Oltre la contrattazione nazionale, per tenere conto di potenzialità ed esigenze “su misura” delle aziende

Nuova puntata con lo studio di consulenza Martini Luca di Cervia a proposito di contratti di secondo livello, tra territoriale, aziendale e di prossimità

ContrattazioneC’è un mondo al di là della contrattazione collettiva che può rappresentare un vantaggio per lavoratori e aziende ma ancora non abbastanza diffuso. Proseguiamo le nostre conversazioni con lo studio di consulenza per il lavoro Luca Martini di Cervia per capire meglio cosa si intende per contrattazione di secondo livello e perché può essere tanto conveniente. «Intanto va premesso che questo tipo di contrattazione prevede sempre e comunque il coinvolgimento di tutte le parti, dalle associazioni datoriali ai sindacati dei lavoratori – ci spiega Luca Martini, fondatore e titolare dello studio – e che può intervenire su aspetti non regolamentati dal contratto nazionale o per adattare le regole alle esigenze delle diverse realtà aziendale».

Oltre infatti alla contrattazione di secondo livello di tipo territoriale, che riguarda in genere veri e propri distretti produttivi, è possibile anche la contrattazione aziendale e quella di prossimità. «Tra gli elementi interessanti di questa possibilità c’è il fatto che può riguardare aziende di qualsiasi tipo e qualsiasi dimensione, da uno a ventimila dipendenti, e prendere in considerazione aspetti trascurati dai contratti nazionali come spesso accade per esempio in tema di part time o flessibilità di orari. Un esempio? Prendiamo un gommista che ha bisogno di variare il numero dei dipendenti e gli orari in base alla stagionalità del suo lavoro. Con un contratto che si adegua ai suoi picchi potrà lavorare meglio e far lavorare più persone». E in questo tipo di contratto possono entrare anche le misure di welfare aziendale di cui abbiamo parlato nelle precedenti “puntate”? «Sicuramente deve rientrarci qualsiasi tipo di premialità detassata al lavoratore che si voglia inserire e poi sì, anche le altre misure possono essere inserite, può essere uno strumento davvero utile su più fronti».

Studio Martini 1Infine, esiste il nuovo e forse meno noto “contratto di prossimità”, il meno amato dai sindacati perché viene chiamato in causa in situazioni particolari che spesso coincidono con le crisi aziendali. «In realtà, può essere uno strumento utile a tutela sia dell’azienda, sia del lavoratori. Per esempio ci sono aziende che in un momento di crisi hanno concordato di abbassare la retribuzione a tutti i dipendenti pur di non licenziare nessuno riportando tutti al livello più basso. Si è trattato di una grossa forzatura, ma che ha permesso di traghettare l’azienda attraverso un passaggio difficile senza ricorrere per esempio alla cassa integrazione che avrebbe comportato una diminuzione delle ore lavoro e della produzione». Misure pesanti, certo, ma sempre concordate tra tutte le parti con i sindacati che svolgono in questo caso un vero e proprio ruolo di garanzia.

In un mondo che agisce globale ma ha sempre più bisogno di tener conto del locale, dove ogni azienda ha bisogni “su misura” per poter essere efficiente e produttiva, una contrattazione che, in quadro nazionale, tiene conto delle diverse realtà può rappresentare la scelta più lungimirante oggi per aziende consapevoli delle proprie potenzialità e necessità.

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