Servidei tira pugni da trent’anni: «Oggi sul ring è tutto più soft»

Forgiato da Meo Gordini nell’Edera, il ravennate ha toccato l’apice della carriera nel 2007 con il titolo europeo pesi piuma: da professionista 34 incontri e un solo ko. Ora allena nella società Ravenna Boxe con il padre e la compagna: «Nel 2019 possiamo arrivare a cento tesserati». Rimpianti in carriera? «Forse se fossi andato all’estero da giovane…»

Servidei2Passato, presente e futuro, con la boxe al centro della propria vita. Alberto Servidei, nato a Massa Lombarda ma da sempre residente a Ravenna, è senza dubbio il massimo rappresentante del pugilato bizantino dagli anni Novanta in poi. Ieri atleta pluri-medagliato: in bacheca titoli italiano, intercontinentale ed europeo nella categoria pesi piuma a testimonianza di una carriera ricca di soddisfazioni. Oggi allenatore affermato, coinvolto in una società da lui stesso fondata che sta riscuotendo successi e ottimi risultati: primo tra tutti l’aver fatto tornare in tanti giovani l’amore per la cosiddetta noble art. «La Ravenna Boxe è nata nel 2010, nel corso degli ultimi anni della mia carriera. Una volta terminata l’attività sul ring ho preso il patentino da tecnico e mi sono dedicato anima e corpo a questa nuova avventura».

Un’esperienza “in famiglia”, giusto?
«Sì, perché il presidente della società è mio padre Nerio, mentre in palestra ad allenare c’è anche Mara La Neve, la mia compagna».

Dove svolgete la vostra attività?
«Siamo al PalaCosta da quando avevamo due atleti in tutto. Per me questa struttura rappresenta la casa della boxe a Ravenna ed è un motivo di orgoglio lavorare qui. In tutto questo periodo l’amministrazione comunale ci ha dato una mano, mostrandosi molto disponibile».

Quanti sono i ragazzi tesserati adesso?
«Quest’anno abbiamo raggiunto quota ottanta, tra cui una ventina di agonisti. Nel 2017 erano circa settanta, ma nel prossimo anno vogliamo arrivare a cento. È un traguardo che si può tagliare».

Questo significa che il pugilato a Ravenna ha buone prospettive?
«Sì, lavoriamo molto anche fuori dalla nostra palestra, ampliando il progetto andando nelle scuole elementari. Abbiamo un settore dedicato ai bambini fino a undici anni e nel 2019 ci sono ottime possibilità di aumentare il numero di iscritti».

Altri progetti futuri?
«Vogliamo organizzare nei prossimi mesi una grande manifestazione giovanile al PalaCosta. È possibile che l’evento venga esteso anche ai pugili professionisti, ma per il momento non dico altro… E poi c’è l’intenzione di far crescere in modo ulteriore la società, facendola diventare sempre più un punto di riferimento a livello nazionale».

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Servidei1A livello di risultati, come sta andando?
«La Ravenna Boxe è la prima società in provincia e la decima in regione. L’anno scorso abbiamo vinto due titoli regionali, uno con Cristian Cicala, nella categoria élite, che si è anche piazzato terzo ai campionati italiani universitari. In più alcuni dei nostri giovani fanno parte della selezione dell’Emilia-Romagna».

Come è cambiato negli anni il modo di fare pugilato a Ravenna?
«I tempi sono diversi e attorno a questo sport girano molto meno soldi rispetto al passato. Le palestre oggi però sono piene, ma mentre una volta si andava sul ring per fare agonismo, oggi l’approccio è più soft, amatoriale, dove il contatto fisico è limitato al massimo. Tutto ciò ha favorito soprattutto l’interesse da parte delle ragazze, che vedono nel pugilato uno sport utile sia per l’auto-difesa, sia per migliorare il proprio fisico. Non dimentichiamo che comunque si tratta di una disciplina olimpica, con un certo appeal, e quindi capita che qualche giovane voglia provare anche a “combattere”».

Lei si rivede in questi ragazzi?
«Il pugilato fa parte della mia vita, fin da quando ho iniziato a dodici anni nell’Edera Ravenna, allenato da Meo Gordini. Da lì è cominciata la mia carriera da dilettante, con 112 incontri e un titolo italiano vinto nel ’97 che mi ha cambiato la vita».

Cosa successe dopo?
«Quella vittoria ha rappresentato il mio trampolino di lancio e da quel momento sono cresciuto tantissimo, iniziando a far parte della nazionale, cosa che mi ha aperto tante porte».

E poi ha compiuto il grande passo nei professionisti, giusto?
«Sì, ma l’Edera nel frattempo si era sfasciata e mi sono dovuto appoggiare alla Conti Cavini Boxe di Grosseto, sempre però allenandomi a Ravenna per conto mio. Ho vinto il titolo italiano, quello intercontinentale e infine l’europeo: quest’ultimo successo ha rappresentato la più grande gioia della mia carriera. Vincere in casa, al Pala De André, contro un avversario fortissimo come l’ucraino Voronin, è stata la mia consacrazione».

Qualche rimpianto?
«Forse avrei potuto osare qualcosa di più nei primi anni da prof, andando all’estero, per raggiungere l’apice prima dei trent’anni. Comunque, in definitiva, sono contento e orgoglioso di quello che ho fatto in carriera».

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Biografia
Nato a Massa Lombarda il 23 giugno 1975, Alberto Servidei è cresciuto e vive a Ravenna, dove a dodici anni comincia a praticare la boxe nella storica Edera, allenato da Meo Gordini. 57 chilogrammi, categoria pesi piuma, da dilettante disputa 112 incontri, diventando campione italiano nel ’97. Entrato nel giro della nazionale, nel ’98 partecipa agli Europei di Minsk, perdendo ai quarti di finale. Passa al professionismo nel ’99 e nel 2002 conquista per la prima volta il tricolore, titolo che mantiene fino al 2006. Nel 2004 si aggiudica la cintura Intercontinentale, difendendola con profitto per i successivi due anni. Il 25 maggio del 2007 conquista il titolo europeo di categoria al Pala De André, battendo l’ucraino Voronin, mentre nel 2009 è di nuovo campione Intercontinentale, regolando ai punti il venezuelano Hisava (sempre nel palazzetto ravennate). Nel 2010 torna a vestire il tricolore al Palasport di Cesena e l’anno successivo termina la carriera agonistica con la sconfitta, l’unica della carriera (in tutto 34 match, di cui 31 vinti e due pareggiati), nel campionato mondiale, a Sydney contro l’australiano Dib. Nel frattempo fonda la società sportiva dilettantistica Ravenna Boxe, con sede al PalaCosta, che gestisce assieme al padre Nerio Servidei e alla compagna Mara La Neve, ex campionessa iridata di kick boxe.

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