La rabbia dei pendolari in piazza ma prima di giugno nessuna soluzione definitiva

Circa duecento persone hanno manifestato sabato mattina in piazza del Popolo. La class action va avanti: «Chiederemo sconti sui prossimi abbonamento»

RAVENNA 12/01/2019. MANIFESTAZIONE PENDOLARI DELLE STAZIONI DI GODO E CLASSE

 

Circa duecento pendolari di Godo e di Classe in piazza e oltre due ore di incontro con il presidente della Provincia e sindaco di Ravenna Michele de Pascale. Questo è il bilancio della mattinata che ha visto la protesta contro i nuovi orari di Trenitalia in piazza del Popolo. Una manifestazione molto pacifica ma in cui si chiedeva con decisione di non dimenticare le due località ravennati, “saltate” dai treni verso Bologna e Rimini dopo l’entrata in vigore del nuovo orario, lo scorso 9 dicembre. La manifestazione è partita dalla stazione di Ravenna ed è arrivata in piazza poco prima delle 11. Megafoni, fischietti, cartelloni e slogan per chiedere più treni. Nonostante la delusione per il servizio tolto alle due località, non è mancata un po’ di goliardia, con un simpatico siparietto nel momento in cui due sposi in Municipio – ignari della manifestazione – si sono affacciati alla piazza per la foto matrimoniale prendendosi l’ovazione dei presenti che erano in attesa della fine dell’incontro tra la delegazione inviata a parlare con de Pascale. Lo stesso sindaco all’uscita ha definito «molto civile e corretto il confronto».

Presenti all’incontro, tra gli altri, anche Sergio Retini, sindaco di Russi, e Davide Ranalli, primo cittadino di Lugo. La città di Baracca – che ha visto la chiusura della biglietteria con enormi disagi -con il nuovo orario ha perso pure alcuni treni pomeridiani diretti verso Ravenna e verso Bologna che ora passano da Faenza. I Verdi, al fianco dei pendolari in piazza del Popolo, promettono una manifestazione anche a Lugo nelle prossime settimane. Al presidio era presente inoltre Andrea Bertani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che ha presentato diverse risoluzioni e atti in Regione per chiedere un cambiamento sui nuovi orari.

De Pascale ha spiegato la situazione alle delegazioni dei pendolari: il presidente della Provincia definirà a breve con Trenitalia nuove soluzioni tampone per fare fronte ai disagi (autobus sostitutivi in primis) e si è impegnato nel chiedere alla Regione che, nel prossimo orario che entrerà in vigore a giugno, ci siano due servizi affiancati: uno capillare che faccia tutte le fermate della provincia – «con o senza la parte metropolitana di Bologna», precisa – e l’altro più veloce, in grado di collegare Ravenna, Bologna e Rimini in tempi ragionevoli. Si tratta in sintesi di creare un servizio che soddisfi le esigenze dei pendolari di lunga percorrenza e dei turisti e un altro che riesca a servire adeguatamente il territorio provinciale che ha nel treno il suo servizio di trasporto pubblico principale.  La proposta è già stata inoltrata ai vertici regionali che la lavoreranno nei prossimi mesi.

Da parte loro i pendolari hanno chiesto di conoscere in anticipo il nuovo orario dei treni  e di non trovarsi nella situazione del mese scorso, quando soltanto a ridosso del cambiamento si è saputo della rivoluzione. Il tutto, giova ricordarlo, con abbonamenti già pagati e orari stravolti da un giorno all’altro. La situazione ha fatto infuriare anche le istituzioni locali che infatti si sono schierate subito al fianco dei pendolari. In piazza, mentre aspetta l’uscita della delegazione, Bertani sintetizza: «E’ stato fatto un grosso pasticcio, abbiamo chiesto con diversi atti all’assessore regionale ai trasporti Raffaele Donini di rimediare». Donini aveva prospettato anche di tornare al vecchio orario da subito ma la soluzione sembra ormai tramontata e, almeno fino a giugno, l’orario resterà questo. «Questa situazione è insostenibile – aggiunge l’ex deputato dei Verdi Paolo Galletti -: si fanno misure antismog senza dare ai cittadini la possibilità di muoversi con il trasporto pubblico. L’Emilia-Romagna va trattata come un’area metropolitana, tra l’altro tra le più ricche d’Europa, con servizi adeguati. Invece sembra di essere in una zona depressa».

All’uscita, poco prima delle 13, la delegazione dei pendolari di Godo riassume quanto concordato in Municipio e spiega che si sentirà soddisfatta soltanto quando alle promesse seguiranno i fatti: «Vedremo quali soluzioni ci saranno proposte e soprattutto come sarà l’orario di giugno. Di certo la nostra azione legale va avanti: l’avvocato Emanuele Fregola ha detto che chiederà a Trenitalia un rimborso sugli abbonamenti pagati, eventualmente da utilizzare come bonus per quelli futuri. Per il resto, oggi si è entrati molto nel merito delle questioni e abbiamo depositato le petizioni ma aspettiamo prima di sbilanciarci e dirci soddisfatti». Il 9 dicembre 2018 è del resto ancora troppo vicino per alimentare grandi speranze.

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