I trent’anni di storia del Moro di Venezia 3, la barca che vinse il Mondiale 1991

La terza delle cinque barche di Raul Gardini, costruite nel cantiere Tencara (Montedison), vinse il titolo a San Diego l’11 maggio 1991 alla vigilia della Coppa America. A bordo c’era anche l’imprenditore. Ora è di Autorità portuale: centomila euro per l’allestimento in darsena in testa al Candiano

barca moro venezia

Foto da Facebook

Non avrebbe dovuto nemmeno partecipare alla prima edizione del campionato mondiale di vela per barche di classe Coppa America, invece il Moro di Venezia 3 vinse il titolo nella baia di San Diego (California) l’11 maggio 1991, appena un mese dopo il varo. A bordo c’era anche il ravennate Raul Gardini, armatore e finanziatore della campagna tramite Montedison (i regolamenti e la conformazione degli yacht consentivano la presenza di una persona non operativa oltre ai sedici dell’equipaggio). Trent’anni dopo quello scafo è esposto a Ravenna sulla banchina in testa al Candiano, è lì da fine marzo dopo otto anni nel parcheggio dell’Autorità portuale che ne è proprietaria dal 2008. Il 15 maggio alle 13.30 verrà inaugurato il nuovo allestimento costato centomila euro tra pareti di protezione e illuminazione per fare della barca un monumento. Al taglio del nastro sarà presente anche Paul Cayard, lo skipper di quel Mondiale e della Coppa America dell’anno successivo, che sarà in città per un weekend di iniziative dedicate proprio all’avventura del Moro.

Marzo 2013: il Moro di Venezia di proprietà dell'Autorità portuale di Ravenna risale il Candiano e viene messo sulla banchina nel piazzale della sede dell'ente

L’arrivo del Moro 3 alla banchina di Ap nel 2013

Il successo del 1991, letto col senno di poi, può essere considerato la spinta che portò alla partecipazione alla Coppa America del 1992 ma al tempo stesso paradossalmente forse anche la causa della mancata vittoria del prestigioso trofeo. Il Mondiale nacque come banco di prova per il nuovo formato delle barche deciso per l’America’s Cup dell’anno successivo, una novità rispetto all’edizione 1988: non più 12 metri ma imbarcazioni Iacc (25 metri di lunghezza, peso tra 160 e 250 quintali, superficie velica fino a 680 mq in andatura di poppa, prestazioni ottimali fra 8 e 20 nodi). La Compagnia della Vela, il circolo di Venezia con cui Raul Gardini formalmente era in gara, intendeva partecipare alla competizione con i primi due Moro (varati nel 1990 a marzo a Venezia e in agosto a Palma di Maiorca). Il Corriere della Sera alla vigilia del varo del primo Moro  riportava le parole di Fernando Sena, direttore dei lavori ai cantieri Tencara: «Lo scafo è come un sandwich. Le due fette di pane sono di fibra di carbonio, impregnata di resine epossidiche. Il ripieno è in Nomex, a nido d’ape. Questo toast viene poi messo in forno e polimerizzato sotto vuoto, cuocendolo ad alta temperatura».

MoroI piani di tutte le squadre avevano messo in conto di sviluppare diverse barche nel biennio precedente per una continua evoluzione alla ricerca della soluzione più efficiente. Il terzo Moro era già pronto nei cantieri Tencara di Porto Marghera ma doveva restare segreto per non svelare troppo presto agli avversari i nuovi sviluppi progettuali, come ad esempio la poppa aperta. Negli allenamenti prima del Mondiale si spezzò l’albero del Moro Venezia 2 e così il terzo arrivò via aereo in California. I risultati dimostrarono che in effetti era più avanti degli avversari (senza dimenticare che Moro 1 arrivò terzo al Mondiale).

Il successo del 1991 alimentò speranze per il 1992 agevolando lo stanziamento di nuovi fondi da Montedison (verranno varate altre due barche, la quinta farà la Coppa America, in totale oltre 40 milliardi di lire di budget) ma mostrando lo stato di sviluppo di Tencara finì per spingere gli avversari ad accelerare. Cosa successe a San Diego nel 1992 è storia. A vincere la Louis Vuitton Cup, competizione per la scelta di chi avrebbe sfidato America 3 come defender della Coppa America, fu il Moro 5. Con un pezzo del 3. Lo ricorderà poi Carlo Marincovich su La Repubblica nel 1994: il 5 non stava andando bene, soldi per modifiche non c’erano e così venne messa la chiglia del 3 sullo scafo del 5.

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La costruzione del Moro 3 nel cantiere Tencara (foto di Sebastiano Rech Morassutti)

La competizione del 1992 si disputò in un periodo già difficile per il gruppo Ferruzzi e nel 1993 Gardini morì. Che rotta ha percorso il terzo Moro per arrivare alla darsena di città? Come detto, dal 2008 è di Ap. Comprata per circa 70mila euro al tribunale di Pesaro: un lotto all’incanto dell’eredità di Gianfranco Micucci, ex sindaco di Cattolica che si suicidò nel 2006. Regista dell’acquisto fu Cino Ricci. Il velista che fu skipper di Azzurra alla Coppa America del 1983 aveva portato la barca in Romagna pochi anni prima: l’aveva vista in abbandono a Trapani e Micucci aveva deciso di portarla nella darsena che amministrava.

Prima di Micucci era appartenuta al team +39 che partecipò alla Coppa America del 2007 a Valencia (prima volta disputata in Europa) e prima ancora a Diego Della Valle (Tod’s) che aveva in mente di formare un consorzio di sponsor per partecipare all’edizione 1995 ma non se ne fece nulla.

Il 4 luglio del 2009 venne varata per la seconda volta a Ravenna dopo un completo restauro nei cantieri Pier 12 di Marina di Ravenna. Avrebbe dovuto fare bella mostra di se alla Barcolana di Trieste nell’autunno di quell’anno ma non c’erano i tempi e non fu così.

All’inizio del 2021, prima dello spostamento in darsena, la barca a vela ha avuto una rinfrescata. Un intervento da diecimila euro a carico di Ap: pulizia, lucidatura, revisione di cavi e tiranti, verniciatura di quella che in gergo nautico viene chiamata opera viva, cioè la parte che sta sotto la linea di galleggiamento. È costata invece 110mila euro la nuova sistemazione tra impianto di illuminazione, pannelli antintrusione e videocamere di sorveglianza. Di fatto è il tramonto di ogni possibilità di rivederla in acqua, un’ipotesi a cui Ap aveva lavorato nel 2017 sondando il terreno con alcuni soggetti interessati.

Che fine hanno fatto i Moro di Venezia?

Il Moro di Venezia che nel 1992 a San Diego vinse la Louis Vuitton Cup si trova ora smontato e coperto da un telo nell’angolo di un giardino a un’ora da Boston: si tratta del giardino del miliardario americano Bill Koch, l’armatore di America 3 che sconfisse il Moro 4-1. Tutta la storia nell’articolo “Il Moro di Venezia della Coppa America ’92 è nel giardino di un miliardario a Boston“.

A questi link la storia e l’attuale situazione delle altre barche: Moro 1, Moro 4.

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