Dopo il risultato della Liguria, cosa aspettarsi dalle elezioni in Emilia-Romagna? Seguici su Telegram e resta aggiornato Cosa ci possono dire le elezioni liguri su ciò che accadrà in Emilia Romagna tra due settimane? La Liguria ha confermato la coalizione che l’ha guidata negli ultimi anni contro molti pronostici e nonostante le dimissioni di Toti, coinvolto in un’inchiesta per corruzione. La destra, insomma, ha mantenuto il suo fascino anche se FdI ha perso tantissimi voti e il Pd ne ha conquistati. In generale, però, a votare sono andati in pochissimi, meno del 50 percento degli aventi diritto. Cosa succederà da queste parti il 17 e 18 novembre? Le Regionali di per sé, al di fuori di una campagna nazionale o di un voto amministrativo, non hanno mai esercitato un grande potere attrattivo. Un’eccezione fu la consultazione del 2020 grazie probabilmente al movimento delle Sardine e al sentimento diffuso che il risultato non fosse scontato. Per il 2024 c’è da credere che le ripetute alluvioni e le mancate risposte possano anche sfociare nella scelta di tanti di non andare a votare, delusi un po’ da tutti. Anche perché né Ugolini né De Pascale sono fino ad ora riusciti a essere davvero incisivi su un tema tanto complesso. Rispetto alla Liguria, qui il centrosinistra non ha subito aut aut dal Movimento 5 Stelle sugli alleati e la coalizione include davero tutti, da Calenda al Pri fino a Avs. In teoria un vantaggio, certo. Ma vedere da fuori la composizione e scomposizione delle liste c’è da non crederci. Gente che passa la propria vita politica a separarsi con polemiche asprissime per poi trovarsi candidata nella stessa lista alla vigilia delle elezioni (tra gli esempi plastici, la consigliera Chiara Francesconi ora in Azione e il vicesindaco Fusignani del Pri, ma anche Italia Viva nella lista dei civici comunque alleata di Calenda e Pd e Verdi e Cinque Stelle). A sostenere De Pascale ci sono perfino ex avversari. E all’interno della coalizione ci sono posizioni talmente diverse, per esempio sul tema dell’ambiente, che davvero c’è da chiedersi come e perché possano e potranno stare tutti insieme. Diversa è la situazione nel centrodestra con una candidata civica e forze comunque più coerenti (o percepite come tali) tra loro, esattamente come in Liguria. Di big però non se ne sono visti molti per ora, quasi non ci credessero troppo, del resto per la destra una sconfitta qui non sarebbe una tragedia, mentre una vittoria sarebbe un’impresa senza precedenti. E segnerebbe lo smacco maggiore per il Pd, e in particolare per Stefano Bonaccini che sta partecpiando alla campagna elettorale neanche fosse lui in corsa e appannando ogni idea di cambiamento. Invece il vero candidato è il sindaco di Ravenna. Ah, anche in Liguria era candidato il sindaco di Genova, che ha poi vinto la Regione, pur perdendo nella sua città. Un segnale tutto da interpretare… Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Che spettacolo la democrazia Fleximan, eroe o vandalo? Le multe non sono uguali per tutti Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri editoriali