Terminal, l’eleganza industrial che vuole cambiare volto al MIR

Si accendono le luci e i fornelli del nuovo ristorante di Fornace Zarattini, nato dalla sinergia e la fantasia di Net Seals e del suo direttore Andrea Rani

Terminal2Si chiama Terminal il ristorante che dà il via alla riqualificazione del centro commerciale MIR in via Faentina. Il progetto nasce dall’idea di Andrea Rani, direttore generale di Net Seals, azienda che commercializza in tutto il mondo guarnizioni e componenti per oleodinamica e pneumatica sita all’interno del centro commerciale che decide di rilevare i capannoni della zona industriale per dare loro nuova vita: «L’idea è quella di cambiare completamente volto all’intera zona» ci spiega Andrea, «iniziando dalla riqualifica dei magazzini e dall’apertura del ristorante e dei nuovi negozi fino all’idea di una collaborazione con il noto mosaicista Marco Santi, per impreziosire l’estetica del luogo, che a lungo andare potrebbe trasformarsi in un vero e proprio spazio espositivo».

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Da sinistra, Luca Caravita, Zaira Raimondi, Ivan D’Aloisio e Paolo Monguzzi

Dall’idea di riqualificazione, si passa al via del progetto: Andrea ricontatta alcuni membri dello staff de Il Porticino Osteria (la sua prima attività in ambito di ristorazione, nata a Marina di Ravenna nel ’95, e presa nuovamente in gestione dal team originario nel maggio dello scorso anno): Luca Caravita e Zaira Raimondi che rispondono entusiasti alla chiamata, forti anche dell’aggiunta di un nuovo socio: Paolo Monguzzi, maître di sala.

Ognuno dei soci regala al locale non solo la sua esperienza decennale nel settore, ma anche la sua personalissima impronta personale: l’estetica del locale, curata da Andrea, è stata cucita perfettamente sulla struttura dell’ex-capannone, trasformando l’industriale in industrial, nel senso più moderno ed elegante del termine. La cura è in ogni dettaglio: dalla particolarissima illuminazione creata dalle insegne al neon all’uniforme dello staff: grembiule in ecopelle per richiamare l’atmosfera urbana e camicia in perfetto stile aviazione che, come il nome del locale, attinge dal brillante passato di Paolo come assistente di volo.
Anche i nomi delle pizze fanno capo al mondo dell’aeronautica, prendendo il nome da alcuni famosi aeroporti italiani: «La scelta dei nomi non è casuale – precisa Luca, il socio che si occupa del reparto pizzeria e panificazione –. Abbiamo cercato di abbinare al nome di ogni aeroporto ingredienti affini alla località in cui si trova». Ed ecco che nella pizza Fiumicino il pecorino romano si accompagna al pepe nero e al crumble di pancetta e la burrata pugliese della Linate viene aromatizzata dal sapore ben più tipicamente milanese dello zafferano. Ma l’esperienza e la cura di Luca non si fermano solo alla ricercatezza degli accostamenti e alla qualità delle materie prime, che vanno dalla finissima passata di pomodoro al vero fiordilatte, ma anche dalla sapiente lavorazione dell’impasto, lievitato per almeno 48 ore, alle quali si aggiungono le altrettante della panificazione con metodo “biga”, che rende la pizza soffice, fragrante e altamente digeribile.
Infine, dietro al bancone del bar, Zaira, bartender specializzata in American Bar, che insieme al compagno Marco esperto in Mixology, propone una vasta scelta di drink “spaziali”, dal Jupiter al Mars, che terranno gli avventori con il “naso all’insù” dall’aperitivo fino al dopocena, offrendo una nuova occasione di valore per assaporare in serata cocktail unici e fuori dai soliti standard.

La filosofia della cucina invece ricalca alla perfezione l’aspetto del ristorante: una proposta autentica tradizionale, ma rivisitata in chiave ricercata e raffinata. L’intera scelta del menù e della brigata è stata affidata a Ivan D’Aloisio, giovane chef che dopo aver girato il mondo tra le cucine di Dubai e Washington ha deciso di tornare nella sua Ravenna per lasciare la sua firma sui piatti del Terminal.
«Il mio menù è altamente selezionato – racconta Ivan –. Cerco di dare il massimo valore ai produttori locali, comprando quasi esclusivamente materie prime del territorio. Nessun taglio di carne proviene da allevamenti intensivi e nelle preparazioni vengono utilizzati unicamente prodotti freschi. Inoltre, il menù cambia quattro volte l’anno, per assecondare la stagionalità degli ingredienti».
Tra le specialità della cucina, la cacciagione, che viene lavorata con innovazione e fantasia, arrivando a proporre dal petto d’anatra con il suo foie gras alla crudità di cervo, e il pesce, materia prima prediletta dallo chef, declinato in una varietà di proposte crude e cotte.

Questo il vero punto di forza del Terminal: una sinergia di professionisti, ognuno altamente specializzato nel suo settore, che lavora tra le più moderne e performanti attrezzature, libero di sperimentare e ricercare. «Più che un ristorante è un “laboratorio”» precisano i soci, una felice unione di tecnologia, esperienza e passione, che offre al cliente un’esperienza a tutto tondo: in mattinata vengono servite le colazioni, durante il pranzo la sala si fa luogo ideale per ospitare pranzi di lavoro e incontri professionali, mentre dall’aperitivo in poi l’aspetto lavorativo lascia il posto all’esclusività di un ambiente romantico e raffinato, perfetto per coppie e piccoli gruppi di amici amanti della cucina e del buongusto, arrivando ai ricercati cocktail proposti nel dopocena.

Nonostante la recentissima apertura, non mancano i primi progetti di espansione, sia a livello logistico, con l’acquisizione e ristrutturazione del magazzino adiacente, sia a livello culinario, con la produzione artigianale di dolci stagionali come panettoni e colombe, che andranno a completare la proposta a 360° del locale.

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