Il cordoglio per “Nino” Carnoli: «Creativo, genio, anticonformista, eclettico»

Da Marescotti a Simonini, da Signorino a Fusignani: i ricordi del 79enne scomparso per complicanze da coronavirus

Carnoli Marescotti«Esempio di anticonformista, di fascino dell’avventura intellettuale, di dirittura etica e politica». È come il celebre attore Ivano Marescotti ricorda quello che viene definito «amico di una vita giovanile» Saturno “Nino” Carnoli, l’intellettuale ravennate morto a 79 anni per complicanze causate dal coronavirus.

«Dopo una vita così densa come la tua – scrive Marescotti su Facebook – poi in un attimo arriva un virus e tutto svanisce. Una morte banale, al di sotto della realtà epica della vita vissuta. Ciao Nino». Quello di Marescotti è solo uno dei tanti messaggi di cordoglio che stanno arrivando alle redazioni dalle autorità e personalità cittadine.

L’assessora comunale alla Cultura Elsa Signorino esprime il cordoglio proprio e di tutta l’Amministrazione: «Le perdite di vite umane che la nostra comunità, l’intero Paese e tutto il mondo vivono purtroppo quotidianamente in queste giornate suscitano un dolore ugualmente sincero e profondo. Ma inevitabilmente, quando a lasciarci sono persone che conosciamo, la consapevolezza di quanto sta accadendo diventa, se possibile, ancora maggiore. Del percorso di Nino Carnoli ricordiamo tra l’altro l’esperienza come uno dei docenti di punta, sul versante della grafica, dello straordinario centro professionale Albe Steiner. E l’amore per il mosaico; Carnoli è stato infatti un appassionato difensore della tradizione musiva ravennate e al contempo uno sperimentatore. Questa sua poliedricità lo ha portato ad essere un intellettuale molto presente nella vita culturale ravennate, vigile, sempre pronto a difendere energicamente le posizioni nelle quali credeva. La sua voce incalzante ci mancherà. Un pensiero affettuoso alla compagna Elisabetta e alla figlia Marianna».

Nino Carnoli Andavamo Al CaffTra Carnoli e Ivan Simonini l’amicizia durava da 50 anni: «Frequentazioni in cui non saprei dire se siano state più numerose le litigate o le collaborazioni – dice oggi l’editore –. Né saprei dire se le collaborazioni siano state più importanti delle litigate stesse. Molte volte litigate e collaborazioni convivevano. Nino era un creativo allo stato puro e nello stesso tempo uno sperimentatore che aveva il bisogno interiore di condividere con chi stimava le sue idee di partenza che spesso modificava dopo il confronto. Non è un caso che i libri più importanti che gli ho pubblicato come editore del Girasole siano stati scritti da lui a quattro o a sei mani, con altri studiosi di pari livello, coi quali l’esperienza scritturale rinsaldava sempre l’amicizia, da Nero Ravenna. La vera storia dell’attentato a Muty, con Paolo Cavassini, a L’ala di Berardi. Storia di un grattacielo mai costruito a Lido Adriano, con Cesare Albertano e Domenico Mollura… Subito prima di essere ricoverato a Faenza  mi aveva fatto avere la splendida copertina  di un volumetto di prossima pubblicazione Andavamo al caffè, tratto da una sua recente conversazione e dedicato ad alcuni storici bar ravennati che negli anni ’60 erano divenuti veri e propri “centri di vita formativa” proprio nel periodo decisivo della sua formazione intellettuale e politica: dal Bar Mosaico al Grand’Italia, dal Bar Zenith al Bar Belli al Bar Byron.».

Il vicesindaco di Ravenna, Eugenio Fusignani, scrive: «Un’altra personalità ci lascia a causa del contagio da Covid-19. Scompare una personalità di spicco nel panorama culturale ravennate. Insegnante appassionato, difficile non ricordare il suo impegno per il mosaico e per l’opera di Signorini in primo luogo. In questi ultimi anni abbiamo lavorato molto insieme e insieme abbiamo organizzato il ricordo del giovane partigiano Repubblicano Marino Pascoli. Con Saturno non scompare solo un intellettuale eclettico ma una risorsa che avrebbe contribuito da par suo a sostenere le celebrazioni del VII centenario Dantesco».

La biblioteca di storia contemporanea Oriani di Ravenna da Facebook scrive: «Genio anarchico, poliedrico, creativo instancabile, intellettuale libero e disorganico.cCon lui se ne va una delle menti più brillanti della cultura ravennate. E un grande, sincero amico della Biblioteca Oriani. Che tante volte è stata la sua casa.
Ciao Nino. Ti ricorderemo come meriti quando tutto questo orrore sarà passato».

«Nino è stato per me, come per molti, un maestro di vita – dice lo scrittore Matteo Cavezzali –. Lo vedevo ogni volta che passavo davanti al bar di via IV novembre. Il bar aveva cambiato gestioni e nomi, ma lui era sempre rimasto fedele a quel angolo di mondo. Era lì, con il suo gruppo di intellettuali dissidenti, che si riunivano, ed aveva continuamente idee strabilianti. Nino aveva fatto il ’68 ed era un pezzo di controcultura vivente, sempre arrabbiato con il potere e innamorato di qualche folle progetto».

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