Capitan Sestini, specialista in promozioni: «La maglia della Teodora è un onore»

B1 femminile / Prima stagione a Ravenna per la 30enne centrale toscana che in carriera venta già cinque scalate di categoria. Recupero lampo dopo la rottura del crociato un anno fa: «Il nuovo ingaggio poco dopo l’operazione è stato uno stimolo in più». In campo solo con il 4 sulle spalle: «Senza il mio numero farei fatica, noi pallavoliste siamo strane…»

008Le Teodora che insegue la promozione in A2 può contare su un capitano specialista in materia: Diletta Sestini, la centrale di Prato alla prima stagione in giallorosso, è riuscita a fare il salto dalla B1 già tre volte in carriera (e altre due ha centrato il balzo successivo in A1). Ma la cavalcata ravennate ha un sapore diverso: «Le altre cinque volte ero in squadre costruite per vincere, invece a Ravenna siamo partite solo per fare bene e poi visti i risultati l’obiettivo è cambiato in corsa perché quando sei in cima nessuno rinuncia». E così anche il pubblico si sta sciogliendo: «Mi avevano detto che qua i tifosi sono un po’ composti – sorride Sestini –, forse anche perché essendoci due squadre in città c’è un po’ di divisione. Ma quando sei in campo ti carica avere una tifoseria che si fa sentire».

Alla fine della regular season mancano solo tre giornate, con diversi incroci tra le contendenti al primo posto. La Conad Sicomputer è in testa a pari punti con Orvieto, il 23 aprile alle 18 giocherà a San Lazzaro (quinto a meno 5) mentre le umbre ospiteranno Firenze invischiata nella lotta per la salvezza: «Mi sa che tutto si deciderà solo all’ultima giornata, un campionato così combattuto non mi era mai capitato». Un campionato iniziato con un po’ di ritardo per la 30enne (li compirà il 3 maggio), per completare il recupero dopo l’operazione al ginocchio per la rottura del crociato proprio un anno fa quando era impegnata con Pesaro nelle semifinali playoff per la promozione in A1: «Non avevo mai avuto infortuni importanti e quando succede ti butta giù, alla mia età poi si sa che la ripresa è più dura». Ma il morale in realtà è rimasto basso solo qualche giorno: «Mi sono operata e volevo cominciare subito la riabilitazione perché non so stare ferma, visto che non potevo andare in palestra mi hanno buttato in piscina».

Poi la telefonata da Ravenna: una proposta di ingaggio ricevuta dopo soli tre mesi dall’intervento chirurgico. La prima risposta allo staff ravennate racconta tutto lo spirito della toscana: «“Ma lo sapete che sono ancora zoppa?” e loro mi hanno tranquillizzato che non ci sarebbe stata fretta. Mi sono sentita apprezzata e l’idea di indossare una maglia così prestigiosa è diventata una spinta in più». Sono passati anni dai fasti del volley femminile ravennate ma il blasone non si cancella: «Da bambina sono venuta a vedere la pallavolo a Ravenna. Per chi ama questo sport anche se sono passati tanti anni rimane ancora una squadra storica, è un onore vestire questi colori. Poi in città la cultura della pallavolo si sente e noi siamo davvero coccolate dalla società».

A fine ottobre, con un mese di anticipo rispetto alle previsioni, il capitano è tornato in campo, con il numero 4: «Fino a qualche anno fa usavo il 3 o il 5, il giorno e il mese del mio compleanno. Poi è capitato che a Piacenza nel 2008 quei numeri fossero occupati e ho preso quello in mezzo. Quell’anno è andato bene e non ho più cambiato: adesso farei fatica a giocare con un altro numero, siamo strane noi pallavoliste». E se trovasse il numero occupato? «Adesso se cambio squadra sono fra le più vecchie e dovrei riuscire a farmelo dare…».

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