza che scatta da queste parti ogni qualvolta faccia capolino Matteo Salvini. Nessuno più di lui, in fondo, è stato in grado davvero di unire la sinistra (e tutti gli altri). Nemmeno Berlusconi. Piuttosto che vedere vincere Salvini – come si è visto anche alle recenti Regionali – a sinistra hanno smesso perfino di disperdere voti come loro abitudine. Trovando una lista con una leader moderna (Elly Schlein) a cui poter affidare il proprio voto utile, quando non è invece direttamente il Pd a trarne i benefici. E piuttosto che Salvini va bene anche Renzi, così come ai renziani (che d’altronde con il 3,8 percento non hanno molta possibilità di scelta) va benissimo stare con Coraggiosa e pure con il Movimento 5 Stelle. Insomma, contro Salvini e la destra populista vanno bene anche i populisti. E –incredibile –restare compatti, tutti contro di lui, funziona. Soprattutto quando pure “lui” dà il via libera a candidati improbabili (tipo Borgonzoni) o civici (tipo Cavina), che alla fine non votano neppure gli stessi leghisti.

L’impressione è che per il centrodestra, anche a Ravenna, non basterà quindi mantenere questa compattezza, ma sarà fondamentale trovare un nome credibile che sia di destra vera, non troppo camuffata. Mentre il centrosinistra sa già cosa fare. Più squadra possibile, all’insegna appunto del voto utile. E sperare che Salvini venga spesso a fare comizi in piazza a Ravenna…

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