Godo di nuovo tra i big, il ds Casadio: «Ci affidiamo al nostro nocciolo duro»

I rossoblù di nuovo nel massimo campionato italiano del batti e corri dove erano stati nel decennio 2006-15

Alfonso Reda E Luca Di RaffaeleSi sono accese di nuovo le luci sul diamante di via Rivalona, con la nuova avventura in A1 per il Godo Baseball. Dopo tre anni passati nella categoria inferiore la squadra rossoblù ha compiuto il grande salto, conquistando la massima serie al termine di un campionato esaltante. Si tratta di un ritorno per la società ravennate, che già per un decennio (dal 2006 al 2015) aveva fatto parte del gotha del “batti e corri” italiano.

«Soprattutto per motivi economici – inizia lo storico direttore sportivo Attilio Casadio – avevamo deciso di adottare un profilo più basso possibile, scendendo in A2 dove comunque ce la siamo cavata abbastanza bene, raggiungendo i quarti playoff nel 2016 e una tranquilla salvezza nel 2017. L’anno scorso, invece, è stato tutto in crescendo, con una partenza un po’ lenta seguita da una progressione fantastica, culminata con la vittoria nella finale dei playoff contro un avversario agguerrito come Macerata».

Per il campionato 2019, due ko 2-0 nelle prime due giornate contro Parma e Nettuno, i dirigenti rossoblù non hanno fatto rivoluzioni, puntando in gran parte sul gruppo della promozione. «Ripartiamo dal nostro nocciolo duro, composto in gran parte da ragazzi del territorio e sperando di aver mantenuto la stessa determinazione e la stessa forza dell’anno scorso, con l’intenzione di toglierci altre soddisfazioni. Non abbiamo voluto compiere il passo più lungo della gamba, con un occhio al portafoglio in modo di non creare problemi economici in futuro. Scendiamo in campo senza le velleità di dover per forza raggiungere grandi traguardi, ma nello stesso tempo con la voglia di divertire il nostro pubblico e di far crescere i giovani».

Gabriele Piumatti Stefano Naldoni Marco Bortolotti GianLuca Poli E William HolmbergLe novità maggiori nel roster guidato sempre da Marco Bortolotti (affiancato dai nuovi Gianluca Poli e, in qualità di collaboratore, Bill Holmberg) riguardano il monte di lancio, che sarà composto, oltre che da Galeotti e Piumatti, da Alessandro Ciarla (proveniente da Nettuno), Luca Di Raffaele (da Rimini) e dal cubano Jorge Hernandez (da Miami). Per quanto riguarda i ricevitori, al confermato Evangelista si aggiunge l’italo-americano Alfonso Reda, che ha preso il posto del ritirato Rubboli. Altri arrivi sono quelli di Lorenzo Di Raffaele, un jolly difensivo proveniente da Rimini, e di una vecchia conoscenza, l’esterno Eugenio Monari. «A nostra disposizione c’è un altro visto da “spendere” per uno straniero, ma prima vediamo se qualche sponsor ci vuole dare una mano. In pratica, in caso di necessità, ci teniamo una sorta di asso nella manica da giocare a stagione in corso per un lanciatore o un battitore».

Naldoni Carlo E Alfonso RedaIl campionato di A1 sembrava dovesse essere a 12 e invece, con la rinuncia di Rimini, sarà addirittura di sole sette squadre. «Purtroppo questa formula è negativa, perché ci permette di disputare in tutto 24 partite. Un po’ poche, visto lo sforzo organizzativo richiesto. Dall’altra parte, però, non sono previste retrocessioni, quindi possiamo scendere in campo con la mente libera. Questo torneo è in pratica diviso in due con i campioni della Fortitudo Bologna a giocarsi il titolo con San Marino e Nettuno e noi a vedercela con Redipuglia, Parma e Castenaso – termina Casadio –, spinti dall’entusiasmo per il nostro ritorno e dalla voglia di rivivere le belle esperienze del passato».

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