190 – «Sarcofagi a tutto spiano»

Sarcofagi Sant'AgataLe indagini archeologiche condotte da Giuseppe Gerola, Soprintendente ai Monumenti di Ravenna e della Romagna, negli anni ‘10 del ‘900 davanti alla Basilica di Sant’Agata Maggiore portarono alla luce preziosissime testimonianze dell’epoca antica e tra queste un significativo numero di sarcofagi che, una volta terminati gli scavi, furono collocati sia all’interno sia all’esterno della chiesa.
Corrado Ricci, come si evince dal suo carteggio custodito nella Biblioteca Classense, era puntualmente informato, sia da Gerola sia da altri intellettuali ravennati, sul procedere dei lavori e sulle importanti scoperte che di giorno in giorno si andavano facendo.
Il 25 giugno 1915 Gerola informava il Ricci della scoperta di due sarcofagi: «Cogli scavi di S[ant’] Agata, siamo già arrivati – per il primo tratto – sotto al livello del pavimento più antico, trovando qualche altra lapide e qualche vaso. Stavamo già per abbandonare quella zona, quando proprio ieri abbiamo scoperto, sotto a quel piano, il colmo del coperchio di due sarcofagi ad orecchioni, profondamente sepolti sotterra: né è escluso ve ne siano degli altri».
Pochi giorni dopo questa importante scoperta, il 1 luglio, un entusiasta Santino Muratori scriveva: «Gentilissimo Signor Corrado […], Le ha scritto Gerola dei notevolissimi risultati dello scavo fatto nell’ardica di S[ant’] Agata? Ne siamo proprio contenti. Epigrafi e sarcofagi a tutto spiano […]. Le arche bisognerà distribuirle lungo il piazzale. E verrà un bell’effetto».

Immagine dall’archivio Biblioteca Classense, Fondo Fotografico Ricci, inv. 1895.

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