Dieci dischi da ricordare, da Miles Davis fino a Scanner – di Roberto Paci Dalò

di Roberto Paci Dalò *

Alcuni dei dischi che mi hanno accompagnato in questi anni.
In ordine di pubblicazione.
François Couperin – Leçons de Ténèbres (Harmonia Mundi, 1970) Le Leçons de Ténèbres, basate sulle Lamentazioni di Geremia, sono state composte da Couperin nel 1714. In questa registrazione sono interpretate da Alfred Deller (1912-1979), in pratica colui che ha riportato in vita la pratica del controtenore in epoca moderna. La sua interpretazione è mozzafiato anche per non addetti ai lavori e permette a tutti di entrare in relazione col barocco.
Miles Davis – Bitches Brew (Columbia, 1970) Bitches Brew non è un disco, è un’autentica icona e interi libri gli sono stati dedicati nel corso del tempo. Immancabile. Se qualcuno non l’avesse ancora fatto, sarebbe da ascoltare questa sera.
William S. Burroughs – Dead City Radio (Island Records, 1990) Uno dei migliori esempi di spoken voice album in circolazione. Grazie al mitico produttore Hal Willner in questo disco si è riunito un gruppo fantasmagorico di interpreti quali John Cale, Sonic Youth, The NBC Symphony Orchestra, Donald Fagem Cheryl Hardwick per creare un sentito omaggio all’arte dello scrittore americano di culto. Thanksgiving Prayer è una fulminante satira della American way of life.
Einstürzende Neubauten – Heiner Müller, Die Hamletmaschine (EGO, 1991) Album particolarmente avventuroso registrato da Einstürzende Neubauten a Berlino Est negli studi della radio della DDR. L’incontro col drammaturgo Heiner Müller e con il suo testo teatrale “Die Hamletmaschine” mostra come il suono industriale e noise del gruppo possa offrire inedite percezioni del testo. Un esempio di opera radiofonica che mostra cosa può significare il rapporto tra testo e suono per scardinare un bel po’ di luoghi comuni.
Steve Reich – Works (Elektra Nonesuch, 1995) Un cofanetto della Elektra Nonesuch che raccoglie tutte le opere del compositore americano dal 1965 al 1995. Un capolavoro che permette di esplorare l’universo Reich autore di alcuni dei più bei brani del secolo scorso. Dieci preziosi dischi per sapere tutto su un musicista eccelso. Tra le tante composizioni da citare almeno Music for 18 Musicians del 1976. Sublime.
John Cage – Sonates and Interludes for Prepared Piano (Naxos, 1998) Eseguite dal pianista Boris Berman, queste composizioni (scritte tra il 1946 e il 1948) fanno da spartiacque nella storia della nuova musica. Tutti conosciamo John Cage e sappiamo quanto il suo contributo alla cultura (non solo musicale) sia stato determinante. L’invenzione del celeberrimo piano preparato nasce anche da un’esigenza economica. In tempi di povertà come poter scrivere le musiche per le coreografie del compagno Merce Cunningham riuscendo ad inventare una tavolozza timbrica ampia e avendo a disposizione solo un pianoforte. Il resto è storia.
Scanner – 52 Spaces (Bette, 2002) Commissionato da The British School in Rome questo lavoro di Scanner è basato sul film L’eclisse di Michelangelo Antonioni (1962). Probabilmente uno dei più silenziosi film di Antonioni nel quale Roma appare un luogo surreale, anonimo e sospeso nel tempo. Scanner manipola alcuni frammenti dei dialoghi, dei rumori ambientali e della colonna sonora per costruire un’opera nuova e particolarmente riuscita. Esempio di come si possa esssere creativi lavorando sugli archivi. Il titolo proviene dalla immagini usate nella performance originale: gli ultimi 52 fotogrammi del film proiettati al rallentatore.
Arthur Russell – Another Thought (Orange Mountain Music, 2008) Scomparso troppo presto di Aids (nel 1992), Arthur Russell è un talento della New York degli anni Ottanta. Ha pubblicato poche cose in vita e la sua discografia è fatta soprattutto di opere postume che testimoniano della sua grandezza. L’utilizzo in un ambito pop di uno strumento particolare come il violoncello unito alla voce dello stesso musicista ha creato un corpus di canzoni meravigliose.
Robert Lippok – Redsuperstructure (Raster-Noton, 2011) Un disco in solo per Robert Lippok (già co-fondatore di To Rococo Rot) pubblicato per l’etichetta di culto Raster-Noton. Un lavoro di elettronica estremamente raffinato e potente. Una vera e propria immersione nella grana del suono che, ascoltato in cuffia o con un impianto di qualità, permette di ampliare notevolmente la propria tavolozza percettiva.
Paolo Fresu, A Filetta, Daniele Di Bonaventura – Mistico Mediterraneo (ECM, 2011) Gli incontri tra musiche tradizionali e jazz sono interessanti e pericolosi allo stesso tempo. Il pericolo di cadere negli stereotipi “world music” è sempre in agguato. Ma qui il risultato è strabiliante. Fresu, Di Bonaventura (al bandoneon) e il coro corso A Filetta sono in stato di grazia. Tutti rispettosissimi con interventi ridotti al minimo senza mai soverchiare gli altri. Ogni nota è esatta, appropriata, indispensabile.

* Roberto Paci Dalò, 54 anni, è un compositore, musicista, regista e artista visivo riminese di fama internazionale. L’anno scorso ha ricevuto il Premio Napoli, per la promozione della cultura italiana. Il suo ultimo progetto è “1915 the armenian files”: un film, una mostra, un’opera radiofonica, un concerto multimediale e anche un disco, uscito lo scorso dicembre.

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