L’oasi naturalistica in cerca di gestore

Scrivere della siccità della Valle della Canna durante il diluvio epocale, per Ravenna, di mercoledì 28 giugno, fa un effetto abbastanza surreale, me ne rendo conto. Ma la siccità (anticipata di un paio di mesi rispetto al solito) che pare abbia prodotto un piccolo disastro ambientale nella Valle è solo la punta dell’iceberg di un caso che sta passando forse troppo sotto silenzio, in questi anni, fatta eccezione per qualche comunicato inviato alla stampa dal decano dell’opposizione ravennate, Alvaro Ancisi.

Citando testualmente dal sito internet di Ravenna Turismo, Valle della Canna (o Mandriole) costituisce insieme all’oasi di Punte Alberete uno degli «ultimi esempi di palude di acqua dolce, residui delle foreste paludose meridionali della Valle Padana». Punte Alberete, in particolare, è «una foresta molto suggestiva dal punto di vista paesaggistico per l’alternarsi di ambienti di bosco igrofilo, più o meno inondato, praterie sommerse, spazi aperti e flora (ninfee, gigli di palude) e fauna tipiche di ambienti palustri (moretta tabaccata, airone rosso, ibis mignattaio, sgarza ciuffetto, nitticora, tarabusi e tarabusini). L’area – scrive il Comune sul sito internet rivolto ai turisti – è caratterizzata da un sentiero “rialzato” con passerelle e segnaletica della flora tipica; inoltre presso il chiaro Sciafèla (Carraia Scargnarda) si trova un osservatorio schermato. Il percorso è tassativamente pedonale e ombreggiato su entrambi i lati».

Ecco, non so se qualcuno tra di voi che state leggendo queste righe sia mai stato recentemente a fare una visita a Punte Alberete, ma diciamo che  l’ombreggiatura del percorso passa leggermente in secondo piano rispetto al degrado e allo stato di abbandono che regna nell’area (chissà quanto ingigantito, purtroppo, dal fortunale di queste ore), che dovrebbe invece essere un fiore all’occhiello del nostro turismo naturalistico, su cui a parole la nostra Amministrazione (di oggi e di ieri) pare voler puntare fortemente. Sarà.

Resta il fatto che da oltre due anni il Comune (in collaborazione con l’Ente Parco) sta lavorando (senza risultati) a un bando per riassegnare la gestione, in capo alla stessa Amministrazione da quando. a fine 2013, non è stata rinnovata la convenzione con la cooperativa L’Arca. «Ci stiamo lavorando», diceva ancora l’assessore Baroncini un mesetto fa. Aspettiamo allora. E speriamo.

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