Demetra, Sos e Linea Rosa: in provincia di Ravenna tre rifugi per oltre 640 donne

I dati del 2016 in lieve calo rispetto al 2015. Nell’ultimo decennio i centri di accoglienza hanno ricevuto 5.228 richieste

Violenza SessualeIn provincia di Ravenna ci sono tre centri anti violenza a sostegno delle donne. Si tratta di Linea Rosa, con sede nel capoluogo, Sos Donna, che si trova a Faenza, e Demetra, a Lugo. La nostra provincia è quella che, insieme a Bologna, ha il maggior numero di centri, tutti aderenti alla rete regionale che annualmente stila un rapporto sulla loro attività.

In totale i tre centri nel 2016 hanno accolto 642 donne. Anche se non tutte sono vittime di violenza (alcune si rivolgono ai centri perché in condizioni di povertà o bisognose di altri aiuti) è comunque questo il motivo principale per cui donne di ogni età bussano alle porte di questi centri. Nello specifico, si sono rivolte ai rispettivi centri territoriali per aver subito violenza fisica 103 donne a Faenza, 89 a Lugo e 346 a Ravenna. Oltre al punto di ascolto e a un percorso di aiuto che dura spesso alcuni mesi, le donne vengono anche ospitate da questi centri. Linea Rosa, ad esempio, ha ospitato 16 donne oltre a 15 figli. A Lugo Demetra può contare su 6 posti (a cui se ne aggiungono due per i bambini) mentre a Faenza i posti sono 9.

I numeri rispetto al 2015 sono in leggero calo (erano 702) ma restano comunque elevati, se si considera che nel 2014 i casi segnalati erano 494. Nel 2007, anno in cui è stato presentato il primo rapporto regionale, le donne accolte erano 571. Aggregando i numeri dei vari rapporti, si nota come i dati oscillino molto, senza comunque mai scendere sotto quota 469 (era il 2008). In media, 528 donne l’anno si rivolgono ai centri di accoglienza ravennati con un totale negli ultimi dieci anni 2007-2017 di 5228 richieste di aiuto.

Allargando lo sguardo all’intera regione, con riferimento all’anno 2015, le persone che si sono rivolte agli sportelli rosa dell’Emilia-Romagna (12 in tutto) sono state invece 3.354.
«In larga maggioranza – si legge nel rapporto regionale – le donne che si rivolgono per chiedere aiuto subiscono violenza da partner o ex partner, nel contesto quindi di una relazione di intimità. Si tratta per lo più di donne sposate o conviventi, un dato che si presenta costante nel tempo. Molto spesso sono donne con figli» che «possono essere vittima di violenze dirette i assistere alle violenze rivolte contro la madre e rimanerne coinvolti in vario mo­do», non ultimo quello psicologico. Nel caso di presenza di minori, i centri possono accogliere anche i bambini. L’ultimo dato, risalente al 2015, vede 211 minori nelle strutture protette insieme alle madri, di cui 47 nei tre centri ravennati.

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