Il cordoglio per la morte di Zavoli: «Ci ha insegnato il valore dell’informazione»

Lo ricordano i sindaci di Ravenna e Cervia, il presidente della Regione e l’ex vicesindaco Giannantonio Mingozzi

Guidarello Zavoli

Zavoli mentre ritira il Premio Guidarello nel 2014 a Ravenna

«È con grande commozione che apprendo della morte di Sergio Zavoli, illustre concittadino e importante figura del giornalismo, della cultura e della politica del nostro Paese».

Sono le parole di Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, città dove era nato nel 1923 Zavoli, «personalità di spicco – continua il sindaco –, che ha segnato la storia dell’informazione, raccontando l’Italia con attenzione e lucidità grazie ad uno stile pacato, mai sopra le righe, da fine intellettuale quale era».

«Pur vivendo da anni a Roma – prosegue De Pascale –, dove ha sviluppato gran parte della sua intensa e prolifica attività, era molto legato alla Romagna e a Ravenna dove per molti anni ha presieduto la giuria del Premio Guidarello e dove è stato presidente del comitato di promozione per Capitale della Cultura 2019. Le mie più sincere condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari, ma anche al mondo culturale e politico che perde uno dei suoi migliori interpreti».

«Ci lascia un grande giornalista, un maestro della televisione, uno straordinario narratore e osservatore del proprio tempo, che fu anche uomo delle Istituzioni. Una figura di straordinario spessore, umanità, intelligenza e cultura, che ha messo la propria vita a disposizione del servizio pubblico». Sono invece le parole del presidente della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

«Zavoli era nato a Ravenna – aggiunge Bonaccini -, cresciuto a Rimini, di cui era cittadino onorario, aveva radici forti e un solido legame con questa terra, di cui resterà una delle espressioni più alte. Alla nostra Regione, lo voglio ricordare, ha fatto un dono grandissimo. Dal 2004 al 2017 ha presieduto la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati: strumento di sostegno vero, sia morale che economico, per chi ha subito e sofferto reati particolarmente efferati. E anche in questo ruolo ha messo tutto sé stesso, e il suo forte senso della giustizia e della verità. Ai familiari – aggiunge il presidente- va l’affettuoso pensiero e il commosso abbraccio dell’intera comunità regionale».

«La scomparsa di Sergio Zavoli lascia un vuoto incolmabile nella cultura italiana – è invece la dichiarazione del sindaco di Cervia, Massimo Medri –. Giornalista, scrittore e politico di eccellenza, che appartiene alla storia più luminosa del nostro Paese e ne ha saputo raccontare la Storia con inchieste da grande maestro dell’informazione. Ma anche un uomo di alte doti intellettuali e profonde qualità umane, che ha vissuto nella sobrietà e nella rettitudine. Immensa la sua produzione bibliografica soprattutto di saggi storici, che più volte ha presentato anche a Cervia, onorandoci della sua presenza. Tutta l’Italia deve essergli grata».

A ricordarlo con commozione, anche l’ex vicesindaco di Ravenna, attuale presidente di Tcr, Giannantonio Mingozzi: «L’ho conosciuto, in qualità di pubblico amministratore, grazie alla comune amicizia con Domenico Berardi ed alle sue frequenti presenze sia a Russi che a Ravenna, dove lascia un segno di qualità e di impegno indelebile, a partire dal Premio Guidarello, dal sostegno a Ravenna candidata in Europa per la cultura ed alle tante iniziative che lo hanno visto protagonista e come ravennate eccellente sempre disponibile».

«Ci ha insegnato – sottolinea Mingozzi – il grande valore dell’informazione per un contesto civile democratico e rispettoso delle idee altrui, ma inflessibile nel considerare il dovere etico indispensabile per chi assume impegni pubblici. In Parlamento era una delle voci più ascoltate e rispettate, dobbiamo ringraziarlo per avere onorato Ravenna, Russi e tutta la popolazione romagnola alla quale ha dedicato molta parte del suo lavoro, giornalistico, editoriale, televisivo e radiofonico».

A ricordare Zavoli anche Valentina Palli, sindaca di Russi, di cui il grande giornalista era cittadino onorario dal 27 maggio 2007. «Di Zavoli avremmo molto da scrivere, a partire dal rapporto di intimo affetto, immensa stima e sincera gratitudine che legava la nostra città a lui. Ci piace ricordalo con alcune delle parole che pronunció in seno al Consiglio Comunale di Russi, all’atto del conferimento della cittadinanza onoraria: “Stiamo attraversando una specie di sindrome autodistruttiva, è diventato improvvisamente una specie di gioco, un gioco drammatico, serio, un gioco che ha delle fondamenta anche non tutte confessabili. Il gioco di cui parlo è quello del racconto di ciò che accade, come se non potesse più accadere ciò che accade. Come se non vi fosse più nulla da fare, da difendere, da esigere, come se la storia avesse preso per mano il nostro destino E decidesse di portarlo là dove vuole, lontano da noi e persino, in qualche caso, contro di noi. Ecco io credo che a questo ci dobbiamo ribellare, tutti insieme. Non c’è mai bisogno di politica come quando la politica in qualche modo ci autorizza a voltarle le spalle (…). È caduta sul nostro Paese una specie di disaffezione, di disincanto, di sentimento di resa, come se una sorta di fatalità per l’appunto guidasse il nostro agire. Noi dobbiamo riprendere in mano le nostre questioni e presentarle al Paese decidendo, essendo solleciti, chiari, chiedendo risposte e la popolazione farebbe bene a non rifugiarsi nella scontentezza, nella disaffezione, nel migliore dei casi nella nostalgia. Sarebbe bene continuare a fare domande, perché badate bene molto spesso le risposte non vengono perché non erano state fatte le domande, io questo l’ho imparato nel mio mestiere…”.».

«Grazie di tutto, Sergio – termina il messaggio della sindaca di Russi –. La nostra città si unisce al cordoglio della tua famiglia e a quello di tutti coloro che ti hanno voluto bene».

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