Dante: Ravenna, con Firenze e Verona, chiede una legge speciale per il 2021

E il sindaco annuncia: «La Divina Commedia con il Ravenna Festival diventa uno spettacolo con cittadini protagonisti. Grazie a staff 2019»

Nel corso della seconda giornata dei tre giorni per Ravenna Capitale italiana della cultura 2015, oltre all’annuncio sull’ingresso dello Stato nella gestione del patrimonio archeologico ravennate (vedi articoli correlati), si sono poste le basi anche in vista delle celebrazioni del 700° anniversario della morte di Dante, nel 2021. Al convegno sul tema ha partecipato anche Flavio Tosi, il sindaco di Verona, una delle tre città coinvolte insieme a Firenze (il sindaco Dario Nardella non era presente ma condivide il percorso) e naturalmente Ravenna.

«Per prima cosa – ha dichiarato il sindaco Fabrizio Matteucci a nome delle tre città – chiediamo al Governo di costituire per tempo un Comitato Nazionale per il 2021. In secondo luogo riteniamo opportuno che Governo e Parlamento operino affinché, come avvenne in occasione del VI Centenario, si approvi quanto prima una Legge Speciale di finanziamento che possa da subito sostenere la progettualità legata al VII Centenario dantesco. In terzo luogo ci impegniamo, come città dantesche, a lavorare in piena collaborazione e a fare in modo, in sintonia con il Ministero, che si possa costituire una rete delle istituzioni locali, nazionali ed internazionali che di Dante si occupano a vario titolo, attivando un coordinamento permanente tra i diversi soggetti interessati».

Matteucci ha colto l’occasione poi per ricordare che dal prossimo maggio nell’ambito del Ravenna Festival giovani artisti (scelti tramite un bando internazionale che verrà pubblicato in gennaio) animeranno i chiostri francescani con spettacoli danteschi. «E poi – rivela il sindaco – nel nome di Dante, il Ravenna Festival darà vita a uno dei progetti del dossier Ravenna 2019. Dal 2017, a cadenza biennale, Ravenna Festival ha affidato a Marco Martinelli ed Ermanna Montanari il compito di rappresentare il capolavoro dantesco usando lo spazio urbano come palcoscenico, dalle archeologie industriali fino alla pineta. Tanti artisti e tanti cittadini vi saranno coinvolti, come nel teatro medievale, quando a una sacra rappresentazione partecipava tutta la città. Voglio ringraziare per questa scelta Cristina Muti e la direzione artistica di Ravenna Festival».

«Come avevamo detto all’indomani della sconfitta nella corsa per il 2019 – ha infine commentato Matteucci –, con Capitale Italiana della Cultura e con l’aiuto di tutti, Ravenna ha la possibilità di tenere viva parte di quella eredità continuando a sviluppare i propri progetti secondo una programmazione che potrà accompagnare la città almeno fino al 2021, anno del centenario dantesco. Dopo quel verdetto che ci ha visto arrivare secondi, il modo migliore per realizzare il nostro sogno è stato svegliarsi subito e ripartire. Con il percorso di candidatura per il 2019 abbiamo messo in moto intelligenze ed energie, abbiamo messo in campo progetti e realizzato iniziative che sono un patrimonio per Ravenna e la Romagna. Così come ci siamo presi la responsabilità della sconfitta, per questo grande patrimonio di progetti e di persone in movimento voglio ringraziare Alberto Cassani e le ragazze e i ragazzi dello staff di Ravenna 2019».

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