Per fortuna che Dante c’è

Fausto PiazzaNell’orizzonte ancora indefinito delle future politiche culturali  e turistiche del Co­mu­ne di Ravenna solo un profilo si staglia esaltante, austero ed aquilino, quello di Dante Alighieri. Il Poeta va alla grande in città nella prospettiva verso il 2021. È una data, quella delle celebrazioni del 700esimo della morte, che in parte potrebbe recuperare l’occasione perduta di Ravenna 2019 e di cui peraltro è anche erede. A partire dall’allestimento delle cantiche della Commedia ideato e diretto dal Tea­tro delle Albe, in coproduzione col Ravenna Festival, il quale a sua volta ormai da tre edizioni ha messo Dante costante dei suoi programmi artistici. Tra qualche mese andrà in scena Inferno (poi a cadenza biennale Pur­gatorio e Pa­ra­­diso) che il regista Martinelli ha prefigurato come una rappresentazione popolare del Medioevo con gli attori della compagnia ma soprattutto con tanti “cittadini”. Alla chiamata per la recita hanno risposto in centinaia: un successo di partecipazione che fa immaginare un evento straordinario, senza precedenti. Intanto, Ivan Simo­nini, noto intellettuale ed editore ravennate, dopo aver proposto idee e sollecitato il Comune a dotarsi di un grande progetto all’altezza della sfida del 2021, ora presiede l’iniziativa Parchi Letterari/Terre di Dante con l’obiettivo di promuovere a livello internazionale un «turismo colto di massa» legato a vicende e opere dantesche nel vasto territorio fra Ravenna e Firenze. Inoltre, per rafforzare la reputazione culturale e l’immagine turistica della città, il sindaco De Pascale ha espresso la notevole intenzione di rinnovare la zona dantesca, dall’area della tomba a piazza Caduti con interconnessioni alla biblioteca Classense e a largo Chartres. Una sistemazione urbanistica encomiabile nella finalità ma ancora troppo vaga nei modi e nei tempi per valutarne realisticamente la portata, visti anche gli esiti non proprio eclatanti di certi piani di riqualificazione cittadina intrapresi negli ultimi decenni.
Comunque sia c’è gran fervore – fra tradizione e reinterpretazione contemporanea – per il retaggio ravennate di Dante. Il percorso appena iniziato verso l’anniversario del 2021 va ben oltre ampliato e soprattutto finanziato con l’impegno indispensabile di Stato e Regione Emilia-Romagna. Il Sindaco ambisce risorse ingenti, a Roma e Bologna si limitano alle buone intenzioni: coi tempi che corrono non v’è certezza. Ravenna, che accolse Dante esule, può sempre sperare nella buona stella del Poeta che risplende nelle alte sfere del Paradiso. Un po’ di empirea fortuna (e riconoscenza) non guasterebbe.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
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