«Ho perso la diretta tv dello sbarco sulla Luna ed è nata la passione per lo spazio»

Il 64enne ravennate Stefano Cavina ha scritto sei libri sulle missioni spaziali: «Fare l’astronauta? Avevo problemi di vista…». Il 20 luglio di 50 anni fa l’atterraggio di Apollo 11 sul satellite della Terra: «Resterà l’unico evento del XX secolo nei futuri libri di storia»

Sbarco LunaCon una battuta dice che è stato l’unico al mondo quel giorno a non vedere in diretta tv lo sbarco di Neil Armstrong mezzo secolo fa e forse è questa la ragione da cui è nata la sua passione per la Luna e le esplorazioni spaziali. Il ravennate Stefano Cavina ha 64 anni, ha appena pubblicato il suo sesto libro sul tema (“Men on the moon”) e con il penultimo (“Apollo, sfida alla Luna”) ha vinto il premio Vega a maggio.

Cavina, cominciamo dal 20 luglio 1969. Perché un 14enne non era davanti allo schermo in bianco e nero di un tubo catodico?
«In quel periodo ero in Marocco dove mio pa- dre lavorava per Eni. Mi ricordo che proprio lui mi regalò una rivista in francese che in prima pagina titolava “Quattro passi sulla Luna”, la conservo ancora. Ho seguito l’evento per radio con la voce di Tito Stagno. Essermi perso le im- magini mi ha fatto nascere quella curiosità che poi è diventata passione».

Mai pensato di fare l’astronauta?
«Avevo iniziato gli studi in aeronautica, forse anche spinto da quel sogno. Però non avevo una vista perfetta e allora se non hai i mezzi per giocare in Serie A…».

5cd52b4528608010808914Qual è l’importanza di quella missione?
«Predire il futuro è impossibile e chi lo fa sbaglia ma io credo che lo sbarco sulla Luna resterà l’unico evento di cui parleranno i libri di storia fra cent’anni a proposito del XX secolo».

E se intanto arrivassimo su Marte?
«Sarà epocale, non c’è dubbio. Ma non potrà cancellare l’allunaggio. Non è un caso che Buzz Aldrin sia finito a fare uso di psicofarmaci per accettare il fatto che nessuno si ricordasse di lui: è stato il secondo a scendere sulla Luna e nessuno ricorda i secondi».

Quindi non ha dubbi che l’uomo sia andato davvero sul nostro satellite naturale? Come la mettiamo con tutte le teorie della recita cinematografica?
«Rispondo come ha fatto Armstrong: le teorie dei complotti sono affascinanti ma lassù c’è ancora la mia macchina fotografica e chi tornerà potrà prenderla. Ma so già che se dovesse capitare i complottisti diranno che è stata portata apposta».

Luna E Tito Stagno

Tito Stagno, il giornalista Rai che raccontò in diretta lo sbarco sulla Luna nel 1969

Dopo Armstrong e Aldrin, nei tre anni successivi al 1969, altri dieci uomini hanno camminato sulla regolite lunare. Da allora nessun altro. Come mai?
«Principalmente perché mancava la motiva- zione politica. Forse ci torneremo se un giorno avremo bisogno di fare rifornimento di Elio 3 che sulla Luna abbonda ed è il carburante per la fissione nucleare. Anche per questo la Nasa vuole tutelare i sei punti di atterraggio: chi ci dice che un giorno non avremo il turismo pri- vato lassù? Andare sulla Luna non è costato poi così tanto per la Nasa nemmeno 50 anni fa: circa 300 miliardi di dollari per l’intero proget- to Apollo. La guerra in Vietnam ne è costata il triplo».

Facciamo un gioco: se non fossimo mai sbarcati sul mare della Tranquillità, oggi chi saremmo?
«Avremmo vent’anni di ritardo su tutti i fronti del progresso umano. Apollo è stato l’unico progetto con un investimento così in- gente in tempo di pace. Ha mostrato al mon- do di cosa era capace il sistema capitalista».

E se fossero arrivati prima i russi?
«Gli americani si sarebbero buttati su Marte. A Kennedy interessava poco dello spazio ma dopo Gagarin doveva dare un se- gnale e gli dissero che l’arrivo sulla Luna era possibile».

Un film e un libro che meritano su questa avventura?
«Il film direi “Uomini veri” del 1979. Il libro direi “Imparare dalla Luna” di Stefano Catucci del 2013».

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