Da una parte c’è una famiglia che si è sentita come sequestrata nell’hotel dove aveva deciso di trascorrere le vacanze sulla riviera ravennate. Dall’altra la struttura ricettiva che ha temuto la truffa. Per risolvere la questione è stato necessario l’arrivo dei carabinieri.
È successo a Lido di Savio, dove una 33enne lombarda in vacanza con i due figli piccoli e la nonna di 81 anni, al momento di pagare il conto da quasi mille euro dopo una settimana di vacanza, ha incaricato il padre, da casa. Che ci ha poi chiamato in redazione, accusando l’hotel di aver trattenuto indebitamente i suoi famigliari, contro la loro volontà, nonostante il bonifico da lui inviato nella mattinata di oggi (venerdì 30 agosto). Non essendo però del tipo “istantaneo”, i soldi non sono arrivati appunto in maniera istantanea nelle casse dell’hotel. E la titolare ci dice che dalla ricevuta mostrata non erano ben leggibili alcuni dati. «E in alcuni casi, entro 24 ore è possibile revocare il bonifico – aggiunge -. Non potevamo rilasciare una ricevuta fiscale di pagamento, per un pagamento non ancora effettuato. All’atto della prenotazione, inoltre, era specificato come i pagamenti previsti siano contanti o carte. Anche bonifico, ma da presentare all’arrivo o comunque in accordo con i titolari. Cosa che invece non è avvenuta».
Ne nasce un diverbio, con i turisti che accusano di essere stati trattenuti in hotel e gli albergatori che negano, dichiarando di essere stati loro stessi ad aver chiamato infine i carabinieri. Militari che arrivano nella struttura ricettiva, prendono nota di quanto accaduto, si appuntano i nomi dei turisti e li lasciano andare.
Il lieto fine poche ore più tardi: il bonifico è arrivato a destinazione verso le 15. «Così ho potuto inviare loro la ricevuta fiscale via mail e farò anche una raccomandata», ci dice l’albergatrice.