Mentre ridete del Sud, ricordatevi che i 5 Stelle sono primi anche qui

Anche ai Caf di Ravenna pare siano arrivate richieste per il tanto chiacchierato reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle e un giornale locale ha provato a montare il caso pure qua. Cavalcando la notizia-non notizia delle presunte file fuori dai Caf del Sud-Italia già il giorno dopo le elezioni vinte (si fa per dire) dai 5 Stelle, senza però ancora neppure in lontananza un Governo 5 Stelle. Con tanto di titoloni ovviamente facilmente strumentalizzabili (e poi strumentalizzati) da tutti gli altri partiti.
Detto che poi, dopo qualche verifica, pare che in realtà non fosse esattamente gente in fila per il reddito di cittadinanza (con tanto di smentita dei Caf che parlano invece dell’alta richiesta per il reddito di inclusione già varato dal precedente Governo Gentiloni), l’occasione era comunque assai ghiotta per farci dell’ironia 2.0, sui cafoni del sud, quei poveracci che non hanno voglia di fare nulla e che corrono a chiedere l’assegno dello Stato dal partito per cui hanno appena votato.

Un momento davvero triste in cui in particolare radical-chic di sinistra che di solito si indignano (e pure giustamente) per qualsiasi rutto di Salvini hanno fatto a gara a fare battute impregnate (più o meno esplicitamente) di razzismo nei confronti dei meridionali, inutile nasconderlo o far finta di niente. Sotto lo sguardo soddisfatto di chi è stato il più grande sconfitto dell’ultima tornata elettorale, il Pd, che in qualche modo doveva giustificare la debacle. Facile, quindi, dare la colpa al Sud e ai meridionali che (nella migliore delle ipotesi, quando non si scomodano le mafie) avrebbero abboccato fin troppo facilmente alle promesse elettorali irrealizzabili dei tanto odiati 5 Stelle (come d’altronde grossomodo dichiara anche in un’intervista il neo-rieletto senatore faentino del Pd Stefano Collina).

Fossi in loro, negli sconfitti, non ne sarei così sicuro. Innanzitutto anche solo perché il Movimento 5 Stelle, qualcuno forse dovrà farglielo nuovamente notare, è il primo partito anche in Emilia-Romagna e lo è diventato pure nella rossa Ravenna. In una regione – anche questo andrà ricordato – che ha da poco introdotto il reddito di solidarietà (e tra “solidarietà”, “inclusione” e “cittadinanza” è facile confondersi e quindi fare le file per chiedere lumi al Caf, anche prima delle elezioni) e in una provincia dove a richiederlo sono state solo nei primi quattro mesi circa mille famiglie. Ecco, forse non è stato il reddito di cittadinanza a fare la differenza.

Forse un partito di sinistra dovrebbe semplicemente essere in grado di fare una seria autocritica e cercare di capire come riuscire di nuovo a “parlare” con chi è costretto a chiedere sussidi, piuttosto che ridere di loro e trovare una giustificazione alle proprie sconfitte elettorali.

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