Da Dante a Melville, dalla mitologia greca alla filosofia latina

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Il Purgatorio delle Albe durante l’anteprima a Matera, foto di Marco Caselli Nirmal

Scrivo e piove, continua a piovere, sempre pioverà. Fiumi esondano, raccolti marciscono. Si delinea un’estate avara, per questo 2019. In attesa di aprire l’ombrellone, apriamo gli ombrelli, e consoliamoci del caro sole estinto con i festival del territorio.

L’itinerario può partire da Forlì, dove, in questi primi giorni di giugno, Ipercorpo dà gli ultimi colpi di coda. Il festival internazionale delle arti dal vivo, da sempre attento a proporre al suo pubblico il meglio delle produzioni performative italiane e non, compie 16 anni e ospita in chiusura qualche gruppo teatrale interessante.

Il 1° giugno, nella Chiesa di San Giacomo, va in scena Birdie, curiosa performance della Agrupación Señor Serrano, compagine di Barcellona. Lo spettacolo è datato 2016: si tratta di una sorta di gioco infantile e inquietante, che attraverso l’uso massiccio di giocattoli, miniature e riprese dal vivo, racconta delle migrazioni umane contemporanee strizzando un occhio agli Uccelli di Hitchcock.

Quindi Ipercorpo si sposta negli spazi dell’ex-ATR, ospitando due gruppi italiani importanti: l’8 giugno i Muta Imago presentano l’esito di un laboratorio per performer professionisti dedicato al tema del tempo, intitolato (un po’ pomposamente) Fuori dal dominio del tempo; il 16 giugno i genovesi di Teatro Akropolis affrontano la mitologia greca con Pragma, performance dedicata alla figura della dea Kore.

Seconda tappa, l’appennino riminese. Risaliamo il Marecchia, verso la paciosa e sognante Pennabilli. Qui, come ormai da 23 anni, il paesino diventa un teatro all’aperto grazie al festival Artisti in piazza. Dal 13 al 16 giugno la lista degli appuntamenti è ricchissima, e si snoda fra circo, performance, concerti e dj set. Da segnalare la data del 14 giugno, quando i modenesi del Teatro dei Venti porteranno una produzione dell’anno scorso che aveva già fatto parlare di sé: si tratta di Moby Dick, uno spettacolo che si presenta smisurato come il libro-enciclopedia da cui è tratto. Ben venti artisti, fra attori, musicisti, ballerini e acrobati, guidati dalla regìa di Stefano Tè, affronteranno la visionarietà di Melville, esibendosi su un palco mobile di 12 metri a forma di Pequod.

Inevitabile, infine, scendere verso i lidi bizantini per la prima parte del Ravenna Festival. L’anniversario tondo (quest’anno la kermesse festeggia il 30° anno d’attività) ha rappresentato il giusto pretesto per tornare verso Oriente, in Grecia, culla della civiltà occidentale. Non è un caso che molti dei titoli teatrali quest’anno in cartellone si confrontino, in un qualche modo, con la tradizione classica. Il 20 giugno, all’Alighieri, Enzo Vetrano e Stefano Randisi portano in scena una riduzione teatrale dell’ultimo libro di Ivano Dionigi, ex rettore dell’Università di Bologna, Quando la vita ti viene a trovare. Questa anteprima nazionale, prodotta da ERT, tratta di un dialogo immaginario, amore platonico, fra Lucrezio e Seneca; una sorta di singolar tenzone argomentativa fra il poeta degli epicurei e il più moralista degli stoici. Ma è giusto citare anche lo spettacolo Le parole e il mare, che vede protagonista un peculiare terzetto formato da Lino Guanciale, lo storico Alessandro Vanoli e il musicista Marco Morandi. Il 24 giugno, al Museo Classis, il pubblico capirà come il Mediterraneo abbia plasmato (e continui a farlo) la nostra identità europea.

Non posso chiudere questo Beadeker senza citare il vero, grande appuntamento teatrale regionale di questo giugno: parlo naturalmente del Purgatorio del Teatro delle Albe, al Rasi di Ravenna dal 25 giugno al 14 luglio. La cantica dantesca del passaggio, del battesimo, della purificazione secondo la mistica di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari.

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