La risposta per il progetto eolico arriverà in tempi accettabili?

IAndrea Alberizial progetto è di quelli che definire ambiziosi è ancora poco per rendere davvero l’idea. Un mega hub per la produzione di energia da fonti rinnovabili al largo della costa ravennate. Energia elettrica dal vento e dal sole grazie a eolico e fotovoltaico, idrogeno dall’acqua attraverso il processo di elettrolisi. La corrente coprirebbe il fabbisogno di mezzo milione di famiglie e il carburante potrebbe alimentare duemila autobus. Un paragone aiuta a capire: 500mila sono i nuclei familiari di tutta la Romagna (170mila in provincia di Ravenna, dati Istat) e la Regione Emilia-Romagna lo scorso autunno ha annunciato l’aggiunta di 350 autobus per risolvere il problema del sovraffollamento dovuto alla riduzione delle capienze per la pandemia.

I progettisti dell’hub in mare, la società Qint’x di Fornace Zarattini, stimano che serva più di un miliardo di euro per la realizzazione. Soldi che avranno inevitabilmente una ricaduta sul territorio perché l’idea è di costruire pale eoliche, aerogeneratori e torri nel polo industriale ravennate sfruttando la ridotta distanza tra sito di costruzione e area di installazione. Soldi che arriveranno da chi deciderà di rilevare la società promotrice una volta che avrà in mano le autorizzazioni per i lavori. Un fondo di investimento, una cordata di imprenditori, chissà. Ma eccoci arrivati al nodo di tutto. Arriveranno le autorizzazioni in tempi accettabili?

Le previsioni, fatte tenendo conto di quelli che dovrebbero essere i tempi da rispettare per dagli enti pubblici per le risposte, dicono che nel 2023-2024 potrebbero essere pronte le scartoffie per iniziare a costruire. Il sindaco ha già detto che sostiene l’idea senza se e senza ma. Piace anche a Legambiente. Figuriamoci al tessuto imprenditoriale.
I promotori dicono di aver fatto i compiti a casa con attenzione: pale eoliche che abbisognano di poco vento per funzionare, montate così lontane dalla costa da non disturbare la vista dell’orizzonte per il bagnante sul lettino. E poi diciamocelo, spesso c’è pure foschia.

La Qint’x, in partnership con Saipem, ha tolto il velo dal progetto in un momento particolarmente propizio, sulla carta. I miliardi del Recovery Fund aleggiano, il ministero per la Transizione ecologica del nuovo Governo Dradi e altri progetti green a Ravenna (dall’impianto Gnl allo stoccaggio della CO2). Sembra non esserci congiunzione astrale migliore.

Però. I però sono sempre in agguato. Perché ad esempio la Tozzi Green di Mezzano sta aspettando da 14 anni per un parco eolico marino al largo di Brindisi, in un tratto di costa che fronteggia una centrale elettrica a carbone, non proprio una riserva naturale incontaminata.

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