Cinque dischi importanti che non possiedo più – di Jocelyn Pulsar

di Jocelyn Pulsar *

Io sono un ascoltatore di musica abitudinario, che poi è la peggior specie: se mi piace un disco, sono capace di non dedicarmi ad altro per mesi, escludendo tutto il resto; ne segue che nella mia vita ho sempre ascoltato poca musica, in termini di assortimento.
Ho anche un altro difetto: non sono affatto un collezionista di musica, la perdo quasi tutta. Attenzione, anche la mia: una volta per mettere su Youtube un disco di Joceyn Pulsar me lo sono dovuto ricomprare da iTunes perchè non lo possedevo più fisicamente.
Mi si chiede allora una lista di dischi per me importanti: restringo il cerchio.
Ecco la lista di dischi che mi sono piaciuti nella mia vita ma che non possiedo.
Babalot – Che succede quando uno muore (2003)
Inizio subito con una cosa indipendente “pesa”: in realtà si tratta di pop a bassa fedeltà, niente di particolarmente sperimentale, ma lui purtroppo nel tempo è un po’ scomparso. Questo disco lo comprai da Nannucci a Bologna quando facevo l’Università, e tanto basterebbe per farmelo amare. In realtà è anche un gran bel disco di cantautorato storto, con almeno due canzoni (“La lavatrice e il muro” e “Panca bestia”) che hanno profondamente segnato il mio futuro modo di scrivere. Il disco credo di averlo prestato a uno durante una serata alcolica in un circolo Arci della mia città: prevedibilmente, non l’ho più visto.
Artemoltobuffa – Stanotte Stamattina (2004)
Come Babalot, anche Artemoltobuffa poi l’ho conosciuto e ci ho suonato insieme: all’epoca però era uno dei miei idoli. Un cantautore nerd architetto con la chitarra che scrive canzoncine d’ amore e di provincia: perfetto. Ok, la sua di provincia è quella veneta e un po’ nei suoi testi mi ci perdevo, però ho trovato tante somiglianze in quello che avevo voglia di fare anche io. La title track è una delle più belle canzoni italiane di quel decennio. Temo che il disco non abbia superato indenne il mio ultimo trasloco.
Pavement – Croocked rain, croocked rain (1994)
Negli anni del grunge c’era una band che, per quanto provasse a risultare cattiva e pesante, non ci riusciva: forse anche per questo i Pavement sono rimasti dietro al grande successo delle band di quel periodo ( i Nirvana certo, ma anche gli Smashing Pumpkins, gli stessi Sonic Youth), però hanno creato un modo di fare musica: sghembo, svogliato, apparentemente suonato a caso qualche volta, registrato in modo molto approssimativo (la batteria del disco precedente sembra registrata nella tromba delle scale di un palazzo). Questo disco mi ha aperto un mondo: si potevano registrare delle canzoni senza spendere una fortuna e risultare fighi lo stesso. È stato bello finchè è durato. E comunque questo è il disco di “Cut your hair”, non serve aggiungere altro. Dove sia finito non lo so, ma ho recuperato: a Bologna mi comprai la versione deluxe con  il secondo cd piene di demo e rarità (registrati più o meno male come il disco ).
Crash Test Dummies – God shuffled his feet (1993)
Il disco della vita per una sola canzone: “Mmm Mmm Mmm Mmm”: il resto è così così, l’avrò ascoltato al massimo due volte, ma quella… è una specie di miracolo. Ancora oggi quando la ascolto sto male (a me le canzoni che mi piacciono fanno un effetto negativo, un misto di invidia e sciame di farfalle assassine nello stomaco). Il disco ce l’ho ancora, solo che non è mio: lo devo restituire al mio amico Danilo da una quindicina d’anni.
Tiromancino – La descrizione di un attimo (2000)
Quando ascoltati per la prima volta “La descrizione di un attimo” (la canzone) rischiai di sbandare con la macchina. Poi ok, forse la più famosa di questo disco è diventata “Due destini” perchè legata alla colonna sonora di un film, ma francamente non c’è gara: anche la produzione era molto bella, di un giovane Riccardo Sinigallia che poi avrebbe intrapreso la sua carriera (dopo aver litigato con Zampaglione). Loro non sono più tornati a questi livelli, anzi se ne sono allontanati, ogni disco, sempre di più… Io lo so chi ha questo disco. Hai capito? Lo so!

 

* Jocelyn Pulsar è il progetto, nato nel 2002, del 37enne forlivese Francesco Pizzinelli con all’attivo otto album e due Ep oltre a svariate partecipazioni a compilation e concerti in tutta Italia. Il suo nuovo album è annunciato in uscità in dicembre per La Fame Dischi.

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