L’America lontana dal perbenismo di Offutt, una nuova voce da seguire

OffuttQuando Trump ha vinto le elezioni siamo rimasti tutti allibiti. Chi diavolo lo ha votato uno così?
Gli intellettuali di New York erano tutti contro, le star di Hollywood lo detestavano, e quindi chi è stato? L’elezione di The Donald ci ha fatto capire che l’America è molto più grande di quello che pensiamo ed è abitata da molte persone di cui ignoriamo fattezze e pensieri.

Questi soggetti sconosciuti, quelli che vivono l’America vera, quella senza speranza delle sconfinate praterie, delle città i cui nomi non ci dicono nulla, non sono mai apparsi nei sofisticati romanzi newyorkesi di Jonathan Franzen o di Jonathan Safran Foer. Per capire questa America è necessario leggere Chris Offutt e il suo Nelle terre di nessuno (Minimumfax).
Nelle pagine dell’autore si trovano la polvere e il fango del Kentucky, la durezza e l’amarezza di un luogo dimenticato. I personaggi si muovono in un angolo buio del paese più ricco del mondo. Un angolo così ampio da poter eleggere un presidente. Non c’è perbenismo nelle terre di nessuno, non c’è #metoo, né parità razziale, nessun buon sentimento da film, ma c’è la lotta quotidiana del più forte contro il più debole. Ci sono alcol e fucili, fango e pick-up, locali fumosi e risse, rabbia e rassegnazione.

Dopo il caso letterario di Kent Haruf, che ha scalato le classifiche italiane raccontando un’altra America nella trilogia ambientata nella periferica cittadina di Holt, Offutt pare essere una voce nuova e interessante da seguire con attenzione. Minimumfax, che già fece scoprire in Italia Raymond Carver, il più grande maestro della scrittura breve dopo Hemingway, ora scommette su questo autore trovato da Luca Briasco, nuovo editor della narrativa straniera, passato all’editore romano dopo anni in Einaudi Stile Libero.

Offutt non giudica i suoi personaggi, ma ci fa scendere nel pantano delle loro vite per trascorrere qualche ora accanto a loro, per osservarli e annusarli. Qui anche i personaggi più gretti hanno qualcosa che ci attrae. «Tutte le persone hanno un qualcosa cui anelano», spiega lo stesso Offutt. «Tutti conoscono l’amore, la perdita, il dolore, la rabbia, la paura e la gioia. Rappresentare la ricchezza delle emozioni umane è il modo in cui tento di portare i lettori a identificarsi con un’estrema varietà di persone».
Queste sono le terre di nessuno, lande semi deserte che nessuno visita mai, abitate da persone che sanno di essere state dimenticate, e che covano dentro di se un antico e sempre vivo rancore, che da oggi non possiamo più dire di non conoscere.

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