«Sospendere i pagamenti al traghetto mentre si indaga sulla morte di Fini»

Il 44enne annegò aiutando il titolare del servizio. Ogni anno il Comune versa 23mila euro. Interrogazione Lpr: «Lavoro in regola?»

«Dato che Provincia e Comune di Ravenna contribuiscono alla gestione del servizio, metà ciascuno, per 46mila euro annui versati al gestore, appare urgente che i pagamenti non ancora avvenuti siano sospesi». Di questo è convinto il consigliere comunale Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, a proposito del traghetto sul fiume Reno a Sant’Alberto, teatro delle vicende che il 10 febbraio scorso hanno portato alla morte del 44enne Cristiano Fini, annegato il 10 febbraio cadendo da una canoa mentre aiutava il titolare del traghetto Orlando Rambelli intento in attività di manutenzione. Il decano dell’opposizione a Palazzo Merlato ha presentato un’interrogazione al sindaco (girata per conoscenza anche alla procura di Ravenna che sta indagando sul decesso, scaricabile in pdf in versione integrale dal link in fondo alla pagina) per chiedere la sospensione dei pagamenti.

Ancisi non ha dubbi sulla necessità di dare una risposta a un interrogativo preciso, riassumibile così: Fini ha voluto aiutare il suo datore di lavoro in difficoltà sul traghetto perché si trovava spontaneamente e casualmente sul posto oppure la sua presenza sulla sponda del Reno va inquadrata in un rapporto di lavoro attivato da una chiamata anche se in assenza di contratto? «La prima ipotesi non è impossibile, ma improbabile. La strada di accesso al traghetto, via Bartolo Nigrisoli, dista 500 metri circa dal paese e non porta da nessun altra parte; gli ultimi 150 metri circa, dalla sommità dell’argine in discesa fino al traghetto, è sterrata; da dicembre a febbraio il traghetto non è attivo. Significativo poi che Cristiano sia deceduto avendo indosso la tuta di lavoro».

Ancisi indirizza l’attenzione sul contratto di affidamento del servizio di traghetto all’impresa individuale Rambelli Orlando da parte dell’Agenzia pubblica per la mobilità del bacino di Ravenna (Ambra): «All’articolo 3 dispone che “l’affidatario dovrà comunque provvedere al servizio con personale in regola con le norme in materia di tutela e di sicurezza del lavoro. Pertanto dovrà provvedersi all’assunzione in conformità alle norme vigenti, nonché alla relativa stipulazione delle assicurazioni infortunistiche, previdenziali e mutualistiche”. Al riguardo, vale la pena ricordare che al coniuge dei lavoratori deceduti a causa di infortunio spetta, non soggetta ad Irpef, una rendita (fino a morte o nuovo matrimonio) pari al 50 percento della retribuzione massima convenzionale del settore in cui operava il lavoratore deceduto».

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