36 – I mosaici del vescovo

Mosaici VescovoLa più antica descrizione dei mosaici di Sant’Apollinare Nuovo risale al IX secolo ed è opera di Andrea Agnello, autore del Liber Pontificalis, testo nel quale sono raccolte le vite dei vescovi della chiesa ravennate. La straordinaria processione dei santi e delle sante è ascrivibile alla geniale committenza di Agnello, vescovo nella seconda metà del VI secolo: egli la fece inserire modificando parte del ciclo iconografico del tempo del re Teoderico quando la basilica, per editto imperiale, passò alla chiesa ravennate.
Leggiamo nella vita di Agnello: «Il beatissimo vescovo Agnello all’interno di questa città riconciliò la chiesa di S. Martino confessore [oggi conosciuta con il nome di Sant’Apollinare Nuovo], fondata dal re Teoderico e chiamata “Cielo d’oro”; decorò la tribuna e le pareti con immagini musive di martiri e vergini che vanno in processione; sopra applicò stucchi dorati, rivestì le pareti di marmi diversi e compose mirabilmente a mosaico il pavimento. Se guardate all’interno la fronte della chiesa, troverete l’effigie dell’imperatore Giustiniano e quella del vescovo Agnello ornata di tessere dorate. Nessuna chiesa o casa fu simile a questa nel soffitto o nelle travature (…). Nella parete potete vedere questo. Lì, come ho detto, sono rappresentate due città. Da Ravenna, nella parte degli uomini, escono i martiri che vanno verso Cristo; da Classe le vergini procedono verso la santa vergine delle vergini; le precedono i magi che portano doni».
Immagine di Andrea Bernabini

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